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Autore: Ily Briarroot    08/07/2014    3 recensioni
E sorrise anche Ran, facendo un cenno con la testa. Lo fece anche quando la vide uscire dalla porta sperando, in cuor suo, che stesse raggiungendo la vita che le era stata negata da sempre.
Perché se lo meritava.
Perché le voleva bene.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il momento di andare

Gli occhi colmi di gentilezza e affetto incrociarono gli altri, così incredibilmente fermi. Vuoti, privi della speranza che apparentemente non era mai esistita, ma sulla quale era bello riflettere.
In modo cinico, forse. Senza lasciare che fosse visibile, neanche lontanamente palpabile. Perché una speranza, se anche realmente ci fosse stata, doveva rimanere nei sogni, in un pensiero che si affacciava di sfuggita dalla mente, negli attimi in cui riusciva a sentirsi protetta.
Dopodiché, svaniva tutto e il senso di conforto faceva spazio a un sentimento di mal sopportazione verso se stessa, dandosi magari della stupida.
Si sentiva così anche nel momento in cui doveva mostrarsi priva di ogni emozione umana, in cui doveva allontanare da se’ l’affetto per quella ragazza che le aveva salvato la vita e che non aveva mai ringraziato e che ora, con l’espressione stupita sul volto e gli occhi sgranati, era in piedi a guardarla. 

Aveva fatto appena in tempo a posare la lettera sul tavolo prima di accorgersi di essere osservata. Fu quello il momento in cui la bambina dai capelli ramati sollevò lo sguardo verso la ragazza dolce che le si era avvicinata di spalle.
Ai non fece nulla per tentare di nascondere il proprio gesto. Resse lo sguardo, perdendosi negli occhi dolci in lei.
“Non pensavo fossi qui. Io… non ti volevo disturbare” disse Ran, il solito tono affettuoso.
La prima si rigirò la busta tra le dita, evitando di perdere la concentrazione.
“Mi è sembrato giusto lasciare qualche spiegazione” rispose distaccata, posando di nuovo la carta sul legno.
La ragazza rimase a scrutarla, poi sospirò.
“Shinichi mi ha raccontato tutto. Vuoi davvero andare via?”.
Il magone che aveva nel cuore, ora era più forte.
Ai non aveva il coraggio di confessare che fosse arrivato il momento in cui avrebbe potuto vivere la sua vita.
“Sì, penso che me ne andrò”.
Ai si voltò, dandole le spalle.
“Aspetta”.
Ran riuscì a bloccarla quando lei aveva quasi raggiunto l’ingresso.
“Sei sicura che non vuoi rimanere? Ti vogliamo bene”.
La ramata sorrise, guardandola con la coda dell’occhio e leggendo tutta la verità di quelle parole nei suoi occhi profondi.
Un sorriso amaro, sofferente.
Di chi non ha più niente da perdere.
“Direi che vi sono stata tra i piedi già abbastanza”.
“Non è colpa tua. Avevi bisogno di aiuto. E siamo felici di averti conosciuta”.
La castana tese appena una mano verso di lei, lasciando trasparire uno dei sorrisi più belli che Ai ebbe mai visto.
“Resta. Ormai sei una di noi”.
L’ultima scosse la testa, decisa.
“Non potrei. Io sono diversa da voi. E’ arrivato il momento di andare”. 

Il senso di protezione che aveva vissuto in tutti quegli anni si sgretolava mentre la guardava ancora, in viso, quel viso angelico che ne ricordava un altro, quello della persona più importante della sua vita. Che se n’era andata con una parte della sua vita.
La stessa dolcezza e la stessa espressione candida.
“Allora… ora sei libera. Buona fortuna. Ci mancherai”.
Ran allungò il braccio totalmente verso di lei. E Ai le strinse la mano, accennando un altro sorriso. Un po’ più reale.
“Arrivederci”.
E diede addio a tutto ciò che l’aveva tenuta in vita in quegli anni, a quella casa alla quale si era affezionata, alle persone che aveva avuto intorno. A lui, verso il quale provava forse qualcosa di più.
Qualcosa che non avrebbe potuto capire e che lei non gli avrebbe detto.
Perché Ran era il suo posto, la sua metà, la sua spalla.
Perché lei non c’entrava niente con la loro vita perfetta.
Lo sapeva da sempre, ma farlo era molto più complicato.
 
Si bloccò verso la porta, volgendo appena lo sguardo verso la ragazza che aveva lasciato dietro se’.
“Grazie” disse, cercando, con un semplice sguardo, tutto ciò che non era riuscita a dirle fino a quel momento.
E sorrise anche Ran, facendo un cenno con la testa. Lo fece anche quando la vide uscire dalla porta sperando, in cuor suo, che stesse raggiungendo la vita che le era stata negata da sempre.
Perché se lo meritava.
Perché le voleva bene. 
 
  
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