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Autore: Mait    08/07/2014    1 recensioni
Ma lì, quella notte, con la mano di Louis abbandonata sul suo addome, non poteva che domandarsi se tutto quello fosse normale, se due amici normali potessero essere così intimi e, Harry ci sperava, se magari quei comportamenti non nascondessero qualcosa di più.
Non avrebbe mai avuto il coraggio di dire nulla a Louis, e questo lo sapeva.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Un messaggio.
Quattro parole.
“Stai da me stasera?”.
Scarpe, cappotto, chiavi di casa, della macchina.
Harry esce di casa, prende la macchina e guida per le due vie che separano casa sua da quella di Louis.
E’ sempre così per lui. Passa settimane ad essere ignorato, o comunque ad essere la seconda (terza, quarta, quinta…) scelta, ma poi basta un messaggio e la vaga promessa di una ciotola di pop-corn e di un film, a fare andare in palla il cervello di Harry e farlo correre verso la tanto sospirata villetta a due piani che sembra essere la risposta ad ogni suo desiderio.
Come da copione Harry arriva da Louis, suona il campanello, solo per cortesia perché la porta non è mai chiusa a chiave, entra, va in lavanderia, appende sciarpa, cappotto e cappello, butta alla rinfusa le scarpe e sale al primo piano, dove trova Louis sul divano, con una coperta ed una tazza di tè, così intento a guardare l’ultimo film di Tom Cruise, da non accorgersi della sua presenza.
“Sul serio Lou? Tom Cruise? Ha più altezza che bravura quello lì, ed è dire tutto”
“Stai zitto, ignorante.”
Ed Harry esegue. Abbassa la testa e si siede accanto a lui, si accoccola sotto la coperta  e guarda la fine del film.
Il suo problema era che amava Louis come non credeva fosse possibile amare.
Non sapeva nemmeno come se ne fosse accorto. Qualche mese prima avevano litigato e, praticamente, non si erano rivolti la parola se non nelle situazioni in cui non erano “Louis ed Harry”, ma “Louis and Harry from One Direction”, a quel punto Harry si era accorto che senza Louis non ci sapeva stare. Non era la stessa cosa, lui non era lo stesso. Avevano ricominciato a parlare, a raccontarsi, a riconoscersi. Ed era a quel punto che Harry se ne era accorto. Quello che provava per Louis non poteva essere affetto. Perché Louis era la sua aria. Non si trattava di essere romantici o melodrammatici, semplicemente la felicità di Harry dipendeva da un’altra persona. Si era azzerato, si era reso conto che sarebbe morto, per Louis. A questo punto si era chiesto se questa poteva essere amicizia e si era anche risposto. Aveva capito che non poteva esserlo. Che aveva tre migliori amici per i quali avrebbe fatto di tutto, aveva capito che li adorava e che la sua vita non sarebbe mai stata la stessa senza di loro, aveva capito che significato aveva l’amicizia e aveva anche capito di essere innamorato di Louis. Era senza speranza e lo sapeva. Avrebbe potuto avere chiunque, inutile essere modesti. Avrebbe potuto ottenere qualsiasi persona, tranne una. E lui di quella si era innamorato.
Harry lo sapeva, non ci stava nemmeno a sperare. Louis stava con Eleanor, da un po’ ormai. A quanto pare lui era innamorato e con lei stava bene, era felice, ma qualcosa non tornava.
Qualcosa non tornava perché, dopo essere stati in sala a parlare di qualunque cosa mangiando tutta la scorta di pop-corn, erano saliti in camera e avevano sistemato i letti. Si erano scambiati qualche parola, avevano spento la luce e poi si erano dimenticati della presenza del secondo letto. Come se fosse la cosa più naturale del mondo si erano entrambi stesi insieme.  E, mentre la mano destra di Louis era impegnata ad accarezzargli i capelli e quella sinistra era scivolata sotto il suo pigiama e gli stava accarezzando l’addome, Harry non poteva che pensare a quanto quella situazione fosse assurda.  Harry lo amava, come non aveva mai amato nessun altro e come probabilmente non avrebbe mai fatto più, e Louis era così strano da confonderlo maggiormente. Aveva imparato ad accettare la presenza di Eleanor, che si era infiltrata tra di loro come un’ombra, in silenzio, e li aveva resi più distanti che mai, aveva imparato a mascherare la gelosia e a sorridere fingendo interesse verso gli aneddoti che ogni tanto Louis gli rifilava su una qualche fuga d’amore che li aveva visti protagonisti il week end prima. Aveva accartocciato, ancora una volta, la sua persona. Stava fingendo, per l’ennesima volta, di essere qualcuno che in realtà non era. Si stava mascherando di nuovo, ma Harry era così. Si metteva da parte per Louis e accettava tutto. Ma lì, quella notte, con la mano di Louis abbandonata sul suo addome, non poteva che domandarsi se tutto quello fosse normale, se due amici normali potessero essere così intimi e, Harry ci sperava, se magari quei comportamenti non nascondessero qualcosa di più.
Non avrebbe mai avuto il coraggio di dire nulla a Louis, e questo lo sapeva.


La sveglia sul comodino segnava le nove e tredici ed Harry era ancora sveglio.
La sveglia sul comodino segnava le nove e trentaquattro ed Harry si era alzato, vestito e lavato.
Aveva scritto un bigliettino a Louis, scusandosi per la fuga improvvisa, era uscito di casa, era salito in  macchina e aveva percorso le due vie che separavano la casa di Louis dalla sua. Era entrato, si era buttato sul letto e si era addormentato, dopo aver pianto come un bambino.

Harry Styles era così. Idolo delle teenagers, amato e idolatrato da tutti, innamorato del suo migliore amico.
  
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