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Autore: Jaqueline    10/07/2014    9 recensioni
Rachel/Percy/Annabeth | Oneshot | Commedia, Generale, Slice of life
Percy si sentiva in pericolo.
Aveva quasi paura, e per uno abituato a combattere mostri con una penna, beh, era tutto dire.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Rachel Elizabeth Dare
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Percy Jackson e tutti i personaggi presenti in quest'opera non mi appartengono, ma sono di proprietà di Rick Riordan.
Poveri i miei piccini, lui vi tratta dimmmerda.
 





.:Tra le due litiganti, il terzo preferirebbe farsi mangiare
da un mostro pur di non trovarsi lì in quel momento
:.








Percy si sentiva in pericolo.
Aveva quasi paura, e per uno abituato a combattere mostri con una penna, beh, era tutto dire.
Si chiese se fosse il caso di fare una chiamata con il cellulare di Annabeth, così da attirare l'attenzione di qualche bestione enorme e terrificante e avere un pretesto per scappare a gambe levate da quella situazione.
Annabeth lo riportò alla realtà scoccandogli un occhiata così fredda che si sentì ghiacciare. Che qualcuno l'avesse scambiata con Medusa mentre era perso nei suoi pensieri?
- Ciao, Percy! -, cinguettò Rachel, salutandolo con una mano. Cinguettò. Rachel aveva davvero cinguettato?
C'era qualcosa di enormemente sbagliato in tutto questo.
- Ciao, Rachel -, la salutò a sua volta Percy, un po' titubante, perché Annabeth gli stava stringendo il braccio in un modo che sicuramente era illegale. Lei, dal canto suo, sorrise, un sorriso tutto dolcezza e zucchero, da diabete, ma di pietra. Rettifica mentale, si disse, è Rachel la gorgone
Percy si chiese se i suoi capelli non fossero in realtà serpenti; quei ricci rossi gli erano sempre sembrati un po' strani. Annabeth gli strinse ancora di più il braccio: pessima idea osservare con così tanto interesse Rachel.
- Allora -, riprese Annabeth, sempre con quel sorriso fintissimo. - Cosa stai facendo qui?
Alle orecchie di Percy la domanda era sembrata una minaccia, qualcosa come non osare avvicinarti al mio ragazzo o ti sgozzo col mio pugnale, ma decise che tradurla in questi termini sarebbe stato poco carino. Ed eccessivamente pericoloso, probabilmente.
 - Nulla di che, raccoglievo soldi per una mostra sperimentale aperta dalla nostra... ops, mia scuola.
Annabeth gli scoccò un'occhiata di fuoco. Percy non sapeva se ritenerlo un buon segno (si è scongelata!) o se fosse il caso di provare a creare un arcobaleno con la fontana del parco, e chiedere ad Ade se avesse bisogno di aiuto negl'Inferi. Essere disposto a rifugiarsi nel posto più odiato dal mondo intero - sotto la protezione di un dio detestato praticamente da tutti - non era sintomo di disperazione, assolutamente.
- Perché non ci prendiamo un-, cercò di dire Rachel, ma Annabeth la interruppe: - No, mi spiace, sai, non ci va nulla.
Rachel si rivolse a Percy, come se Annabeth non avesse detto niente. Percy sentì la sua ragazza digrignare i denti così forte, che ebbe paura se li sarebbe spezzati, se avesse continuato a stringere. 
- Un gelato? -, chiese, esitante, guardando Annabeth speranzoso. Percy sapeva di rischiare, così facendo, ma era tutto il pomeriggio che andavano in giro per Manhattan, e lui stava morendo di fame. Il suo stomaco brontolò rumorosamente, come per rafforzare il concetto. 
Annabeth acconsentì con un cenno, e Percy tirò un sospiro di sollievo; nello stesso momento, però, rafforzò anche la presa sul suo braccio, e gli sfuggì una smorfia. A Rachel venne da ridere per la strana espressione a metà tra il sollevato e l'agonizzante, ma mascherò la risata con un colpo di tosse. Meglio non forzare troppo la sorte con Annabeth, erano già al punto di rottura. Non che a lei dispiacesse davvero, ma le sarebbe piaciuto avere un ragazzo con entrambe le braccia.
Mentre Annabeth e Percy parlottavano tra loro (vedere Percy farsi piccolo piccolo mentre Annabeth lo sgridava a voce bassissima le fece un po' pena) comprò tre gelati. Tornò indietro quasi ghignando, e vide subito Annabeth calmarsi e girarsi verso di lei con un altro dei suoi sorrisi melensi. Rachel si chiese se non le fossero venute un paio di carie, a forza di sorridere così. 
- Ecco a te Percy -, disse, porgendogli uno dei coni, completamente blu. A Percy brillarono gli occhi e la fissò sorridendo apertamente; a Rachel non sfuggì il sibilo di Annabeth, ma fece finta di non averlo sentito.
- Prima che tu me lo chieda: no, non ho idea di che gusto sia.
Percy attaccò il suo gelato felice, senza più fare domande, e Rachel allungò di malavoglia un cono ad Annabeth.
- Ti ho preso uno dei gusti più semplici, perché non ho idea di che gusto ti piaccia -, asserì Rachel, con un (finto) sorriso di scuse. - Ti piace il cioccolato, vero?
Annabeth prese il cono, riluttante, e cominciò a mangiarlo svogliatamente. Le sembrò di sentire il suo stomaco urlare io odio il cioccolato! e, a giudicare dalle occhiate che Rachel le lanciava di sottecchi, lo sapeva benissimo anche lei. Si stava giusto chiedendo come cavolo facesse lei a saperlo - e di quanto fosse stupido e infantile quel tipo di vendetta - quando, con un sorriso vittorioso, Rachel si era girata e aveva affermato candidamente: - Percy ti ha mai detto di quando ci siamo accidentalmente baciati?

Quando erano tornati al campo, a fine giornata, molti si erano chiesti perché Percy fosse sporco di cioccolata un po' ovunque e perché il suo braccio fosse così innaturalmente rosso; un'occhiata al sorriso di Rachel e una alla faccia furibonda di Annabeth avevano svelato l'arcano. 
Mai trovarsi in mezzo a una lotta tra una una figlia d'Atena gelosa e l'Oracolo di Delfi.








Note d'autrice speranzosa:
Questa storia vede la luce dopo mesi e mesi di iatus, poiché partecipa ad un contest rimasto senza giudice fino a un mesetto fa, praticamente.
Il contest è questo, se interessa.   Rileggendola, come mio solito, mi ha fatto un po' schifo, quindi gradirei un parere oggettivo!
Alla prossima!

 
   
 
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