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Autore: karter    10/07/2014    0 recensioni
mia prima storia in questo fandom sperando di non fare danni
dal testo:
Rimase davanti a quella porta per secondi che le parvero infiniti, a rimuginare sulla sua decisione di tornare, mentre da dentro percepiva benissimo le risate della piccola Purin, che tanto piccola sicuramente non sarebbe stata, il rumore di vetro rotto, era certa che Reatsu avesse rotto l'ennesimo servizio di bicchieri, povero Keiichiro, chi sa quanti piatti e bicchieri avrà dovuto ricomprare per colpa della ragazza. Rimase ancora in ascolto distinguendo perfettamente le urla incitatorie di Minto, sicuramente seduta al tavolo sorseggiando il suo the e rimproverando le altre, mentre Zakuro era alla cassa per non mettere soggezione ai clienti. Quanto le era mancato tutto ciò!
(aggiunto il quinto capitolo)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VERITÁ DEL CUORE
 
 
Un anno dopo...
Il sole splendeva alto sulla capitale inglese come solo di rado succedeva nel periodo autunnale. Le persone si aggiravano frenetiche tra le strade della città senza avere un attimo per se. Tra tutte si notava una ragazza dalla lunga chioma rossa che si aggirava per le strade, smarrita. Era passato già un anno dal primo giorno in cui si trovava in quel posto, eppure si sentiva comunque a disagio. Non riusciva a considerare quella grande città straniera casa sua.
Quanto le mancava la sua città. Era convinta che con il tempo quella strana angoscia sarebbe scomparsa, eppure era ancora lì a riproporle ogni momento spezzoni del suo passato felice. Le bastava alzare gli occhi al cielo per rivedere la sua casa in ogni particolare e i suoi genitori che, dalla cucina, le urlavano di muoversi altrimenti avrebbe fatto tardi, come sempre. Riconosceva il profilo della sua scuola in quelle nuvole ribelli che oscuravano sempre il sole. Aveva odiato quel posto sempre, eppure ora le mancava. Le mancavano le corse assieme a Mimi e Magan per non arrivare tardi, le punizioni della prof di matematica e le urla di quella di giapponese, le risate a ricreazione e anche i compiti a casa. Volse lo sguardo al sole e sorrise. La luce per lei equivaleva all'amicizia e amicizia era il caffè mewmew, quell'edificio così stravagante dai dolci colori pastello che improvvisamente era entrato nella sua vita e silenziosamente si era fatto strada nel suo cuore, assieme a tutte le persone che lì aveva incontrato.
Senza accorgersene giunse davanti l'appartamento che condivideva con Ayoma, inserì la chiave nella serratura ed entrò.
Percorse il corridoio sospirando. Come al solito Masaya non era in casa, era uscito con i suoi nuovi amici senza dire una parola, lasciandola sola in quella casa per lei estranea. Sorrise amaramente girandosi attorno. Aveva immaginato che la convivenza con Ayoma sarebbe stata bellissima, un sogno ad occhi aperti, la sua fiaba personale. Già si immaginava di vivere come una felice coppietta alle prese con la vita quotidiana, invece così non era stato. Ormai andava avanti così da un anno. Mentre lei era a casa, da sola, lui era impegnato con i suoi nuovi amici, dimenticandosi completamente di lei, quella ragazzina innamorata che aveva rinunciato a tutto pur di stare al suo fianco, per fargli realizzare il suo sogno.
Una lacrima le rigò il volto candido. Le mancava la sua vita, la rivoleva indietro.
Le mancavano le litigate con Minto, ma anche quei momenti in cui, al chiuso nella camera della blu, passavano la serata a ridere e scherzare, solo come due migliori amiche sanno fare. Le mancava la goffaggine di Reatsu e rivoleva indietro il suo dolce sorriso capace di tranquillizzarla in ogni momento, e il suo animo puro e gentile, mai propenso allo scontro. Le mancavano gli spettacoli buffi della piccola Purin che portavano allegria in sala mentre servivano i tavoli, e rivoleva indietro i loro momenti di complicità, loro le curiose del gruppo, le più impiccione, quelle capaci di escogitare piani strategici per scoprire i segreti altrui, per poi perdersi dietro un libro di matematica. Le mancava lo sguardo di ghiaccio di Zakuro e rivoleva le loro rare chiacchierate nelle quali la viola riusciva a comprenderla con un solo sguardo, lasciandole perle di saggezza che l'aiutavano ad andare avanti. Le mancavano i dolci di Keiichiro e rivoleva il suo dolce sorriso, i suoi abbracci e le parole rassicuranti che solo un fratello maggiore sa dire. Le mancava Ryo, i loro battibecchi, le loro dis...
-Ma cosa vado a pensare!- disse la rossa scuotendo nervosa la testa - Come può mancarmi quell'antipatico di Shirogane!- continuò mentre percepiva una profonda fitta che le faceva male al cuore.
Guardò fuori alla finestra. Era già calata la sera e di Masaya neanche l'ombra. Avrebbe dovuto esserci abituata alle sue lunghe assenze, eppure la sua mente non voleva capire ciò che il cuore già sapeva. Lui l'aveva messa da parte! Altre lacrime le rigarono il volto a quella constatazione. Non voleva crederci, eppure non c'era altra spiegazione al suo comportamento. Le aveva promesso che le sarebbe stato sempre accanto, che non l'avrebbe mai lasciata sola in una città per lei estranea, che avrebbe conciliato il tempo per studiare, e avrebbe trovato anche del tempo per lei, eppure così non era stato. Lui l'aveva allontanata senza rendersene conto prediligendo una nuova compagnia a lei.
Sospirando la giovane si diresse in cucina pronta per l'ennesima cena solitaria. Non era mai stata brava dietro i fornelli ma vivendo da sola aveva dovuto adeguarsi e aveva imparato a preparare dei manicaretti se non squisiti, almeno mangiabili, peccato che nessuno fosse mai in casa ad assaporarli assieme a lei.
Inizialmente pensava fosse una cosa positiva. Non avendo mai a casa Masaya avrebbe potuto esercitarsi nella cucina e stupirlo non appena si fossero trovati a mangiare assieme. Peccato che i giorni passassero, Ichigo imparasse nuove ricette, alcune meglio di altre (era diventata un asso nei dolci e la sua specialità era la torta fragole, panna e cioccolato), ma mai nessuno potesse gustarle con lei.
Come ogni sera si preparò per andare a dormire e si sedette sul divano a guardare uno di quegli stupidi programmi londinesi per cercare di non crollare dal sonno e riuscire ad aspettare il suo ragazzo sveglia.
Osservava quello schermo piatto posto davanti a se che trasmetteva immagini colorate, ma non lo vedeva realmente. La sua mente, infatti, le giocava brutti scherzi riproponendole ancora una volta immagini di un passato ormai lontano, ricordi che l'avevano cambiata e resa più forte e sicura, persone che avevano lasciato una cicatrice indelebile nel suo animo e nel suo cuore.
Rimase sveglia a lungo, persa tra quei ricordi lontani e felici. Sapeva che il suo ragazzo sarebbe rientrato tardi e voleva aspettarlo sveglio, come ogni sera, eppure le sue palpebre erano così pesanti, gli occhi così appannati, la testa così pulsante. E così, senza rendersene conto si lasciò cullare dal dolce abbraccio di Morfeo che vegliando su di lei le regalava i sogni più belli.
 
Una luce bianca avvolgeva il suo corpo, e tutto lo spazio attorno a lei. Era una luce calda, rassicurante che assomigliava tanto ad un caldo abbraccio, un abbraccio che non sentiva da troppo tempo su di se. Senza scostarsi la ragazza si lasciò cullare da quella luce così dolce e rilassante. Le piaceva stare lì, si sentiva protetta ed amata. Lentamente chiuse gli occhi lasciandosi andare a quella bella sensazione...
 
-Ichigo...-  la chiamò una voce delicata -Apri gli occhi principessa...- continuò quella voce scuotendola leggermente.
Lentamente la rossa aprì gli occhi, permettendo a quelle sue pozze color cioccolato, ancora spossate dal sonno, di osservare l'ambiente che la circondava.
-Ben svegliata principessa!- le disse ancora quella voce gentile a lei ben nota, che non riusciva ancora a riconoscere mentre si allontanava da lei indaffarata.
Lentamente si guardò intorno e rimase sconcertata nel non scorgere attorno a se quelle mura che ormai considerava come una prigione, vedendo invece delle mura di un bianco candido da una parte e di un rosa pastello dall'altro. Riconobbe delle finestre a forma di cuore e quegli stessi tavolini che era solita pulire prima di tornare a casa. Ad occhi sgranati si alzò immediatamente dalla sedia su cui riposava e si guardò intorno sempre più spaesata.
Quello era il caffè mewmew, ne era certa.
Sempre più trepidante mosse i primi passi verso quella che nei suoi ricordi era la cucina. Aveva il cuore in gola. Non poteva essere vero. Lei era andata via un anno prima.
Con mano tremante aprì lentamente quella porta venendo inebriata dal dolce profumo di torta appena sfornata. Conosceva bene quel profumo. Solo Kei sapeva fare delle torte così fragranti.
Sempre più agitata volse lo sguardo in giro fino a scontrarsi con una lunga chioma castana che stava decorando una torta. Una lacrima le rigò il volto a quella visione, mentre, senza controllare le gambe si lanciava tra le braccia di quello che per lei era sempre stato un fratello.
-Kei-san!- lo chiamò stringendolo a se, quanto le era mancato quel contatto.
Il ragazzo si sorprese a quel gesto, ma ricambiò il caldo abbraccio che la sua principessa le regalava.
- Mi sei mancato tanto!- gli disse nascondendo le lacrime sulla camicia del suo migliore amico.
-Ma se ci siamo visti ieri sera!- le rispose il moro scompigliandole delicatamente i codini rossi.
Ichigo sbarrò gli occhi a quelle parole. Com'era possibile. Lei era andata via un anno prima. Com'era possibile che si fossero visti il giorno prima. Delicatamente si scostò da quell'abbraccio e osservò il suo amico. Non era cambiato nulla da quando nei suoi ricordi era andata via, com'era possibile?
Kei, notando il suo sguardo confuso, le sorrise dolcemente.
-Perché non vai a cambiarti?- le propose -Tra poco arriveranno anche le altre. Non vorrai perderti lo sguardo sorpreso di Minto vedendoti già qui!- continuò il pasticcere facendole l'occhiolino.
Ichigo sorrise a quelle parole. Era così assurda quella situazione, ma decise di lasciar perdere. Non sapeva cosa stesse accadendo, ma di una cosa era certa: aveva una voglia matta di riabbracciare le sue amiche.
Silenziosamente si diresse nello spogliatoio indossando la sua divisa rosso fragola. Quanto le era mancato quell'indumento che ormai rivestiva un ruolo fondamentale nella sua vita.
Quando fu pronta si volse allo specchio osservando il suo profilo e rimase a bocca aperta riconoscendo il suo corpo da sedicenne con i capelli corti e le curve solo accennate. Osservò attentamente i suoi occhi. Quelli non erano gli stessi. Non erano vispi come allora, non erano colmi di luce propria, ma erano spenti, malinconici, gli stessi che da un anno osservava allo specchio.
Scosse il capo a quella visione. Non doveva essere triste, avrebbe rivisto le sue amiche quel giorno e ciò avrebbe dovuto renderla felice.
Con un sorriso sereno si incamminò per le scale fino ad udire delle voci fin troppo note alle sue orecchie.
-Non ditemi che Ichigo è in ritardo anche oggi?- chiese Minto alle amiche osservandosi attorno alla ricerca di una testa rossa.
-Veramente io sono già qui!- rispose una voce alle spalle delle ragazze appena arrivate, osservandole attentamente una ad una e buttandosi fra le loro braccia.
A quel gesto le ragazze sgranarono gli occhi, non era dalla loro leader fare una cosa del genere.
-Vi voglio bene!- disse la ragazza cullandosi nel loro caldo abbraccio.
-Ichigo stai bene?- le chiese la blu preoccupata, senza interrompere quel dolce contatto.
-Ora si!- rispose osservandole attentamente una ad una e imprimendo nella sua mente ogni dettaglio di quei volti che non vedeva da troppo tempo e che le erano mancati tantissimo.
La giornata passò rapidamente per la rossa che, nonostante tutto il lavoro affrontato in giornata, aveva sempre un bellissimo sorriso sulle labbra.
Tutti la guardavano straniti non abituati a quella mezza luna così splendente sempre rivolta all'insù.
La rossa, infatti, si sentiva felice come non lo era da tempo e non le importava la stanchezza, anzi era qualcosa che la rendeva allegra riproponendole istanti che credeva non poter più rivivere.
-Sono a pezzi!- disse Purin sedendosi malamente su una delle sedie accanto alle altre, mentre la rossa finiva di pulire gli ultimi tavoli.
-Vi ho portato un po' di torta- disse il pasticcere entrando in sala con un vassoio pieno di dolci.
Vedendolo i volti delle ragazze si illuminarono. Avevano proprio bisogno di rimettersi in forze.
Mangiarono tranquille, apprezzando quella buonissima torta alle fragole, finché la rossa guardandosi intorno non notò qualcosa di strano. Mancava qualcosa a quel quadro, a quel ricordo bellissimo.
-Ragazzi?- chiese d'un tratto attirando tutta l'attenzione su di se -Dov'è Shirogane-kun?-
Tutti la guardarono straniti prima che il moro sorridendo dolcemente le spiegò che non era mai uscito dal laboratorio dalla sera prima.
-Perché non gli porti un po' di torta?-
La rossa annuì a quella proposta e prendendo un piattino di torta si avviò al laboratorio sotto lo sguardo allibito di tutte che iniziavano a pensare che l'amica non fosse lei.
Scese le scale in silenzio rivolgendo tutta la sua attenzione al ricordo di quel ragazzo. Ripensò al loro incontro in aereoporto prima della partenza, a quell'incontro di sguardi che le aveva fatto sentire le farfalle nello stomaco come non le accadeva più da troppo tempo.
Persa tra questi pensieri giunse ben presto davanti a quella porta. Sentiva il suo cuore battere forte nel petto, come se dovesse esplodere. Perché essere arrivata così vicina a lui le faceva quello strano effetto?
Prese un profondo respiro e aprì lentamente quella porta, osservando attentamente l'interno di quella stanza. Non era cambiato niente, le solite pareti spoglie se non fosse per un'immensa libreria piena di libri, la scrivania posta al centro sopra alla quale vi era un computer che illuminava leggermente l'ambiente. Davanti ad esso vi era un ragazzo dai capelli color grano che era intento a lavorare a qualcosa di sicuramente troppo complicato per lei.
Cercando di non far rumore si avvicinò a lui sentendo il proprio cuore aumentare i battiti.
-Che ci fai qui?- gli chiese il ragazzo senza voltarsi. Avrebbe riconosciuto il suo profumo tra mille.
-Ti ho portato un po' di torta...- rispose timidamente l'ex mewneko cercando di controllare i propri battiti.
-Puoi posarla lì!- gli rispose continuando a digitare al computer.
Lei annuì anche se lui non poteva vederla e si diresse nuovamente verso la porta, mentre sentiva una dolorosissima fitta al petto. Non si era neanche voltato a guardarla. Non le aveva permesso di perdersi in quelle pozze color del cielo che da sempre amava.
-Ichigo!- la richiamò prima che potesse sparire dietro la porta -Grazie!- aggiunse voltandosi a guardarla con i suoi occhi. La rossa rimase incantata davanti a quelle iridi così belle, mentre una leggera tinta rosa le si posava sulle guance.
-Di...- iniziò a dire prima di sentire una fortissima fitta allo stomaco e piegarsi in due per il dolore.
Vedendola Ryo si alzò dal suo posto e le corse incontro sostenendola.
-Che hai Ichigo?- le chiese abbandonando la sua maschera da uomo di ghiaccio -Ti prego, rispondimi-
Ma la ragazza non riusciva a parlare, il fiato le moriva in gola mentre il dolore aumentava sempre di più. Era una morsa ferrea che le rubava il respiro impedendole di pensare o fare qualsiasi cosa.
-Ichigo!- la chiamò ancora il biondo stringendola dolcemente tra le sue forti braccia cercando di farla reagire, inutilmente.
La rossa da parte sua soffriva, era piegata in due dal dolore ma non smetteva di guardare quelle pozze color cielo capaci di farle battere forte il cuore. Non sapeva cosa stesse accadendo, ma non lo trovava giusto. Perché tutto ciò proprio ora che aveva rincontrato quegli occhi.
Una lacrima le rigò il volto a quel pensiero, prima che tutto intorno a lei diventasse nero, oscuro.
 
Ichigo aprì gli occhi spaventata, tirandosi di scatto a sedere. Aveva la vista appannata e percepiva chiaramente goccioline di sudore bagnarle il volto pallido. Lentamente tentò di mettere a fuoco l'ambiente che la circondava e immediatamente riconobbe la sua camera da letto, la stessa che aveva accolto le sue notti insonni per attendere il fidanzato. Stancamente si ributtò sul letto posandosi una mano sugli occhi. Era stato solo un sogno, un bellissimo sogno. Non si trovava in Giappone, e al suo fianco non aveva i suoi amici. Senza riflettere si girò di lato ritrovando una persona al suo fianco. Masaya era rientrato e doveva averla portata a letto. Un sorriso amaro le comparve sul volto a quel pensiero, mentre studiava il profilo del suo fidanzato. Nei primi tempi che vivevano assieme amava osservarlo dormire. Le pareva un bellissimo angelo mentre dormiva cullato dai raggi della luna e sentiva costantemente il suo cuore aumentare i battiti. Ora invece non provava nulla. Guardarlo dormire non le faceva più nessun effetto, anzi vederlo così tranquillo le dava anche fastidio.
Istintivamente si portò una mano al cuore a quei pensieri. Finalmente aveva capito ogni cosa e un po' l'aveva aiutata anche il suo sogno.
"Non ti amo più Masaya" si disse realizzando ciò che il cuore cercava di farle capire da tempo, mentre una lacrima solitaria le solcava il volto candido.
 



salve gente! xD
anche se con tempi da lumaca, sono ancora qui con la mia fic della quale spero si ricordi ancor quacuno.
come avrete notato in questo capitolo la nostra Ichigo comprende qualcosa di fondamnetale per la sua vita. chi sa cosa accadrà in futuro! se siete curiosi non vi resta che continuare a seguirmi! xD
un bacio a tutti
karter
 
 
 
  
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