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Autore: I_Cant_be_no_superman    09/07/2014    4 recensioni
Caro Isaac,
Forse come inizio e un po’ troppo formale non credi?! Insomma siamo noi due. Quelli dei baci rubati durante la notte, quelli che facevano l’amore sull’erba.
[Scisaac, what else?]
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Isaac Lahey, Scott McCall
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti <3
Oggi vi do tanto amore perchè dopo questa cosa che leggerete passerete metà del vostro tempo a progettare la mia morte.
No, ok...forse ho un pochino esagerto ma avevo in mente una cosa del genere da giorni e quindi eccola qui.
E' una delle cose più angst che io abbia mai scritto, quindi, se è venuta una merda giustificatemi.
Un grazie alla mia idiota per avermela controllata nonostante si fosse appena svegliata dal suo pisolino di bellezza.
Un grazie anche a voi che la leggerete :3
Mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate anche se fosse un messaggio per mandarmi a quel paese.
Ora vi lascio leggere.


                                          

Caro Isaac,

 Forse come inizio e un po’ troppo formale non credi?! Insomma siamo noi due. Quelli dei baci rubati durante la notte, quelli che facevano l’amore sull’erba.

Un “caro Isaac” non basta questa volta, in realtà non è mai bastato a descrivere tutto quello che io ho provato per te fin dal primo momento.

Ciao amore,

Ecco, forse cosi fa decisamente meglio non credi?

Infondo per me sei quello, no? Amore.

Quello vero.

Quello di cui si legge in giro.

Mi ero ripromesso che sarebbe passata, che non sarei ritornato a scriverti, che sarei andato avanti.

Mi ero ripromesso di stare bene, bene sul serio.

Come quella volta che siamo andati a fare il bagno al lago, te lo ricordi?

Avevamo preparato tutto; il pranzo, le coperte da sistemare sul prato.

Ed era stato tutto perfetto.

Vederti sorridere tutto il tempo.

Sentire il sapore delle tue labbra sulle mie ogni momento.

Avvertire il tocco dolce delle tue mani sul mio corpo.

Rabbrividire per l’acqua troppo fredda, mentre mi abbracciavi appena uscito dal’acqua.

Era stato perfetto perché in quel momento c’eravamo solo io e te. Niente problemi, niente pregiudizi e niente persone che potessero distrarmi dal guardarti.

Mi ero ripromesso che avrei provato a dimenticare.

Ma immagini quanto sia difficile dimenticare?

Di quanto sia difficile dimenticare i sorrisi?

Quelli che mi lanciavi mentre eravamo con altre persone che non sapevano di noi?

Di quei sorrisi che usavi per provocarmi mentre facevamo l’amore?

Dimenticare il tocco delle tue mani, che dolci veneravamo il mio corpo ogni attimo?

Di quanto sia difficile dimenticarsi i profumi?

Quello di fiori che avevi dopo che avevi fatto la doccia, quello che avevi dopo che avevamo fatto l’amore nel mio letto.

Quello che avevi quando fuori pioveva e tu ti bagnavi per correre in casa.

Di quanto sia difficile e basta, dimenticare tutto quello che eravamo stati?

Perché dimenticare è difficile, non si può fare.

Per quanto lo si desideri alcune cose ti sono impresse nel cervello, sono quasi marchiate a fuoco.

E se non sono lì, le cicatrici sono sulla tua pelle, profonde e dolorose, messe lì per ricordarti quanto dura sia la vita; messe lì a promemoria dei nostri limiti.

Mi ero ripromesso che avrei smesso di vedere noi in ogni cosa che mi circondava.

Sono sul nostro divano quello dove facevamo l’amore, quello dove mi sussurravi che mi amavi, quello dove ti ho chiesto di diventare mio marito.

Come posso non vedere quello che siamo stati in ogni angolo di casa, se quella era sempre stata la nostra casa?

Come posso smettere di pensare a te che mi svegli con i tuoi baci la mattina, se nel mio letto c’è ancora in nostro odore?

Come posso smettere di vederti, se tutto quello che mi circonda lo abbiamo scelto insieme?

Se quella casa rappresentava quello che da sempre eravamo stati l’uno per l’altro?

Un posto sicuro in cui stare bene.

Mi ero ripromesso di riprovarci con qualcuno.

Tu lo avevi sempre detto, che se mai ci fosse successo qualcosa, noi due dovevamo provare a essere ancora felici.

E io lo avevo fatto, ci avevo provato sul serio, ma quei ti amo non avevano la tua voce e l’amore che vedevo nei suoi occhi non assomigliava per niente a quello che vedevo sempre nei tuoi.

Era tutto totalmente diverso, se non eri tu la persona che mi coccolava.

Era tutto diverso, se non era il colore dei tuoi occhi a svegliarmi la mattina.

Ma almeno ci avevo provato. Se mai ci fossimo rincontrati in futuro potevo dirci di averci provato, anche se non lo avevo fatto sul serio.

Mi ero ripromesso di ricominciare a sognare. Ma era difficile quando la maggior parte di quei sogni comprendeva noi due insieme.

Insieme nella vacanza che avevamo sempre sognato. Quella alle Hawaii, con il caldo e con le cene sulla spiaggia di sera.

Insieme mentre decidiamo di che colore ridipingere la cucina. Ci avevamo messo ore a decidere la prima volta, prima di concordare che il bianco andasse più che bene per quell’ambiente cosi piccolo.

Insieme mentre camminiamo per strada, mente mi tieni la mano come per paura che potessi lasciarti in mezzo a tutte quelle persone e andare via.

Tutti i miei sogni comprendevano un insieme che adesso non poteva più esistere.

Non riuscivo a farmene di nuovi, era contro tutto quello che volevo in quel momento. E poi nuovi sogni non sarebbero mai stati belli come quelli vecchi, senza di te tutto perdeva la sua luce e niente era bello come sarebbe dovuto essere.

Mi ero ripromesso di buttare tutte le tue cose.

Di non tenere niente che ti fosse appartenuto ma adesso, mentre scrivo, indosso la tua felpa. Quella grigia che ti stava enorme.

Quella che mettevo sempre quando tu eri fuori per qualche giorno, cosi da essere, in un certo senso, sempre abbracciato a te.

Tenevo anche una vecchia foto. Stiles le aveva fatte sparire tutte dopo quello che era successo, ma una era riuscito a nasconderla.

Era quella del nostro primo anniversario.

Una foto di pessima qualità, scattata in quella scadente pizzeria in periferia.

Ma era cosi bella, tu eri cosi bello mentre mi tenevi la mano sul tavolo e tuoi occhi mi guardavano con espressione sognate.

La fissavo per ore a volte, avevo sempre paura che una mattina mi sarei svegliato e avrei dimenticato la forma del tuo viso.

 Era una paura costate, quella del dimenticarti.

Mi ero ripromesso di smettere di farmi del male.

Era più forte di me; il rivivere momenti, l’immaginarti accanto a me, il chiedermi come sarebbe andata se tu fossi ancora qui, con me.

Eravamo passati dall’essere una certezza a una “cosa sarebbe successo se..” e questa consapevolezza di distruggeva.

Eri sempre stato una certezza, noi lo eravamo sempre stati. E adesso vivevo nelle domande.

Mi chiedevo ogni giorno, come sarebbe stato tra un anno o tra due. Come sarebbe stato se fossimo durati davvero per sempre come ci eravamo promessi.

Tutte domande a cui mai nessuno avrebbe saputo darmi un risposta, tutte domande che solo nei sogni potevano trovare una soluzione, seppur momentanea.

Mi ero ripromesso di non tornare lì.

Di non tornare su quella strada.

Di non rivivere quel momento nella mia testa ogni attimo del giorno.

La luce accecante.

Qualcosa che esplode.

Il dolore che sentivo in ogni angolo del mio corpo.

Qualcosa di caldo che mi scorre lungo la testa.

Di non ricordare il tuoi viso, i tuoi occhi vuoti e privi di tutto quello che amavo. Privi di quella luce che ogni giorno mi faceva stare bene.

Mi ero ripromesso di non rivivere più il momento in cui avevo capito che eri andato via per sempre.

Quel momento in cui la mia vita era diventata un quadro in bianco e nero.

Quel momento in cui, per la prima volta, avevo perso tutto sul serio. Senza possibilità di cambiare quanto successo.

Quel momento in cui capivo che non avrei mai accettato tutto quello.

 Quel momento in cui avevo urlato.

Forte.

Con tutto il fiato che avevo in gola sperando che il dolore che sentivo al petto sarebbe uscito insieme alle urla.

Mi ero ripromesso di non scriverti.

 Mi ero ripromesso di non tornare qui, sulla tua tomba.

Mi ero ripromesso di sorridere ancora.

Me lo ero ripromesso, ma non ci avevo neanche provato davvero.

Perché adesso sono qui, davanti a uno stupido pezzo di pietra con sopra inciso il tuo nome mentre scrivo una lettera che non leggerai mai; una lettera bagnata dalle mie lacrime, una lettera piena di quello che eravamo in passato.

Mi ero ripromesso che non sarebbe più successo, ma tu sei come una calamita per me. Anche adesso che non ci sei più, io mi sento irrimediabilmente attratto da te.

Ti hanno portato via da me nel momento in cui ero pronto a promettere sul serio, promettere di darti tutto quello che ti rendeva felice, promettere di esserti accanto per sempre, prometterti una vita insieme.

Ero pronto a tutto quello, ma adesso potevo solo promettere a me stesso che, forse un giorno, avrebbe fatto meno male di quello che sentivo in quel momento.

Mi ero ripromesso di smettere di piangere.

Lo avevo fatto, ma ora vedo quello che siamo e capisco che non posso farcela, capisco che il vuoto che ho dentro è qualcosa di troppo grande per essere colmato.

Scriverti è tutto quello che mi rimane per esprimere quello che sento dentro.

Amore mio, ecco cosa sarai per sempre.

Perdonami se non sono in grado di mantenere nessuna delle promesse che ti ho fatto, ma io non sono abbastanza forte da solo.

E’ per questo che continuerò a ricordare, è per questo che non smetterò di scrivere.

Non smetterò di farlo perche mi sono ripromesso di provare a superare tutto questo, ma per farlo tu devi venire con me.

Devi rimanermi accanto, perché se sento che ci sei, andrà tutto bene. Forse comincerà a fare meno male.
  Tuo Scott






Per chiunque sia arrivato fino a qui e non abbia ancora iniziato a organizzare la mia morte volevo dire un altro grazie.
Aspetto le vostre opinioni.
A presto gente <3
Marinella
   
 
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