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Autore: kamy    10/07/2014    1 recensioni
[Storia scritta a 6 mani da: Princess Monster, Aven90 e Kamy].
Un What if che vede le vicende del giovane Gellert, di Silente e di Ariana.
[Coppia Gellert/Ariana].
Genere: Avventura, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aberforth Silente, Albus Silente, Ariana Silente, Gellert Grindelwald
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ringrazio anche solo chi legge.


 

Cap.1

Le finestre sbattevano e si sentirono una serie di tonfi. Il preside batté ripetutamente il bastone sul pavimento. Gli studenti fletterono le braccia all'unisono abbassandosi in una serie di flessioni. Gellert strinse le labbra fino a farle sbiancare e sentì le urla dei prefetti. Si alzò e abbassò in una serie di flessioni seguendo i tonfi del bastone. I capelli biondi gli aderivano al viso e le guance erano arrossate. Proseguì con gli esercizi, il sudore gli colava addosso e i muscoli erano gonfi. Dei fiocchi di neve entrare e la finestra sbatacchiò. Il preside si voltò, alzò la bacchetta e uno strato di ghiaccio spesso due dita avvolse la finestra bloccandola. Tornò a sbattere il bastone a terra e gli esercizi proseguirono. Le fiammelle sopra le teste degli studenti ondeggiavano. Sul soffitto comparivano le immagini incantate di fulmini e saette, che illuminavano la sala d'azzurro sopraffacendo il rossore delle candele.
"Muovetevi, forza!" urlò uno dei prefetti. I respiri dei presenti si condensavano davanti ai loro visi creando delle nuvolette di vapore. Si sentirono i rintocchi di un orologio alle loro spalle. Un professore si accese la pipa. Se la portò alle labbra e aspirò. Si accomodò su uno scranno di legno scuro. Un'altra decina di professori erano seduti in una serie di scranni d'ebano ai suoi fianchi. Una professoressa osservò il corpo rosa-bluastro di uno studente. Voltò il capo facendo oscillare il basco peloso sul suo capo e guardò i fianchi con le costole in fuori di altri due studenti.
"Chi non è riuscito a passare l'anno non potrà andarsene!" gridò il preside. Uno dei professori ghignò mostrando i denti aguzzi, un altro si sfregò le mani coperte da guanti in pelle di drago. Una decina di ragazzi tremarono.
"E saranno sottoposti a venti frustate giornalmente!" gridò il preside. Un prefetto guardò una compagna crollare sul pavimento a faccia in giù e le tirò un calcio al fianco"
Il preside alzò il bastone verso l'alto e da esso si alzò una fenice di fuoco che spiegò le sue ali e si trasformò in cenere
"Ora, in ordine alfabetico vi verrà detto se potete andarvene o no. Chi potrà andarsene troverà una passaporta fuori ad attenderlo con un elfo domestico a impostarne la rotta. Chi non potrà andarsene, non osi alzarsi. I prefetti consegnino i vestiti a quelli che se ne devono andare man mano!" gridò. La sua voce risuonò nella sala, rimbombando. "E alcuni di voi verranno rinchiusi con i Dissenatori" cinguettò una professoressa. A un fischio prolungato proveniente dal bastone del preside i ragazzi si alzarono in coro e s'irrigidirono tenendo le braccia strette ai fianchi, con il capo alzato e gli occhi abbassati.
Un elfo domestico avanzò uscendo da sotto uno degli scranni e aveva un collare di cuoio intorno al collo ossuto, le ossa del suo corpo premevano contro la sua pelle grigia. Gli occhi erano sporgenti e a ogni movimento le catene che gli trattenevano I polsi e le caviglie tintinnavano. Un professore gli tirò un calcio e la creaturina accelerò. Teneva tra le mani un cappello con la punta piegata e rattoppato in più punti.
Il copricapo aprì gli occhi dalle iridi rosse e uno strappo si allargò mostrando una chiostra di denti aguzzi grandi come l'unghia di un pollice.
"Darina Anechka promossa" recitò. Le iridi di una ragazza divennero liquide. Abbassò il capo facendo oscillare dei codini ai lati della testa.
Udì una serie di altri nomi e rabbrividì sentendo il gelo sulla pelle. Un paio di ragazzi furono portati via da dei dissennatori, altri furono schiantati ed altri ancora uscirono dalla porta principale. Gellert ghignò, guardandosi le scarpe.< E' impossibile che qualcosa sia andata male nel mio perfetto anno scolastico, queste sporche mura non hanno mai visto un mago con più potenzialità di me > pensò.
"Gellert Grindelwald promosso" recitò il cappello. Gellert si voltò socchiudendo gli occhi e accentuò il sorriso.
"Tieni disse uno dei prefetti". Gli porse una pila di vestiti piegati. Gellert prese il foulard in cima legandoselo al collo, indossando successivamente la maglia e infine una lunga giacca color grigio topo.
Salutò il prefetto con un cenno del capo, si voltò e si diresse verso l'uscita della scuola. Passò lungo un corridoio in cui erano appese delle teste di animali, i suoi passi rimbombavano. Raggiunse l'uscita e sgranò gli occhi vedendo due dissenatori. Si voltò, sentendo dei passi e vide due professori avanzare verso di lui con le bacchette sguainate.
"Che cosa significa questo?" domandò. Uno dei due insegnanti cercò di colpirlo con uno schiantesimo. Gellert parò il colpo, si voltò e lanciò un Expecto Patronum contro i due dissenatori, facendoli allontanare.
"Abbiamo trovato i tuoi esperimenti nei sotterranei. Sei espulso Grindelwad!" gridò l'altro insegnante. Gellert fece esplodere le due ante della porta di legno creandosi uno scudo con la magia. Uscì fuori e incise il simbolo dei doni della morte sopra l'ingresso.
"Se pensate che io abbia bisogno di questa scuola, vi sbagliate" ringhiò. Tirò fuori una passaporta a forma di pomo d'argento. Chiuse gli occhi sentendo delle dita tirarlo dall'addome e sentì la nausea salire. Riaprì gli occhi, guardandosi intorno e sorrise vedendo i sedili di un treno. Allargò lo scudo fino ad avvolgere la cuccetta, rendendolo invisibile. Si sedette e accavallò le gambe, rimettendo il pomo nella tasca.
"Sarà un piacere rivedere la mia cara prozia" sussurrò.
Appoggiò il capo su uno dei cuscinetti dei poggiatesta e sbadigliò. Guardò una serie di alberi e di campi verdi sfrecciare oltre il vetro del finestrino, alzò e abbassò il piede e sciolse le gambe rimettendo i piedi a terra. Chiuse gli occhi, sbadigliò nuovamente, il respiro gli divenne regolare e si addormentò.
Gellert si tolse il codino dalla spalla mettendoselo dietro la testa. La bacchetta illuminava di bianco l'oscurità tutt'intorno. Il chiarore si rifletteva negli occhi bianchi nei tre ragazzini davanti a lui. I loro corpi erano rigidi e il giovane li fece avvolgere da una serie di catene appese al soffitto di pietra. Si sentivano i gocciolii di gocce d'acqua e il luogo puzzava di umidità. Gellert uscì dalla cella e chiuse la porta della prigione.
Gellert mugolò nel sonno, si girò sull'altro fianco unendo le mani e lasciandole abbandonate sulle gambe.
Si sentiva il rumore ritmico delle ruote di metallo che si muovevano sbattendo contro le rotaie. Gellert si leccò le labbra, continuando a dormire.
Gellert si appoggiò alla parete inumidendo la giacca grigio topo che indossava. Socchiuse gli occhi, la luce vermiglia delle candele levitanti illuminava il viso della vittima. Alzò la bacchetta di sambuco che teneva stretta con le dita candide.
""Humana mutatio" sussurrò muovendo la mano a destra e a sinistra, fino a far scricchiolare il polso.
La pelle del ragazzo davanti a lui si aprì, cadendo a terra. Ci furono schizzi di sangue da tutte le parti. Gellert sospirò guardando la carcassa finire a terra con un tonfo. Fece evanescere il sangue da sé stesso e dalle pietre tutt'intorno. Trasmutò il cadavere in un osso e si massaggiò il collo.
"Un altro fallimento, non è ancora degna della vera bacchetta di Sambuco, dovrò per forza trovare l'originale" borbottò.
Gellert socchiuse un occhio sentendo il fischio del treno, allungò le gambe raddrizzandosi. Sbatté un paio di volte gli occhi, scosse il capo svegliandosi e si mise in piedi.
"Prepariamoci per la mia ascesa" borbottò, raggiungendo la porta dello scompartimento e disattivando la barriera.

  
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