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Autore: Scarlett_Brooks_39    10/07/2014    0 recensioni
Scarlett, una ragazza di 16 anni si ritrova coinvolta in un incidente e cade nell'acqua ghiacciata in pieno inverno per salvare sua cugina Emily, di cinque anni. Si risveglia in ospedale ma non sa che la Luna le ha donato dei poteri soprannaturali e che adesso è la sua guardiana. Viene salvata da Ben,bil ragazzo per il quale aveva da sempre avuto una cotta. Poco dopo avergli quasi confessato i suoi sentimenti il ragazzo sparisce. Scopre in seguito di far parte dei Guardiani, insieme ad altri dieci ragazzi e ragazze della sua età, protetti da ogni pianeta del sistema solare e dal Sole. Tra loro c'è anche Ben, ma non è lo stesso. Saturno infatti l'ha influenzato a tal punto da cambiarlo per sempre. I Buchi Neri, o Murdock, minacciano il pianeta Terra e fra non molto rinnoveranno la loro promessa di distruggerlo per sempre. I Guardiani dovranno sconfiggerli per salvare il loro pianeta e le persone che amano da un altrimenti orrendo destino. Come se non bastasse, un'altra minaccia incombe sui Guardiani ed è costituita da una delle persone più vicine a Scarlett.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Capitolo 11
Pace o Addio?


N
ei quattro giorni precedenti non avevo fatto altro che fissare lo scherzo del mio cellulare in attesa di un messaggio di Ethan, ma non era mai arrivato niente. Il giorno studiavo, la notte piangevo. Agli allenamenti non mi guardava e non mi rivolgeva parola, ne' lui, ne' sua sorella gemella Natalie, né tantomeno Ben, che mi aveva baciata e aveva detto di amarmi. I rapporti con mia madre non erano migliorati, le dicevo si e no 'ciao' prima di andare a scuola e per quanto riguarda gli allenamenti...si, ne avevo saltato soltanto uno, dopodiché mi aveva concesso di andarci.
Ero quasi arrivata a casa da scuola, ripensando e ripensando a quello che era successo nell'ultima settimana. Con aria assente imboccai la via di casa mia, stringendomi sempre più nel giaccone. Alzando gli occhi, trovai Ethan di fronte alla porta. Era veramente bello. Quanto mi erano mancati i suoi capelli castani, i suoi occhi scuri, tanto belli, tanto misteriosi.
Lo raggiunsi a grandi passi e mi fermai davanti a lui. Volevo solo abbracciarlo e speravo che il motivo della sua venuta fosse una pace, non un addio. Non sapevo nemmeno se ce l'avrei fatta a reggere anche un altro colpo del genere.
"Ciao."- sussurrai, guardandolo negli occhi. Aveva un'espressione dura, seria, che mi fece venire i brividi. C'eravamo? Ci stavamo lasciando?
"Ciao."-seguirono alcuni momenti di silenzio in cui trovai molto interessanti le macchie di polvere sui miei stivali.
"Senti Scarlett, noi...noi dobbiamo parlare."
"Okay, non mi sono comportato bene e ti chiedo scusa, ma...ma quando ti ho visto con lui non ci ho visto più. Lo so, sono stato troppo geloso e so che non ti piace, quindi ho pensato di finirla qui. Meglio se ci lasciamo, così ti renderò libera e non sarò più geloso."- mi tremarono le gambe e stetti per cadere, perciò mi aggrappai al porticato. Non poteva farmi questo, non l'avrei sopportato! Non poteva abbandonarmi anche lui, non volevo rimanere di nuovo sola. Feci per replicare, ma poi mi zittii.
"Però...però poi ho capito di amarti troppo per smettere di farti ridere, per lasciarti andare. Quindi ti chiedo scusa e se puoi, per favore, perdonami." Un respiro di sollievo mi uscì senza ritegno. Gli gettai le braccia al collo, aggrappandomi a lui.
"Ethan, Ethan, scusami! Scusami, non volevo litigare. Per favore, ti prego, non fare mai più una cosa del genere! Mi hai quasi fatto prendere un infarto."
Lui rise ed io lo strinsi più forte, vicino a me. In quel momento non avevo bisogno d'altro. Fece per scostarsi, ma io lo trattenni. Sapeva di pulito e di casa.
"Ti prego, sta' fermo." Avevo solo bisogno di sentirlo vicino a me, di poter soffocare tutti i miei problemi in quella pelle così morbida.
"Scarlett, che succede?" Aveva intuito che c'era qualcosa di strano in me e gli fui grata di avermelo chiesto. Dovevo sfogarmi con qualcuno.
Gli raccontai di mia madre, di Selene, di quello che avevo pensato e provato, senza tralasciare dettaglio. Lui ascoltò attentamente, senza mai staccare gli occhi dai miei.
"Scarlett, è normale che tu sia preoccupata, ma sta tranquilla, non le succederà niente. Noi non abbiamo il potere di guarire, anche se..."
"Se...?"
"Alla Base forse troveremo delle risposte. Andiamo."
"Non posso Ethan..."
"Ah già, la mamma mastino, dimenticavo. Ma agli allenamenti puoi venire, giusto?"
"Si, assolutamente."
"Bene, allora cercheremo la' domani pomeriggio." -"Mi sei mancata."
"Anche tu, tantissimo."
Ci guardammo per un infinito istante, ed io rividi nei suoi occhi un pizzico di quella felicità che avevo provato un tempo.
Le nostre labbra si sfiorarono e mi ricordai di quanto fossero morbide le sue. Ma sentivo che qualcosa era cambiato... Era come se la corda che ci legava si fosse spezzata per sempre e niente o nessuno l'avrebbe aggiustata. Provai un sentimento misto alla paura, alla delusione, al disprezzo per me stessa e all'incredulità. Avevo sempre pensato che io ed Ethan saremmo rimasti insieme per sempre, che quel sentimento che ci legava non si sarebbe mai rotto... Ed ora? Cosa potevo fare? Solo far finta di non aver pensato queste cose. Forse era un sintomo dovuto alla lontananza, magari serviva solo un altro po' di tempo per abituarmi. Sfiorammo le fronti l'una con l'altra e poi lui iniziò a farmi il solletico. In genere non lo soffrivo, ma il suo tocco aveva qualcosa che...che mi impediva di non ridere. Ci fermammo quando vidi i fanali della macchina di mia madre brillare nel buio.
"Vattene, altrimenti non potrò venire nemmeno domani pomeriggio."
"Va bene, ci vediamo dopo."
"Ma che..?" Non feci in tempo a finire la domanda, perché se n'era già andato, volatilizzato nel buio. Mi affrettai ad entrare in casa, a tirare fuori due libri a caso dallo zaino, una penna, accendere la luce e sedermi in cucina a fingere di fare i compiti di matematica che in realtà avevo già fatto a scuola, ma altrimenti mi avrebbe fatto il terzo grado, quindi...
"Ciao tesoro." Fece lei col suo solito fare esausto, chiudendo la porta.
"Ehy, ciao."
"Cosa stai facendo?"
"Oh, ho appena finito matematica, sono esausta, adesso vado in camera. A dopo."
"Aspetta. Scarlett, mi spiace per ieri, ma cerca di capire, io voglio solo aiutarti e mi sono arrabbiata per il fatto che non sei quasi mai a casa perché ho avuto paura."
"Ma certo mamma, ti capisco. Mi spiace di essere stata così superficiale. Non succederà più."
Le sorrisi e la abbracciai, per poi avviarmi in camera mia. Nascosto dietro una tenta, nell'oscurità, c'era Ethan.

"Che ci fai qui? Cosa sei, mezzo vampiro?" Scostò la tenda davanti a se' e mi raggiunse a grandi passi, poi mi cinse la vita con le sue forti braccia e accostò le sue labbra sulle mie. Io mi lasciai trasportare in quel momento così perfetto, così improvvisato. Ci scostammo. Lui provò a baciarmi di nuovo, ma io voltai la testa da un lato e lui mi scoccò un tenero bacio sulla guancia, affondandoci il naso.
"Se vuoi, vedila così."
"Ethan...ti devo dire una cosa." Dovevo dirgli di Ben, del bacio, del mio senso di colpa e del fatto che avevo sbagliato e che ero solo un' idiota, perché di lui non m'importava più niente.
"Puoi dirmi tutto."- mi cinse ancora di più la vita col braccio e mi guardò negli occhi con espressione curiosa. In attesa. Non potevo dirglielo! Avremmo finito per litigare, per lasciarci, per finire tutto per sempre. Non volevo che succedesse. In fondo era solo una stupidaggine, non aveva significato niente.... No, non aveva davvero significato niente, quindi non glielo dirò. Non posso rovinare tutto ora che abbiamo appena fatto pace. Farò finta che non sia successo niente, me lo dimenticherò, una piccola bugia non può modificare il nostro rapporto. Oppure si? No, non può. Non gli dirò niente.
"Niente."
"Dai, sono curioso."
"È che... Sono davvero felice che abbiamo risolto. Sono stata malissimo in questi giorni."
"Anche io...non voglio più litigare per queste cose. Se dici che è una storia chiusa, allora ci crederò. Perché è così, giusto?"
"Ma certo che è così!" Ipocrita, ripetei a me stessa. Bel casino.
"Niente può rovinare il nostro rapporto, vero?" Domandò lui, come un cucciolo che aveva bisogno di sentirsi dire 'ti voglio bene'. Quanto avrei voluto pensare che era davvero nel modo in cui credeva lui...
"Niente può rovinare il nostro rapporto, anzi, nessuno. I amo te, e nessun altro." Ben. Tu ami Ben, non Ethan. Smettila, non è vero! Le due me, come divise in due parti diverse, una che faceva il tifo per Ethan e una per Ben, stavano litigando fra loro. Poi Ethan mi baciò e non sentii neanche un minimo di ciò che avevo sentito quando Ben mi aveva baciata. Niente fuochi d'artificio. Era come se quel bacio fosse finito sulle labbra, invece che sulla guancia Oddio, che casino. E ora cosa faccio? Niente, sopprimo questo sentimento e vado avanti con la mia vita, al fianco di Ethan.
"Sono contento per noi."
"A- anch'io sono contenta per noi." Mi sforzai di sorridere, ma ci riuscii solo per metà. I suoi occhi erano così pieni di gioia... Non potevo spezzargli il cuore, non me lo sarei mai perdonata.
"Adesso devi andare." L o spinsi via da me e lui mugolò.
"Ancora cinque minuti, mammina..."
"No, avanti! Ma tua madre non ti dice niente se torni tardi a casa?"
"No, anche perché lei crede che sia ancora a scuola al corso di potenziamento, quindi il problema non si pone neanche."
"Hai saltato il corso di potenziamento per me?"
"Penso che tu sia più importante di uno stupido corso d'inglese.... E comunque non ce l'avrei fatta a concentrarmi, quindi tanto valeva chiarirci."
"Che cosa carina!"
"Lo sai che farei anche di peggio, per te, perché sono innamorato di te."
Perché continuava a dirmelo?! Basta! Il senso di colpa continuava a salire, come l'acqua di un fiume in cui piano piano sarei affogata.
"Adesso però devi andare."
"E non mi dai neanche il bacio della buonanotte?"
Mi avvicinai e gliene diedi uno a stampo sulle labbra, trattenendolo per qualche secondo.
"Adesso vattene!"
"Va bene, va bene! Guarda te che ringraziamento!" Si mise a ridere, mentre saltava sull'albero fino a toccare terra.
"Buonanotte, ti amo." Mi sussurrò ed io mi voltai, visto che ero già in direzione letto.
"Buonanotte." Ethan, vai a casa! Stava diventando pesante. E mi vergognavo a pensarlo.
Stavo per chiudere le serrande, quando scorsi un movimento nell'ombra. Oddio, ci risiamo. E ora che vorrà? Mi balzò il cuore in gola quando mi accorsi che l'ombra non apparteneva ad Ethan, ma a Ben, che mi stava fissando, appoggiato con la schiena al tronco di un albero e le mani nelle gigantesche tasche. Sapevo che non dovevo provare quei sentimenti, che dovevo sopprimerli, ma erano come una bestia inferocita che avevo rinchiuso in una gabbia. E non poteva rimenare lì a lungo, perché presto di sarebbe liberata. Poi lui mi sorrise e capii che presto mi avrebbe raggiunto.
  
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