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Autore: believe in you    10/07/2014    0 recensioni
"Ero felice, felice per davvero, ero dove il mio cuore voleva essere, mi sentivo al sicuro in qualche modo, a casa."
Volevo raccontare un pò cosa è stato per me ritrovarmi in quello stadio, il 29 giugno, insieme a molte altre ragazze, tutte unite per realizzare un sogno comune.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed adesso che tutto è passato sembra quasi un sogno, un'immaginazione notturna della mia mente, non la realtà di qualcosa di talmente grande da non poter essere elaborato.

Penso che ce ne metterò di tempo prima di comprendere davvero tutto quello che è successo in una giornata, e soprattutto ce ne vorrà ancora di più prima di accettarlo.

Forse tutto è iniziato quel 28 settembre, quel giorno in cui ho avuto la certezza che quello in cui avevo sperato si sarebbe realizzato.

Ricordo ancora perfettamente quel giorno, quel sabato in cui l'unica cosa che volevo sentirmi dire era “Abbiamo quei biglietti Chiara, realizzeremo i nostri sogni” e che per un momento mi era sembrata la cosa più lontana nell'universo.

Ricordo le lacrime in bagno, insieme ad altre ragazze che, come me, pensavano di non avercela fatta.

Ricordo i sorrisi, enormi, di quelle ragazze che invece fin da subito avevano la certezza che sarebbero state in quello stadio.

Ricordo il tweet di Morini, quel “S.Siro raddoppia” scritto in maiuscolo che in quel momento mi sembrava la cosa più bella che mi potesse mai capitare.

E da li in poi tutto si fa più confuso, le telefonate, i messaggi, le lacrime e gli abbracci con persone che fino a quel momento erano perfette sconosciute, fino a quel messaggio: “Primo anello verde :)”.

Ricordo lo sguardo che ho lanciato a una delle mie migliori amiche, quello sguardo che lei ha capito significasse che ce l'avevamo fatta, che finalmente avevamo quei biglietti.

Ed infine ricordo la corsa fuori da scuola quel giorno, quella corsa terminata con l'abbraccio più bello che forse io possa ricordare, un abbraccio pieno di felicità e realizzazione.

Da quel momento partì il countdown, quei nove mesi (e un giorno) che allora mi sembravano interminabili.

Il tempo passava, prima abbiamo abbattuto la soglia dei 200 giorni, poi quella dei 100, quella dei 50 ed infine quella dei 10.

Senza che me ne rendessi conto davvero quei nove mesi erano passati e quel giorno, quel 29 giugno 2014 era arrivato.

Mi sono ritrovata a svegliarmi quella mattina con il batticuore, con una sensazione che mi stringeva il cuore e mi faceva faticare a respirare.

Da lì all'arrivare allo stadio è stato un attimo. Nonostante avessimo dei posti numerati avevamo deciso di metterci in coda alla mattina presto e beh, a dirla tutta siamo arrivate ancora prima delle guardie del nostro gate.

Le ore che sono passate dal momento in cui iniziammo la vera attesa a quello in cui hanno aperto i cancelli sono state infinite, non saprei neanche descrivere quanto il tempo sembrasse dilatato.

Ma in quelle ore avevo accanto ragazze che potevano capire in tutto e per tutto quello che sentivo in quel momento, e abbiamo cercato di farci diminuire l'ansia a vicenda.

Poi sono arrivate le tre e mezzo. Abbiamo visto prima le ragazze dei pacchetti vip iniziare a entrare e poi anche quelle del prato. Abbiamo visto i loro volti, le loro corse e abbiamo sentito le loro urla.

In un momento è arrivato anche il nostro turno per entrare, la voce di una guardia in parte a me che comunicava via radio a tutti che stavano per aprire il gate 3.

Ancora una volta da quel momento tutto si fa confuso. So solo che ho corso,corso,corso (con tutte le guardie che urlavano di andare più piano tra l'altro) fino al nostro anello.

Siamo arrivate per prime e la sensazione che ho provato entrando e trovando l'anello completamente vuoto è stata fortissima. Non importavano le altre ragazze nel prato o negli altri anelli, c'eravamo solo noi e il palco. Quel palco dove in un paio d'ore si sarebbe realizzato il mio sogno. Eh beh, ho pianto. Mi sono seduta, ho guardato tutto e ho pianto. Quando mi sono “risvegliata” da quello stato di limbo ho iniziato a correre ovunque e a attaccare quei teloni che speravamo tanto loro avrebbero visto.

E poi ancora attesa. Ma questa volta era un'attesa leggera, un'attesa felice e piena di sorrisi.

Prima sono entrati i 5sos, Michael e i suoi capelli, Ashton e la sua fascetta, Luke e quella maglia che non so per quanti giorni di fila ha messo e Calum con il suo sorriso che farebbe addolcire chiunque.

I video musicali nella pausa sono stati snervanti, perchè alla fine di ognuno speravamo nell'inizio dell'opening video.

Finalmente è arrivato e da lì credo di non aver capito più nulla.

Me li sono trovata li davanti, ed erano loro, in carne e ossa, non delle immagine su un pc. Non potevo crederci, non poteva essere tutto vero. Le loro voci, non più sentite con delle cuffiette ma dal vivo, quelle voci che mi hanno riempito l'anima.

Ho urlato, cantato fino a sentire la gola scoppiare, saltato e riso con loro, ero felice, felice per davvero, ero dove il mio cuore voleva essere, mi sentivo al sicuro in qualche modo, a casa.

A dir la verità ho fatto solo un video e una foto durante il concerto, non ci ho pensato, ero troppo occupata a partecipare.

E poi è arrivata Best song ever. Non so cosa mi è scattato dentro in quel momento, so solo che ho realizzato davvero dove fossi, ma insieme ho realizzato anche che quella fosse l'ultima canzone, gli ultimi istanti che avrei passato con loro.

Così sono crollata, ancora, e con le lacrime che scendevano cantavo l'ultima canzone, e sempre con le lacrime agli occhi li guardavo, per quello che vedevo a dirla tutta, andarsene via dal palco.

Se ne erano andati, era tutto finito, il momento che avevamo tanto atteso se ne era andato.
Mi sono sentita come svuotata da tutto. Non me ne volevo andare, ma vedere gli addetti smontare il palco faceva davvero troppo male, quindi dopo aver recuperato i cartelloni appesi ce ne siamo andate, siamo uscite da quel luogo dove abbiamo sognato molte volte negli ultimi mesi di essere.

E ora sono qui, sono passati 11 giorni e ci sono momenti in cui la stessa sensazione che ho provato fuori dalla stadio a concerto finito mi prende. Non sono ancora riuscita a guardare un video del concerto, dato che anche solo l'opening video mi fa tornare quella sensazione. Mi mancano, tanto, forse troppo per essere dei cantanti, credo che ci dovrò solo fare l'abitudine.

 

29 giugno 2014, Stadio di S.Siro, One direction

 

 

 

 

 

Angolo autrice

 

Hey girls :)

Come avete potuto benissimo vedere se siete arrivate a leggere fino a qui questo è un po' il racconto della mia esperienza, di quello che è stato e di cosa ha significato per me il concerto.

Avevo bisogno di mettere un po' nero su bianco tutto, di dare sfogo a tutto quello che sento dentro sull'argomento.

Scusatemi eventuali errori di scrittura ma davvero, non sono riuscita a rileggerlo più di una volta.

Spero che vi piaccia, è il primo scritto così personale che pubblico, spero di non avere ripensamenti sull'averlo pubblicato e cancellarlo come ho già fatto con una mia storia in passato.

Al momento sul mio account questo è l'unico scritto presente, ma mi sono già venute alcune idee su storie che potrei scrivere (sperando di trovare dei momenti di calma in cui poterlo fare)

Niente, grazie mille se siete arrivate fino a qui.

Un bacione,

Believe in you 

  
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