Fanfic su attori > Coppia Gyllenhaal/Ledger
Ricorda la storia  |       
Autore: BrokebackGotUsGood    10/07/2014    0 recensioni
Uno è già cotto a puntino, l'altro non può più fare a meno di lui ma non se ne rende conto (o non vuole rendersene conto).
Cosa potrebbe succedere se ci si mettesse di mezzo un litigio con la propria ragazza, sensazioni mai provate prima e...una notte insieme?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'A love that will never grow old'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







One.









 
Dire che ero allibito, incredulo e sconcertato sarebbe stato un vero e proprio eufemismo, ma avrei sfidato chiunque a non esserlo nel mio stesso caso.
A dire la verità non sapevo nemmeno perché stessimo avendo quella discussione (alle dieci di sera, per di più), dal momento che le avevo già spiegato con tutti i mezzi possibili che la sua era una teoria totalmente assurda, oltre che impossibile, fuori da ogni concezione  e...e di nuovo assurda! Davvero, non riuscivo a credere che lo pensasse seriamente, ma la cosa peggiore era il motivo per cui aveva iniziato a crederlo.
-Perché non me lo dici chiaro e tondo una volta per tutte, invece di continuare questa farsa?!-
-Perché non c'è proprio niente da dire! Sei tu che ti sei messa in testa questa idea ed è una buona mezz'ora che sto cercando di fartela passare!-
-Puoi dire quello che vuoi, ma ormai ho capito tutto. Ho capito perché state sempre appiccicati, perché state ore e ore al telefono quando tu hai sempre odiato farlo, perché ti si illuminano gli occhi quando parli di lui e perché trascorri quasi più tempo con lui che con me!-
-Dio, ma ti senti quando parli?! E' il mio migliore amico e soltanto perché abbiamo girato un film in cui interpretavamo due cowboy innamorati l'uno dell'altro non significa che dobbiamo esserlo davvero!-.
Già, Michelle era fermamente convinta che io e Jake avessimo una relazione segreta e stavo andando in esaurimento nervoso per farle capire che, diamine, questo non sarebbe mai potuto succedere.
Insomma...sì, quando ero con lui stavo semplicemente da Dio, non mi ero mai trovato così a mio agio con nessun altro collega ed eravamo diventati migliori amici praticamente da subito sul set di Brokeback Mountain, ma la cosa si fermava lì e non sarebbe mai potuta andare oltre.
Ma la mia ragazza lì presente era convinta del contrario, e tutto per colpa dei viaggi mentali che, per motivi a me assolutamente ignoti, aveva iniziato a farsi da chissà quanto tempo.
''Ok, rivediamo un attimo i fatti''.
Dopo le riprese, l'amicizia tra me e Jake era cresciuta a dismisura e si era rafforzata a tal punto da renderci quasi inseparabili; trascorrevamo insieme ogni momento libero dal lavoro o da altre cause di forza maggiore (come fidanzate che pretendevano di essere portate fuori a cena o di andare a fare shopping), ci raccontavamo e confidavamo qualsiasi cosa, anche la più insignificante, e nelle interviste l'uno nominava sempre l'altro, lodandone la professionalità o evidenziandone la simpatia, la maturità, la gentilezza. Con lui riuscivo a sbloccarmi completamente e ad essere veramente me stesso, perdendo come per magia l'insicurezza e la riservatezza che mi avevano caratterizzato praticamente sin dalla nascita: era sempre pronto ad ascoltarmi senza giudicare, a darmi i suoi migliori consigli, a farmi ridere e a farmi stare bene quando mi sembrava che tutto il mondo mi stesse crollando addosso, e non gli sarei mai stato abbastanza grato per tutto quello che aveva fatto per me e che, senza dubbi, avrebbe continuato a fare.
Ma la domanda era: tutte queste cose erano normali e comuni tra migliori amici, no? E allora cosa diavolo faceva credere a Michelle che tra me e Jake ci fosse qualcosa di più?!
''Secondo me non ti dispiacerebbe così tanto, se ci fosse''.
Feci appello a tutte le mie forze per ignorare il pensiero appena fatto  e cercai di concentrarmi esclusivamente sul problema ''fidanzata impazzita a ore dodici''.
-Sei tu che non ti senti quando parli, altrimenti ti renderesti conto della situazione! Sei tutto ''Jake qua, Jake là, Jake su, Jake giù'', e anche lui non è messo diversamente, credimi! Siete praticamente dipendenti l'uno dall'altro!-.
Avevo sentito bene? Dipendenti?
Ora non ero semplicemente allibito, ero sconvolto.
Boccheggiai un paio di volte nel tentativo di far uscire qualche frase che non contenesse una bestemmia. -Io non so più come farti ragionare, ci rinuncio-
-Bene, allora vai dal tuo Jake!-
-Con piacere, guarda!-.
Alzò le sopracciglia con fare ovvio, come se le avessi appena dato la conferma di ciò che si ostinava a sostenere; io la guardai con aria esasperata, non riuscendo ancora a credere che tutto quello stesse accadendo seriamente, poi roteai gli occhi e, dopo aver preso le chiavi della macchina con uno sbuffo, mi diressi verso la porta di ingresso.








''D'accordo, inspira ed espira, con calma. E' semplicissimo, devi solo alzare un dito e schiacciare quel lucido bottoncino che costituisce il campanello''.
Giuro che non avevo idea del perché fossi così nervoso.
Durante il viaggio in macchina avevo riflettuto molto sull'assurda situazione in cui ero andato a finire e, dopo una serie di vari ragionamenti e supposizioni, ero arrivato a dedurre che Michelle si aspettava che passassi la notte da Jake e a quel pensiero il mio stomaco era andato in subbuglio, il cuore aveva iniziato a battere più velocemente e una strana euforia mi aveva pervaso da capo a piedi, senza un'apparente ragione.
Era da subito dopo la litigata che mi sentivo strano, come se fossi stato improvvisamente colpito da una scioccante rivelzione e dovessi ancora farla accettare a me stesso, ma, nonostante gli sforzi, non riuscivo a capire di cosa si trattasse; sapevo solo che, a prescindere da qualunque strana idea si fosse radicata nella mente della mia ragazza (anche se non sapevo per quanto ancora lo sarebbe stata), Jake era l'unico con cui avessi voglia di stare in quel momento.
Ci eravamo visti neanche due giorni prima e già avevo una voglia matta di riabbracciarlo, di sentire la sua voce, di avere i suoi limpidi occhi azzurri nei miei, di vedere quel sorriso che era in grado di far risplendere tutto di vita...
''Ma cosa vai a pensare?! Non ti starai mica lasciando influenzare dalle teorie di Michelle dettate dalla pura follia, vero?!''.
Dio, dovevo capire cosa diamine mi stava succedendo, ma prima di tutto dovevo decidermi a suonare quel fottuto campanello.
Presi un ultimo profondo respiro, cercando di contenere l'inspiegata agitazione, poi mi passai una mano tra i capelli e finalmente riuscii a compiere il fatidico gesto, che però mi provocò un'ulteriore fitta allo stomaco.
Aspettai che venisse ad aprirmi, sperando con tutta l'anima che fosse in casa e cercando intanto di dare una spiegazione a ciò che stavo sentendo: ok, ero estremamente contento del fatto che di lì a pochi secondi avrei rivisto il mio migliore amico, ma allo stesso tempo non avrei dovuto sentirmi giù di corda per il litigio avuto neanche un'ora prima? 
Quella fu la cosa che mi lasciò maggiormente spiazzato.
Il pensiero che sarebbe potuta essere l'ultima discussione tra me e Michelle non mi stava turbando minimamente, anzi, dentro di me sentivo come se qualcosa si fosse alleggerito, mi sentivo più libero, provavo come la sensazione che mi fosse stata data la possibilità di vivere un'esperienza che mi era sempre stata negata e...
...''Oh, ma di che esperienza stai parlando?!''. 
Dio, non era normale tutto ciò, ma non fui più in grado di pensare quando sentii il rumore dello scatto della serratura, e fu allora che la cassa toracica divenne troppo claustrofobica per il mio povero cuore; diamine, non mi sarei sentito così nemmeno se non lo avessi visto da decenni!
Jake aprì la porta e tutto svanì quando mi ritrovai davanti quelle iridi di un ipnotico azzurro surreale; alzò le sopracciglia e socchiuse leggermente la bocca in un'espressione stupita, rimanendo bloccato con la mano ancora sulla maniglia, e passò qualche istante di imbarazzante silenzio in cui boccheggiai alla ricerca di una frase di senso compiuto. 
Fortunatamente ci pensò lui, che aggrottò la fronte con fare confuso ma allo stesso tempo fece un sorrisino incredulo. -Heath, ciao! Cosa...cosa ci fai qui?-.
Il mio sorrisino fu di imbarazzo, che però cercai di mascherare in ironia. -Pensavo saresti stato contento di rivedermi-
-Certo che lo sono!- rispose con finta indignazione, -Ma di solito non ti presenti a casa mia a quasi le undici di sera senza preavviso-.
Lo disse con divertimento e non con scocciatura, anzi, mi sembrava di scorgere un luccichio di felicità nei suoi occhi, ma nonostante ciò mi sentii leggermente a disagio, cosa che non sarebbe sicuramente successa in circostanze diverse.
Mi schiarii la voce e abbassai lo sguardo, cominciando incosciamente a spostare il peso da un piede all'altro in una sorta di nervoso dondolio. -B-beh, ecco...è una storia lunga, non so da dove iniziare e...-
-Dai, entra-. 
Eccolo il mio Jake, sempre pronto ad accogliermi a braccia aperte prima ancora di sapere quale fosse il problema.
-Sicuro che non disturbo...?-
-Non sei mai stato un disturbo e mai lo sarai, lo sai benissimo. Anzi... avevo voglia di vederti-.
A quella frase alzai improvvisamente gli occhi dal pavimento e li puntai sui suoi, forse più a lungo del dovuto, assumendo un'espressione addolcita; fu invece il suo turno di guardare da qualsiasi parte tranne che verso di me, come se si fosse pentito di averlo detto ad alta voce, ma quella fu solo una mia impressione.







 

-Sul serio, quella è stata l'unica partita in tutta la storia del basket in cui i Lakers abbiano giocato male-
-Concordo, ma ovviamente non mi ha fatto cambiare opinione su di loro-
-Certo, rimarranno sempre i migliori, questo è poco ma sicuro-.
Un'altra cosa, tra tutto il resto, che adoravo del mio migliore amico era il suo modo di riuscire a metterti completamente a tuo agio e farti rilassare prima di arrivare direttamente al tasto dolente (anche se nel mio caso non sembrava essere particolarmente dolente): dopo avermi fatto entrare, al posto di chiedermi subito cosa fosse successo, mi aveva offerto una tazza di caffè e ci eravamo seduti entrambi sul divano a parlare del più e del meno, fino a far arrivare mezzanotte e mezza; ancora mi stupivo di come riuscissi ad aprirmi e a lasciar uscire liberamente le parole quando eravamo insieme, con lui sentivo di non avere limiti, sapevo di potergli confidare qualunque cosa senza timore e, soprattutto, potevo sempre contare sul fatto che mi avrebbe sempre ascoltato. Se non ci fosse stato lui, non avrei saputo davvero cosa fare. 
-Merda, si è fatto già così tardi?- disse incredulo, guardando l'orologio e accorgendosi anche lui dell'orario.
-Già- risposi con calma, come se fosse perfettamente normale tenerlo sveglio a quell'ora per una faccenda di cui, tra l'altro, ancora non mi ero deciso a parlargli; tuttavia lui sembrava non esserne per niente dispiaciuto, anzi, ancora una volta mi aveva dato la dimostrazone che gli piacesse la mia compagnia in qualsiasi luogo, a qualsiasi ora e in qualunque circostanza e che non mi avrebbe mai respinto.
Ma in fondo di cosa mi meravigliavo? Si sapeva che Jake Gyllenhaal era la definizione di fantastico, unico, eccezionale, straordinario, perfetto, stupendo, meraviglioso...
''Ne hai ancora per molto?!''.
Per il momento non mi andava di preoccuparmi dei sempre più numerosi pensieri inusuali che facevo: avevo altre questioni da risolvere, in quel momento.
-Bene, ehm...credo sia arrivato il momento delle spiegazioni- dissi dopo qualche istante di silenzio, attirando la sua attenzione.
Annuì, sistemandosi meglio sul divano in modo da essere voltato verso di me e appoggiando un braccio a peso morto sulla testiera. -Spara-.
Trovai anch'io una posizione più comoda e mi sfregai le mani sui jeans, sentendomele sudate per qualche strano motivo. -Beh, ecco...io e Michelle abbiamo litigato di brutto. Mi ha fatto innervosire talmente tanto che ad un certo punto mi sono stufato di stare lì ad ascoltarla, così sono uscito di casa e su dove andare non ci ho pensato molto-.
A quella frase spalancò gli occhi dalla sorpresa, correlandoci anche un'alzata di sopracciglia, e nell'azzurro delle sue iridi ebbi come l'impressione di intravedere uno strano luccichio che aveva tutta l'aria di essere...speranza, avrei osato dire.
''Ma speranza per cosa? Fammi il piacere!''.
-Oh, mi...mi dispiace- rispose, anche se non sembrò del tutto sincero. -Ma cosa è successo esattamente?-.
Si versò dell'acqua dalla bottiglia sul tavolino di fianco a noi e, mentre si portava il bicchiere alla bocca, mi guardò attento e interessato, come se stessi per raccontargli qualcosa che riguardava strettamente anche lui.
Cercai di non far trasparire la mia confusione riguardo il suo comportamento anomalo e cercai di prepararmi mentalmente le parole giuste, anche se non c'erano poi tanti modi per dire che...
-Lei pensa che io e te abbiamo una relazione segreta-.
La sua reazione fu immediata.
Sputò una parte dell'acqua che aveva in bocca e con l'altra per poco non si strozzò, iniziando a tossire violentemente, tanto che dovetti intervenire in suo soccorso: mi avvicinai a lui e gli diedi qualche pacca forte sulla schiena, mentre lui cercava di respirare. 
-Ehi ehi ehi, Jake, piano!-
-Sto bene, sto bene- rispose a fatica, dando un ultimo colpo di tosse e strizzando le palpebre per riprendersi: che stesse bene non mi sembrava proprio, dal momento che era diventato quasi bordeaux in faccia.
Dio, anche io ero perfettamente consapevole che fosse una cosa assurda ciò che gli avevo appena detto, ma non pensavo di averlo scombussolato a tal punto da farlo quasi uccidere!
Piano piano riportò il fiato alla normalità o quasi, deglutendo e non notando il mio sguardo leggermente preoccupato.
-Sicuro che è tutto a posto?-
-Sì, sì, è che...- mi guardò con l'aria più incredula che gli riuscì, ma non era un'incredulità da ''Oddio, è una cosa ridicola!'', sembrava più...positiva, non sapevo come spiegarlo (ma d'altronde stavo cominciando ad abituarmi alla consapevolezza che fossi impazzito). -...D-davvero lo crede....?-
-Sì, lo so, è assurdo...praticamente sostiene che stiamo sempre appicicati e che dò più importanza a te che a lei, ha detto addirittura che siamo dipendenti l'uno dall'altro!-
-Dipendenti l'uno dall'altro...- ripeté a bassa voce, quasi lo stesse dicendo a se stesso.
-Già, e dovevi vedere con che convinzione lo diceva! Brokeback Mountain le ha dato alla testa, ormai credo che non riuscirò più a farla ragionare. In ogni caso, le cose tra di noi stavano iniziando a incrinarsi già da qualche mese...Penso che questa sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso-.
Se prima sembrava essersi ripreso dal mancato soffocamento, ora era del tutto sereno e, anzi, mi sembrò addirittura di vedergli un sorrisino trattenuto a fatica.
Cioè...al posto di essere dispiaciuto era totalmente tranquillo e felice del fatto che io e Michelle  forse avevamo rotto definitivamente...?!
Se pensavo di conoscere realmente il mio migliore amico, in quel momento capii che certi suoi comportamenti non sarei mai riuscito ad interpretarli.
Ma la cosa che continuava a turbarmi era che io stesso non ero dispiaciuto o demoralizzato. Per niente.
Mi sentii un vero stronzo.
Jake sembrò accorgersi della mia espressione confusa e si riscosse improvvisamente, come se si fosse reso conto che non era esattamente così che avrebbe dovuto reagire: divenne il più serio e dispiaciuto possibile, anche se non mi convinse molto, e mi mise una mano sulla spalla con fare rassicurante. -Beh, questo non è detto. Magari si renderà conto di aver sbagliato-.
Scossi la testa con un sospiro. -No, non credo proprio. Comunque, ehm...volevo chiederti una cosa...-
-Tutto quello che vuoi-
-Non è che potrei restare qui, solo per questa notte...?-.
Lui, dopo un attimo di leggera sorpresa, mi sorrise dolcemente (cosa che mi fece letteralmente sciogliere sul divano) e annuì con fare ovvio, circondandomi poi le spalle con un braccio. -Non devi neanche chiederlo- rispose quasi sussurrando, facendomi perdere un battito.
Dio, una voce così avrebbe dovuto essere illegale...
Lo guardai con un sorrisino nervoso che tentai di mascherare con uno di gratitudine, cercai di non badare al battito cardiaco improvvisamente accelerato e ricambiai il mezzo abbraccio, stringendolo a mia volta. -Grazie. Sei fantastico-.
Ok, l'ultima parte mi pentii di averla detta ad alta voce, ma era vero, diamine, Jake era la persona migliore che avessi mai conosciuto e da quando era entrato nella mia vita non riuscivo più a farne a meno...
Siete praticamente dipendenti l'uno dall'altro!
Quelle parole prese a rimbombare nella mia testa come una vocina demoniaca e cominciai a chiedermi se non avessero un fondo di verità, nonostante avessi combattutto con me stesso durante tutta la serata per convincermi che no, lui non sarebbe mai arrivato ad occupare completamente i miei pensieri.
E se Michelle avesse avuto ragione?
''Aspetta...sbaglio o ci stiamo avvicinando sempre di più...?''.
Sperai con tutto il cuore che anche il fatto di essere con il volto pericolosamente vicino al suo fosse frutto della mia pazzia, tuttavia percepivo chiaramente un'atmosfera diversa nell'aria e fu ciò che mi fece scattare una sorta di campanello d'allarme: cazzo, lì stava succedendo qualcosa di strano e, qualunque cosa fosse, sentivo di doverne stare alla larga.
Distolsi lo sguardo dal suo e mi schiarii la voce, levando anche il mio braccio dalla sua schiena per allontanarmi definitivamente da lui; la sua espressione si fece leggermente delusa, ma questa volta, preso com'ero dall'imbarazzo, non diedi troppo peso alla cosa.
-Ok, ehm...c'è solo un piccolo problema- disse, e io, dannazione, dovetti guardarlo di nuovo.
-Cioè?-
-Le ultime persone che hanno dormito nella stanza degli ospiti sono state Maggie e Ramona, la piccola ha praticamente sotterrato il letto con i suoi giocattoli e adesso è un po' tardi per riordinare tutto...sai com'è, non mi aspettavo di doverti ospitare- sorrisi leggermente -Perciò...non è che ti dispiace dormire  con me, vero...?-.
Oh Cristo.
A quella frase, una serie di immagini cominciarono a scorrermi davanti agli occhi come una pellicola cinematografica e non furono proprio immagini che avrebbero dovuto passarmi per la mente. Decisamente no.
Ed ecco che il fiato mi si bloccò in gola, il cuore prese a battermi talmente forte che ebbi paura di ritrovarmi con una costola rotta e uno sciame impazzito di farfalle prese a svolazzare disordinatamente nel mio stomaco.
''Devi ancora scrollarti di dosso il personaggio di Ennis, ci vorrà del tempo''.
-N-no, certo...certo che no...- balbettai nervosamente, sicuro di essere arrossito e maledicendomi per le reazioni del tutto anormali che stavo avendo da quando ero entrato da quella porta.




















Quanto amo la foto che ho messo come banner, sono adorabili, aww *w* 
Anyway, purtroppo per voi sono ancora qui a scassare le scatole con le mie storie illeggibili e che pubblico solamente per dare sfogo ai miei pensieri perversi su questi due. Lol 
All'inizio doveva essere una one-shot, ma penso che si trasformerà in una fic a tre capitoli e questa volta ho deciso di scriverla dal punto di vista sia di Heath che di Jake (quest'ultimo nel prossimo capitolo, mentre l'ultimo farò metà e metà). Anche se sfortunatamente credo di essere una frana nell'impersonarmi in Heath -.-' 
...Beh, ringrazio tantissimo chiunque sia così coraggioso da volerla seguire e, magari, commentare >.< 
Baci
Melissa

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Gyllenhaal/Ledger / Vai alla pagina dell'autore: BrokebackGotUsGood