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Autore: flwsniall    09/07/2014    3 recensioni
Era lì, seduto su quella panchina, la loro panchina.
Ogni pomeriggio, da tre anni a questa parte, alle 16.34 si sedeva su quella panchina a pensare a tutto ciò che gli era capitato in quei fantastici mesi passati con lei.
Perché alle 16.34? Perché è a quell’ora che l’aveva conosciuta.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Throwback to us.
Se per baciarti dovessi poi andare all'inferno, lo farei.
Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci. 
-William Shakespeare.
 
 

Era lì, seduto su quella panchina, la loro panchina.
Ogni pomeriggio, da tre anni a questa parte, alle 16.34 si sedeva su quella panchina a pensare a tutto ciò che gli era capitato in quei fantastici mesi passati con lei.  
Perché alle 16.34? Perché è a quell’ora che l’aveva conosciuta.
 
Si ricordava ancora come era vestita la prima volta che si eranoo incontrati: indossava una camicia a quadri rossi e blu e portava un top sotto di essa. Gli shorts neri che aveva indosso erano leggermente strappati alle estremità e ai piedi calzava delle classiche sneakers nere. Semplice eppure bellissima ai suoi occhi.
 

Da qualche giorno gli avevano cambiato il turno al negozio in cui lavorava e utilizzava quella mezz’oretta in più per farsi una rilassante passeggiata nel parco. Un bel giorno la vide, bellissima, intenta a leggere un libro che sembrava fin troppo serio persino da lontano. Senza pensarci troppo si sedette non troppo vicino ma nemmeno troppo lontano a quella ragazza che tanto lo incuriosiva. Buttò un occhio sul libro aperto e dopo aver letto una sola riga constatò che si dovesse trattare di un libro scolastico, probabilmente unversitario. La ragazza non sembrava essere tanto più piccola di lui.
“Scusa, sapresti per caso dirmi l’ora?” la voce della ragazza lo riportò alla realtà.
“Certo, sono le 16.34.” rispose sbloccando il cellulare per rispondere all’ennesimo messaggio del suo migliore amico. “Che…studi?”
“Studiare è una parola grande. Diciamo che sto leggendo e sottolineando cose a caso. Comunque è un libro di Astrofisica.”
“Cioè..l’Astronomia?”
“Non proprio, ecco vedi: il termine "astronomia" viene riferito allo "studio della materia e di oggetti fuori dall'atmosfera terrestre e delle loro proprietà fisiche e chimiche" mentre con il termine "astrofisica" ci si riferisce alla branca dell'astronomia che tratta "il comportamento, le proprietà fisiche e i processi dinamici degli oggetti celesti e altri fenomeni". Tranquillo che se dici uno invece dell’altro nessuno ti inseguirà con un’ ascia.” Annuì pur non capendoci un cavolo. Diciamo che materie come la matematica, la fisica e le scienze in generale non erano mai stato il suo forte. Al secondo anno di superiori aveva persino fatto esplodere un becher durante un esperimento nel laboratorio di chimica. “Comunque mi chiamo Ryan.”
“Ashton…Ryan?”
“Si, vedi..mio padre sperava fossero due gemelli maschi. E invece ecco una bella femminuccia. Perciò dopo aver scoperto che Ryan era un nome unisex non ha esitato a chiamarmi così. E indovina? Il mio secondo nome è Joyce. Dopo tutti questi anni ancora mi chiedo di cose fosse fatto mio padre mentre compilava il mio certificato di nascita.  Saranno stati gli anni ottanta.“
“Se ti puo far stare meglio, il mio secondo nome è Fletcher. E talvolta mi pongo la tua stessa domanda. E scusa, quando sei nata?”
“Fletcher…si mi fa stare meglio. Quanti anni mi daresti, così a primo impatto?”
“La mia età probabilmente. Ventun anni?”
“Considerando che ho già una laurea in Fisica e sono all’ultimo anno di specializzazione in Astrofisica, no ne ho ventitrè.”
“Wow..solo..wow non lo avrei mai detto, cioè..wow.”
“Oh andiamo non è così un male, o sbaglio?”
“Figurati. Congratulazioni per la laurea, e per l’imminente specializzazione. Ora devo poprio andare, ma se ti va, lavoro al negozio di musica qui all’angolo, potresti passare qualche volta..”
“Ci penserò Ashton.” Esclamò Ryan afferrando lo zaino ai suoi piedi e rimettendo il libro al suo posto, e andando via, senza neanche dare il tempo ad Ashton di salutarla.

“Cioè..fammi capire meglio...”
“Ma cosa c’è da capire Calum? Ha ventitrè anni, è bellissima, non la vedo da una settimana, ha due nomi da maschio ed è bellissima.”
“L’hai già detto?”
“Cosa?”
“Che è bellissima. Ascolta, probabilmente è stata impegnata con alcuni esami, non deve essere proprio una passeggiata la sua specializzazione.” Calum e Ashton si conoscevano da tanto, troppo tempo. E mentre il suo amico cercava di tranquillizzarlo, la porta si aprì rivelando un’esile figura. “Benvenuta, posso esserti di aiuto?” chiese Calum gentilmente.
“In realtà si. Sto cercando una chitarra per mio fratello, e Ashton.”
“Per la prima cosa vado a chiamarti un altro ragazzo senza dubbio più esperto di me per quanto riguarda le chitarre, per la seconda cosa...lo trovi infondo al negozio a sistemare i dischi in vinile.” Ridendo dentro di se per l’imminente reazione dell’amico, andò a chiamare o Michael o Luke. Pur essendo il ‘vice responsabile’ ancora non aveva imparato i turni degli altri ragazzi.
“Ehi scusa, dove posso trovare un Ashton?”
“Ohm…siamo in disponibilità limitata, non penso ne troverai molti..almeno qui. Ciao.” Si sistemò nervoso i ricci che gli ricadevano sul viso bloccandogli la visuale.
“No problem, mi accontento di questa disponibilità. Ciao anche a te.” Il suo sorriso era qualcosa di bellissimo. I capelli raccolti in uno chignon fatto sicuramente di fretta, lasciavano il viso scoperto.
“Come mai non ti ho più vista al parco? Cioè non voglio che tu pensi che io...si insomma..”
“Non lo penserei mai. Sono io che ho specificatamente chiesto un ‘Ashton’. Quella non normale qui, sono io. E comunque ho dato il mio penultimo esame. Tra sei mesi potrò dire ufficialmente di essere un Astrofisico. E tu potrai dire di conoscerne uno.” Ashton sorrise istintivamente al sorriso di Ryan. Era così facile sorridere con lei vicino.
“Eccoti il tuo professionista. Ash scusa, ma Luke?”
“Menomale, Calum, che sei tu che ti occupi di queste cose. Piacere Michael.”
“Ryan, piacere. Bei capelli ragazzo, i miei complimenti.” Questo mese aveva i capelli neri e viola.
“Bello stile ragazza, hai buon gusto.”
“Ehm…Luke è a Melbourne con Niall. Tornano stasera. A cosa pensava Josh quando ti ha nominato ‘vice responsabile’?” mentre Michael si occupava di Ryan e della chitarra, Ashton finì di riorganizzare i dischi in vinile. Un suicidio, se devi farlo da solo.
“Amico, sono un grande nel fare il mio lavoro. Solo che ho una memoria di merda.” La parte più bella del suo lavoro? Sicuramente la compagnia di persone che conosceva da quando era piccolo, e che ora considerava fratelli. “Quindi..come va con Ryan?”
“Va?! Esclamò quasi come se fosse un domanda
“Complimenti per la scelta. Lascio tutto ad Ashton, a presto ragazza.
“A presto ragazzo. Già che ci siamo..avresti per caso una custodia?” a Ryan quei ragazzi piacevano. Erano semplici e molto simpatici, soprattutto erano di compagnia. Avrà una laurea in fisica e quasi in Astrofisica ma di chitarre o strumenti musicali non sapeva neanche da che parte ci si dovesse girare.
“Certo, e ottima scelta la EKO S300 Crema. Fanno 145$.”
“Suoni qualche strumento? Prima Michael mi ha accennato qualcosa di una vostra band..”
“Si, la batteria. Ehm..si, l’abbiamo formata quando eravamo in terza media, ma solo un anno dopo siamo giunti al nome vero e proprio. Diciamo che non abbiamo molta fantasia.”
“Beh, 5 Seconds Of Summer è un nome che richiede molta fantasia, è da riconoscere almeno questo dai.”
“Come lo sai il nostro nome?”
“Ho detto che Michael ha accennato qualcosa, non nulla. Mi piacerebbe sentirvi almeno una volta.”
“Stasera tornano i nostri amici e se vieni potremmo improvvisare qualcosa. Abbiamo scritto non da molto una canzone, saresti la seconda persona ‘esterna’ alla band a sentirla.”
“Mi sento onorata, allora vado a casa a nascondere la chitarra e ritorno qui. Abito in Bourke Street, mezz’ora e sono di ritorno.” Solo dopo che Ryan era uscita dal negozio, notò un pezzo di carta sul bancone.

‘Siccome non mi hai ancora chiesto il numero (perfino con Michael
che ho conosciuto adesso me lo sono scambiato!), te lo lascio io.
Baci, R.’

“Che fesso!”
“Grazie ragazzi, vi voglio bene anche io” e mentre dentro era un miscuglio di emozioni diverse, fuori mostrava solo un sorriso. Il più bello dei sorrisi.


 
Certo, non era stato il loro primo appuntamento ufficiale, Ashton avrebbe voluto portarla al cinema, poi a fare una passeggiata, e poi l’avrebbe riportata a casa, ma si era divertita, e questo era l’importante. Solo alla sera scoprì che quel giorno era anche il giorno del suo compleanno, così con gli altri ragazzi, il ritrovato Luke e il biondissimo Niall, improvvisò una canzone di ‘Tanti Auguri’ uscita fin troppo male a causa delle risate. Con Ryan era stato un colpo di fulmine, era una di quelle ragazze che ti entravano dentro e non uscivano più. A distanza di tre anni la sentiva ancora lì accanto a sè su quella panchina, ribatezzata da Ryan la ‘Loro panchina’, perché era li dove era nato tutto, e ahimè anche finito.
 
“Siete stati fantastici stasera, ho amato l’assolo di chitarra di Luke. Ragazzi, seriamente, siete veramente bravi.” Mano per mano si stavano dirigendo verso il Bowling, dopo essere usciti dal locale dove i ragazzi si erano appena esibiti. Ryan era sicura che quei ragazzi avrebbero fatto strada. Dopotutto a ventun anni, la strada era ancora tutta in salita. Erano ormai tre mesi che passavano tutte le loro giornate insieme, o al parco o al negozio di musica dove lei studiava mentre i suoi nuovi amici si ‘spaccavano la schiena’. Era entrata in un gruppo veramente unito. Aveva legato molto con tutti, probabilmente un po’ di più con Michael ma solo perché avevano più interessi in comune. Adorava Luke, Calum, e Niall ognuno per una caratteristica diversa. Con Ashton invece era tutta un’altra storia. Ashton era sopra a tutti. Avevano passato insieme il compleanno di Michael, di Calum e anche il suo, senza che loro ne fosse consapevoli, fino a metà serata.
“A che pensi?”
“A voi, a come mi avete fatta sentire subito una di voi, fin da quando sono entrata nel negozio per cercarti. Grazie, prima per via della Laurea e della specializzazione ero rimasta sola. La mia migliore amica è andata a studiare in Belgio ed ero tanto sola, vi devo tanto per questi ultimi tre mesi.”
“Ehi..adesso sei una di noi, i ragazzi ti vogliono tanto bene, e anche io e se solo fossi passato di lì mesi prima, saresti stata sola per la metà del tempo in cui lo sei stata veramente. C’è altro, vero? Mi sembri fin troppo pensierosa.”
“Si, non capisco perché ancora non mi hai baciata.” Ryan sapeva come zittire Ashton, e lui lo sapeva benissimo. Rimase per qualche secondo a elaborare la cosa, poi si ritrovò le labbra che –segretamente e per lungo tempo- aveva desiderato sulle sule. Fu un bacio semplice ma racchiudeva in sé tutti i sentimenti che i due ragazzi provavano. Erano in mezzo al marciapiede ma in quel momento c’erano solo loro. Come se il mondo si fosse spento in quei secondi.
“Mi..mi dispiace non averlo fatto prima. Avrei voluto, non sai quanto, ma mi conosci da abbastanza tempo da sapere che persone paranoiche come come ce ne sono poche.” Sussurrò il ragazzo avvolgendole un braccio sulle spalle e riprendendo a camminare.
“Oh tranquillo, mi piace sorprendere la gente.” Ghignò lasciandogli un bacio sulla mano che gli accarezzava i capelli. I ragazzi, dal canto loro, furono veramente felici di vedere il loro migliore amico e la loro nuova amica, mano nella mano e finalmente veramente felici. Michael sapeva bene cosa Ryan provava per l’amico, e Calum conosceva Ashton come le sue tasche, perciò tre mesi prima, non ci mise molto a fare due più due. Nemmeno Luke e Niall sembravano troppo sorpresi, in fondo..passavano le loro giornate con quei ragazzi, e parlando o con uno o con l’altra risolsero l’enigma. Ryan da quel punto di vista è stata più semplice da analizzare. Lo vedevano tutti come agiva e come cambiava alla presenza di Ashton. Improvvisamente diventava più audace, lei lo voleva e lei l’aveva ottenuto. I due anni di differenza non erano nulla paragonati a ciò che entrambi volevano dall’altro.



Su quella panchina pensò anche alla loro prima volta. Lui voleva che fosse romantico e..magico. Lei sarebbe stata contenta in ogni caso. Si ricorda dell’amore che ci misero entrambi, l’uno voleva appartenere all’altra e viceversa. Quella sera d’Autunno in Marzo, lo dimostrarono l’un l’altra. Si ricorda perfettamente il risveglio. Risvegliarsi con lei tra le braccia, fu sicuramente la cosa più bella che gli potesse mai capitare.
 
“Buongiorno” sussurrò Ryan dolcemente all’orecchio del suo, finalmente poteva chiamarlo così, ragazzo.
“Ehi, già sveglia?” chiese stiracchiandosi e sedendosi appoggiando le spalle alla testiera del letto.
“Ash, sono le 11.30 del mattino, si sono sveglia. E devo studiare un pochino, perciò zitto per la prossima ora.” Ridacchiò alzandosi e indossando una comoda tuta, per poi rimettersi a letto con il computer sulle gambe.
“Ancora studi?”
“Ma ho cominciato dieci minuti scarsi fa. Smettila di fare le fusa come un gatto sul mio braccio.” Era seria ma il sorriso che aveva sulle labbra la tradiva.
“Non ti sono bastate le stelle che ti ho fatto vedere questa notte? Non ne hai mai abbastanza.”
“Ohh e questa qui da dove spunta? Stare troppo con me ti fa male, signorino.”
“Sbagliato, stare con te mi fa fin troppo bene. E adesso mi vado a fare una doccia, così ti lascio stare.”
Ti amo, Ashton.” La mano sul pomello della porta si immobilizzò.
Ti amo, Ryan” era la prima volta che si dicevano quelle parole. Due parole, cinque lettere. Certo sono poche parole e poche lettere ma in quelle semplici, seppur complicate parole da dire, si celavano grandi sentimenti.

 
Purtroppo seduto su quella panchina non tornavano a galla solo i bei momenti, ma anche quelli brutti. La prima, unica e anche ultima litigata. Era seduto lì quando un fulmine a ciel sereno lo colpì. Ryan si sarebbe trasferita per tre anni negli Stati Uniti per conseguire un Dottorato di Ricerca in Astrofisica. Glielo aveva comunicato il giorno del suo ultimo esame, il giorno in cui era diventata un Astrofisico a tutti gli effetti. Erano appena usciti dal locale in cui stavano festeggiando e ecco che Ryan scagliò la bomba, su tutti.
 
“Quindi adesso sei un Astrofisico. SENTITE GENTE, IO SONO IL MIGLIORE AMICO DI UN ASTROFISICO.” Urlava Michael nel bel mezzo del parco a tutta la gente che gli capitava a tiro. Non si poteva non ridere a quella scena.
“Andrò negli Stati Uniti per tre anni per conseguire un Dottorato di Ricerca.” All’improvviso le risate cessarono. Improvvisamente scese un silenzio glaciale.
“Cosa?” sussurrò Ashton più a se stesso che alla sua ragazza.
“Ry-Ryan è fantastico. Sono così felice per te. Io..noi andiamo, ci vediamo domani? Così ci racconti tutto bene.” Niall era l’unico che riusciva a dire qualcosa. Calum non diceva niente, era preoccupato per l’amico. Lui vedeva, anzi no, lui sentiva come questa notizia aveva sconvolto suo fratello. Michael e Luke erano semplicemente preoccupati, più per Ashton che per Ryan negli Stati Uniti tre anni. Insomma, c’era da essere felici per questa notizia.
“Io...no, ci dobbiamo salutare. Adesso.” Le lacrime minacciavano di uscire, non avrebbero resistito ancora dentro gli occhi marroni della ragazza.
“Adesso?” un sussurro da parte di Ashton che fece scoppiare in lacrime Ryan, subito accolta da Michael fra le sue braccia.
“Smettila di piangere. È una grandissima opportunità per te, io sono più che felice. Quelle che vedi nei miei occhi sono lacrime di orgoglio. Sei la migliore amica che avessi mai potuto desiderare, ma promettimi che ci sentiremo. Per favore, promettimelo.” La voce di Michael si spezzò alle ultime due parole. Era lei che non avrebbe mai pensato di trovare persone del genere.
“Certo che te lo prometto. Ti chiamerò ogni volta che potrò, anzi, vi chiamerò.” Mentre tra le lacrime Ryan salutava gli altri tre ragazzi, Ashton si era seduto sull panchina. Ancora non ci poteva credere. Aveva abbracciato i ragazzi uno ad uno, tutti si erano fatti scappare qualche lacrima, perfino Luke. Tutti si erano affezionati a quella ragazza. Era particolare.
“Vi..lasciamo soli. Ti aspettiamo a casa Ash.” Ashton annuì impercettibilmente alle parole di Calum e poco dopo rimasero solo loro due.
“Quando avevi intenzione di dirmelo? Quando eri già negli Stati Uniti?” adesso era arrabbiato, e non capiva. Perché non glielo aveva detto prima?
“No Ashton...non volevo..”
“Parti domani, Ryan. Parti domani e io l’ho saputo adesso. E non starai via per uno, due, tre giorni. Starai via, lontano da me, per tre anni. Tre fottutissimi e maledettissimi anni. Non volevi cosa? Che mi arrabbiassi? Che piangessi? Bene perché sono arrabbiato e potrei mettermi a piangere da un momento all’altro.”
“Esatto, non volevo che questa conversazione avvenisse. Non volevo che tu mi parlassi così. E so che sono stata egoista e stupida ad averla pensata così, ma l’ho fatto solo perché ti amo.” Le lacrime scendevano lungo il suo viso.
“Vai-vai via Ryan, sto per scoppiare e non voglio essere visto, in questo momento il mio giudizio è offuscato come il cielo di questa notte. Potrei incominciare a dire cose che in realtà non penso e finirebbe peggio di come sta andando. Solo..dammi un momento e troverò le parole da dire prima che tu mi lasci oggi.”* Lei annuì e si allontanò sedendosi sulla panchina accanto. Ancora non sapeva come sarebbe stata la sua vita senze i ragazzi, senza lui accanto a lei. Lo vedeva piangere, vedeva le sue spalle scosse dai singhiozzi e ogni tanto sentiva un sasso che colpiva l’acqua del laghetto.
“Devo andare Ash. Ma sappi questo. Non ti lascerei mai, e probabilmente se mi dicessi di restare io semplicemente resterei qui perché ti amo così tanto che non riesco a lasciarti andare. Aiutami a capire come poter andare avanti senza di te.”
“Non ti direi mai di restare. So quanto tu tenga a tutto ciò, sono anni che ti dedichi a ciò e non ti permetterei mai di mollare per me. Non valgo così tanto.”
“Non dire MAI più una cosa del genere. Tu vali di più di tutto ciò.”
“E anche se fosse vero? Non molleresti mai, ammettilo a te stessa. Io so che è così, non preoccuparti. Io ti amo comunque.” Silenzio, aveva ragione infondo. “Come pensavo, ora vai. Domani probabilmente partirai presto.”
“Ash...no. Non voglio ricordare questa come nostra ultima conversazione, e so che sarà l’ultima perché non sarò in grado di telefonarti come farò con gli altri, e parlarti da amica, perché io non sarò mai tua amica. Nemmeno in un’altra vita.”
“Ricordati questo allora.” La baciò. Un ultimo bacio, umido a causa delle lacrime. “Ti amo Ryan Joyce Miller. ‘Ti amo e ti amerò fino alla morte e, se c’è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora.’** Mai ho trovato momento più giusto per questa frase che adesso. Grazie ancora per avermi fatto leggere quella saga. Ricordati questo d’accordo? Io farò lo stesso.”
“Ti amo anche io. A presto, amore mio.”
“A presto.” le loro mani si separarono definitivamente. Ashton vedendola camminare via pensò ‘Sono la metà di un cuore senza te.’***
“Ash..come va?”
“Come va Calum? Va che vorrei risvegliarmi con un amnesia, e dimenticarmi di tutte le stupide cose. Vorrei dimenticarmi come fosse dormire accanto a lei. Mi ricordo del trucco che colava sul suo viso quando ci ha detto che se ne sarebbe andata, spero che stia bene anche senza di me, perché io non sto bene per niente.”****  Erano tre mesi che Ryan era partita e lì in Australia era pieno inverno. L’agosto più freddo della storia. Aveva passato il suo ventiduesimo compleanno con i suoi amici, ma mancava sempre un pezzo del suo cuore. Sperava sarebbe passata presto.
 

Una lacrima scese sul suo viso. Una sola, che asciugò velocemente. Erano le 16.30 dello stesso giorno in cui si erano conosciuti, solo tre anni dopo. Aveva saputo da Michael che Ryan era finalmente diventata un Dottore. La sua tesina aveva avuto un successone all’università dove aveva conseguito il dottorato.
“Scusa, sapresti per caso dirmi l’ora?” i suoi pensieri vennero interrotti da una voce. Quella voce che ricordava ancora perfettamente.
“Certo, sono le 16.34..ciao” era stupito, e felice. Lei era li, di fianco a lui, in carne e ossa.
“Ciao. Come mai non sei venuto nemmeno una volta? Gli altri sono venuti almeno tre volte l’anno. Tu non c’eri mai, non sai quanto ti ho aspettato.”
“Non potevo, non sarei stato in grado di vederti e andarmene tre giorni dopo come se nulla fosse. Semplicemente non ti ho ancora lasciata andare. Quando sei tornata?”
“Ieri sera, non ho detto niente agli altri. Voleva essere una sorpresa, ma eccoti qui. Sono tre anni che ti sto lontano e non sono riuscita a deviare strada. Mi sei mancato così tanto.”
“Non hai idea di quanto tu sia mancata a me.”
“Oh si, Michael ogni volta mi diceva come stessi. Ma gonfiando tutto eccessivamente, sai come è fatto. Allora...sei stato con qualcuna?”
“No, c’eri, ci sei, e ci sarai sempre e solo te, Ryan. E tu..invece?”
“Lo stesso per me. Sono stati i tre anni più belli ma difficili da superare della mia vita.”
“Congratulazioni, Dottor Ryan Joyce Miller.” Si congratulò baciandole dolcemente una guancia.
“Ti amo, Ashton.” Le loro labbra, finalmente, dopo tre anni si unirono in un bacio che sembrava infinito. Era passato fin troppo tempo.
“Ti amo anche io, Ryan. Adesso andiamo a far prendere un colpo ai ragazzi.” Ridendo e baciandosi di tanto in tanto, mano nella mano, si allontanarono dal parco dove tutto era cominciato, e finito per poi cominciare un’altra volta, diretti al negozio verso i loro amici che si sarebbero aspettati di tutto meno che quella scena che gli si parò di fronte. Tutto si era riaggiustato. Tutto era finalmente perfetto.



BAZINGA!

Dopo tipo sei mesi rieccomi. Siccome non ho idee per scrivere long decenti, mi cimento nello scrivere one shot. Questa os conta esattamente 3.531 parole, scritte in tre giorni.
Ammetto che mi ci è voluto un po’ per far uscire qualcosa di decente. Spero vi piaccia. Probabilmente dopo questa non pubblicherò per un po’ di tempo, causa studio per recupero e altro.
Spero vi piaccia, e lo spero col cuore. A me –stranamente- piace, e onestamente non so cosa volessi trasmettere con questa storia. So solo che dopo tanto –e oso dire finalmente- mi è ritornata un po’ di ispirazione, tutta vita non abbastanza per una long, ma ci arriverò. :)
È la mia prima os sui 5SOS (con special guest Niall) e su Ashton.
Ho scritto su Ashton non perché sia il mio preferito –li amo tutti, ma diversamente-, ma perché quel ragazzo con la sua risata e le sue,  scusate il francesismo, belinate (aka cazzate/minchiate) mi fa stare bene. Ogni tanto vado su youtube e metto in carica il video ‘Ashton Irwin Laughing’ e niente, semplicemente mi tira su di morale la sua risata strana(?).
Colgo l’opportunità di dire che al concerto degli One Direction a cui sono andata l’8 Giugno - sigh un mese è già passato- ho avuto il piacere di sentirli (ma va?!) e cavolo se sono bravi in Live. Amo i live quasi più delle studio version. È stato il mio primo concerto e devo dire che è stato decisamente il giorno più bello della mai vita. Spero di poter replicare sia con i One Direction sia con i 5SOS. E non ci starebbe male nemmeno una capatina dagli Union J, e oh per carità, sono aperta a tante esperienze. (Non prendetela male questa espressione.Ve ne prego.)
E li ho visti dal balcone il 27/6. Giornata che sarà ricordata come. “La peggior giornata di sempre” ma questa è un’altra storia.
In questo capitolo ho citato tre canzoni che personalmente amo, e ho inserito una frase presa da Shadowhunters – Città di vetro. Non sono arrivata a quel libro ma, cavolo, è una delle più belle frasi che abbia mai letto.
[Ps: prima di continuare volevo ringraziare indirettamente Nina Dobrev per avermi prestato la sua perfetta persona per dar ‘vita’ alla mia Ryan.]

In ordine:

*Frase da Moments, One Direction.
**Citazione presa dal libro di Cassanda Clare “Shadowhunters – Città di vetro” Frase che pronuncia Jace a Clary.
***Frase da Half a Heart, One Direction.
****Frase dalla mia canzone preferita dei 5SOS, Amnesia, 5 Seconds Of Summer.
 
Mi potete trovare qui, su twitter, su instagram e su wattpad dove penso pubblicherò pure questa os.
Twitter: @SHELLEY93s
Instagram: @nhoran93s
Wattpad: @Vampvire
Ah dimenticavo anche che sono su Polyvore. Probabilmente in questi giorni pubblicherò gli Outfit che – nella mia testa – Ryan indossava nelle varie scene.
Polyvore: @x-harryismine
 
Potete scrivermi ovunque volete. Baci a tutti quanti.
-V.


 
  
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