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Autore: pietros99    08/07/2014    2 recensioni
Sono un errore e gli errori devono essere cancellati.
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E gli angeli caduti mi salvarono.
Genere: Dark, Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Cristian Coma, Jake Pitts, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sbagliato. Sono sbagliato. È successo di nuovo eppure non capisco che cosa abbia mai fatto per meritarmi tutto questo.
Sono solamente un ragazzo normale,non credo di meritarmi tutto questo male. O forse sì.
Stringo la mia maglietta consumata in preda ad uno spasmo d'ira o disperazione. Ormai non so più nemmeno io se sono arrabbiato o solamente depresso.
Guardo per l'ultima volta la dedica che i miei “amici” mi hanno lasciato:speriamo di vederti presto qui dentro.
Non sarebbe una cosa così maligna se non fosse stata scritta con una vernice rosso sangue sul muro di un cimitero.
Abbasso lo sguardo e inizio a camminare senza una direzione,vorrei solamente sparire senza mai tornare.
Ho bisogno di farmi male,io devo farmi male.
Io sono un errore e gli errori devono essere cancellati.
Le lacrime pulsano con violenza dentro gli occhi. Lottano per uscire.
Giro un angolo buio e male illuminato. L'aria umida è quasi irrespirabile tuttavia questo posto mi piace. Ha quasi l'aria di una casa.
Mi dirigo verso l'angolo più buio di quel vicolo ceco così fatiscente eppure così confortevole:cassonetti dell'immondizia stracolmi di rifiuti costernano le pareti,le grondaie trasudano acqua e qualche topo squittisce con allegria. Ma non mi importa.
Mi siedo a terra in un angolo remoto di quel vicolo,facendo attenzione a non fare troppa pressione sulle braccia.
Sono un bruciore continuo ma me lo merito,io DEVO punirmi.
Affondo la mia faccia fra le mani cacciando un grido,carico di tutto il mio dolore.
Io non capisco perché mi succede tutto questo:la gente mi tratta da schifo,i miei “amici” finiscono sempre col pugnalarmi alle spalle e i miei genitori chissà che fine abbiano fatto.
Alzo lentamente lo sguardo e mi accorgo con rammarico che ormai le lacrime hanno preso il sopravvento.
Avvicino la mano tremante alla mia tasca sfilando con decisione un pacchetto di sigarette e il mio accendino raffigurante un teschio,sfilo una cicca e la afferro saldamente tra le labbra.
Credo che ormai i miei polmoni siano ridotti in una specie di poltiglia,ma ne ho bisogno,io devo farmi male. Sono io quello sbagliato.
Accendo rapidamente la sigaretta aspirandone una lunga boccata,sentendo il fumo scendermi dritto nei polmoni.
Non posso continuare così,vivo come un fantasma,senza affetti o particolare considerazione. Ogni tanto mi chiedo che cosa succederebbe se me ne andassi. Mancherei a qualcuno? Qualcuno starebbe male se dovessi sparire? Capita che ci rimugini sopra eppure la risposta è solo una:no non mancheresti a nessuno.
Un corvo piomba improvvisamente davanti a me,scrutandomi con aria curiosa e gelida al tempo stesso.
Il corvo,che animale meraviglioso,il presagio di morte. 
Sembra quasi una premonizione sul mio futuro.
Il mio sguardo e quello del volatile si incrociano per qualche secondo.
Quei piccoli occhietti sembrano scrutarmi l'anima,la mia anima oscura e distrutta. Successivamente il piccolo corvo decide di spiccare il volo,evidentemente stufo.
I corvi sono animali veramente fantastici,sono malvisti dagli altri,accusati di portare il malaugurio. Ma sono solo pregiudizi,l'umanità sa fare solamente questo. Sparare sentenze senza conoscere veramente.
Che schifo vivere in un mondo così.
Aspiro un'altra boccata della mia sigaretta,portandomi le gambe al petto.
È così triste essere soli. Scommetto che se non fossi fuggito da quel manicomio la mia vita sarebbe diversa. Sì,vomiterei farmaci dentro una cella dalle pareti imbottite.
Non posso farci nulla se questa società mi fa sentire male e mi costringe a torturarmi con le mie stesse mani.
Getto via la sigaretta,stanco di tutto questo. La mia vita è uno schifo. È veramente impossibile andare avanti così.
Ormai solo un miracolo può salvarmi. Ma io non credo nei miracoli.
Ripenso al graffito dedicato a me:“speriamo presto di vederti qui dentro”.
Non preoccupatevi ragazzi,mi vedrete lì prima di quanto possiate immaginare.
Mi alzo da terra,intento a fare quello che avrei dovuto fare già da tempo.
Iniziò a camminare lentamente per le strade del mio minuscolo paesello di periferia. Tra poco più di quindici minuti saranno solamente un ricordo lontano.
Ho deciso di prendere la scorciatoia. La strada più facile.
Ma dopo quello che sono stato costretto a passare ho deciso di aggrapparmi all'ultima spiaggia.
Girovago per le strade semi deserte di quel minuscolo paese. Cade diroccate e giardini trasandati sono all'ordine del giorno. Non c'è nemmeno una scuola in questo fottuto paesino.
L'unico lato positivo è che nella parte occidentale possiamo trovare un ponte di solido cemento che attraversa uno tra i fiumi più ripidi e inquinati di sempre.
Ed io sto andando proprio lì. 
Sì,è il momento di farla finita.
  
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