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Autore: olobersyko    09/07/2014    1 recensioni
«Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo.» Hailie si girò, ormai in grado di riconoscere quella voce, ed incontrò gli occhi scuri di Calum. «Sapevo che ti avrei ritrovata qui, Foster.» Le sorrise, o almeno curvò le labbra in qualcosa che va molto vicino ad un sorriso.
«Ero certa di rivederti in questo luogo, Hood, quindi direi che abbiamo entrambi ragione» rispose lei, avvicinandosi a lui, non troppo, dopotutto non erano così intimi da avere un contatto fisico, semplicemente parlavano. «Era carina quella frase sulle ali di una farfalla e sugli uragani» commentò infine, appoggiando il peso su una gamba.
«Sarebbe bello se accadesse, non trovi?» domandò retoricamente.
«Magari in questo momento saremmo travolti da un uragano» rispose lei, abbozzando un sorriso.
«Magari è così, ma non ce ne accorgiamo» disse infine, portando lo sguardo sul gatto e avvicinandosi, accarezzandolo tra le orecchie e quest'ultimo, appena lo riconobbe, tornò seduto e gli si accoccolò al ginocchio, quasi abbracciandolo. Calum sorrise - un sorriso vero, s'intende - e si sedette, portandoselo tra le gambe e continuando a coccolarlo. «O magari lo stai provocando tu, un uragano.»
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Daisies.

Seduta comodamente su un tavolo della biblioteca, Hailie stava leggendo, immersa nella quiete e nella tranquillità, l'ultima pagina de Les belles images, di Beauvoir.
 
“Il réfléchit:
  - C'est vrai que tu t'occupes beaucoup plus que moi de Catherine. En dernier ressort, c'est à toi de décider. Je n'ai jamais prétendu le contraire.
  Il ajoute, avec mauvaise humeur: - Tout aurait été bien plus simple si tu t'étais expliquée tout de suite.
  Elle s'arrache un sourire:
  - J'ai eu tort. Moi non plus je n'aime pas te contrarier.
  Ils se taisent.
  - Alors c'est entendu? reprend-elle, Catherine passe ses vacances chez Brigitte?
  - Si c'est que tu veux.
  - Oui.
  Laurence brosse ses cheveux, elle remet un peu d'ordre dans son visage. Pour moi les jeux sont faits, pense-t-elle en regardant son image - un peu pâle, les traits tirés. Mais les enfants auront leur chance. Quelle chance? elle ne le sait même pas.”*
 
Sospirò, chiudendo il libro e poggiandolo sul legno lucido, su cui era appoggiata anche lei. Si scostò il ciuffo di capelli biondi che le ricadeva davanti agli occhi ogni volta che chinava la testa, in particolare per leggere. Nonostante, dall'ultimo mese a quella parte, l'ultima pagina di ogni libro la turbava, la lasciava incompleta, mancante, senza un finale preciso e ben definito, continuava a cercare la propria storia tra quella di mille altre persone.
Hailie, dopotutto, era così, come il finale di ogni libro: indefinita, confusa, spesso non delineato, in alcuni casi sembrava solo la fine di un altro capitolo come tutti gli altri, ma la pagina seguente è vuota, in alcuni casi con i ringraziamenti, quando non sono posti all'inizio.
Scivolò sul bordo del tavolo, scendendo da esso e mettendo a posto il libro, alzandosi sulle punte per cercare di recuperare Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde, per rileggerlo per la... tredicesima volta? Forse la quattordicesima. Non se ne stancava mai, inutile dirlo, era assolutamente il suo libro preferito, forse perché l'aveva fatta diventare ciò che era, le aveva spalancato le porte della riflessione - e, ammettendolo, era incantata da quelle parole così ricercate e formali - e della bellezza individuale, portandola a schernire l'estetismo sfrenato perché, come successe a Dorian, può portare a risultati disastrosi, magari non così esagerati come la morte.**
Sembrava una cosa buffa pensata da lei, che era tutt'altro che una brutta ragazza, l'unico suo difetto era, anche se non propriamente un "difetto", la bassa statura; non era alta,  per carità, nemmeno un nano da giardino, ma c'erano molte ragazze più alte di lei, e non era difficile trovarne una.
Dunque, nonostante si alzò sulle punte, a prendere il libro tanto bramato non arrivava.
Fortunatamente, o sfortunatamente, una mano maschile di allungò verso di esso e riuscì ad afferrarlo dallo scaffale, dove Hailie l'aveva portato ancora più indietro.
Quest'ultima si voltò verso il ragazzo, incontrando un paio di occhi scuri, ed a primo impatto non riuscì a capire se fossero stati nocciola o neri. Strinse tra le mani il libro che le stava porgendo, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. «Ehm... grazie» balbettò la ragazza, notevolmente imbarazzata.
«Di nulla» ribatté il ragazzo, per poi voltarsi e andarsene. Hailie non rimase troppo sorpresa da quel gesto, non era molto brava a farsi degli amici*** o a fare in modo che le persone non se ne vadano.
Si avviò verso l'uscita della biblioteca, mostrando alla bibliotecaria, che nel frattempo era diventata una sua amica, il libro che avrebbe portato a casa. Il trasloco non era ancora terminato, dovevano arrivare ancora molti scatoloni da New York, ne imbarcavano un paio ogni giorno, molto più impegnativo di ciò che il padre di Hailie, Robert Foster, aveva immaginato e per questo, ad ormai quattro giorni dall'effettivo spostamento della famiglia, che poi consisteva in Robert e sua figlia, non erano ancora arrivati tutti gli scatoloni.
"E' il modo più economico, lo sai, Hail, non possiamo permetterci di spendere troppi soldi, è per questo che ci siamo trasferiti qui a Sydney" si era giustificato l'uomo, come se dovesse dare un'effettiva spiegazione alla figlia sul motivo del trasferimento.
Tornando a casa con il libro in mano pensò a come stavano i suoi amici, che aveva lasciato a New York, la città che l'aveva da sempre affascinata, di cui voleva conoscere sempre di più. Non era sicura che Sydney le avrebbe fatto lo stesso effetto, per ora l'unica cosa che aveva conosciuto era la biblioteca, semplicemente perché non aveva ancora trovato un negozio di dischi, altrimenti avrebbe fatto costantemente avanti e indietro da uno all'altro.
Appena tornata a casa, ormai le 21 di sera, salutò il padre con un bacio sulla guancia e si rintanò in camera sua a leggere il suo libro preferito fino a quando le palpebre si fecero così pesanti e la voglia di dormire così insistente da costringerla a smettere di divorare quel libro e di rintanarsi sotto le coperte morbide ed accoglienti, tristemente consapevole che l'indomani sarebbe stato il primo giorno di scuola.
 
 
 
 
* Ho riportato esattamente l'ultima pagina del libro, che ho letto in lingua originale e ho finito circa quattro giorni fa, inutile dire che mi è piaciuto molto. Attualmente non ho né il tempo né la voglia di tradurlo o spiegare qualcosa dell'autore o del libro in sé, googlate. Alcuni errori, come l'assenza della maiuscola dopo alcuni segni di punteggiatura, sono voluti, dato che ho fedelmente copiato dal libro.
** Essenzialmente è ciò che penso anche io. Sto riflettendo molto di me stessa - come carattere, altezza, se così vogliamo chiamarla, interessi, pensieri, libri - nel personaggio, seppure la persona che lo interpreta non sia io. Il ritratto di Dorian Gray l'ho seriamente letto intorno alle tredici, quattordici volte, non mi stanco mai, ne ho parlato anche con la mia prof di lettere.
*** Riferimento palese a Catching fire di Suzanne Collins, una delle saghe che più mi ha appassionato, ovvero quella di Hunger Games.
 
Oddio, scusatemi per tutti i rimandi, ahah, servono solo a chiarire o puntualizzare delle cose.
Okay, allora, ho pensato a questa storia da una settimana come minimo, e sono solo due, tre giorni che ho iniziato a stendere seriamente il capitolo, che poi, non è davvero un capitolo, è solo il prologo, perché volevo fare la giornata scolastica (magari anche due, a seconda di come venga lungo) come vero e proprio primo capitolo, quindi questo è solo il prologo.
Scusatemi se ho commesso qualche errore di battitura o di coniugazione dei verbi, non conosco nessuna persona che azzecca tutti i tempi verbali e per questo non mi fido di nessuno per quanto riguarda la revisione del testo.
In ogni caso, sto ascoltando "Broken wings" dei Mr. Mister e so che a molti di voi non importa - né tantomeno la conosce, credo - e mi è sembrata davvero bella da accompagnare a questo capitolo, anche se non c'entra molto; come sottofondo rimane piacevole.
Non credo di avere altro da dire, spero di ricevere qualche vostro consiglio!
Bacini infiniti,
-Eom
  
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