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Autore: Brida    11/07/2014    0 recensioni
[Star Wars Knights of The Old Republic]
One-Shot ispirata al videogioco Star Wars Kotor, ambientato nell'universo omonimo secoli prima di Luke e Darth Fener. ATTENZIONE: per chi avesse appena cominciato a giocarci, NON aprite questo file o vi perderete... beh una grossa sorpresa ^_^ Riguardo a noi..
Charade Veisnar è una Jedi. Ma non una qualsiasi. E' sempre pronta ad ironizzare, a prendere tutto sottogamba, a fare la sbruffona, e sicuramente a lamentarsi di quanto Bastilla le stia addosso con il suo atteggiamento moralista. Charade Veisnar è uno spirito libero che ha deciso di provare a salvare il mondo... Ma una terribile scoperta sconvolge la sua vita, e non sa se è davvero pronta a far finta di nulla.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Può in un attimo una vita intera spezzarsi? Frantumarsi. Perdersi.
Non tornare mai più.
Può davvero?
Ero lì, seduta, senza capire. La loro foto tra le mie mani.
Volevo piangere ma era come se le lacrime non mi appartenessero più
Non fossero parte della mia essenza.
Chiusi gli occhi per un secondo e gettai lontano il portafoto come a volermi allontanare da ciò che non avevo più.
Charade… Charade…
Ero un semplice indovinello, due pezzi da unire insieme, due storie che non si appartenevano eppure l’uno dipendeva dall’altra.
Revan… Revan…
Come avrei potuto andare avanti ora? Come avrei potuto fingere di nulla.
Mi vennero in mente le parole che avevo rivolto a Carth, non molto tempo prima.

“C’è dolore nei tuoi occhi, eppure tu fingi di essere la persona più spensierata dell’universo. Perché Charade?” mi aveva chiesto. E io ero scoppiata a ridere.

“Cerchi della tragedia nella mia vita? E invece ti sbagli. Padre ex-soldato della repubblica che ora fa il mercante con mia madre. Una splendida casa, un fratellino che mi manca molto e come unico desiderio quello di vivere la vita al massimo. Ho tutto ciò quello che avrei mai potuto desiderare. Viaggio per il mondo, combatto se ne ho voglia, scambio merci per conto della mia famiglia. E quando voglio posso tornare a casa e poltrire senza dover rendere conto a nessuno”.

“E allora perché sei qui ora, a rischiare tutto per i Jedi? Per la Repubblica?”.

Un sorriso amaro si dipinse sul mio volto.
Aveva ragione Carth. Charade non aveva motivo di combattere coi Jedi.
La sua vita era perfetta e non c’era motivo di abbandonarla. Ma io non ero Charade.
Non del tutto.

‘Ora comprendo’. I sogni, la forza che scorreva in me, ogni cosa…

Le bugie. Perché di queste non me ne sono potuta accorgere. Passavo ore a parlare con perfetti sconosciuti credendoli la mia famiglia.
Passavo ore a fingere di essere felice.

“La tua famiglia è morta Revan. Molto tempo fa. Eravate molto poveri e tuo fratello era malato, ricordi? Tu  ti unisti ai Jedi con la speranza che noi lo potessimo salvare. Ma ciò non era possibile.
Il lato oscuro penetrò nelle tue ossa dopo che egli morì. E fu per questo che non mossi un dito per difendere i tuoi genitori che indifesi vennero uccisi durante la guerra dei Mandoriani” le parole di Bastilla bruciavano più del fuoco. Il video che mi aveva lasciato, per spiegarmi ogni cosa nel caso lei non avesse potuto farlo personalmente. Parlo che facevano male.

Eppure sentivo stessero parlando di me.
Ecco perché nella mia testa vedevo dei volti diversi, ecco perché sentivo mio fratello piangere e soffrire, i miei genitori che mi pregavano di giungere il loro aiuto.
Non erano visioni del futuro, non era ciò che sarebbe potuto accadere se Malak avesse vinto.
Non erano preoccupazioni e tormenti interiori.
Erano ricordi.

Avevano trasformato me, il loro peggiore nemico, Darth Revan, il terrore della galassia in una loro pedina.
Mi avevano creato una falsa identità, dato una famiglia che non avevo mai posseduto, dei ricordi che non esistevano, come se con una falsa felicità avrebbero davvero potuto eliminare le ombre nere che segnavano il mio animo. Come se davvero fosse possibile creare una nuova persona, Charade Veisnar. Veisnar.

‘Charade is Revan’ anagrammai nella mente il mio cognome e capii come per loro era stato un semplice gioco prendere la mia vita e stravolgerla.

‘Perché i Jedi mi hanno fatto questo?’.
Si aspettavano un ringraziamento? Mi avevano mentito, avevano cercato di plasmarmi, di rendermi felice forse. Ma era tutto falso.
La famiglia che non avevo mai avuto, gli amici sulla nave… Conoscevano tutti un’altra persona, una persona che non ero io, e che pure non era neppure un’altra.

‘I ricordi… perché non affiorano? Chi sono? Chi sarò?’ mi facevo queste domande mentre sentivo un forte mal di testa.

Chi era Revan? Cosa ne avrei fatto del mio futuro?
Per chi avrei combattuto?
C’erano tracce nella mia anima che non erano mai cambiate. Il piacere che provavo nel combattere, nell’umiliare, nello sconfiggere.
Ora sapevo da dove venissero. Ma sarei stata capace di fermarle? Lo volevo davvero?

‘Malak è il nemico. Tutto il resto non importa’.

Mi alzai di scatto dal letto, gli occhi secchi, il volto in una smorfia.
Per quanto fossi sconvolta e scioccata, non ero capace davvero di soffrire, di sentirmi debole.
Non era nella mia natura. Di nuovo sorrisi al pensiero di quante volte mi ero mostrata completamente insensibile.
Scherzavo, ridevo, ma era come se tutto fosse lontano, come se nulla di quello che vivevo fosse veramente reale.

“Charade…” una voce mi chiamò improvvisamente.

Era Carth. Mi guardò dall’entrata della mia stanza.
Nulla era stato davvero reale?

“O forse dovrei dire… Revan” abbassò lo sguardo imbarazzato, ma nel pronunciare il mio nome avvertii nella sua voce una certa dose di paura.

Mi temeva? Davvero?

“Un nome scelto dai Jedi e uno dai Sith. Forse dovrei  trovarmene un terzo scelto da me” dissi sorridendo scherzosa. Anche se dentro l’anima sentivo forte il peso della verità.

“Le tue solite battute” commentò lui avvicinandosi a me.

Prima che iniziasse a parlare lo precedetti “Lo so, hai faticato a fidarti di me. Io ti ho dato del filo da torcere, questo è vero. Ma ero riuscita a guadagnarmi la tua fiducia, finalmente. Basta poco per cambiare tutto, eh?” commentai spostando i miei occhi grigi sul suo volto.

“Io… non lo so quello che davvero ne penso ora. Di noi, della missione, di tutto. Ma… voglio che tu sappia una cosa” alzò lo sguardo.

“Ho promesso di proteggere la Repubblica e di sconfiggere i Sith. Questo è il mio compito. Fintanto che sarà così per entrambi allora non avrò motivo di dubitare di te”.

Fintanto… Sorrisi. Sapeva di qualcosa di temporaneo, qualcosa che sarebbe dovuto finire. Prima o poi.

“Io voglio uccidere Malak. Questo è certo. Ed impedirgli di recuperare la Star Forge. Inoltre…” cominciai a tamburellare con le dita sul tavolo.

“Ho molta voglia di tormentare Bastilla e non mi piace che lui se la tenga tutta per sé” ironizzai.
Carth accennò un mezzo sorriso e si andò a sedere accanto a me.

“Credi che stia bene?” mi domandò.

“Dipende da cosa intendi per bene” non ricordavo bene Malak, ma sapevo come i Sith agivano.

Forse non sarebbe morta, ma le sarebbe potuto accadere comunque qualcosa di molto più pericoloso, qualcosa di molto più distruttivo e terribile della morte.
 La corruzione del proprio animo.

“Dobbiamo sbrigarci e liberarla prima che sia troppo tardi” dissi con aria dura.

Carth d’istinto mi strinse una mano che avevo appoggiato sul letto duro del mio alloggio della Ebon Hawk.

“Mi spiace di averti aggredito prima… con gli altri. Ti chiedo scusa” mi disse sincero.

“Avrei fatto lo stesso se fossi stata al tuo posto” gli risposi accettando le sue scuse.

“Quindi sei davvero cambiata? Il lato oscuro… non sei più asservita al suo potere?”.

Guardai il portafoto lontano e mi sentii il mondo pesare sulle spalle.

“Non sono Charade. Questo è sicuro. Non riuscirei più a fingere di avere una vita perfetta, una famiglia… Tutte cose che non ho”.

Spostai il mio sguardo su Carth “Sono Revan e so che qualcosa di oscuro vive dentro me. La morte e il dolore mi hanno accompagnato per troppo tempo, e anche se non ne ho il ricordo perfetto, non posso ignorarli. Non posso ignorare la verità e preferirvi le bugie che mi hanno creato i Jedi”.

“Ma quindi..” cominciò lui sorpreso.

“Ma quindi quello che ho vissuto su questa nave, in questi giorni… Dantooine, Manaan, Tatooine, Korriban… Questo è reale. E per questo motivo se il mio passato è Revan e non Charade, forse il mio presente non ha ancora un nome, ma mi ha comunque plasmato e ora non sono più il mio passato. Sono qualcosa di nuovo”.

“E il tuo futuro? Cosa farai quando tutto ciò sarà concluso?” mi domandò Carth.

“Revan… una volta morto Malak… una volta sconfitti i Sith. Chi può dirlo cosà farà? Forse diventerà un campione di Pazaak, forse deciderà di sfuggire a tutto e a tutti, di nascondersi dal male e dal bene. O forse deciderà di fermarsi, almeno per un po’” sorrisi e mi alzai in piedi dal letto, nello stesso momento Carth fece la stessa cosa.

Io lo guardai qualche secondo. Eravamo così vicini, in silenzio. Poi mi mossi, raggiunsi il portafoto, lo presi tra le mani e lo distrussi, lui e il suo contenuto.

“Questo non mi servirà più di sicuro” commentai amareggiata.

Sentivo lo sguardo di Carth fisso sulla mia schiena.

 “Una birra gelata qui su Tatooine e si riparte. Kashyyk e l’ultima mappa ci aspettano” mi sforzai di sorridere cercando di mostrarmi sicura di me.
Incontrai gli occhi di Carth e avvertii del calore penetrare nel mio corpo.
Preferivo lui mi vedesse così, sicura e decisa, non debole e fragile.

“Non so se in te alberghi ancora del lato oscuro, non so tu cosa sia. Ma finché saremo insieme onorerò quanto ti dissi su Korriban” parlò Carth con aria decisa. La sua promessa…

“Ti proteggerò, lo giuro” aprii leggermente la bocca, stupita dal risentirgli pronunciare le stesse parole che mi aveva detto all’Accademia Sith, quando ogni cosa era diversa.

Nonostante tutto, nonostante io fossi stata il suo peggior nemico, qualcosa in lui gli diceva che non ero malvagia.
Chissà se aveva davvero ragione.
Di nuovo mi avvicinai a lui, come per dargli un bacio. Ma quando fummo ad un millimetro di distanza gli rubai il portafoglio che teneva nella tasca della sua divisa, come era solito, e cominciai a correre.

“Una birra gelata a spese tue, non male” ridacchiai.

“Ehi, fermati!” lui mi inseguiva e per un attimo pensieri oscuri non occuparono la mia mente. Missione e gli altri mi guardarono uscire dall’astronave e mi sembrò di scorgere in loro lo sguardo di chi ti riconosce, di chi capisce che sei la stessa persona di prima, nonostante terribili rivelazioni siano state fatte sul tuo conto.

Un cielo blu e un deserto infinto penetravano nei miei occhi, mentre un’ombra tornò a posarsi sul mio sguardo.
Mi nascosi dietro ad un’abitazione, sperando di seminare Carth. Un semplice e sciocco scherzo.
Poi lo vidi, piccolo ed innocuo. Un topolino che si era perduto, e che veloce correva verso la sua tana, dove la madre l’avrebbe accudito e coccolato.
Innocuo ed innocente. Terribilmente debole.
Fu un attimo. Le mie gambe si mossero e col piede lo schiacciai. Non provai alcun dolore, alcun rimorso, anche se per un attimo guardai sorpresa il piccolo corpicino che si contorceva nei suoi ultimi spasmi prima di morire.

“Eccoti qui, ti ho trovata. Ridammi i miei soldi”.

Sorrisi ignorando ciò che avevo provocato, nemmeno Carth se ne accorse.

“Va bene… però potresti offrirmi tu una birra di tua spontanea volontà. Che ne dici?”.

“Bastilla è stata catturata, l’universo sta per essere conquistato dai Sith e tu… pensi a bere??”.

“Credi davvero che quei cinque minuti in cui mi prenderò un attimo di pausa dalle recenti scioccanti rivelazioni sul mio conto potranno cambiare il destino della galassia? Dammi tregua Carth!” lo rimproverai ironica.

“Va bene va bene… Solo cinque minuti però”.

Cominciammo a camminare in direzione della cantina. Stavamo per svoltare l’angolo ormai quando d’istinto mi girai un’ultima volta.
Il topolino era morto e un cane si era avvicinato. Si stava nutrendo di lui.
Non sentii dolore nel cuore, non sentii paura. Sentii che era parte di qualcosa.

Qualcosa di più grande di me.
Forse era questo il lato oscuro? Forse era questo che ero stata?
Una sola domanda continuava a ripetersi nella mente. Incessante.
‘Cosa è giusto e cosa è sbagliato?’




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Ragazzi, dopo secoli e secoli in cui non  ho avuto un attimo per aprire efp, torno finalmente a scrivere qualcosa :D L'università, purtroppo, in questi ultimi mesi ha ucciso (letteralmente) qualsiasi ispirazione avessi, presa come sono da esami che mi mandano un sacco in ansia (eh.. carattere!), adesso sto per finire la sessione ma dovendo partire per godermi un po' di estate la vedo dura tornare sulla mia Brida lasciata un po' in disparte :( (e spiace assai). Come anche mi spiace aver abbandonato a metà molte delle storie che stavo seguendo, ma penso che dopo la prima metà di Settembre almeno su quel fronte riuscirò a tornare alla pari (non temete). 

Parlando della storia.. Kotor è un gioco fatto dagli stessi creatore di Mass Effect e Dragon Age e tutti i fan di questi ultimi due dovrebbero ASSOLUTAMENTE metterci le mani sopra. Il Gameplay è meno bello, essendo più vecchio, ma sia Kotor 1 che il 2 (anche se di più il primo) presentano storie sensazionali, e un esempio è proprio questo colpo di scena (cioè.. tu scopri di essere il nemico della storia, allucinante!) che a me ha lasciato a bocca aperta per tipo.. giorni.. mesi... ancora adesso ahah

Questo colpo di scena supera di gran lunga quelli di ME e DAO, quindi se disgraziatamente avete aperto questa storia pur non conoscendo il gioco e avete letto la One-Shot, trovatevi qualche Jedi cancella la memoria e giocateci perché ne vale la pena! :D 

Il finale è volutamente ambiguo.. per chi avesse già finito il gioco--> ho scelto alla fine il lato chiaro... però che cacchio il finale lato scuro era stra figo (l'ho riprovato successivamente). 

Questa One-Shot vuole presentare le sensazioni della mia Revan appena scoperta la verità sul suo conto.. Leiha una personalità forte, decisa, è particolarmente brava a non prendere nulla sul serio, a scherzare e a giocare col fuoco fin troppe volte :) I Jedi le hanno costruito una vita falsa, una famiglia, una casa... In realtà è la persona più sola dell'universo e scoprirlo improvvisamente è davvero scioccante per lei ( e non solo). 

Fortuna che c'è Carth <3 <3 (The Best). 

Commenti, pareri, opinioni.... scrivetemi qua sotto e vi risponderò! 

Baci
  
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