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Autore: Daisy_of_light    09/07/2014    9 recensioni
Una città, una leggenda, un mostro del passato. I fratelli Winchester ricevono delle coordinate da parte di John e giungono in un paese ai piedi di una montagna. Lì, vengono a sapere di misteriosi sparizioni, ma cosa ci sarà sotto veramente?
Un caso vecchio stile, ambientato nella prima stagione. Una cosa vi dico per certa, Bromance!
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Note dell'autrice: (finalmente ho messo autrice e non autore!XD) Ciao a tutti!! rieccomiiii!!! XD Innanzitutto, ringrazio tutti per il sostegno nelle mie passate ff!!! Grazie davvero tanto! Non credo ci siano parole per esprimere la mia immensa gratitudine nei vostri confronti. Mi ripresento con questo mio primo tentativo di Long Fiction, (OMG! Ansia!). Ho voluto ambientare il tutto nella prima serie, precisamente, dopo l'episodio 1x11! Perchè la prima serie...perchè c'è la mia adorata bromance!!! XD E perchè dopo quell'episodio? Beh, lo capirete se leggerete la ff! XD Quindi, per chi vuole un ritorno alle origini, soprattutto adesso che siamo alle porte della decima serie, questo è il mio personalissimo tentativo di ricordarvi il passato! XD Il genere è indefinito, c'è di tutto! Dalla suspance (spero), all'angst, al comico, all'azione! XD Intanto vi lascio alla lettura, per chi inizerà questo viaggio con me, ci sentiamo alla fine del capitolo! XD 
Ps: scusate se magari ci sono degli errori, non sono intenzionali, naturalmente. Spesso sono causa dei miei litigi con la tastiera! -.-' 

Disclaimer: I personaggi di Supernatural non mi appartengono! Magari fossero miei! XD 
 


BAGLIORI D'ORO TRA LE MONTAGNE

ATTO I: leggenda o verità?

 


Erano appena scoccate le 23. La notte era serena; le basse montagne rocciose e il fitto boschetto ai loro piedi circondavano la tranquilla e addormentata cittadina. Nessun rumore particolare riecheggiava nella notte illuminata da luna e stelle d’argento che si stagliavano contro il cielo blu. Edward, dopo la sua solita serata al bar con gli amici, si stava dirigendo verso la sua casetta di legno, al limitare del bosco. Lui era cresciuto tra quelle fronde. Suo papà, il vecchio taglialegna prima di lui, lo aveva addestrato a riconoscere il legno buono per costruire, ma, allo stesso tempo, a rispettare la natura e a non prendere più di quello di cui si aveva bisogno. Con le sue stesse mani, Ed, al tempo della sua giovinezza, aveva tagliato gli alberi che erano serviti per costruire la sua casa. E per ogni albero abattuto, ne aveva ripiantato un altro. Mai chiedere troppo, altrimenti ci sarebbero potute essere delle ripercussioni. E la Natura, il karma, il volere degli dei o quello che c’era a comandare il destino, avrebbe trovato sempre il modo per vendicarsi dell’essere umano.
 

Arrivato davanti al vialetto di casa, sentì una voce chiamarlo:
-Ehi!! Ed! Anche tu di ritorno?!-
Ed alzò gli occhi al cielo; sapeva benissimo chi lo aveva chiamato e già cominciava a ribollire la rabbia in lui. Fece un bel respiro profondo per calmarsi e si girò versò l’uomo che gli veniva incontro.
Reginald Wright, Reg per gli amici, 50 anni, disoccupato, aveva dato il via ad un progetto con altri concittadini di Bennet, sue vecchie conoscenze: aveva deciso di cercare delle ricchezze, scavando una miniera alla base del monte più grande della città.
-Buonasera, Reginald!- salutò freddamente il taglialegna.
-Suvvia, Ed! Chiamami Reg! Quante volte te lo devo dire?- Reg scoppiò in una sonora risata che fu interrotta da Ed, che chiese:
-Allora? Dovevi chidermi qualcosa, Reg?-
Reg tornò serio e domandò:
-Allora…hai pensato a quello che ti ho detto l’altro giorno? Ci servirebbero sicuramente un paio di braccia forti come le tue!-
Infatti, Ed, da buon taglialegna, aveva sviluppato una notevole muscolatura sulle parte superiore del corpo che gli consentiva di impugnare un’accetta senza il minimo sforzo. Di certo, alzare un piccone non sarebbe stato faticoso per lui. Tuttavia, determinato, dichiarò:
-Ho già risposto a questa domanda, Reg! Non verrò a scavare in quella miniera! Mai e poi mai!-
-Ancora per colpa di quella stupida leggenda, Ed? Ti credevo più intelligente di così! Lo sai anche tu che sotto quelle rocce potrebbero esserci tante di quelle ricchezze da sistemarci per il resto dei nostri giorni! Non avrai paura di quelle stupide storie che i nostri nonni si invetavano per non farci giocare sulle montagne?!-
Ed era veramente scocciato da quella situazione e quindi si decise di rispondere a tono all’uomo che aveva di fronte, prendenolo per il colletto della camicia:
-Sei tu lo stupido, Reginald! Lo sai benissimo che in leggende antiche come queste c’è sempre un fondo di verità! Se tu continuerai a fare di testa tua, potresti attirare la sventura sulla nostra città! E tu davvero vorresti condannarci tutti solo per cercare delle ricchezze che non sai nemmeno per certo che esistano?! Già tre giorni fa, trivellando, hai fatto crollare, dalla montagna, degli enormi massi che hanno travolto decine di alberi antichi! E solo per quello nessuno si è fatto male! Eppure tu non hai ancora ripiantato quegli alberi! Quanto potrai continuare a chiedere alla Terra prima che questa si vendichi?! Fermati prima che sia troppo tardi!-
Reg si liberò dalla presa di Ed, frugò nelle tasche ed estrasse un oggetto, mostrandolo al taglialegna.
-Sai cos’è questo? Questo è argento puro! Argento! E sono sicuro che là sotto ci possa essere tanto! Quindi continuerò a scavare, fregandomene delle tue stupide leggende e dei tuoi stupidi alberi!-
Si girò e, deciso, si diresse verso casa sua, dall’altra parte della strada.
Ed scosse la testa e, sconfitto, rientrò in casa.


Sua moglie Lara lo stava aspettando sveglia, come tutte le volte, e si stava dedicando al ricamo. Si diresse subito da lei e le stampò un bacio sulle labbra. Lei gli chiese dolcemente:
-È andata bene con i tuoi amici?-
-La serata è stata divertente come sempre, ma ci ha pensto Reg a rovinarla!-
Lara diventò seria. Intuendo il problema, disse:
-Ancora per questa storia della miniera? Non ha ancora rinunciato all’idea? Non sa che così potrebbe attirare la sventura sulle nostre case?-
-Purtroppo, quando Reg si mette in testa qualcosa, non molla facilmente! La sua testa è più dura del legno di quercia!- esclamò Ed passandosi le mani tra i suoi capelli brizzolati da quarantenne e aggiunse
 –Purtroppo ha trovato dell’argento, Lara. Non si fermerà. Non ora che ha trovato qualcosa…-
Si diresse stancamente verso la finestra del salottino, guardando verso le montagne. Gli sembrò quasi di aver scorto un bagliore dorato verso la metà della montagna rocciosa. Gli si bloccò il respiro in gola, colto imprvvisamente dall’ansia. Lara lo percepì, perché si avvicinò al marito e gli abbracciò da dietro le possenti spalle, chiedendogli:
-Che succede?-
-Mi è sembrato di aver visto qualcosa verso la metà della montagna, un bagliore dorato che è durato qualche istante…ma forse…forse l’ho immaginato.- rispose l’uomo, cercando di autoconvincersi.
Lara, per tranquillizzare il marito, lo prese per mano e disse, scherzosamente:
-Devi aver sicuramente bevuto qualche bicchierino di troppo…vieni, andiamo a letto e cerca di fare silenzio! I bambini stanno già dormendo!-
Ed annuì e fece per seguire la moglie, ma prima la avvolse in un abbraccio protettivo e amorevole, mentre le sussurrava in un orecchio:
-Spero che la leggenda che ci raccontavano i nostri nonni non sia vera! Non sopporterei di perdere né te nè i bambini!-
-Tranquillo…- rispose lei, dolcemente, abbracciando il marito a sua volta –non ci perderai…non accadrà nulla…-
 
Un’ora dopo, Ed e Lara si svegliarono di soprassalto. Un  rumore simile a quello di un’esplosione li aveva strappati al sonno. Ed, in boxer e canotta, si precipitò alla finestra, aprendola e guardando fuori. Le montagne erano calme, anche il bosco non sembrava aver nulla di anomalo, ma, quando il suo sguardo si posò sulle macerie dell’ingresso della casa di fronte, il suo cuore perse un battito. Aveva rivisto quel bagliore dorato. Senza pensaci due volte, Ed imbracciò il fucile da caccia che teneva dentro il cassetto e si scaranventò fuori dalla casa, urlando a Lara:
-Resta dentro e proteggi i bambini! Non uscire qualunque cosa accada!-


Ed aveva il cuore in gola, ma non avrebbe lasciato in pericolo nessuno, nemmeno uno come Reginald. Corse fino all’ingresso della casa e rimase basito dall’entità del danno: la porta e gran parte dell’ingresso erano stati letteralmente sfondati e abbattuti. Legno e intonaco erano sparsi per tutto il giardino. Sentì delle urla di terrore provernire dal salotto e, cautamente, si fece largo tra i detriti. Anche le assi del pavimento sembravano essere state schicciate da qualcosa di pesante. Sentì qualcosa sibilare e poi l’urlo più spaventoso che un uomo possa emettere. Davanti a lui, di spalle, si ergeva la creatura più grande mostruosa che avesse mai visto: un lungo corpo di seprente verde squamoso di almeno tre metri di lunghezza si ergeva in tutta la sua imponenza. La testa e una parte del corpo erano di fattezze umane. Sembravano quelli di una donna. Due ali dorate ampie due metri erano ripiegate sulla schiena. In testa un groviglio di serpenti più piccoli, sibilanti. Davanti alla creatura, Ed potè solo intravvedere Reg che sembrava immobile, con gli occhi fissi verso l’alto, forse verso quelli della creatura. Sul volto, ancora una smorfia di terrore, ma non emetteva più un suono. Sembrava una statua. Ed vide il mostro alzare un braccio dotato di artigli bronzei e colpire Reg che si fratumò come pietra sotto il colpo.


In quel momento di terrore, il taglialegna capì che Reg era diventato veramente una statua. Il taglialegna indietreggiò di un passo, cercando di scappare da quell’incubo, ma i sepenti sulla testa percepirono il suono dei detriti sotto i suoi piedi e si girarono verso di lui, sibilanti. Non vide arrivare la grande coda di serpente che lo investì su un fianco, con una forza indescrivibile. Lo scaraventò verso la parete, sfondandola. Atterrò sull’erba al di fuori della casa, con un dolore sordo e nausenate che lo percorrva da capo a piedi. Sentì la terra vibrare sotto i piedi, il sibilo lontano dei serpenti e una sferzata d’aria toglierli il respiro. Poi, il buio e un’unica frase che si ripeteva nella sua mente: era iniziata.
 

 Note dell'autrice: (di nuovo...) Allora???? Sono da linciaggio? Ditemi voi! XD Volete che continui? Lo so che non sono comparsi i Winchester, ma, dopotutto, nei primi 60 secondi degli episodi di SPN muore sempre qualcuno, no? Allora, voglio rassicurarvi che, se ci sarà qualcuno a seguire la storia, almeno altri 4 capitoli (non l'ho ancora finita...) sono pronti e pensavo di pubblicare una volta a settmana, il mercoledì, almeno per ora, finchè sono in sessione d'esami! -.-' Comuque, spero davvero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito e che si sia creato un po' di mistero. XD Grazie per chi ha letto, o leggerà, e per chi mi lascerà delle recensioni, (di cui sono avida! XD) e metterà la ff tra seguite, preferite, ricordate! XD
Dedico questa ff a tutti voi, ma soprattutto a Terry Winchester 88 che esaspero sempre, XD, e a Nala91, che revisiona le mie ff! XD Grazie davvero a tutti!!! Al Prossimo capitolo! XD  

 
  
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