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Autore: death_titan_    08/07/2014    0 recensioni
"La mia emozione per l'esame orale era tanta e si era manifestata tutta sulle unghie, ancora devastate dall'uragano Giulia..."
//Piccola storiella dove scrivo quello che ho provato durante l'esame di terza media...//
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Short Story of a Girl and an Exam



<<'Buongiorno Prof!', no, non potevo entrare in classe ed esordire con un semplice e poco esauriente 'buongiorno', sarebbe stato imbarazzante e la schiera di prof che mi osservava mi avrebbe presa per scema (e poi erano le sette e mezza, non potevo dire 'buongiorno'!); 'buon salve miei cari insegnanti, ora passerò la chiavetta usb al professor Casadei che inserirà nel portale la suddetta e vi mostrerà il mio lavoro, metre la sottoscritta vi illustrerà ciò che è scaturito dal mio studio per stupirvi e incuriosirvi al meglio con i miei argomenti', oddio, non riesco a sopportare neanche di averlo scritto e pensato...>>.

Da come sarà risultato ovvio, la mia emozione per l'esame orale era tanta e si era manifestata tutta sulle unghie, ancora devastate dall'uragano Giulia.
Ma non ho sopportato solo l'orale. Ci sono state altre cinque prove meno stressanti, certamente, ma sicuramente non meno intense.
Il primo grande passo verso il liceo era la prova d'italiano, il tanto detestato tema. Non perchè odiassi scrivere, anzi... La detestavo perchè sapevo, avevo la certezza matematica che il tema dello scritto sarebbe stato un testo personale in cui dovevi esprimere i tuoi squallidi e banali pensieri  riguardo i soliti argomenti: Amore e Amicizia.
E bè, ho fatto talmente tanti temi di questo genere che le idee ormai si erano deposte nei testi precedenti a quello più importante, e la mente vagava nel buio più totale.
Iniziata la prova , dopo un iniziale istinto omicida e animalesco verso gli autori di quel misfatto, guardai il foglio immacolato, bianco, rovinato solo dal timbro del ministero e dalle righe decisamente utili.
Adoro quando il sottile strato di carta è bianco e splendente al riflesso della penna che, di lì a poco, avrebbe tracciato linee prima poco comprensibili da sole. Amo il foglio puro, semplice e pulito. Lo amo poichè mi sembra sempre che le righe mi russurino qualcosa... Delle parole, poesie, storie, racconti... E un istinto, quasi venisse dalle viscere, si insinuava nelle vene per arrivare al cuore e infine al cervello. L'istinto diceva di scrivere, finchè non avessero smesso di parlare, finchè le mani non sarebbero state doloranti...
E anche allora, dinanzi al foglio puro, le righe parlarono e mi dissero di non scrivere cose banali prese da qualunque social network, ma prendere le sensazioni più intime e profonde ancora non raccontate, e trascriverle esattamente come le vedi nella tua testa, con il tuo solito prorompente stile ironico, sfoderando la battutina che fa sorridere ma che fa riflettere.
Non scrissi uno dei miei testi migliori, ovviamente.
Però mi resi conto dopo qualche giorno, che almeno non era banale come quello degli altri... Infatti, me la sono cavata bene con un otto su dieci, che non ha mai fatto male a nessuno.
La sfida continuò con il giorno dopo: le prove d'inglese e francese. La prima fu quella di inglese che fu  una delle verifiche semplici che avessi mai fatto in tutta la mia (ancora acerba) vita.
E con sollievo ammetto di essere passata con un votino abbastanza discreto... Dieci su dieci. Fu francese il problema. Non era mai stata la mia materia preferita e odiavo (e odio tutt'ora) la prof di francese. Una lunatica mestruata 365 giorni all'anno che si inventa presunte "marachelle" fatte da noi, che pensa di avere sempre ragione e che ci "prende in giro" nelle altre classi. Non si può imparare nulla da una così fuori di testa. E mi rinfacciò un sette su dieci, che a dir la verità, mi è andato benissimo.
Ma le problematiche vennero a galla il giorno più sfortunato dell'anno: Venerdì 13. Giornata in cui, per purissimo caso, di manifestò una catastrofe: La prova di Matematica e Scienze. I primi due questiti scivolarono come l'olio sulla pelle e cominciai a pensare che non era poi una tale tragedia, finchè non mi si parò davanti il quesito numero 3. Vidi una tabella e mi tranquillizzai. Ma le domande e gli esercizi erano impossibili. Ci provai e riprovai ma caddi nel baratro dell'ignoranza.
Il quesito 4 era più semplice... Per le prime due domande. Era l'esercizio di scienze, sulle leve. Nella teoria andai bene ma mi ritrovai la terza domanda che mi chiedeva qualcosa come la teoria delle stringhe da tradurre dall'aramaico antico al russo moderno. E non seppi rispondere. Ma quella santa della prof mi diede sei su dieci, forse perchè quello che avevo fatto andava abbastanza bene...
Le invalsi non sono degne di parola perchè sono state troppo semplici e avevo anche finito troppo presto. Così mi toccò stare mezz'ora ferma sul banco con gli occhi che cedevano per la stanchezza e il sonno.

Ed arrivò il giorno fatidico. Quello dell'orale. Avevo un inferno dentro e l'ansia mi stava divorando come un avvoltoio affamato su un cadavere.
Le mani tremavano, le unghie finivano e lo smalto spariva.
L'attesa era snervante e lo studente davanti a me stava suonando il sax e parlando da ore, probabilmente erano minuti ma sembravano giorni, settimane, quasi mesi che stavo seduta in quella striminzita sedia verde di legno e metallo a strapparmi la pelle e i muscoli dalle ossa per l'ansia. Arrivò il mio turno e faticai a rendermi conto di quello che stavo vivendo: un incubo. Appena entrata in classe una trincea di professori mi squadrò da capo a piedi, come se fossi stata un alieno. Diedi la mia chiavetta al prof. di musica per far vedere il power point mentre parlavo tremante con un avvoltoio sulla spalla destra che gracchiava disgrazie, catastrofi e brutti voti.
Poi la professoressa di italiano mi chiese perchè avevo scelto un argomento così particolare (la Follia, per informare), mi spuntò un sorrisone e comiciai a tirar fuori fiumi di parole che coinvolsero i presenti.
Dalla mia tesina, passammo a uno dei miei argomenti preferiti: il Metal. Mi chiesero perchè mi piaceva così tanto e cosa ascoltavo in genere, e anche in questo caso le parole presero il via e dimostrai una passione che non sapevo di avere.






Ah, quasi dimenticavo... Sono passata con otto su dieci e mi aspetta il liceo.





 
   
 
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