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Autore: M a r t    09/07/2014    4 recensioni
Scese dall'altalena, avvicinandosi al moro e studiando i suoi movimenti privi di imperfezioni ai suoi occhi inesperti.
Era completamente stregata da quella scena così nuova ed emozionante nel suo piccolo, quasi come fosse uno dei nuovi giochi di Akane.
- Cos'è?
Chiese curiosa con gli occhi che le brillavano dalla meraviglia.

***
{NishiMido}
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Yamana, Midori Seto, Nishiki Ryouma
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Premette il fazzoletto bagnato sul ginocchio, da cui usciva ancora un po' di sangue.
Non era inusuale una scena del genere, ogni giorno tornava a casa con le ginocchia e i gomiti sbucciati, dopo un intensa corsa sull'asfalto del parco, poco adatto per essere usato come campo da gioco per bambini. 
Midori non era una bambina che giocava con le bambole e che beveva tè invisibile in tazze di plastica dal sapore di muffa, dando da mangiare a pupazzi candidi e pieni di fiocchi, no. Lei correva lungo le strade piene di vicini che giocavano a carte, o che si scambiavano battute che lei non poteva capire, di cui però ridevano tutti.

Il suo quartiere non era il più ricco rispetto a quelli in zona, ma la gente era gentile e ci si voleva bene, cercando di andare avanti sorridendo alla vita.
I suoi genitori avevano un ristorante vicino al negozio di giocattoli elettronici del signor Inoue, grande amico di suo nonno. Mangiavano sempre prima che arrivassero i clienti e poi si mettevano a lavorare, sgobbando come muli ma mantenendo sempre un grande sorriso sul volto, che li caratterizzava da tanti anni.

Anche Midori si dava da fare, o almeno fino a quando sua madre, sorridendogli caldamente, la rassicurava dicendole che ce l'avrebbero fatta anche senza il suo prezioso aiuto, e che poteva andare a giocare.
A quel punto la bimba si toglieva velocemente l'ingombrante grembiule verde e usciva svelta dalla porta principale, correndo verso il piccolo parco in asfalto del quartiere.
Spalancava le braccia, fingendo di essere un aereo e ridendo felice, correva a perdifiato ridendo a crepapelle.
Salutava e veniva salutata dagli altri abitanti del quartiere, continuando a correre fino ad arrivare alla sua meta, pronta ad un nuovo gioco inventato dalla fervida immaginazione di Akane.

Purtroppo però, ogni giorno si scordava un particolare di vitale importanza: Akane era partita, sua zia aveva trovato un ottimo lavoro nella grande Tokyo, portando con sé la sua amica dagli occhi ametista e sua cugina Aoi, trasferendosi lontano da quei cieli chiari in contrasto con gli edifici scuri e pieni di crepe del loro quartiere.
Correva felice fino al loro luogo di incontro, per poi rendersi conto della dura e triste realtà e del fatto che non c'era nessuna Akane e nessun nuovo gioco da scoprire.
Entrava nel parco, osservandosi le punte delle scarpe consumate, dondolandosi sull'unica altalena ancora intatta e in grado di andare avanti e indietro senza produrre un scricchiolio inquietante.
Andava sempre a finire così: si dondolava triste e abbattuta, con il moccio al naso e le lacrime che minacciavano di solcare sulle sue guance abbronzate, mentre le tratteneva mordendosi furiosamente il labbro inferiore e facendo qualche smorfia con la bocca.
Fino a che una goccia salata e trasparente non cadeva giù dai suoi occhi, seguita da una seconda, una terza, e così via.

- Perché piangi? 

Midori alzò lo sguardo, al suono di quella voce, per poi passarsi un braccio ad asciugare rudemente il naso e gli occhi.

- Non sto piangendo, io.

Rispose dura, distogliendo lo sguardo, maledicendosi per il rossore che le imporporò le guance dopo essere stata scoperta in flagrante.
Il fazzoletto leggermente sporco di rosso giaceva a terra, vicino alla sua gamba.
Il bambino davanti a lei si grattò la testa confuso, posando successivamente la sua attenzione su quel pezzo di carta sporco, ormai sul freddo asfalto.
Si chinò per prenderlo, porgendoglielo subito dopo e sorridendole a quarantadue denti. -o trentadue?

- È normale che ti faccia male, dovresti metterci un cerotto su quelle ginocchia! 

Le consigliò il ragazzino, completamente convinto delle sue parole.
Che babbeo. Non aveva capito proprio un bel niente.

- Non stavo mica piangendo per quello, stolto

Gli urlò lei, sbilanciandosi in avanti per dare più enfasi a quello che diceva.
Si sentì così in imbarazzo per essere stata vista in un momento di tale debolezza, che rabbia.
Il bambino tornò a grattarsi confusamente la nuca, per poi alzare le spalle e allontanarsi di qualche metro, cominciando a palleggiare con una palla nera e bianca che, solo in quel momento notò, aveva tenuto sotto il braccio.
Midori rimase affascinata dal gioco di gambe di quello che riteneva un moccioso, ammaliata dal movimento fluido del corpo abbronzato di lui insieme alla palla.
Una lunga coda ondeggiava avanti e indietro durante quel movimento, e la rossa pensò che fosse davvero strano che un ragazzo avesse i capelli così lunghi, più lunghi dei suoi.

Scese dall'altalena, avvicinandosi al moro e studiando i suoi movimenti privi di imperfezioni ai suoi occhi inesperti.
Era completamente stregata da quella scena così nuova ed emozionante nel suo piccolo, quasi come fosse uno dei nuovi giochi di Akane.

- Cos'è? 
Chiese curiosa con gli occhi che le brillavano dalla meraviglia.

- Cosa? 

- Quello che stai facendo.

- Intendi questo? - il bambino dai lunghi capelli indicò il pallone che ancora rimbalzava sui suoi piedi, al ritmo di una melodia silenziosa - È calcio!

- Calcio? 

- Si.. Non lo conosci? 
Domandò sorpreso, squadrandola dalla testa ai piedi.

- N-no. Posso giocare anche io? 
Chiese titubante. Era così strano trovarsi impreparata su qualcosa, lei che seguiva tacitamente con lo sguardo e con le orecchie gli studi di sua sorella maggiore, decisa ad andare all'università.

- Cosa?! No! Questo è un gioco solo per i maschi! 
Affermò orgoglioso l'altro, alzando il mento. Orgoglioso di cosa, un mistero.

- Ah! Questa si che è una frase sessista! 

- Eh? - il bambino la fissò stupito - Ma come parli?!

Da lì cominciò una lite aperta ad ogni tipo di parola dalla dubbia esistenza, o magari con un significato ignoto, ma utilizzata solo perché sentita uscire dalla bocca di qualche adulto.

Nishiki Ryouma. 
Non aveva mai creduto possibile che esistesse una persona tanto idiota, ma a quanto pare il mondo riserva continue sorprese.
E magari ne faceva anche di piacevoli.
Era strano come, quando l'unica cosa che desiderava fosse un compagno di giochi stravagante come Akane, il destino gliene avesse portato uno ancora più inusuale di quanto non fosse stata la sua amica.



- Ehi Midori! Attenta a non rompere niente con quei piedi a banana! 
- Brutto idiota, come ti permetti?! 
- Eddai! Se sbagli ti do un bacetto, ok?
- Chiudi la bocca deficiente!


Comunque, a volte si chiedeva se non fosse stato meglio rimanere da sola.




 
Well, I've been afraid of changin'
Cause I've built my life around you
But time makes you bolder
Children get older
And I'm getting older too.







Angoletto castagnoso~

Sciao :B
Prima di iniziare questo angolo sproloquioso(?) vorrei dirvi -per non usare il termine "ordinarvi"- di ascoltare la canzone Landslide con la cover di glee, (di cui vi lascio il link qui
) perché è una roba stupenda e perché ho ascoltato questa mentre scrivevo, quindi probabilmente ci sta bene, sicerto---

Ero tutta gasata all'idea di scrivere qualcosa di het, o almeno che ci si avvicina~ 
Mi rendo conto che andando su questa coppia, utilizzando l'AU e rendendoli due bambini piciotti mi sia comportata in modo scorretto(?), ma ognuno usa le proprie armi, oh.
E poi la NishiMido è l'unica het degna di essere shippata da una drogata di yaoi come me, yeah.
Quindi siate buoni, e magari ditemi che ne pensate~ 
Dai che oggi si fa un mega pigiama party a casa di mia cugina, anche se siamo in tre e giochiamo a "Giorno di paga" e a "Scopa". Siamo ragazze felici, si.

Ci si becca in giro, piccoli uccelli dalle corna lunghe e cervi dalle ali piumate, ve se ama


 
   
 
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