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Autore: byakunewgate    09/07/2014    2 recensioni
Questa storia narra di un gruppo di cinque amici che, per qualche strano motivo, dopo una normalissima giornata e una altrettanto normale notte in campeggio, si sono ritrovati in un luogo sconosciuto e totalmente diverso da dove si erano stanziati dotati di poteri sovrannaturali. A peggiorare le cose in quel posto è un'organizzazione chiamata "Riff" che vuole impadronirsi dei poteri dei cinque elementi (acqua, fuoco, terra, aria e fulmine) per non si sa quale scopo. I cinque decidono di prendere parte dell'esercito dei rivoluzionari (le sole persone che osano sfidare i Riff) per sconfiggere il nemico. Riusciranno i nostri eroi a compiere questa ardua impresa? (ok, lo ammetto, ho sempre sognato di poter dire quest'ultima frase XD)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Era un giorno come tanti in un comune pomeriggio in oratorio nella città di Sehr, un gruppo di cinque amici stavano facendo una partita a calcetto come erano solito fare. Fabio, un ragazzo alto e molto magro con capelli castani che gli arrivano fino alla base del collo che indossa una maglia a maniche corte bianca, dei jeans corti blu e delle scarpe da tennis nere, gioca in coppia con Alisea, una ragazza carina con corti dei capelli neri che risaltano i lineamenti del viso, la quale indossa una canotta azzurra senza maniche, un paio di pantaloncini molto corti in jeans blu e degli stivali neri, contro Chiara, una ragazza snella e piuttosto carina con dei lunghi capelli castani, indossa una maglia rossa e dei lunghi pantaloni grigi accompagnati da scarpe da tennis nere, e Alessia, bella ragazza con dei corti capelli scuri tendenti al nero che indossa una maglia azzurra a maniche corte, dei pantaloncini in pelle neri e degli stivali neri. L’ultima rimasta era Stephanie, una ragazza carina con canottiera, pantaloncini e scarpe da tennis viola e dei lunghi capelli neri legati a fare una coda di cavallo, che, come sempre, faceva da arbitro alla partita. La sfida, come spesso accadeva, era così interminabile che durò fino all’orario di chiusura del bar, concludendosi senza un vincitore. La sera, i cinque decisero di dormire in campeggio, presero l’attrezzatura necessaria e si avviarono. Nel campo girava una strana atmosfera, accompagnata da una tensione tanto densa da poterla quasi toccare con mano. In tenda c’era un silenzio tombale. A rompere il ghiaccio fu Alisea che, guardando le facce degli amici, disse :”Ehi! Cosa sono quelle facce deprimenti?! Siamo qui per goderci una bella serata o mi sbaglio?!”. L’umore dell’intero gruppo cambiò di colpo e iniziarono i festeggiamenti, i quali si conclusero con un brindisi alla salute di tutti. Successivamente, i cinque andarono a dormire, ma il risveglio non fo come se lo aspettavano.
- Chiara? Alessia? Ragazze? Dove siete finite?
- Fabio? Sei tu?
- CHIARA! Finalmente! Dove sono le altre? Ma, soprattutto, dove diavolo ci troviamo?
- Non lo so. Sembra una valle di montagna, ma al tempo stesso sembra un paesaggio alieno.
- Ora che me lo fai notare, ti devo dare ragione. Ma il problema resta. Dove sono alessia e le altre?
- Giusto. Mettiamoci a cercarle! Non c’è tempo da perdere! Spero solo stiano bene …
- Che cazzo stai dicendo?! Certo che stanno bene! Prova a dire un'altra volta una cosa del genere e giuro che ti prendo a schiaffi!
- Ok … scusa … hai ragione. Ora però non perdiamo tempo …  dobbiamo trovarle in fretta!
- Giusto …  sbrighiamoci!
La ricerca si prolungò per parecchi minuti, ma, fortunatamente, tutto il gruppo riuscì a riunirsi; erano tutti sani e salvi, ma senza sapere in che luogo si erano risvegliati. Il paesaggio era devastato, pieno di sangue e di carcasse, di corpi mutilati e disintegrati, il cielo era rosso come il sangue che usciva dai corpi giacenti al suolo. Tutto era ignoto ai cinque ragazzi, che credevano di essere gli unici sopravvissuti di un eventuale catastrofe, ma all’improvviso apparve una persona,  aveva  dei corti capelli neri, che terminavano con un ciuffetto alzato e riccio. Indossava un mantello grigio che lasciava traspirare solo le gambe coperte da dei lunghi pantaloni neri. Indossava degli scarponi neri. Lui, in un primo momento, si limitò a fissare i cinque ragazzi, ma poi, rivolgendosi a loro, disse:
- Ehi voi! Chi diavolo siete?!
- Potremmo farti la stessa domanda!- rispose argutamente Alessia, facendo cenno agli altri di lasciarla parlare.
- Mi chiamo Stefano, sono uno dei 4 comandanti dell’armata della rivoluzione.
-Armata della rivoluzione? Che cos’è? Ma soprattutto, dove ci troviamo?
- Come mai quelle facce sconvolte? Ormai sono anni che qui non si parla d’altro che dell’organizzazione Riff e dell’armata della rivoluzione. Sembra quasi che veniate da un altro pianeta!
- Anche noi abbiamo avuto questa sensazione,cioè, quella di trovarci su un altro pianeta.
- Oh. Beh in ogni caso qui non è sicuro parlare. Andiamo in un posto più tranquillo, seguitemi.
Dopo un momento di tentennamento, i cinque decisero di fidarsi di Stefano e lo seguirono. Essi si rifugiarono in una caverna, lontani da occhi indiscreti. Datosi un’occhiata in giro, Stefano decise di riprendere il discorso e di spiegare per bene ai malcapitati cosa stava succedendo. Fu in quello stesso istante, che la loro avventura ebbe inizio.
- Bene. Ora vi spiegherò tutto dal principio- così dicendo, Stefano attirò l’attenzione dei cinque ragazzi
- Parla, siamo tutto orecchi.- rispose Stephanie, lasciando poi un cupo silenzio nell’atmosfera.
- Tutto iniziò circa cinque anni fa, uno strano oggetto cadde sul pianeta, rilasciando un qualcosa di strano nell’aria che modificò il DNA del genere umano, donandoci dei poteri. Inizialmente questi poteri venivano utilizzati unicamente a scopo personale, ma successivamente l’esercito ebbe la brillante idea di addestrare le truppe per far loro imparare ad usare quei poteri, e avere una marcia in più nelle battaglie di difesa del confine. Tutto sembrava andare per il meglio, fino a che non comparve una certa organizzazione Riff, che sbaragliò l’esercito in pochi minuti e conquistò tutto il territorio nel raggio di 20000km. La popolazione non poté far altro che scappare o unirsi a loro. Nel giro di pochi anni, i Riff reclutarono un cospicuo esercito e, per contrastarlo, alcune persone decisero di formare l’armata della rivoluzione, un piccolo esercito diviso per ora in 4 armate di pochi uomini l’una che lavorano indipendentemente l’una dall’altra. Noi dell’armata decidemmo di allenarci nell’utilizzo dei poteri per avere la forza necessaria a respingere le truppe nemiche, ma sono sicuro che ancora non basta per arrivare ai piani alti dell’organizzazione.
- Sono davvero così mostruosi come dici?- La domanda di Chiara creò un’ansia che mai era stata percepita.
- Lasciami finire e ti sarà tutto più chiaro. Dicevo, io sono a capo della terza armata dei rivoluzionari e sono spesso andato in missione per catturare membri dei Riff ed estorcere loro informazioni necessarie a contrastare i loro assalti. Per ora sono riuscito a ottenere solo qualche notizia sulla legione nemica che si aggira in questa zona. Sui Riff non so dirvi altro, se non che sono loro la causa della devastazione che vedete qui intorno. Per rispondere all’altra domanda, ci troviamo in quella che prima della guerra era la città di Sehr.
-LA CITTA’ DI SEHR?!- gridarono i cinque all’unisono - E’ la nostra città natale! E fino a ieri era in ottimo stato, non c’era la benché minima traccia di un combattimento!
- Allora è proprio vero che venite da un altro pianeta. In ogni caso, passiamo a cose più importanti. Dovrete decidere subito che cosa volete fare. Vi unite ai Riff o all’armata della rivoluzione?
I ragazzi si consultarono  per alcuni minuti e presero la loro unanime decisione.
- Ci uniremo … all’armata della rivoluzione!
- Bene. Allora è deciso. Come prima cosa, però, dovremmo capire quali sono i vostri poteri, sempre se ne avete …
- Come sarebbe a dire “sempre se ne abbiamo”?! – imprecò Fabio
- Siccome ormai è chiaro che venite da un altro pianeta, c’è la possibilità che non siate stati colpiti da quella sostanza misteriosa …
-Vero … non ci avevo affatto pensato … in ogni caso … qual è il tuo potere?
- Il mio potere è il controllo sulla vegetazione, può sembrare debole, ma nasconde una forza inimmaginabile. In ogni caso, i poteri generalmente si manifestano anche involontariamente in situazioni di difficoltà o di pericolo. per crearne una potrei farvi semplicemente uscire, ma sarebbe troppo pericoloso. Per cui … farò da me!
Detto questo, Stefano alzò una mano e la caverna si riempì di robuste liane che uscivano dal terreno e che inseguivano i ragazzi. La fuga era impossibile, le si poteva solo aggirare e ritardare la cattura. Il primo a essere preso fu Fabio, le liane lo avvolsero come un pitone con la sua preda.  Lo stesso destino sarebbe spettato anche agli altri, le liane erano ormai vicine, tutto sembrava perduto, fino a quando non si sentì un tuono rimbombare all’interno della caverna … Stefano si girò verso Fabio e con immenso stupore, notò che i suoi occhi erano colmi di rabbia, intorno a lui si formarono dei fulmini, che ruppero la liana che lo stringeva. Successivamente, Fabio si lanciò furiosamente contro Stefano per salvare i suoi amici. Le liane si rompevano al contatto col suo corpo circondato dalle saette. Stefano decise di cambiare tattica e di bloccarlo con delle piante che, grazie alle loro particolari radici, assorbivano gli elementi isolanti dal terreno, così da poter resistere alle scosse elettriche. Il suo piano funzionò come previsto e le liane ripresero il loro assalto verso gli altri quattro, ma queste furono misteriosamente congelate da qualcosa: era Alisea che aveva scatenato i suoi poteri. Stefano fece uscire dal terreno delle piante tipiche delle zone polari, molto resistenti al freddo e al gelo, con le quali bloccò Alisea senza problemi. Stefano decise per i restanti tre di cambiare strategia e di utilizzare degli arbusti come spine con cui infilzare i nemici. Ne uscivano da ogni direzione, ma il loro assalto fu rallentato da uno scudo di energia generato da Stephanie. Scudo che servì purtroppo solo a rallentare il colpo, perché, infatti, si ruppe dopo pochi attimi, lasciando nuovamente i malcapitati in pericolo di vita. Pensavano di essere morti, ma le liane vennero tagliate da qualcosa di misterioso, e Alessia si ritrovò sospesa in aria, fluttuando soavemente. Non si capiva che le stava succedendo, solo Stefano aveva intuito quale fosse il suo potenziale. Per catturarla, Stefano fece uscire liane direttamente dal soffitto della caverna. A questo punto, ne mancava una sola. Chiara si ritrovò presto circondata dalle liane, si guardò in giro, ma non vide altro che i suoi migliori amici bloccati e sofferenti. La sua reazione fu istantanea, la rabbia la percosse e le fiamme la avvolsero, bruciando le liane circondanti, per poi venire lanciate contro le piante che tenevano bloccati gli altri 4. Una volta che tutti furono liberi, Stefano sorrise, fece cenno a tutti di calmarsi e ascoltarlo e disse:
- Bene … tutto come avevo previsto, i vostri poteri sono usciti nel momento del bisogno- tutti rimasero allibiti nel sentire queste parole
- Previsto?!- gridarono i ragazzi sofferenti per la batosta appena presa  - Tu ci hai malmenato senza alcun ritegno solo per far uscire i nostri poteri?!-
- Ehi … non esagerate … non vi avrei certo ucciso … con voi ho solamente giocato.
- STAVI SOLO GIOCANDO?!- il coro dei cinque ragazzi si sollevò rimbombando in tutta la caverna.
- Sì … stavo giocando … ma non è questo il punto. Ora, tornando al discorso principale, sono riuscito a classificare i vostri poteri. Stephanie ha il controllo sull’energia, Alisea padroneggia il ghiaccio, Alessia utilizza il vento, Chiara il fuoco e, infine, Fabio il fulmine. Ma di certo la cosa non finisce qui … dovete ancora imparare a far uscire i vostri poteri senza la presenza di un vero pericolo, ma soprattutto, dovete imparare a controllarli e ad usarli nel modo giusto, altrimenti vi si rivolteranno contro. Ora seguitemi, vi porterò al nascondiglio della mia armata.
I sei si incamminarono verso questo famigerato nascondiglio, la strada fu piena di insidie e in lontananza si scorgevano delle battaglie. Più si proseguiva, più il paesaggio era devastato: laghi di sangue, armi e ossa sparsi ovunque, il suolo era devastato e pieno di fratture; il solo posarci un piede sopra, dava la sensazione di essere in battaglia a rischiare la vita. Dopo circa due ore di cammino, i ragazzi giunsero al tanto atteso nascondiglio e, con grande sorpresa dei 5 nuovi arrivati, si trovarono dentro una base di ricerca enorme, con tecnologie avanzatissime e le migliori strutture per l’allenamento che i giovani avevano mai visto in vita loro. il silenzio lasciato dai 5 fu rotto da Stefano
- Bella roba eh? Questo è il frutto del lavoro di uno dei miei uomini.
- UNO SOLO!?- gridò stupita Alessia
- Sì, esatto, uno solo. Si chiama Harold. Il suo potere consiste nel poter trasformare una qualsiasi cosa tocchi in qualcosa di tecnologico. Harold ha deciso però di imparare a lavorare con i computer, piuttosto che imparare a combattere. Da un lato è stata un’ottima idea, perché in questo modo riusciamo a restare sempre in contatto con la base, ma dall’altro lato, in casi di emergenza si trova in una posizione di grande svantaggio; certo, se c’è bisogno sa difendersi, ma non resisterebbe molto in una vera battaglia. Quello che si sta allenando lì con il sacco da pugile, invece, si chiama Lorn e il suo potere consiste nella capacità di scagliare onde d’urto. L’ultimo che resta in questa struttura è Johan. Lui è in grado di controllare il magnetismo. Bene … questa è la mia squadra di punta …
Fatte le dovute presentazioni, ai cinque ragazzi fu offerto vitto e alloggio e, dopo una sostanziosa cena, si recarono con Stefano nella zona di allenamento, al fine di imparare a controllare i loro poteri. La stanza per gli allenamenti era enorme, con attrezzature di ogni genere, per ogni tipo di potere. Come prima cosa, i giovani impararono a scatenare i nostri poteri senza essere in reale pericolo, il che fu molto difficile, dato che la prima volta erano usciti per proteggere gli amici. Il metodo per riuscirci consisteva nel tentare di ricordare quelle sensazioni e scatenarle per far uscire i poteri. Ci volle molto tempo e le ferite non furono poche, ma alla fine i cinque ce la fecero. Dopo neanche 15 giorni, i ragazzi riuscivano a gestire i propri poteri senza far del male agli altri accidentalmente. L’ultima parte dell’addestramento consisteva nell’acquisire un minimo di esperienza nel combattimento e anche questo fu abbastanza semplice … ognuno sviluppò il suo stile di combattimento nel giro circa due settimane. Tutto andava per il meglio. Fino a che, durante un pranzo pre allenamento, si sentì un enorme botto provenire dall’esterno del rifugio. Lorn rientrò gridando
- Allarme rosso! Allarme rosso! I Riff stanno circondando la base! Tutti ai posti di combattimento!
- Harold! Avvia il sistema di difesa! Johan! Prepara lo scudo magnetico! Lorn! Io e te andiamo in avanscoperta! E voi ragazzi … restate all’interno!- disse Stefano dimostrando di avere le qualità di un vero leader … pronto a tutto, sangue freddo, buon stratega … gestiva tutto alla perfezione.
- No! Mai! Ci siamo allenati apposta per questo!- imprecò Fabio
- Questo non è un allenamento! È una vera e propria battaglia! E voi non avete abbastanza esperienza! Inoltre, in caso di emergenza, sarete i rinforzi. Jack e Road, stranamente, non sono ancora rientrati … quindi non abbiamo uomini disponibili all’intervento immediato … sarete voi a coprire questo ruolo!
- Ok … va bene …  hai vinto … resteremo all’interno. Ma sia chiaro che se vediamo che siete in difficoltà interverremo immediatamente, anche senza che siate voi a chiamarci!
- Suppongo di non potervi far cambiare idea …  siete proprio di coccio. Fate come vi pare … ma non siate avventati.
Appena tutti furono pronti, Stefano e Lorn uscirono all’esterno e, in quello stesso istante, si scatenò il putiferio. Sentendo tutte quelle grida, i cinque capirono che, se fossero usciti, sarebbero probabilmente già morti. Inoltre, i cinque rimasero allibiti nel vedere Stefano e Lorn che scatenavano la loro forza: erano fortissimi, ma soprattutto, lavoravano benissimo in squadra e nessuno sembrava poterli fermare. Ma lo svantaggio numerico, dopo un po’, iniziò a farsi sentire  e i rinforzi furono costretti a uscire a combattere. Non ostante l’inesperienza sul campo, i cinque sembravano cavarsela per niente male. Ognuno di loro prese il proprio gruppetto di avversari e iniziarono a malmenarli. Ma la sfortuna si abbatté sui ragazzi e sui rivoluzionari. Una losca figura apparve, un uomo abbastanza basso, con dei corti capelli e una tuta mimetica dell’esercito militare che risaltavano uno sguardo ghiacciato,prendendo tutti di sprovvista e iniziando a suonarle a chiunque gli sbarrasse la strada. All’interrogativo postogli da Fabio, che chiese chi egli fosse, l’individuo rispose:
- Sono il conte Claudio, generale dell’organizzazione Riff, il mio potere consiste nella capacità di aumentare o diminuire a mio piacimento fino a oltre ogni limite la mia velocità. Sono qui perché incaricato dal sommo capo di radere al suolo questo edificio … uccidendo senza pietà chi lo abita. E siccome voi abitavate nella struttura … siete automaticamente condannati a morte!
- Prima di parlare, fossi in te, proverei ad agire e a vedere se hai le capacità per ucciderci tutti con le tue sole forze- disse Stephanie sicura di vincere.
- Già … non è un bene essere troppo sicuri di sé- disse Alisea appoggiando l’amica, che però non fece in tempo a finire la frase, che il conte si era già mosso alle sue spalle e, con un colpo ben piazzato, l’aveva messa K.O. La stessa cosa accadde, pochi secondi dopo, anche a Stephanie, che per prima lo aveva provocato. Resosi conto del pericolo che stavano correndo, Stefano si lanciò alla carica, ma in maniera avventata e prevedibile, accecato dalla rabbia. Ciò lo portò ad essere anticipato e mandato al tappeto senza troppi problemi, così come accadde al compagno Lorn. Rimanevano in piedi soltanto tre dei giovani nuovi arrivati: Chiara, Alessia e Fabio; quest’ultimo in particolar modo, si stava completamente alterando nel vedere i suoi amici cadere uno dopo l’altro e nel suo corpo stava iniziando a scorrere un’irrefrenabile voglia di uccidere il conte. Lo stesso istinto omicida percosse anche gli animi delle due ragazze accanto a Fabio, le due ragazze tentarono di reagire con un colpo combinato di vento e fuoco. Chiara lanciò una palla di fuoco e Alessia la alimentò col suo vento, in modo da renderla molto più grande e potente. Il conte non fece altro che schivarla e mettersi a girare attorno a chiara, aumentando sempre più la sua velocità di rotazione … così facendo privava la povera ragazza dell’ossigeno necessario per respirare. Chiara non riuscì a resistere alla tecnica nemica e svenne completamente priva di sensi. Alessia provò a soffocarlo generando un vortice d’aria intorno al nemico che avrebbe dovuto avere lo stesso effetto della tecnica precedentemente utilizzata contro Chiara,  ma non ebbe successo come quest’ultima. Infatti, il conte reagì immediatamente, ferendo la ragazza e lasciandola a terra priva di sensi. A quel punto, Claudio sbuffò e disse:
- Se questo è il meglio che avete da offrire, allora ho fatto male a lasciarvi ancora in vita … pensavo mi avreste fatto divertire un po’ di più- subito dopo, Claudio si vide arrivare in pieno volto un pugno travolgente che lo scagliò lontano. Si sentì una voce furibonda che ringhiò:
- Hai commesso un errore di calcolo, conte dei miei stivali … ti sei dimenticato di me … e ora … ASSAGGERAI LA MIA FURIA! PAGHERAI PER AVER FATTO DEL MALE AI MIEI AMICI!
- Oh! Il ragazzo si è arrabbiato! Che paura!- disse Claudio con un tono molto sarcastico
- Dovresti averne incede … perché ora ti distruggerò!
Il giovane si lanciò contro Claudio con una violenza inaudita scagliandogli contro una violenta scarica di pugni fulminanti, che, però, faticavano molto a colpire il bersaglio, che teneva un sorrisino di quelli sadici stampato sul volto. Quando poi uno dei pugni del ragazzo andò a segno, l’espressione del conte cambiò in un momento: gli occhi si riempirono di odio, le sopracciglia si aggrottarono e quel sorrisino sparì completamente. Egli aveva capito che non poteva non impegnarsi, altrimenti ci avrebbe lasciato le penne; la furia incontrollata del giovane Fabio, unita al suo istinto protettivo nei confronti dei suoi amici, lo rendevano un avversario davvero temibile.
-Sei molto meglio di quanto potessi immaginare, credo che potrai darmi del filo da torcere
- Smettila di fare il gradasso e combatti. Sei qui per questo, o mi sbaglio?
- No, hai pienamente ragione, riprendiamo, ma sappi che da questo momento, farò sul serio- disse Claudio tirando fuori dei pugnali con una lama piuttosto fine – Questo pugnale, unito alla mia velocità, è persino in grado di tagliare via gli arti dal corpo umano.
- Non mi fai alcuna paura … fatti sotto!- il giovane era circondato da fulmini e il suo sguardo era così penetrante che sarebbe potuto bastare a uccidere il nemico
Lo scontro riprese senza esclusione di colpi e, dopo circa una ventina di minuti di scontro, entrambe le parti erano stravolte e messe ben poco bene. Claudio iniziava a sentire gli effetti dei fulmini di Fabio, il quale sentiva, invece, gli effetti dello sforzo eccessivo, ma sapeva di non potersi arrendere, quindi decise di rialzarsi. In quel momento, Claudio vide un varco che avrebbe potuto portarlo alla vittoria: si lanciò a tutta velocità sul nemico, mirando al collo con la punta del coltello, così da poterlo squartare. Fabio, però, aveva notato l’azione bellica del nemico, prese le ultime forze che aveva in corpo, caricò le braccia di energia elettrica e fulmini, che poi rilasciò in un solo colpo, scaturito dai pollici al contatto con il corpo nemico che stava per colpirlo a sua volta. Il colpo (chiamato heart shock) ebbe un effetto defibrillante sul nemico; ciò gli fermò all’istante il cuore e gli distrusse vene e arterie. Il sangue sgorgava da ogni apertura, comprese le numerose ferite procuratesi nel corso della battaglia, del suo corpo inerme che, a causa del contraccolpo dovuto alla sua velocità, si schiantò contro una montagna vicina, sfracellandosi e senza lasciarne resti. La battaglia era finita. Tutti ripresero conoscenza e rientrarono alla base che, una volta guariti tutti, fu spostata in un luogo più sicuro.
- Ecco … qui non dovrebbero riuscire a trovarci di nuovo.- disse Stefano contento che lo scontro fosse finito
- Sono davvero felice di sapere che voi tutti stiate bene e anche di sapere che ho ucciso quel bastardo, anche senza sapere come ho fatto- disse Fabio con aria molto sollevata e un sorrisino idiota.
- Ragazzi, voi siete davvero in gamba e io non ho più nulla da insegnarvi … tutto ciò che vi manca lo imparerete sul campo … penso sareste perfetti come quinta armata della rivoluzione – disse il capo della terza armata.
- Lo pensi sul serio?! – chiese Chiara stupita dall’affermazione appena sentita
- Certo! Avete tutte le qualità necessarie. – continuò il rivoluzionario
- Grazie dell’offerta … accettiamo volentieri! – disse Fabio parlando per il gruppo
 - Ne sono felice … e come omaggio per averci aiutato durante l’ultima battaglia, vi lasciamo in regalo questa base, creata su misura per le vostre capacità.
- E voi dove andrete? – chiese Alisea incuriosita
- Noi andremo da un'altra parte, non preoccupatevi … ci sono tanti posti dove andare … sono sicuro che un giorno ci rivedremo e magari torneremo anche a lavorare insieme, ma, per ora, ci salutiamo qui …  ci vediamo ragazzi … buona fortuna … sono sicuro, che farete un ottimo lavoro come quinta armata rivoluzionaria.
- Grazie … non so che dire … se non che ti prometto solennemente che ci impegneremo al massimo per fermare i Riff! Spero di rivedervi presto … grazie di tutto. – disse Stephanie salutando la terza armata.
Nel giro di pochi mesi, la quinta armata si fece conoscere, diventando una delle più temute, girarono anche voci secondo le quali la prima e la quarta armata erano state annientate, ma non fu possibile accertarsi se tali notizie erano o meno veritiere. I cinque giovani vivevano ogni giorno come se fosse l’ultimo, attendendo, sempre con grande impazienza, l’arrivo si una nuova sfida.
   
 
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