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Autore: AdharaSlyth    11/07/2014    0 recensioni
29.06.2012 - WWA Tour: San Siro (Milan)

Sotto il palco una folla di ragazze urlanti che dalle 9 nove del mattino attendono i loro idoli. E io sono tra di loro! E mancherebbe poco all'arrivo della band! Ma c'è così tanta gente e sto così stretta! Ma devo resistere! Perché devo vedere lui. Devo vedere Louis!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Prima di tutto vorrei fare due piccole premesse:
Punto 1: Non sono una Directioner. La band mi piace e le canzoni sono belle e mettono allegria. Diciamo che mi definisco una fan contenuta!

Punto 2: Nulla di quello che descrivo è mai successo. Almeno, non a me! Se è successo invece ad un’altra…bhè! Buon per lei! Quindi anche se uso la prima persona non sono io (AdharaSlyth) che parlo ma una ipotetica protagonista.

Punto 3: Questa ff è UN TENTATIVO !!  Non ho mai scritto niente del genere e onestamente non so neanche se ricapiterà. Siate clementi!

Punto 4: I dialoghi sono in inglese perché ho cercato di essere realistica. La traduzione , un po’ libera perché in italiano rende meglio, la metto in fondo alla pagina In grassetto per Louis e normale per la protagonista ;)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un momento solo tuo e mio. 29.06.14

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

29.06.2012 - WWA Tour: San Siro (Milan)
Erano le 20.40 e loro non erano ancora arrivati.
Certo; i 5SoS non erano male! Anzi erano stati grandi! Ma nessuno poteva competere con loro! Gli One Direction!
I miei idoli, i ragazzi più incredibili sulla faccia della terra!
E non perché erano ricchi, famosi o estremamente belli -Cosa che comunque non guastava!- ma perché riuscivano a dire quello che tutte le ragazze volevano sentire. E che nessuno diceva mai.

E così ero lì. Sotto il palco. Dalle 9 del mattino.
E tutto perché dovevo vederlo.
Dovevo vedere Louis! Louis, l’unico di cui mi importasse davvero! Chissene di Harry e Zayn! Io volevo vedere Louis!

Lo spazio era incredibilmente angusto, mi sentivo schiacciata contro le transenne dalla marea di ragazzine urlanti dietro di me.

Non riuscivo a respirare!

Ma dovevo resistere! Se fossi svenuta probabilmente mi avrebbero portata via e non sarei riuscita a vederlo!

Mancavano meno di 5 minuti alle 21, ora prevista per il loro ingresso e le ragazze attorno a me erano sempre più agitate. 

E io sempre più stretta.

Mi aggrappai al braccio di Cecilia, in modo da non perderla, cercando di restare vicino a lei e mantenere la calma.

E successe. Una ragazza abbastanza grossa, appena dietro di me mi spinse in avanti con forza.

La transenna mi si schiacciò contro lo sterno e il respiro mi si strozzò in gola. Per un’attimo il mondo attorno a me si fece nero.

Quando ripresi conoscenza erano passati appena pochi secondi ma qualcuno mi stava già alzando oltre lo sbarramento per portarmi nella zona in cui erano state sistemate le barelle, appena dietro al palco.

Avrei voluto piangere!

C’ero così vicina! Così vicina e invece lo avevo perso, mi ero giocata il concerto!

E poi lo vidi.

Louis Tomlinson.

Che correva dietro agli altri verso l’ingresso laterale del palco.

Non so cosa mi prese, ma urlai. Urlai il suo nome a pieni polmoni.

 

E lui si girò!

 

Nonostante la folla di adolescenti che acclamava la band. Lui si girò.

Mi aveva sentita!

Con un’aria preoccupata in viso venne verso di me.

“Oh My Gosh! Are you ok?”* mi chiese in inglese.

I paramedici riuscirono a spiegargli in breve cosa mi era successo e lui si girò di nuovo a guardarmi.

Appoggiò una mano sulla mia guancia, e solo quando vidi una lacrima scintillare tra le sue dita, mi resi conto di stare piangendo.

“You could get hurt! Are you sure we worth that?”* mi chiese.

You worth that!”* gli risposi nel mio inglese stentato.

“Me?”. La preoccupazione sul suo volto si tramutò in stupore.

“Yep! You turned! You looked at me! It’s weird, we never met before, but when I called your name you came to me.”* e sorrisi.

E guardandolo negli occhi mi resi conto di averlo davvero stupito.

“I think that you’re amazing! And not because you’re rich or famous or extremely handsome!”* lo sentii ridere al commento sulla bellezza e risi anche io.

“Being famous doesn’t mean anything. It makes people look so empty! You are amazing because you’re kind and gentle, and because you care about others.”*

Lui continuava a sorridere e ricordo di aver pensato che fosse ancora più splendido d quanto avevo sempre pensato.

MI sembrava passata un’eternità e sarei rimasta in quella piccola bolla personale con lui per sempre. Ma arrivò un’uomo, completamente vestito di nero e con all’orecchio uno di quegli auricolari che identificano gli addetti allo svolgimento dello show. 

“Thank you” mi sorrise Louis mentre l’uomo lo incitava a dirigersi verso il palco.

“Wait! What’s your name?!”* gridò mentre la mia barella veniva spinta verso l’uscita.

“Maggie!” risposi più forte che potevo. Ma non seppi nemmeno se era riuscito a sentirmi.

Proprio mentre uscivo sentii il boato che indicata la loro apparizione sul palco.

 

Non so cosa mi aspettassi il giorno dopo…

Forse che trovasse il modo di rintracciarmi,o che in qualche manierati riuscisse a scrivere,o un tweet… Forse che quelle poche frasi sarebbero state l’inizio di un’epica storia d’amore che avrebbe cambiato la mia vita…

Invece non successe nulla, niente di rilevante. Ma non me la presi! 

Avevo avuto il mio momento. Solo io e Louis.

E niente e nessuno ne avrebbe mai contaminato il ricordo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Traduzione:

“O santo cielo! Stai bene?”

“Avresti potuto farti male! Sicura che ne valiamo la pena?”

Tu ne vali la pena!”
“Io?”

“Si! Tu ti sei girato! Tu mi hai guardata! E’ strano! Anche se non vi siamo mai incontrati, quando ho chiamato il tuo nome tu sei venuto da me!”

“Penso che tu sia fantastico! E non perché sei ricco o famoso o incredibilmente bello!” 

“Essere famosi non significa nulla. Fa sembrare le persone così vuote! Tu sei fantastico perché sei dolce e gentile e perché si vede che ti importa degli altri.” 

“Grazie.”   

“Aspetta! Come ti chiami?”

 

 

 

 

   
 
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