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Autore: SonoDiversaDagliAltri    08/07/2014    6 recensioni
Prendete un'autrice con il pallino delle otp non canon. Aggiungete diverse notti insonni e molte idee e otterrete questa fan fiction.
Una raccolta di one shot su coppie non menzionate dai libri di Percy Jackson. Alcune totalmente inventate da me, altre già esistenti. Alcune a lieto fine, altre no.
Una raccolta che esce dai canoni.
1.Leo/Piper
2.Percy/Zoe
3.Percy/Nico
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Quasi tutti
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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SE IL MONDO FINISSE TRA CINQUE MINUTI

(Durante Sangue dell'Olimpo)
Leo aveva completamente risistemato il Bunker 9. Nonostante le sue scarse doti di arredatore, aveva fatto del suo meglio. Adesso assomigliava a qualcosa a metà strada tra un’antica fucina e un loft ultramoderno. Al soffitto della caverna erano appesi tre lampadari che scendevano giù, fino a rimanere sospesi a circa tre metri da terra. Leo aveva creato un angolo interamente adibito alla progettazione, con tavoli da disegno, cinque lavagne bianche e innumerevoli mobiletti per contenere schizzi e modellini.
Al piano terra, dove fino a poco tempo prima sorgeva la cuccia di Festus, adesso c’era un salottino con divanetti e un basso tavolino da caffè. Tavoli da lavoro e contenitori per gli attrezzi erano intervallati da vasi di fiori, foto, librerie e sedie.
Non male, insomma.
Certo, aveva fatto tutto questo per riuscire a lavorare in un luogo più piacevole, ma l’aveva fatto soprattutto per Piper. Nel perenne clima di guerra in cui vivevano, Jason era sempre a pianificare strategie di difesa, o a controllare che la legione fosse preparata, o a fare altre cose da leader. Non era più lo stesso da quando Reyna era morta. Si era gettato a capofitto nel suo lavoro, escludendo tutti, soprattutto Piper.
Per questo lei, quando non si allenava o partecipava a esercitazioni di emergenza, passava gran parte del suo tempo con Leo. Non che per lui fosse un peso, certo. Adorava che gli gironzolasse intorno, e che frugasse tra la sua roba. Adorava che tra loro non ci fossero filtri e che si dicessero esattamente cosa pensavano. Adorava cercare di insegnarle qualcosa di meccanica, e adorava la velocità alla quale imparava. Ma soprattutto adorava farla ridere, e renderla felice anche in mezzo a tutti quei casini.
Adesso era sdraiata su uno dei divanetti, con i piedi che sporgevano di fuori e stava giocherellando con un modellino di coccodrillo in bronzo celeste.
Leo si fermò un attimo a guardarla: indossava il pettorale dell’armatura e una vecchia tuta. Sul viso aveva un’espressione serena. Era contento di vederla così dopo tanti giorni. Non si era mai lamentata, ma per quanto forte potesse essere era chiaro che non poteva tenersi per sempre tutto dentro.
“Forse è solo la calma prima della tempesta” pensò.
In un certo senso, avrebbe voluto che esplodesse, almeno avrebbe trovato il modo per aiutarla. Odiava vederla arrabbiata e giù di morale, soprattutto per via di Jason.
Leo era la spalla di cui Piper aveva bisogno, il suo migliore amico. Ma avrebbe voluto essere molto di più.
“Puoi esserlo” disse a un tratto una vocina nella sua testa. Di norma avrebbe dovuto spaventarsi, ma stavano succedendo tali stranezze ultimamente, che non ci fece molto caso, e gli sussurrò in tutta risposta: «No. Per lei sono come un fratello. Niente di più».
“Non c’è niente di più. Andiamo, con te potrebbe essere davvero felice. Coraggio, provaci.”
«Magari un’altra volta».
“Potrebbe non esserci un’altra volta. Ora o mai più.”
Le parole come sempre e mai avevano sempre dato a Leo una certa angoscia.
Posò la chiave inglese e il cacciavite che teneva in mano e si tirò indietro un ciuffo di capelli, lasciandosi sulla fronte una strisciata di grasso per motori. Poi si alzò e andò a sedersi accanto a Piper, che sorrise nel vedere la sua faccia sporca.
«Aspetta che ti prendo un fazzolettino!» disse lei frugandosi nelle tasche.
«Oh, no. Tranquilla Miss Mondo» rispose Leo.
Ci fu un momento di silenzio in cui non si sentirono altro che i loro respiri, sincronizzati l’uno con l’altro.
Poi il figlio di Efesto esordì:«Cosa ti manca di più dei bei vecchi tempi?».
«I bei vecchi tempi?».
«Si, quando non rischiavamo di morire da un momento all’altro».
«Ma da quando siamo qui abbiamo sempre rischiato di morire da un momento all’altro».
«Io infatti intendevo la Scuola della Natura. Quando eravamo solo… beh, noi».
Leo naturalmente si aspettava che Piper rispondesse “Jason”, ma lo sorprese dicendo:«Il brivido di infrangere le regole».
«Oh, quello manca anche a me. Da morire».
«Perché me lo hai chiesto?».
«Così. Lo volevo solo sapere» rispose Leo, grattandosi il naso a posta per lasciarsi altre strisciate di grasso sulla faccia. Piper rise, e cominciò a sfregargli un fazzolettino sul naso per tentare di mandar via la macchia. Poteva sentire il calore del suo respiro sulla pelle, le vibrazioni del suo corpo così vicino al proprio. Leggendo la strana espressione che aveva in viso, Piper gli domandò:«C’è qualcos’altro che mi vuoi chiedere?».
«Si». Leo esitò, percependo la tensione che gli pervadeva i muscoli, facendolo sentire come un cavo di acciaio in trazione. «Che cosa faresti se il mondo finisse tra cinque minuti?».
«Probabilmente correrei a chiamare mio padre, e gli direi che gli voglio bene. Tu invece che faresti?».
Leo guardò dritto nei suoi occhi cangianti per un lungo momento, finché non sentì le vene che gli scoppiavano, e in un impeto rispose:«Questo».
E la baciò.
Il figlio di Efesto sentì la pelle incandescente e le punte dei suoi capelli che andavano a fuoco, ma l’unica cosa che importava erano le sue labbra premute contro quelle di Piper.
Aveva sempre sentito dire che quando si è felici ci si sente leggeri, ma non era così. Lui si sentiva pieno, pieno da scoppiare. Pieno di felicità, di sollievo e di una cosa che aveva un sapore migliore persino dell’ambrosia: amore. Era come se fosse un cavo elettrico, i cui poli erano entrati in contatto. Era in cortocircuito, sì, ma finalmente era completo. Non gli mancava più nulla.
Quanto durò quel bacio non seppe dirlo. Non fu Piper a ritrarsi. Quando Leo le mise una mano sulla guancia, qualcosa cadde sulla sua pelle, producendo una nuvoletta di vapore. Una lacrima.
Piper stava piangendo. Stava piangendo anche lui, ma lei sembrava triste.
«Piper, che c’è?».
Mentre le lacrime continuavano a scivolare silenziose sulle guance della figlia di Afrodite, lei rispose:«Leo, lo sai che… che non è giusto. Né per me, né per te».
La dolce pienezza dell’attimo prima si trasformò in un blocco di granito proprio sullo sterno di Leo. Come aveva fatto anche solo per un istante ad illudersi che sarebbe andato tutto bene?
«Perché no?» chiese il ragazzo, anche se conosceva già la risposta.
«Jason» disse semplicemente Piper.
«Dopo tutto quello che ti ha fatto e che continua a farti? Ti ha resa infelice Piper, e di questo non lo perdonerò mai!» fece una breve pausa, cercando di decifrare gli occhi umidi della ragazza.
«Tu lo ami ancora, non è così?».
Lei esitò, cercando il modo migliore per non ferirlo, ma sapeva che ormai il danno era fatto: «Sì» rispose.
Altre lacrime scesero dagli occhi di Leo. Lacrime di amarezza e di rabbia. Era arrabbiato con Jason. Era arrabbiato con Piper. Ma soprattutto, era arrabbiato con se stesso per aver creduto in una cosa impossibile. Lei non lo avrebbe mai amato, almeno, non come lui la amava. Per un instante si era sentito importante, utile, felice. Ma era solo un pagliaccio triste, la settima ruota del carro. Chi avrebbe mai potuto amare uno come lui?
Nonostante ciò decise di fare un ultimo, disperato tentativo: «Piper, io non sono un grande eroe, lo so, anzi, sono un totale disastro. Non ho molto tra le mie mani. Ma… noi potremmo… potremmo essere felici…». Si dovette interrompere perché stava letteralmente singhiozzando.
«Leo… mi dispiace» gemette Piper.
Il figlio di Efesto capì che non c’era più speranza. Era tutto in frantumi.
Dentro di lui si spense qualcosa. La fiamma che lo aveva trascinato in avanti per tutti questi anni, che gli aveva scaldato il cuore, impedendogli di lasciarsi andare al dolore, si era estinta. Per la prima volta invita sua, Leo si arrese. Non cercò di fuggire. Rimase lì, cosciente solo del gelo che calava sul suo cuore, dei brividi lungo la sua schiena che sembravano brina. Quanto freddo, quanta tristezza aveva evitato in tutto quel tempo. Adesso la sentiva, mentre pervadeva il suo corpo come vento d’inverno.
Quando Piper si alzò per cercare di abbracciarlo, lui disse in un sibilo rabbioso: «Piper, per favore, vattene».
La ragazza da triste divenne atterrita: «Cosa? Leo, no! Ti prego non fare così!».
«Piper, ti ho detto di andartene» ripeté con voce più fredda di una scheggia di ghiaccio.
«Leo, non essere arrabbiato con me! Non posso farci niente!».
«Lasciami solo. Va via, per favore». Leo era sempre più gelido e Piper sempre più disperata.
«Ti prego! Perdonami…». La figlia di Afrodite tese una mano per cercare di accarezzargli una guancia, ma Leo le afferrò il polso e le gridò in faccia: «VATTENE SUBITO!».
Piper aprì la bocca per replicare, ma era troppo sconvolta. Cominciò a tremare e scappò via.
Man mano che udiva i suoi passi allontanarsi, Leo sentiva che scivolava via da lui. Perché le aveva urlato in faccia? Perché l’aveva trattata male? Perché l’aveva baciata?
Aveva tradito la sua fiducia, e non l’avrebbe mai più riacquistata. Non aveva perso soltanto la ragazza che amava. Aveva perso la sua migliore amica.
Il ghiaccio dentro di lui si sciolse, dando vita a un torrente di lacrime. Le sue ginocchia cedettero e lui cadde a sedere sul pavimento, domandandosi se nella sua cintura degli attrezzi ci fosse qualcosa per rimettere insieme i pezzi di lui che Piper si era portata via.

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Spazio autrice:
Ok! Innanzitutto ringrazio chiunque abbia avuto il coraggio di arrivare fino a qui. Spero che vi siano piaciuti sia l'idea che il capitolo. In ogni storia cercherò di mettere in risalto un aspetto dell'amore. Ho cominciato con il meno gradito, cioè il dolore.
Non vi anticipo nulla sulla prossima one shot, tranne che coinvolegerà Percy.
Se volete un capitolo su una vostra otp (incluse anche le crack pairing) non dovrete far altro che dirmelo e io provvederoò a scriverlo quanto prima!
Baci e alla prossima
SonoDiversaDagliAltri
  
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