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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    08/07/2014    1 recensioni
"Gli incubi la tormentavano da quando ne aveva memoria. L’avevano fatto quando viveva a Gateshead con la zia Reed e i cugini e negli otto anni che aveva passato a Lowood. L’unico momento della sua vita in cui sembravano averla abbandonata era stato durante un breve periodo del suo soggiorno a Thornfield Hall."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nightmares

 
Gli incubi la tormentavano da quando ne aveva memoria. L’avevano fatto quando viveva a Gateshead con la zia Reed e i cugini e negli otto anni che aveva passato a Lowood. L’unico momento della sua vita, in cui sembravano averla abbandonata, era stato durante un breve periodo del suo soggiorno a Thornfield Hall.
Adesso, però, sembrava che la attendessero in quella stanza, nascosti in ogni angolo e pronti a venire fuori non appena poggiava la testa sul morbido cuscino.
Aveva passato notti immobile nel suo letto, osservando il soffitto sperando che le ombre che la tormentavano quando chiudeva gli occhi non si materializzassero per tormentarla anche durante la veglia.
“Sono solo sogni. Solo sogni.” si ripeteva. Ma non era mai riuscita a convincersi davvero: erano troppo simili alla realtà per essere semplici sogni.
 
***
 
Jane si svegliò di soprassalto, il respiro irregolare, il cuore che galoppava nel petto.
Un altro incubo.
Aveva sognato ancora la morte del signor Rochester in un incendio.
Era la terza volta, quella settimana.
Scese dal letto della piccola casa concessagli da St. John e si avvicinò alla finestra per prendere una boccata d’aria.
Un ricordo le balenò nella mente.
Si ricordò della notte in cui il signor Rochester era rimasto con lei dopo un incubo dei più tremendi che avesse mai avuto.
 
Il signor Rochester aveva sentito un grido tremendo provenire dalla stanza accanto alla sua. Per un momento aveva pensato che il demone potesse essere entrato nella stanza accanto per fare del male al suo folletto.
Senza attendere oltre saltò giù dal letto e dopo aver aperto la porta aveva raggiunto la stanza di Jane. Bussò più volte, ma non ottenne alcuna risposta; così girò la maniglia facendo scattare la serratura.
Entrò nella stanza. Il fuoco nel camino era ancora acceso e proiettava la sua luce sulle pareti e sulla piccola finestra.
Edward si voltò e vide che Jane si stava dimenando nel letto, prigioniera tra le coperte. Si avvicinò a lei e la scosse delicatamente per tentare di svegliarla, ma lei continuò a piangere e a ripete un nome: Hellen.
Il signor Rochester si inginocchiò sul letto e la scosse più forte. “Jane!” gridò “Svegliati!” era madida di sudore e per la prima volta Rochester vide delle lacrime scorrere sulle sue guance. Era sempre stata così composta da quando era arrivata nella sua dimora, che vederla piangere lo rendeva inquieto.
La ragazza si destò. Si sollevò sui gomiti continuando a singhiozzare. “E-Edward?” balbettò.
“Jane, era solo un incubo. Calmati.” le disse, tenendola per le spalle e puntando i suoi occhi in quelli di lei.
“Oh, mio Dio, era così reale…” singhiozzò. 
Quando lui l’abbracciò per tranquillizzarla, lei si lasciò cullare.
Rochester le accarezzò i capelli sfiorandole la fronte con le labbra. “Va tutto bene.” la rassicurò “Sei qui a Thornfield. Sei al sicuro.”
Rimasero stretti in quell’abbraccio per un tempo che sembrò infinito. La ragazza non osava sottrarsi alla stretta sia per paura che l’incubo tornasse a materializzarsi di fronte a lei, sia perché rimanere lì, tra le sue braccia, la rassicurava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Durante la sua vita, nessuno, a parte forse Hellen e Adèle le avevano dimostrato affetto. In quel momento, ringraziò il cielo di aver trovato qualcuno come Edward Fairfax Rochester sempre disposto ad abbracciarla o consolarla quando più ne aveva bisogno.
Per tutta la vita non aveva desiderato altro. Aveva aspettato qualcuno che la amasse per quella che era, qualcuno che potesse provare per lei un sentimento diverso dalla semplice pietà o amicizia. Qualcuno come il suo Edward.
Jane allontanò il suo corpo da quello di lui e incatenò i suoi occhi a quelli del suo padrone. “Grazie.” sussurrò.
Lui le sorrise e le accarezzò una guancia. “Come ti senti?” le domandò.
“Meglio. Mi dispiace di averti svegliato.” si scusò abbassando lo sguardo.
Rochester sorrise ancora. “Avevo paura che qualcuno volesse fare del male al mio folletto.” spiegò.
La ragazza non capì. Chi, in quella casa, avrebbe potuto o voluto farle del male? Nessuno degli inservienti si era mai dimostrato insolente o aveva attuato comportamenti sbagliati nei suoi confronti. Ancora scossa dall’incubo, però, rimosse quel pensiero, confinandolo nel più remoto angolo della sua mente. Non avrebbe più dovuto preoccuparsi, adesso c’era il signor Rochester lì a proteggerla.
Sorrise al suo futuro marito e dopo averlo ringraziato ancora gli chiese di tornare a letto per riposarsi ancora qualche ora prima dell’alba.
“Non ti lascio sola.” si oppose l’uomo “Non vorrei che gli incubi tornassero rovinando il sonno della mia amata Jane.”
La ragazza sorrise. “È sconveniente che tu rimanga qui.”
“È per una giusta causa.” si giustificò Edward “E poi nessuno verrà a saperlo. Me ne andrò prima che la casa si svegli.”
Jane lo osservò per qualche secondo poi si scostò per lasciargli un po’ di posto sul materasso. Lui si sdraiò accanto alla ragazza e la avvolse tra le sue braccia, poi coprì entrambi con le lenzuola.
“Dormi, mio piccolo folletto.” le sussurrò all’orecchio. Lei sorrise, poggiando la testa sul suo petto. “Gli incubi non ti tormenteranno fino a che sarò con te.” promise.
E poco dopo, entrambi si addormentarono.
 
Gli incubi non ti tormenteranno fino a che sarò con te.
Quella frase le rimbombava nella mente da quando aveva lasciato Thornfield Hall. Rochester aveva pronunciato quelle parole come una promessa. Jane l’aveva capito solo quando si era allontanata da lui: ogni notte, da quando era partita, era stata preda di incubi tremendi e spaventosi.
Avrebbe tanto voluto essere ancora stretta tra le braccia di Edward.
A volte il desiderio era così forte da farla sentire spossata, impotente di fronte a tutto il resto. Era consapevole, tuttavia, che era impossibile tornare da lui. Edward Fairfax Rochester era sposato. Aveva già una moglie -Bertha Antoinetta Mason- e non avrebbe mai potuto averne un’altra.
E soprattutto non avrebbe mai potuto avere lei.
Non sarò vostra, signor Rochester, gli aveva detto prima di andarsene. Lo amava più di quanto potesse esprimere a parole, più di quanto potesse ammettere ma poiché non avrebbe mai potuto essere sua moglie, non avrebbe voluto essere nient’altro per lui.
Perdonami, Edward, si ritrovava a pensare ogni giorno.
Sapeva di avergli causato uno smisurato dolore e per questo si sentiva colpevole, ma anche lei stava soffrendo come non mai.
Si sentiva incompleta, vuota.
Svuotata da quegli stessi incubi che la consumavano ogni giorno di più attanagliando la sua mente e tormentandola ogni qualvolta chiudeva gli occhi. Incubi di cui adesso faceva parte anche Edward, la persona che più amava al mondo.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti! Questa è la mia prima FF in questo fandom.
Sto leggendo questo meraviglioso romanzo e dopo aver visto milioni di volte il film (quello del 2011 soprattutto), ho deciso di scrivere questa ff.
Spero che vi piaccia.
Sono consapevole che non abbia molto senso, ma ho deciso di pubblicarla comunque.
L’unica cosa che ho cambiato rispetto al romanzo è che Jane dà del tu al signor Rochester (come nel film accade alla fine), ma solo per una questione di comodità.
Spero che vi piaccia.
A presto, Izzy, xX__Eli_Sev__Xx
   
 
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