Dedicata a Roro-chan!
Auguri –
parte seconda!
Aryuna
The
Host
Le undici e mezza.
E Sango è sparita. Doveva
arrivare davanti al locale mezz’ora fa, e invece eccomi; sono da sola, in piedi
davanti ad una porta con un tacco da 15 cm che attenta alla mia vita. E Sango non c’è. Il quarto pretendente della serata cerca di
abbordarmi, ennesima rispottaccia da parte mia,
ennesima ingiuria da parte sua. Comincio a battere nervosamente il piede.
Il giorno prima, Sango
propone questa festa. Mi obbliga a venirci. Dice che troverà lei due ragazzi
disposti ad accompagnarci.
…
Ebbene, dove sono i ragazzi? E lei?!
“Kagome!”. Oddei, incredibile ma vero la sua voce mi solletica le
orecchie! Mi volto nella sua direzione, nera come non mai, decisa a farle un
cazziatone che nemmeno sua madre le ha mai fatto. E invece, rimango
paralizzata. Eccola venire verso di me, sventolando la mano esageratamente, con
dietro due ragazzi. Due bellissimi ragazzi.
Il primo, che affianca Sango,
è alto e moro, con i capelli legati in un codino e gli occhi di un bellissimo
blu notte. Il secondo, è sicuramente un mezzo demone. Le orecchie sulla testa,
bianche e tenere, non lasciano spazio a dubbi. Gli occhi sono due topazi, mi
ipnotizzano.
“Kagome, scusa il ritardo,
non li trovavo”, mi dice Sango, stringendo il braccio del moro, il suo compagno suppongo. Quello mi
sorride, presentandosi. Miroku. Singolare presentarsi
solo con il nome. E poi cosa intende per trovarli?
“Non vi eravate accordati bene sul posto
dell’appuntamento?”, chiedo, concentrando lo sguardo sul ragazzo mezzo demone.
Capelli d’argento, affascinanti. Sango tossisce,
attirando la mia attenzione.
“Sì… diciamo di sì”, dice
cercando di evitare la risposta. La fissò sospettosa, mentre mi tira nel
locale. Il ragazzo, il mio, mi
affianca, e mi sorride. Nel locale ci sono troppe luci, fastidioso, quindi mi
siedo immediatamente in un angolo. Tipico di quando vado alle feste, odio stare
al centro dell’attenzione. Normalmente sto da sola, ma oggi lui si siede
accanto a me. Mi rendo conto di non sapere neppure il suo nome.
“Come ti chiami?”, mi precede, sorprendendomi, “io Inuyasha, piacere”. Ecco, un altro che si presenta solo con
il nome. Sorrido, forse un po’ forzata. “Kagome”,
rispondo, decisa anche io a nascondere il cognome, visto che sembra una moda. Lui
rimane sorpreso, non capisco da cosa. “Comunque se vuoi divertirti vai pure, Sango mi lascia sempre da sola di solito, per cui…”, lascio la frase in sospeso, per evitare che creda
che lo stia cacciando. Mi sorride, sghembo, un sorriso che mi fa accelerare il
cuore.
“Sono venuto apposta per non lasciarti sola”, mi
dice, facendomi arrossire, “la tua amica ci ha chiamati apposta”. La mia amica?
Come, non conosce Sango? Forse è un amico di Miroku, anche se effettivamente Sango
non mi ha mai parlato di lui prima d’ora. Rimango perplessa.
“Quindi, tu sai cosa c’è tra Miroku
e Sango?”, gli domando, forse un po’ troppo
impicciona. Ma in quella storia qualcosa non tornava. Lui mi fissa, sorpreso.
Poi scoppia a ridere. Rimango impietrita, non capisco che sta succedendo. Sango, ma cosa hai combinato?
“Possibile che tu non sappia nulla?”, mi domanda,
cercando di trattenersi, dato che stavo facendo l’offesa. “No, non so nulla!”,
rispondo scocciata, sperando che se ne vada in fretta. Mi osserva, interessato,
troppo per i miei gusti.
“Se vuoi ti spiego, non mi piace frequentare chi non
sa nulla, va contro il mio modo di lavorare”, mi dice. Che cosa? Modo di
lavorare? Lo fissò – bellissimo – e
lui continua, prendendo il mio silenzio per un sì. “Io e Miroku
siamo accompagnatori”.
…
“Che cosa?”, quasi urlo, diverse persone si girano a
guardarmi, infastidite. Chiedo scusa con dei cenni, e mi concentro nuovamente
su di lui. Sembra divertito.
“Allora non scherzavi dicendo che non sapevi nulla”,
dice trattenendo le risate. Io sbuffò, e mi allontano da lui. Si riavvicina
subito, e questo mi scoccia. Sango lo ha pagato per
tenermi compagnia e basta? Conoscendola no. “Per cosa sei stato pagato?”,
domando quindi, pentendomi subito. Preferivo non saperlo. “Servizio completo”,
mi risponde tranquillo, “tutto compreso”.
Deglutisco, per poi fulminarlo. Lui ride. “Ovviamente, la tua amica ha
precisato che avrei dovuto seguire le tue indicazioni, anche se mi pagava
comunque il completo. Faccio solo ciò che mi chiedi”.
“Allora se ti dico di smammare?”, domando brusca.
Lui continua a sorridere, tranquillo. “Se vuoi lo faccio”, risponde pacato.
Sospiro, incapace di resistergli. “No, rimani per favore”, gli dico, fissandomi
le mani. Sorride, e comincia a parlarmi del più e del meno. In realtà non seguo
il discorso, lo osservo con la coda dell’occhio. Non voglio ammetterlo, ma mi
affascina.
“Sembra un appuntamento”. Sobbalzo, notando che mi
sta fissando. “Come?”. “Bè”, continua lui, “dato che
tu non sai nulla della storia degli accompagnatori, sembra un appuntamento”.
Abbasso lo sguardo, arrossendo. “Scemo”, mormoro, ma lui mi sente. “Vero”,
dice, sorridendo sghembo.
Vedo un uragano venire verso di me. Sango.
“Andiamo via”, sibila, tirandomi per il braccio. Inuyasha mi segue, confuso quanto me. Sentiamo Miroku urlare il nome di Sango,
ho come un sospetto… Inuyasha
alza gli occhi al cielo, di certo sa di cosa si tratta.
“Sango, il cellulare!”,
urla Miroku. Lei si blocca, e torna indietro alla
velocità della luce. Gli strappa il telefono di mano, e ringhia. “Brutto
maniaco!”. “È la mia natura”, riponde lui,
sorridendo, “o non farei questo lavoro”. Inuyasha,
accanto a me, sbuffa. Non sembra d’accordo, deduco che lui non fa questo lavoro
per natura. Non so perché, ma questo
pensiero mi solleva.
Sango,
torna verso di me, ma si immobilizza a un palmo dal mio volto, osservando Inuyasha. “E te?”, gli domanda brusca. Lui mi osserva e io
gli faccio cenno di andare. La serata sta prendendo una brutta piega, meglio
non peggiorarla.
Quegli occhi topazio… già
mi mancano.
Mezzogiorno.
Il telefono squilla. Sblocco la tastiera, e apro il
messaggio.
“Ciao Kagome, sono Inuyasha. Miroku mi ha dato il numero, l’ha preso da Sango. Ti va di vederci? Spero in un appuntamento vero
stavolta ;)”.
Sorrido, sorpresa di me stessa. Voglio davvero dare
confidenza ad uno che lavora in un Host Club?
“Sì”. E
invio.
Eccomi con la storia, sono in ritardo,
lo so, ma ieri non sono riuscita a farla leggere a Roro-chan
ç.ç
Mi è venuta in mente leggendo B.O.D.Y., che parla appunto di accompagnatori ù.ù *non è un fumetto sconcio,
non temete!* Ringrazio Emiko per il consiglio per il
titolo, e ovviamente… Ancora auguri Roro-chan! ^^
Aryuna