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Autore: Silkye96    09/07/2014    1 recensioni
La storia è molto basilare e semplice, Robin lascia Stella e Corvina cerca di prendere il posto dell'aliena.
Le domande da porsi sono:
Stella lo scoprirà?
Corvina è forse diventata cattiva?
Litigheranno?
Robin, chi sceglierà ?
Lo scoprirete solo leggendo ... Non do anticipazioni a nessuno u.u
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Chi non rischia non vince Le sofferenze dell'amore portano spesso a decisioni ironiche, per così dire.
Soffrire, perdersi, l'amore può fare male, dipende dalla serietà con cui si affronta la cosa.
La verità, è che ci si sente catturati , come intrappolati in una gabbia, se si giocano bene le proprie carte, si può uscire e riassaporare la libertà ma, se invece non accade, si rimane imprigionati in una situazione scomoda.
E quindi, che fare?
Di certo, bisogna evitare di buttare tutto all'aria.


Robin bussava incessantemente alla porta della giovane aliena.
- Stella, aprimi dai! -
La ragazza non si decideva a lasciarlo entrare.
Non lo avrebbe più fatto entrare.
Non gli avrebbe più permesso di farsi largo nel suo cuore.
No, mai più.
La porta rimase chiusa, il ragazzo meraviglia vi sbatté un pugno contro, il freddo stoico della porta metallica, lo distrusse interiormente.
Dentro il cuore di Stella, era tutto così: freddo, immobile ... E la colpa, era sua.
Si rendeva conto di aver trasformato una ragazza dolce, innocente e bambina, in una donna impenetrabile, scettica e sofferente.
"Ottimo lavoro genio, hai rovinato l'amore della tua vita" .
La vocina nella testa del ragazzo lo ammoniva ancora di più.
-Stella ... - mormorò con voce strozzata.
L'aliena, ascoltava da dietro la porta, la sua mano posata su di essa, cercava di reprimere l'istinto di aprire, di parlare con lui , di riprenderselo.
No, non poteva continuare ad amare l'uomo che l'aveva tramutata in ciò che era in quel momento, una persona morta dentro, senza nulla a cui aggrapparsi.
Sentiva che, lentamente, la gioia di vivere le scivolava via dalle mani.
Chiuse gli occhi  e , si spostò sul suo letto circolare, si rannicchiò , portando le ginocchia al petto e le circondò con le braccia.
Nascose il viso fra le gambe e pianse, pianse tutte le sue lacrime.
Robin, dall'altra parte, sentiva i suoi singhiozzi di dolore, sapeva di esserne la causa, di non poter fare nulla.
Si ricordò le parole di Alfred, il suo maggiordomo quando viveva da Batman.
"Non c'è nulla di peggio del sentirsi solo, di abbandonare una persona che ti fa piangere, anche se, lei, quella persona, che  causa il tuo pianto, è l'unica a poterti far sorridere ancora".
Solo ora, Robin comprendeva il significato di quelle parole.
Lui, era la causa della sofferenza di lei, ma , al tempo stesso, era anche l'unico che avrebbe potuto farla sorridere.
Si sedette appoggiando la schiena alla porta.
Stella, ne avvertiva la presenza, le sue lacrime le annebbiavano la vista.
Barcollò verso la porta, si sedette e posò la schiena contro di essa, Robin, dall'altra parte ne avvertì subito il calore.
- Per quel che può valere Stella, io ... Ti amo -
La ragazza iniziò a piangere ancora più forte.
Non era certo così facile come credeva lui.
Eppure, lei sapeva quanto fosse costato a Robin, dire una cosa del genere.
Sapeva che , se non fosse stato vero, non lo avrebbe mai fatto, mai.
- Stella, se c'è ancora un po' di noi in te, ti prego ... Apri .... -
Stella rimase immobile, non si mosse, ragionò a lungo su cosa fare, decise che, aveva paura, non voleva soffrire , non voleva riaccettarlo nella sua vita per poi doverlo ributtare fuori per colpa dei suoi sentimenti instabili.
Non aprì la porta, non lo fece.
Robin si alzò , si allontanò dalla porta e tornò nella sua camera buia.
Lì, nell'oscurità, dove nessuno poteva vederlo, Robin fece qualcosa che nessuno si aspettava, pianse.
Pianse forte, pianse così tanto che crollò a letto , svenuto.
Dormì tutta la notte, tranquillo e senza pensieri , continuò a piangere però.



La mattina seguente, Robin non uscì dalla sua stanza per tutto il giorno.
Stella era da Corvina, erano sedute sul letto della maga a meditare.
L'aliena sbuffò.
- Corvina, che è successo fra te e Robin? -
La ragazza sgranò gli occhi e perse l'equilibrio.
Stella incrociò le braccia al petto.
- Allora? -
Corvina scosse il capo.
- Non capisco ... Di cosa tu stia parlando -
L'aliena la guardò con sguardo torvo.
- Corvina, ti prego di dirmi la verità , io sono a conoscenza del fatto che qualcosa è accaduto -
La maga sospirò profondamente.
- Mi dispiace, Stella tu ... Tu non volevi dargli una seconda possibilità e io ... Io ho pensato che baciandolo lui ne avrebbe data una a me -
- Ma tu sapevi bene come mi sentivo io! -
- Sì, e sapevo anche che lo avresti fatto soffrire ancora! Tu non sei giusta per lui , non lo capisci! -
La principessa aliena rimase esterrefatta dalle parole dell'amica, sgranò gli occhi e scosse il capo, incredula di fronte a quell'affermazione.
- E' vero, io non lo capisco, ma l'ho sempre aiutato, tu che hai fatto per lui? -
- L' ho lasciato solo, come lui voleva! -
- Io credo che sia tu a non capire, Robin è fragile, se lo lasci solo si sente abbandonato, ha bisogno di qualcuno che insista e gli resti accanto anche quando lui dice di non volere, io amo Robin, lo amo così com'è , non lo capirò perfettamente, ma so di cosa ha bisogno , so com'è fatto e mi comporto di conseguenza -
Corvina rimase in silenzio, era impallidita, solo in quel momento comprese quanto Stella tenesse a Robin.
-Io però lo amo, non ho intenzione di rivalutare ciò che ho fatto, tu non vuoi dargli una seconda chance ma io non arrendo, lo conquisterò -
Stella comprese cosa la sua amica volesse dire, fino a poco tempo prima, anche lei la pensava così.
- Io non posso impedirtelo, hai ragione, io non voglio riprovare a stare con Robin, nessuno ti vieta di provarci -
Detto ciò, l'aliena lasciò la stanza della maga per tornarsene nella sua.




Robin era steso a letto, guardava il soffitto, le lacrime gli sgorgavano dagli occhi.
- Perché ? Perché non mi ama più ? -
La vocina nella sua testa, si fece largo fra i suoi pensieri pessimistici.
" Lei ti ama, ti ama ancora, ma non vuole stare male, vai avanti" .
- Io non voglio andare avanti! Io voglio solo Stella! - esclamò il ragazzo.
Le lacrime gli tormentavano il viso, ormai completamente bagnato.
Gocce cristalline, che facevano scivolare via ricordi, sentimenti ,emozioni.
La vocina si zittì.
Sentì bussare alla porta, non voleva alzarsi per aprire.
Poi sentì la voce di BB e Cyborg e si decise a farli entrare.
- Amico .... Ti decidi a dirci che è successo o no? - sbottò BB.
Robin spiegò l'accaduto agli amici , spiegò ogni cosa che era successa, i ragazzi lo lasciarono terminare senza battere ciglio .
Quando il ragazzo meraviglia terminò il suo discorso, BB lo osservò cautamente, poi proferì parola.
- Io trovo che quello che tu abbia fatto a Stella sia spregevole, non lo nego, ma quello che ora Corvina ha fatto a te è peggio -
Robin non capiva, in fondo , Corvina, non è che avesse fatto poi granché.
Si era solo esposta, così facendo però , gli aveva precluso ogni possibilità di riavere Stella.
Di questo era preoccupato, ora che non avrebbe più riavuto indietro la sua amata, che cosa avrebbe fatto? Di uscire con Corvina non se ne parlava, anche perché, nonostante il piccoletto negasse, Robin aveva notato quanto a BB piacesse la maga.
Infatti, lo sguardo risentito del mutaforma , lo convinse ancora di più.
Dal canto suo, BB pensava e ripensava a cosa potesse avere Robin che attraeva così tanto la mezzo demone.
Non gli entrava in testa, forse era perché si somigliavano così tanto caratterialmente, ma, comunque, non capiva come lei potesse amarlo, lui le parlava solo dei suoi problemi senza preoccuparsi dei suoi, solo perché se la intendevano alla perfezione.
Di questo era geloso marcio.
- Io sono d'accordo, ma trovo che questo sia solo il karma che fa il suo corso - borbottò Cyborg.
Robin lo squadrò confuso.
- Vedi, è molto semplice, tu hai distrutto una povera ragazza innocente come Stella, e ora ti ritorna tutto indietro -
Robin iniziava a capire cosa intendeva e gli diede ragione .
I tre decisero di uscire, di dimenticare le donne, almeno per un giorno.
La cosa non fu facile però, in quanto, prima di uscire, i ragazzi s'imbatterono in due litigiose Titans.
-Io non posso crederci Stella! Non cerchi nemmeno di riprendertelo!?-
- Corvina, io non ho intenzione di farmi prendere in giro! -
- Hey, hey voi due! - esclamò Robin.
Le due ragazze si voltarono, il tono autoritario del leader funzionava sempre.
- Siete impazzite?! Smettetela subito di litigare!  -
Stella abbassò lo sguardo, litigare non era da lei, non così furiosamente almeno e, comunque, non con i suoi amici più cari.
Corvina, dal canto suo , voleva solo svegliarla un po'.
- Corvina, non sei tu che devi risolvere i nostri problemi, se dovessi rifarmi una fidanzata non vorrei te, tu sei mia amica, ti voglio bene ma ... Puoi avere di meglio, Stella hai preso una decisione, l'ho capita, mi dispiace della delusione che ti ho dato, ma ormai è andata così -
Le due ragazze rimasero sconvolte dalle parole del loro capo.
Corvina si sentì umiliata.
- Se, se non avevi intenzione di uscire con me, perché allora ti sei lasciato baciare? -
- Corvina, mi hai colto di sorpresa, non sapevo che fare ... Ho sbagliato , ti sei illusa ma ... E' anche vero che hai fatto tutto di testa tua, te ne sei andata prima che potessi dirti che non volevo uscire con te, queste sono le conseguenze -
Stella ascoltò le parole mature di Robin, ne rimase colpita, a volte si scordava di quanto fosse intelligente.
- Hai ragione, scusami ... Stella , mi dispiace, mi perdoni? -
L'aliena sorrise e corse ad abbracciare l'amica.
- Sei perdonata amica! -
Robin si sentì più rincuorato, più leggero, quasi felice.
Capì che in fondo, sarebbe potuto andare avanti senza problemi, ora riaveva i suoi amici, la sua famiglia, ne era davvero felice.


Chiarire le cose in amore è importante,bisogna sempre  parlare, cercare di non dare nulla per scontato.
Anche se una storia finisce, bisogna sempre cercare di non arrendersi.
Bisogna rischiare, chi non rischia, non vince.

  
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