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Autore: ___Ace    11/07/2014    4 recensioni
Non lo sopportava proprio, era più forte di lui. Fin dal primo momento in cui se lo era ritrovato tra le scatole aveva capito che quel ragazzino coi capelli vermigli, tutto sorrisi, battute, pacche sulle spalle e ‘ehi, diventiamo amici’, gli avrebbe causato un sacco di rogne.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bagy il clown, Shanks il rosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Trucchi.

 

«Ehy, Bagy! Giochiamo?»
Il diretto interessato, nell’udire quella semplice ed innocente domanda, roteò gli occhi al cielo con stizza e strinse i denti, mordendosi le labbra, per non farsi prendere troppo dalle emozioni e piantare un pugnale nel petto di quel mozzo.
No, non amico, e nemmeno compagno, solamente un altro mozzo a bordo di quella nave con cui non voleva avere niente a che fare.
«No, non ho voglia.» rispose seccamente, sperando che il tono scorbutico e antipatico con cui aveva risposto bastasse per far perdere le speranze al tizio che, in quel momento, si era lasciato cadere in ginocchio di fianco a lui, guardandolo con due occhi grandi e allegri, pieni di buone intenzioni.
«Oh, ma dai!» insisté l’altro, strattonandolo per una spalla, «Fai quel trucco con le carte, quello che fai sempre la sera prima di andare a letto!» lo pregò, afferrando anche l’altro braccio di Bagy e scrollandolo con animo, fino a che il povero malcapitato non scivolò di lato, finendo per sbattere il suo adorato nasino rosso sul legno ruvido e rovinato dalle intemperie del ponte di poppa della Oro Jackson.
«Shanks non ti sopporto!» inveì, massaggiandosi la parte lesa e allontanando il ragazzo con i capelli rossi de sé, il quale aveva assunto un’espressione buffa, un misto tra il dispiaciuto e il divertito.
«Avanti, fa vedere.» disse gentilmente, avvicinando il suo viso a quello di Bagy e fissando intensamente il suo naso per poi decretare che no, non aveva nemmeno un graffio ed era come ogni giorno: rosso come un pomodoro e a palla.
Ignorando poi l’occhiataccia assassina del suo amico dai capelli azzurri e dallo scatto nervoso facile, riprese a pregarlo per essere accontentato nella sua richiesta. Non poteva farci nulla, era un giocherellone e Bagy era tanto simpatico e divertente con i suoi trucchi da mago. Che poi finisse per fare delle figure da pagliaccio la maggior parte delle volte meglio ancora, risultava ulteriormente divertente e a Shanks ridere piaceva tanto.
Se non accontento questo idiota non mi lascerà più in pace, pensò nel frattempo Bagy, massaggiandosi frustrato la testa e sospirando sconfitto. «E va bene,» acconsentì, recuperando un mazzetto di carte da gioco dalla tasca dei suoi ampi pantaloni, «Ma solo un giro, d’accordo?»
Shanks annuì convinto e tutto contento per averla spuntata, mettendosi poi comodo con le gambe incrociate, attento ai movimenti dell’amico che, davanti a lui, mischiava le carte per iniziare il suo spettacolo di magia.
O imbroglio, più precisamente.
«Hai qualcosa da puntare?» domandò svogliatamente Bagy, prima di iniziare. Nonostante l’idea di guadagnare facilmente qualche monetina gli risultasse sempre un buon motivo per sorridere, quella sera non era tanto in vena di scherzi, truffe, trucchi o altro, ma quell’impiastro dai capelli rossi l’avrebbe fatto diventare scemo a furia di insistere, perciò prima lo fregava, meglio era e avrebbe potuto andarsene a dormire tutto tranquillo e senza scocciature tra i piedi.
Shanks corrugò la fronte pensieroso: in effetti, pensandoci bene, non aveva neanche un soldo bucato nelle tasche e rubare dalle casse del capitano proprio non se ne parlava. Non era mica un pazzo, lui.
Allora sorrise, come faceva sempre quando si rendeva conto di essere nei pasticci, «Ecco, veramente sono al verde.» si scusò.
«Che cosa?» sbottò Bagy, scoccandogli un’occhiata truce e dandosi mentalmente dello stupido per essersi imbarcato in una nave piena di deficienti.
Il rosso continuò a sorridergli amichevole, ridacchiando per la sua stessa gaffe e cercando di calmare l’animo inviperito del compagno che, masticando improperi e insulti, aveva piantato un pugnale nel pavimento per non squartare vivo Shanks.
Non lo sopportava proprio, era più forte di lui. Fin dal primo momento in cui se lo era ritrovato tra le scatole aveva capito che quel ragazzino coi capelli vermigli, tutto sorrisi, battute, pacche sulle spalle e ‘ehi, diventiamo amici’, gli avrebbe causato un sacco di rogne. Però, in un modo o nell’altro, doveva fare un po’ di gavetta e la nave di quel pirata gli sembrava il modo migliore per cominciare a fare strada e carriera, così mandava giù bocconi amari tutti i giorni e portava pazienza, sclerando di tanto in tanto contro quel cretino che, proprio in quell’esatto istante, stava tentando di farlo fesso, promettendogli di saldare il debito in futuro.
«Non se ne parla proprio!»
«Avanti Bagy, mica scappo! Fallo solo per questa volta, per favore!»
«Scordatelo, razza di piaga!»
«Ma io voglio giocare!»
«Affaracci tuoi!»
«Rayleigh! Dove diavolo hai nascosto il sakè, maledetto topo di fogna!» tuonò una voce arrabbiata, proveniente dalle stive.
I due ragazzi smisero di bisticciare e fissarono entrambi il punto in cui, dal ponte centrale, sbucò la figura del Capitano Roger, tutto svampito e con l’aria leggermente alticcia, il quale barcollò fino al cassero dove, se ne accorsero solo allora, stava il vicecapitano Rayleigh intento a scolarsi una considerevole scorta di bottiglie di alcolici.
«Ammutinamento!» sbraitava intanto Gol D. Roger, sbracciandosi come un forsennato per attirare l’attenzione del primo ufficiale che, non degnandolo nemmeno di uno sguardo, continuava a bere indisturbato.
Tra Shanks e Bagy, intanto, era calato il silenzio, ma non era finita: dovettero spalancare occhi e bocca a causa dell’incredulità quando, dopo un acceso dibattito, il Capitano iniziò a rincorrere il buon vecchio Rayleigh, minacciandolo di future e macabre torture.
«Pensi che sia il caso di toglierci di mezzo?» mormorò Shanks, notando che i due ubriaconi stavano correndo nella loro direzione.
«Assolutamente.» concordò Bagy, raccogliendo alla svelta le sue carte da gioco e schizzando via verso le loro cabine, seguendo il rosso che, attento a non attirare troppo l’attenzione, si dileguava giù per le scale sottocoperta.
«Heh, certo che sono proprio matti quei due.» commentò, tirando un sospiro di sollievo per aver evitato di essere finito in mezzo ad una disputa tra quelli che avrebbero dovuto essere veri pirati, passandosi poi una mano sulla fronte per scostarsi dagli occhi alcuni ciuffi rossi.
Bagy sogghignò, la prima cosa simile ad un sorriso che faceva da quella mattina. «Chissà cosa avranno combinato.»
«Probabilmente Rayleigh voleva evitare che il Capitano si ubriacasse nei momenti meno opportuni.»
«Così ha deciso di far sparire il sakè scolandoselo tutto lui?» gli fece eco Bagy, rendendo noto quanto quella spiegazione sembrasse assurda.
I due si guardarono per un lungo istante, iniziando a ridacchiare mestamente per poi finire con lo sbellicarsi dalle risate.
Finisce sempre così, pensò in un attimo Bagy, calcandosi il cappellino in testa per celare il suo ritrovato buon umore. Alla fine, anche se non sopportava Shanks e quel suo carattere sempre così buono, socievole e altruista, ogni volta che aveva a che fare con lui si ritrovava ad essere contagiato da quella sua costante allegria.
E, dopotutto, anche se non lo dava a vedere, quei momenti spensierati a bordo della nave gli piacevano.
Gli piacevano davvero.
«Allora, adesso possiamo giocare?» ricominciò Shanks, trotterellandogli attorno.
«Oh, ma falla finita!» ribatté Bagy, ma il rosso poté ben capire che lo avrebbe accontentato. Lo faceva sempre.

 

 

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Angolo Autrice:
Wiiiiii, buongiorno a tutti ^^
*Schiva la terza guerra mondiale*
Ehm, allora, vorrei solo dire che AMO Bagy, è simpaticissimo e la sua faccia da fesso è qualcosa di unico, mentre Shanks ha un sorriso che, OMMIODDIO, hdjbcfdeiweu **
E si, assieme mi piacciono e credo di shipparli in segreto ma, ehi, va bene lo stesso.
Ad ogni modo, era da tanto che volevo provare a scrivere qualcosa su di loro, niente di importante, così ecco qui qual cosina.
Avviso anche che in cantiere ho una one-shot su Sabo (AMORE MIO) e Koala. E’ già pronta, devo solo trovare il tempo e la voglia per pubblicarla.
Passiamo alle note dolenti.
So che sono scomparsa, ma non sono morta, davvero, e non mi perdo niente, semplicemente ho trovato lavoro e la cosa mi occupa parecchio tempo che prima impiegavo nello scrivere. tornando poi a casa verso sera ho il tempo di mangiare e poi, beh, è estate e tra amiche storiche, famiglia e moroso il tempo mi scivola dalle mani.
Però non ho dimenticato nulla, davvero, tengo sott’occhio tutti, alcuni capitoli che devo pubblicare sono QUASI finiti e, se Dio vuole, riuscirò a completarli a breve.
Scusatemi, davvero, fosse per me starei tutto il giorno a scrivere ma poi non saprei come poter portare il pane in tavola a casa ^^
Detto questo vi ringrazio per la pazienza, la fiducia e tutto.
Un abbraccione immenso,
Ace.
  
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