Capitolo Primo.

 
 
 

“Berlino, 28 Agosto 2012

Cara Lauren,
Non ci vediamo da quasi un anno intero e mi chiedevo come stavi...
Sai, qui la vita a Berlino procede in modo così monotono, che mi pare di vivere in un’ampolla di vetro:
a volte sembra che il mondo si fermi, o che proceda in un modo così lento, quasi straziante.
Passo la maggior parte del tempo a leggere o ad ascoltare tutti gli LP di David Bowie.
Per l’appunto in questo momento, sto ascoltando “Dancin’ out in space”  e l’aria sembra che stia diventando sempre più leggera, quasi frizzante.
Ormai l’aria fresca di fine agosto si fa sentire ed inizia  fare buio già verso le otto e mezzo.
Il che vuol dire che la riapertura delle scuola è prossima: com’è che si dice ? Anno nuovo, vita nuova?
Finalmente questo sarà il mio ultimo anno in questo penoso liceo, come sono felice !
Mamma poi, prima che inizi la scuola vuole rifare tutti gli accertamenti di salute..
Ah, sai com’è fatta lei, pignola com’è!
Adesso però parlami di te: come sta andando a Los Angeles ?
Ragazzi? Come si comporta la gente lì?
Aah, spero di venirti a trovare qualche volta , se la malattia me lo fa permettere !
Ora ti lascio.
Ti mando un abbraccio forte forte.
La tua sorella preferita (nonché unica!) .”
 
Prendo la lettera la quale spedirò a mia sorella e abbandono la mia camera da letto per dirigermi in cucina, dove mia madre mi aspetta per fare una colazione abbondante, come tutte le mattine.
“Buongiorno” 
“Qui c’è il pane tostato con del burro e Philadelphia light, marmellata di more e succo all’albicocca. Sbrigati a mangiare tutto e vestiti in modo veloce” mi rispose mia madre, liquidandomi con fare frettoloso.
‘Iniziamo bene la giornata a quanto pare’ pensai ironica.
Era raro vedere mia madre così frettolosa e di pessimo umore il mattino; lei che è sempre solare e raggiante... forse anche troppo per i miei gusti. Quindi mi sembra molto strano l’atteggiamento di questa mattina.
Finisco la colazione e mi vesto in fretta come mi aveva ordinato lei, per poi raggiungerla nel grande salotto dove come sottofondo regnava la musica ambient.
“okay, sono pronta. Dove andiamo ?” chiesi con tono scocciato.
“In clinica”
Alzai gli occhi al cielo: facevamo spola tra casa e la clinica da circa tre mesi, in modo così frequente che ormai non serviva più che ci dessimo un appuntamento con il dottore. A causa della mia malattia , purtroppo, dovevo andare regolarmente a fare delle visite cliniche ma in questi ultimi mesi mia madre sembrava ossessionata da questa cosa.
[…]
“Abbiamo i risultati delle ultime analisi della signorina Neumann Weiß” fece capolino il dottore corrugando di poco la fronte mentre osservava i miei dati e le diverse analisi.
“ Analizzando le varie diagnosi, soprattutto quella della immunofenotipica,siamo arrivati alla conclusione che la ragazza sta peggiorando ulteriormente. Leucemia cronica di tipo linfoide.”
L’aria divenne tutto d’un tratto più pesante, ed iniziò a mancarmi il fiato.
Ma fu l’ultima frase del dottor Schneider che mi uccise letteralmente :” La ragazza deve assolutamente curarsi, deve solo scegliere se prendere dei farmaci per il momento o se procedere subito con la chemioterapia e dunque il  necessario trapianto del midollo osseo” detto questo, ci liquidò andandosene dalla stanza bianca che sapeva di disinfettante.