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Autore: Giuly Frost    09/07/2014    3 recensioni
Piccola Shot sul passato di Bunnymund, spero vi possa interessare!! ^^i
''In città, tutti cercavano la sua compagnia che sapeva donarti speranza.''
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bunnymund, Dentolina, Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''Era una piccola città francese, quella in cui vivevo io, non eravamo più di cento abitanti e di noi non giravano belle voci:si diceva che fossimo antichi, che non ospitassimo nessuna innovazione, nessun monumeto o persona speciale.
Ma se solo qualcuno fosse venuto nel nostro paesino in quei due anni, si sarebbe ricreduto sulla parte della ''Persona Importante'', perché noi ne avevamo una davvero unica.
Il suo nome era Bunnymund.

Ero una semplice maestra di scuola elementare allora, e adoravo stare con i bambini.
girava voce che fosse arrivato uno straniero, e che avesse intenzione di stabilirsi proprio da noi.
Quando gli chiedemmo il perché, lui rispose semplicemente che gli sembravamo persone oneste, e che il nostro piccolo borgo era il luogo più incantevole che avesse mai visto.
La prima volta che lo incontrai fu al parco, per caso:i bambini a cui avevo fatto lezione fino a poche ore prima mi sfrecciavano vicino strillando:-Svelti, o ci perderemo le torie di Bunnymund!!
Curiosa, affrettai il passo e li seguii fin sotto un grande albero, dove Bunnymund era seduto insieme a un'altra dozzina di bambini:-Allora,che storia devo raccontarvi oggi?
-La Storia del Coniglio di Pasqua!!-rispondevano sempre i bambini.
Mi sedetti anch'io, a mio modo un po' ansiosa di sentire questa storia che loro probabilmente conoscevano a memoria:-Allora, come sapete, il Coniglio di Pasqua vive nella sua immensa tana sotteranea, che si estende in tutto il mondo.Salta sempre fra i suoi ruscelli colorati, e custodisce dei fiori da cui poi nasceranno le uova che dipingerà a nasconderà la notte prima di Pasqua per farle trovare ai babini...
La storia continuò a lungo, e per quanto potesse sembrare una fantasia, sulla bocca di Bunnymund sembravano cose scontate che si vedevano tutti i giorni.
Fu in quell'occasione che lo osservai meglio.
Era alto, atletico, aveva dei bei capelli grigi, e si vestiva con degli stivali neri, pantaloni marroni e una maglia bianca.
Parlava in modo sciolto e veloce, e tutti i bambini pendevano dalle sue labbra.
La cosa che più mi colpì però furono gli occhi:verdissimi, profondi, quel tipo di occhi che ti catturano in poci secondi.
Quando la storia terminò, lui distribuì a tutti un dolcetto, dicendo che erano da parte del Coniglio di Pasqua, e veniva da chiedersi se non fosse proprio così.
I bambini si sparpagliarono rapidamente:probabilmente, non mi aveva notata prima, perchè mi urtò malamente:-Oh, mi scusi, non l'avevo vista, signorina...?
-Oh-sorrisi io-Ehm...Mi chiami Tooth.E già che ci siamo, diamoci del tu!
-Come preferisci!
Passarono due anni, e ogni abitante vedeva Bunnymund come il proprio migliore amico.
Aveva sempre una buona parola da spendere con gli adulti o un dolcetto prelibato da regalare ai bambini, ai quali dipingeva spesso dei quadri magnifici, come regalo per il loro buon comportamento.
era specialmente legato a Sophie, una bambina di sette anni, bionda dai grandi occhioni verde chiaro, oscurati però da un grande problema:la cecità, che l'aveva colpita a quattro anni, dopo la morte del padre e la scomparsa della madre.
Bunnymund l'aveva aiutata a migliorare gli altri sensi, ad affinarli per aiutarsi:il tatto era notevolmente migliorato, l'udito e l'olfatto si erano acuiti con il passare del tempo.
Bunnymund aveva solo un piccolo difetto che non si poteva nemmeno chiamare tale:odiava l'inverno.
certo, era sempre pronto a una battaglia a palle di neve, a costruire un pupazzo di neve o pattinare (nonostante non gli riuscisse bene) con i bambini, ma durante quella stagione era particolarmente scorbutico.
Quando gli chiesi perché, lui mi rispose solo:-Perché mi ha portato via tutto ciò che avevo.
E quel fatidico anno, l'avrebbe fatto di nuovo.
Bunnymund ed i bambini erano stati a giocare sulla neve, quel gorno, e Sophie aveva perso la sua bambola.
Testarda, uscì a recuperarla quella notte, senza tornare il giorno dopo.
Nessuno però voleva andare a cercarla.
Nessuno tranne lui, ovviamente.
-Aspetta Bunnymund, fa' troppo freddo!-lo richiamavano indietro i bambini a cui tanto teneva.
-Non avventurarti in quel bosco, non sai mai cosa puoi trovare e questa neve rende tutto più infido-lo ammonivano gli adulti.
Persino io, che ero sempre d'accordo su qualunque cosa dicesse, gli espressi il mio disappunto:-Bunny-ero l'unica a chiamarlo così, e quei casi rapprsentavano gioia o rabbia.Rabbia-Non puoi entrare là dentro così!Lo sai che nevicherà anche nei prossimi gironi!
-Appunto, Tooth!-mi rispondeva lui scorbutico-Devo trovare Sophie prima che muoia assiderata!E' cieca, e tutti gli altri sensi contro la neve non servono a nulla.
Così, non appena si infilò gli scarponi, i guanti, la sciarpa ed il giaccone, si precipitò nel bosco a cercare Sophie.
Per un giorno intero continuò a nevicare, lasciando sempre meno speranze.
Dopo tre giorni, finalmente alcuni uomini-ed io-decidemmo di entrare nella foresta.
Dopo ore di ricerche, trovammo una grotta.
Sophie era seduta, in lacrime, vicino a Bunnymund, steso, che non accennava al minimo movimento.
Non appena sentì i nostri passi sulla neve, ci corse incontro e ci raccontò tutto:avevano vagato per due giorni senza tregua e senza strade:lei giustificata dalla cecità e lui dal fatto che la neve aveva reso tutto identico e irriconoscibile.
Dopo due giorni con le scarse provviste che Bunnymund aveva subito dato a Sophie, insieme a tutto l'abbinamento pesante, erano stati attaccati dai lupi.
Il ragazzo era riuscito a mettere in salvo Sophie, ma non prima di essere mortalmente ferito dal capobranco dei sanguinari predatori.
Ci condusse alla grotta, dove trovmmo Bunnymund steso: non sapevo dire se respirava o meno, ma dovevamo riportarlo subito al villaggio se lo rivolevamo vivo.
La ferita, a detta del medico, si era già infettata.
Ma lo sapevo già.
Probabilmente, l'avevo capito non appena l'avevano messo su quel letto dell'ospedale.
Non so che cosa ne sarebbe stato del villaggio senza Bunnymund, senza quelle storie allegre, quei giochi spensierati, quel tocco di felicità e speranza.
Proprio non ci riuscivo.
Che ne sarebbe stato di noi?''


Jack Frost trovò il coraggio fissare la Fata dei denti.
-Saremmo andati avanti, come avrebbe voluto.-sorrise Toothiana-E come mi disse più tardi.
Lo spirito dell'Inverno si sentì star male:-E'...E' colpa della neve?
-Forse, Jack, ma non certo tua, non eri nemmeno nato.
-Dovrei...Smettere di infastidirlo, non credi?
-Jack...-Dentolina gli prese la mano-Se è morto per i bambini, ci dev'essere un motivo.
*
-Ehy, Bunnymund.
-Che c'è, Jack?
-Non è che mi racconti la Storia del Coniglio di Pasqua?




Beh, non è bellissima ma spero vi piaccia....
Un saluto!!!
(recensite??? =)
  
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