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Autore: marybru    28/08/2008    0 recensioni
Indietreggio di qualche passo un poco stordita, mi sembra incredibile di essere al suo cospetto; è esattamente come me l’ero sempre immaginata da bambina: bellissima e buona. Eppure, non sono giunta fino a lei, sfidando la concretezza, tradendo la realtà e penetrando nella fantasia, guidata dal tenero tepore di un sogno, solo per renderle omaggio: è il momento di esporle i miei pensieri; la accuserò senza pietà. Cenerentola ha i minuti contati.
Genere: Commedia, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccola lì, comodamente adagiata sul suo trono vistoso, avvolta da uno sfarzoso mantello di raso che valorizza l’azzurro limpido e ipnotico dei suoi grandi occhi incorniciati da bionde ciocche. Il suo viso, di un candido pallore, vanta lineamenti perfetti; sembra scolpito sul marmo dalle mani di un angelo. Lei china dolcemente il capo tendendo le labbra sottili in uno splendido sorriso. Pare circondata da un aurea lucente e ogni parola che esce dalla sua bocca è gentile e benevola. Indietreggio di qualche passo un poco stordita, mi sembra incredibile di essere al suo cospetto; è esattamente come me l’ero sempre immaginata da bambina: bellissima e buona. Eppure, non sono giunta fino a lei, sfidando la concretezza, tradendo la realtà e penetrando nella fantasia, guidata dal tenero tepore di un sogno, solo per renderle omaggio: è il momento di esporle i miei pensieri; la accuserò senza pietà. Cenerentola ha i minuti contati. Come previsto non si scompone troppo quando, a testa alta, le annuncio decisa la notizia: è stata convocata in tribunale. Sbatte le lunghe ciglia incredula. “Le accuse?” Domanda. “Imposizione forzata di un modello stereotipato, antiquato e non più appropriato per i bambini d’oggi. Sovvertimento della morale e sì, anche abuso di potere”. Il tribunale delle fiabe richiede la sua presenza all’udienza preliminare per decidere se eliminare la sua storia dal libro delle Favole per Bambini, quel volume antico quanto il mondo custodito in un posto forse irreale,o forse no, nella fortezza di ogni mente, dentro lo scrigno di ogni cuore. Lì sono raccolti quei racconti che si tramandano ai figli , di generazione in generazione ; racconti che, per primi, permettono ai bambini di farsi delle domande e scegliere un modello da seguire; queste storie devono mostrare esempi che aiutino a crescere e indichino la via più giusta da seguire nel labirinto intricato della vita, grazie alla bussola della morale. Tuttavia l’uomo si evolve e, di pari passo, seguendo gli sviluppi culturali, tecnologici e scientifici, si trasforma la società ed è quindi necessario che mutino gli atteggiamenti e il modo di pensare degli individui, perché questi possono muoversi con consapevolezza, sicurezza, unità e fratellanza in un mondo in continua trasformazione. Le storie non devono essere da meno: devono mutare per garantire ai loro fruitori una formazione appropriata. Ed ora, è giunto il momento di dare una svolta a quella di Cenerentola. L’aula mette soggezione. Per la verità non so se si possa parlare di “aula”: non vedo pareti nè soffitto, eppure sono certa che sia “chiusa”. Dopotutto non è possibile “rinchiudere” qualcosa che è nato da un sogno, così come non è possibile farlo trapelare nella realtà . Comunque, in questo tribunale dai confini indefiniti e precari, il giudice comincia a paralare e richiama all’ordine tutti i presenti. Cenerentola, dal canto suo, non cessa mai di sorridere, è incredibile come, dopo centinaia di anni d’esistenza, lei non smetta ancora di incantare. Si chiede il motivo di quelle accuse che le paiono così assurde e infondate. Ora le chiarirò le idee. Un respiro profondo. E’ il mio momento. Per primo, però, comincia l’avvocato della difesa, un gnometto serio e computo dalla vocetta squillante. “L’incantevole Cenerentola” inizia facendo una studiata riverenza verso la fanciulla “è stata accusata ingiustamente e senza motivo. Come sappiamo tutti la sua innata generosità, la sua incredibile cortesia, la sua costante disponibilità e la sua bontà infinita, che si rispecchiano nel suo aspetto impeccabile, sono doti fondamentali che la rendono un modello perfetto da seguire per ogni ragazza. La sua storia non solo insegna che gli atteggiamenti cortesi e altruisti sono giusti e ricompensati, ma infonde speranza, spinge ad avere fiducia nella vita. E dopotutto, quale bambina non vorrebbe essere come lei? Bella, brava, buona?”. “Avete detto bene , collega”. Rispondo io senza lasciarmi impressionare “Cenerentola esercita un fascino irresistibile sull’immaginario collettivo; ma, per quanto nobili, gli ideali che stanno alle fondamenta di questo racconto non sono più adatti ai giovani d’oggi. Io sono cresciuta sentendo e leggendo storie. Proprio i racconti sono stati il primo mezzo che hanno usato i miei genitori per infondermi ideali e valori. Spesso mio babbo inventava favole per spiegarmi ciò che non riuscivo a capire. E, divertendomi, imparavo il significato di fratellanza, generosità, altruismo. Fin da subito sono anche stata educata alla religione cristiana. Penso che, facendo ciò, i miei genitori non intendessero “impormi” un credo e neanche conformarsi alla società nella quale viviamo. Anche perché i miei parenti non sono mai stati credenti ferventi. Ritengo invece che cercassero di allevarmi infondendo in me dei principi: il rispetto reciproco, il sentimento dell’uguaglianza fra popoli e razze. Infatti, sono cresciuta non tanto credendo in Dio quanto nelle virtù che predica la religione cristiana; virtù che, se comuni a ogni popolo, renderebbero la convivenza tra gli uomini estremamente facile, quasi”annullando” le diversità. Penso infatti che, per ottenere la tolleranza reciproca, non bisogna cercare di ottenere una desolante uniformità, ma “l’unità nella diversità”. Queste sono parole della “Grande Anima” dell’India, Ghandi, un personaggio del quale ho sentito parlare per la prima volta alle medie. E’ la scuola, infatti, che ha preso le redini della mia educazione, dopo la famiglia, attraverso la visione di film volti alla sensibilizzazione verso determinati problemi come il sotto sviluppo, lo sfruttamento minorile e per mezzo di progetti che andavano ad affiancarsi al programma didattico, il quale svolge comunque un ruolo irrinunciabile per la formazione della cultura di un ragazzo. Grazie a tutti questi stimoli ricevuti fin dall’infanzia, sono sempre stata abituata a pormi domande su tutto ciò che mi circonda e cercare le risposte. La prima domanda seria che mi sono posta da bambina riguardava proprio la favola di Cenerentola. Mi sono chiesta se davvero fosse giusto, per una giovane donna, subire le angherie di due sorelle tiranne senza battere ciglio: Cenerentola sopporta di essere trattata come una serva senza neanche fare un tentativo per ribaltare la situazione, per opporsi, per rivendicare il suo ruolo in casa in quanto figlia legittima del padre, che ha in famiglia gli stessi diritti della matrigna. E’ sfruttata, compatita e accetta passivamente la situazione, finchè non le appare una fatina benevola la quale le dà la possibilità di conoscere un principe. Tutto ciò avviene senza che la povera fanciulla muova un dito, lasciandosi trasportare dagli eventi con fiducia e ingenuità. Lo stesso principe s’innamora di lei solo per il suo bel faccino posto su un abito sfarzoso. Perfino la scarpetta di cristallo oltre ad indicare purezza, segnala estrema fragilità. La fragilità di una donna “mossa” dagli altri. Una donna che, una volta regina, non si sofferma neanche sulla possibilità di sfruttare il suo nuovo potere per evitare che altre orfane possano subire i suoi stessi soprusi. No, lei pensa solo a vivere “felice e contenta”. Il messaggio che ricevo dalla favola è: ti senti oltraggiata e qualcuno approfitta di te? Non c’è problema! Continua a sorridere, a mostrarti gentile e a fare ciò che ti viene ordinato senza obiettare; tanto se sei graziosa quanto una dea prima o poi arriverà un principe e ti salverà. E’ una dimostrazione di bontà e integrità morale o di vigliaccheria e stoltezza? Certo, è comodo aspettare che qualcuno ribalti la situazione...ma se tutti la pensassero così chi lo farebbe? Credo che, se persone come Ghandi, Kennedy, Rigoberta Menchù, avessero deciso di non lottare per i loro ideali, affidandosi con arrendevolezza al filo invisibile e tiranno di un destino già scritto, il mondo sarebbe molto diverso da come lo conosciamo oggi: sarebbe stato dilaniato da rivolte sanguinose che invece si sono fortunatamente concluse con atti di non – violenza; ci sarebbero ancora fontanelle pubbliche separate per bianchi e neri; la povertà , il sottosviluppo e l’analfabetismo riguarderebbero un numero incredibilmente più elevato di persone rispetto all’attuale e le donne giapponesi, come quelle arabe e indiane avrebbero ancor meno diritti di quelli di cui godono oggi. Quindi, affidabili giurati, pensate veramente che una Cenerentola possa, al giorno d’oggi, contribuire alla formazione di una generazione disposta ad assumersi le sue responsabilità?” Mormorii di consenso si levarono dalla folla dei presenti. Tutti vedono Cenerentola con occhi diversi, ora. La piccola Cappucetto Rosso allontana dall’imputata il suo cestino della merenda, per paura che glielo possa rubare. La fata turchina mette in guardia Pinocchio da quella fanciulla dalle strane scarpette. Hansel Gretel le lanciano occhiatacce mentre e Tre Porcellini ridacchiano alle sue spalle. Il suo principe non è più sicuro di amarla poi così tanto e ha gia adocchiato Biancaneve. Cenerentola è disperata, scorre con sguardo supplichevole i volti dei presenti: ci sono proprio tutti. Nessuno arriverà a toglierla d’impiccio. All’improvviso scatta in piedi. Un silenzio incredulo cala sulla sala. Tutti sono colpiti dal volto di Cenerentola. Non sorride più. E’ dura e determinata. “Ipocriti” dice “mi parlate di ideali che non trasmetto, dell’importanza di lottare per ottenere pari opportunità, ma non fate altro che giudicare e incriminare. Ora mi trattate male per colpe che, lo sapete, non sono mie. Ragazzina” è rivolta verso di me “hai ragione ad incolparmi, ma dimentichi che mi hai creata tu; se non ti vado bene cambiami, non sognare”. E’ vero, a volte sogno troppo, forse è veramente ora di svegliarsi e fare qualcosa di concreto…e uscire così dalla fiaba. Nuova pagina 1
  
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