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Autore: Mia101    10/07/2014    0 recensioni
"Le lacrime di odio possono anche corrodere la pelle"
Amber è un vampiro, come il suo migliore amico Castiel. Perseguitati da sempre dai cacciatori di vampiri, dividono la loro vita tra fughe notturne dai cacciatori e la scuola. Qui Amber conosce e s'innamora del figlio di un pericolossisimo cacciatore. Ma nella scuola, i vampiri stanno segretamente organizzando una rivolta e sono pronti ad uccidere tutti i cacciatori. Alla battaglia manca davvero poco per esplodere e il minimo errore di Amber farà sporofondare vampiri e umani in una battaglia che potrebbe segnare la fine della loro esistenza. Oppure, Amber potrebbe dare il via alla guerra che porterebbe l'inizio dell'era del dominio dei vampiri, e mettere fine alla loro sofferenza.
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Corri, corri!" Mi urlò. Di scatto, mi voltai e li vidi. Erano circa dodici uomini, forse anche di più, col volto nero, coperto di grasso e pece, con gli occhi assetati di sangue. Del mio sangue. Ogni angolo del loro volto esprimeva odio.
Iniziai a correre, sentivo le loro urla, i loro stivali che affondavano del fango, sentivo di non farcela più. Il mio corpo stava cedendo, le mie gambe si rifiutavano di correre e stavo rallentando sempre di più. Ormai mancava solo qualche metro e mi avrebbero presa. Davanti a me vedevo Castiel, che ormai era sempre più distante. Faticavo a tenere gli occhi aperti, fumo, aria, terra e sabbia mi penetravano nelle narici e nei polmoni, mi irritavano gli occhi e non vedevo più nulla, mi imponevo di procedere in avanti, verso il bosco, l'unico riferimento che avevo. Sentii improvvisamente una stretta, qualcuno o qualcosa mi aveva stretto con forza il polso. Lanciai un urlo così forte da rimanere senza fiato. "Sono io, calmati, andrà tutto bene". Era la voce di Castiel. Non vedevo più nulla, ma quella sua voce inconfondibile rimbombò nelle mie orecchie. Mi prese e mi caricò sulle spalle, sentivò il rumore assordante delle urla dei nostri inseguitori, il respiro di Castiel e il crepitio del fuoco che bruciava intorno a noi. Ci facevamo spazio tra le fiamme, sentivo la mia pelle bruciare, piangevo, e le mie lacrime irritavano ancora di più gli occhi pieni di terra e fumo, piangevo di rabbia, di odio. Castiel rallentò. Realizzai solo in quel momento che le urla degli inseguitori non si sentivamo più, ormai erano lontane, giungevano come semplici borbottii senza senso. Castiel mi appoggiò a terra, e dopo qualche minuto ritornai a vedere chiaramente. Castiel era sdraiato a terra con la pelle bruciata, pieno di terra, coi vestiti lacerati e grossi tagli sul petto. Mi resi conto che io ero in condizioni molto migliori, così mi allontanai cercando un ruscello. Mi immersi, mi lavai la faccia e le narici, il corpo e gli occhi. La pelle mi bruciava ancora di più in acqua e sentivo che lentamente tutti i residui di terra e di sangue andavano via. Tornai da Castiel e gli lavai il viso, gli feci riprendere i sensi e lo feci immergere in acqua. Lavai i nostri vestiti, li strappai e medicai le sue ferite. Casa non era lontana, ma si stava facendo giorno, quindi bisognava muoversi. Con la luce del sole per i cacciatori sarebbe stato più facile trovarci. Niente li fermerà, solo quando saremo morti tutti il loro odio si placherà.
   
 
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