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Autore: Marghe    05/01/2005    2 recensioni
Dio e la palla di vetro -la SUA palla di vetro.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduto così, alla scrivania, davanti allo schermo ronzante

Purgatory                                  v                                         

 

 

Se Dio ha potuto fare questo,

allora Hitler fondamentalmente non si sbagliava.

 

 

...Sembra facile.

Ma seduto così, alla scrivania, davanti allo schermo ronzante. I tasti sembrano troppo duri da battere. Non so cosa scrivere.

Mi ha chiesto di rievocare. Mi ha detto che mi farà bene, e che la testimonianza di uno scrittore famoso sarà interessante per il pubblico. Di solito per scrivere un romanzo bastava partire con la prima frase, e subito dopo tutto veniva spontaneo. Ma così non ho idea di come cominciare.

“Adesso è tutto passato”.

Mi sono davvero lasciato alle spalle tutto?

Come posso cominciare, con la terra che ha iniziato a tremare? Con la gente che correva, scappando, e il mare che si abbatteva su di loro fagocitandoli con la furia di una valanga di pietre?

Non so quanto ci sia voluto perché il mondo intero sembrasse niente più che una casetta in una palla di vetro. Ma anziché neve dentro c’erano brandelli di vestiti, brandelli di pelle, brandelli di tutto, non c’era più una sola cosa intera dopo che il mare aveva devastato ogni cosa. Dio aveva trasformato tutta quella gente in cadaveri perfettamente anonimi, perfettamente uguali.

Forse sarebbe interessante se scrivessi come sono sopravvissuto. La verità è che non ne ho idea. E non riuscirò a sbattere su un tavolo la verità nuda e cruda, non adesso. Non ci riuscirò mai più, credo.

Alla televisione dicono che l’asse terrestre si è spostato. Un telegiornale mi era quasi sembrato degno di rispetto per aver mandato delle immagini senza commento, almeno fin quando non ha cominciato ad insistere sui pianti della gente. Forse non riesco a scrivere perché non me la sento di destinare a qualcuno quello che potrebbe venir fuori. Non sono sicuro che ci siano persone che possano meritarselo. Ed era uno strazio vedere migliaia di candele accese sui davanzali, come durante la Santa Processione, candele di migliaia e migliaia di ipocriti che in qualche modo tentavano di salvare la loro coscienza sporca.

Ce li ho avuti nelle orecchie, i pianti che loro possono soltanto immaginarsi.

Mi sembra ancora di sentirli, da quanto ne sono stato circondato. Quelli che erano rimasti vivi correvano e si buttavano in mare alla ricerca della gente che avevano perso. Piangevano e gridavano e chiamavano i loro dispersi. Poi hanno cominciato a volere l’acqua. Poi sono passati giorni e giorni e non c’erano altro che giornalisti con le telecamere dagli elicotteri, e gente che continuava a gridare, come una massa di dannati all’Inferno.

Non sentivo più la fame. Vedevo tutto a rallentatore. Avevo sbattuto la testa da qualche parte, il sangue mi bagnava la schiena.

Non posso scrivere. Non posso riscrivere tutto adesso.

Quanto poco ci ha messo Dio per giudicarci. Quanto poco ci ha messo per decidere che il pianeta doveva scrollarsi di dosso questi parassiti.

Non posso non scrivere. Mi ha detto di scrivere.

Sì, dopotutto potrebbe essere interessante. E magari porterei una testimonianza. Magari qualcuno, leggendola...

...

Cosa? Leggendola ...cosa?

Lo scriveranno sui libri di storia, un giorno, se ci sarà tempo per noi per arrivare al giorno in cui la ferità sarà tanto cicatrizzata da potersi chiamare “storia”. Qualcuno forse si commuoverà.

Ma nessun libro di storia e nessuna testimonianza sarà mai abbastanza precisa. Loro non sapranno mai il dolore della gente schiacciata sotto mattoni e travi di legno, i corpi galleggianti in acqua nudi o seminudi, la sabbia e il sale in bocca impastati con il sangue, i pianti che vengono da lontano come uno stridore disgustoso – ad un tratto, tutti uguali, tutti identici – tutti cani insepolti senza più un ricordo. Bruciati.

Bruciati, già. Fosse quello il punto. Fosse quello il cambiamento. Il punto è che erano tutti morti.

Era un regno di cadaveri.

 

Dio aveva ripulito il Purgatorio come Hitler voleva ripulire il mondo.

 

Tutto ciò che loro potevano meritare, tutto ciò che quella gente poteva meritarsi, nel bene e nel male, era cancellato da un solo e unico verdetto – la morte – e tutto ciò che loro avevano fatto in vita non contava più niente, ora che erano tutti cadaveri che rischiavano di trasmettere epidemie, alla stregua di ratti morti. C’erano fra loro i vuoti di mente, gli idioti, gli imbecilli, come c’erano fra loro le perle rare, i geni.

Cadaveri galleggianti e fracassati, col grido della malora rimasto negli occhi ribaltati.

Al mondo fanno tutti ugualmente compassione, non importa quello che hanno fatto, perchè la massa questo non lo saprà mai. Non so se avrebbero pianto allo stesso modo se avessero saputo che fra tutti quei morti c’era anche un serial killer.

E perché no? Perché non avrebbero dovuto farlo?

Erano tutti morti. Non raccontavano più niente, solo desolazione.

 

 

La sabbia che gratta sotto la pelle. L’acqua salata che affoga il cervello. La morte che si impone su qualsiasi cosa, su una distesa di granelli di sabbia che non hanno più una loro singolarità, che sono ormai un’unica distesa, come una spiaggia, una spiaggia di morti.

Ed era proprio come essere in una boccia di vetro, sì.

C’era stato un istante, prima che sentissi schiantare grida da tutte le parti, c’era stato un istante in cui il silenzio era stato totale. Non era possibile sentire niente. Era davvero una bolla di vetro. C’era solo un fischio ronzante, sembravano i timpani distrutti dal frastuono infernale che c’era stato solo un attimo prima, i timpani che stridevano, dopo che la bocca del Cielo si era spalancata. Quando tutto era esploso sul purgatorio.

Ebbene, questo come posso scriverlo?
Come si può spiegare la totale assenza? Il niente? Il nulla dopo che un cataclisma che sembrava sboccato dall’universo aveva travolto senza distinzione viventi e non viventi, bambini e vecchi, animali e piante, maschi e femmine, puri e peccatori, case e negozi e tutto il resto.

 

Il volto di Cristo su quella croce, quel volto di bronzo appeso al muro, per un attimo mi sembra gridare. Non so bene se è il dolore, non ne sono sicuro. Il volto che mi è rimasto fisso in testa per tutto quel tempo, prima che mi trovassero sotto le rovine di un bar.

Chissà se c’è mai stato un motivo per cui qualcuno è rimasto vivo mentre qualcuno è morto.

Ad un tratto non ero più un essere umano.

Un solo pensiero, e mi sono accorto che non avevo più rispetto per niente. Non ero sicuro che i morti meritassero più rispetto dei vivi, o almeno più reverenza, ma non credevo nemmeno che i vivi sofferenti valessero tutta quella compassione. Era un pensiero inumano? Era bestiale, immorale, che cos’era?

Non provavo più niente vedendo tutti quei morti, quei tumuli di morti, quelle cataste di morti.

Se Dio ha potuto fare questo, se Dio è perfetto, allora il principio di Hitler, fondamentalmente, doveva essere giusto.

Che cosa ha fatto, se non la pulizia? Ha tolto dal mondo quelle che lui definiva impurità, incrostazioni, ha giudicato secondo il suo principio come Hitler giudicò secondo il proprio. E in qualche modo c’è sempre chi non è d’accordo.

Come farà quella gente ad accettarlo?

Non piangono per niente. Piangono perché non doveva succedere. Perché a loro a questo punto sarebbe bastato non essere mai nati affatto, piuttosto che vedere tutto ciò. Eppure per Dio è stata una cosa giusta. Forse c’è qualcosa che ha mosso la sua mano che noi non possiamo capire. Qualcosa di estremamente giusto che a noi non apparirà mai lampante.

Ha piantato in vena l’ago di un vaccino che come al solito distrugge qualche pecora insieme con i lupi. Distrugge milioni di particelle buone di ogni tipo allo scopo di ripulire completamente il corpo da quelle cattive.

Cosa dobbiamo aspettarci la prossima volta, una pioggia di meteore, un terremoto che farà sprofondare interi continenti nel magma, un’invasione delle locuste, che cosa? Dio ci ha dato un avvertimento, o l’avvertimento è già passato da un pezzo e sta solo organizzando la Terra per ammazzarci tutti?

 

A me si erano seccate tutte le lacrime.

A me era parso che non ci fosse niente di giusto. Non sapevo di chi era la colpa.

Avevo sangue nella bocca e non ero più capace di ragionare come un essere umano.

 

Questo, come faccio a scriverlo?

 

  
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