Tutto quello che è successo in questa settimana mi sembra così impossibile che la mattina quando mi sveglio cerco di sentire il profumo dell'acqua salmastra che filtra dalla mia finestra.

Invece mi sveglio e sento odore di chiuso, soffocante.

Sono capitata in un mondo, e non so neanche se vale la pena di chiamarlo così.

Sono con delle strane persone, che non parlano la mia lingua, e disegnano strane figure su dei fogli sperando che io capisca. Aspetto una spiegazione a tutto questo.

Non ho ancora avuto il coraggio di piangere o disperarmi. Nessuno mi è vicino.

Mi alzo dal letto e percorro la piccola stradella che c'è fuori nel giardino fino ad arrivare a un covo di paglia. Lì dentro ci sono quei miei “amici” che mi danno da mangiare.

Forse non è neanche cibo. Sono cose strane, ma devo dire che sono mangiabili, altrimenti sarei già morta.

Per bere invece mi tocca andare in quel piccolo laghetto, vicino alla foresta di pini.

Sto andando verso di esso e sento dei fruscii alle spalle.

Mi giro di scatto. In questo cortile non c'è mai stato nulla di spaventoso e non penso che d'un tratto si mettono a pedinarmi. Ma è probabile che l'abbia sentito nella mia testa.

Continuo a camminare per la mia strada, quando sento una voce che chiama il mio nome.

“Mandy?”

Una voce cristallina, non sembra straniera. È forte, decisa, quasi altezzosa.

E così mi giro e quello che mi si presenta davanti agli occhi è a dir poco magnifico.