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Autore: ellalarry    12/07/2014    1 recensioni
Louis Tomlinson ed Harry Styles hanno rispettivamente diciassette e diciotto anni.
La loro primogenita, Rosmary, è nata esattamente undici mesi e quattro giorni fa.
Questa è la loro storia.
TeenParents!Larry
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E' una versione 'Daddy' di Teen Mom, il programma in onda su MTV!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Teen Dads

 

 

Louis Tomlinson ed Harry Styles hanno rispettivamente diciassette e diciotto anni.
La loro primogenita, Rosmary, è nata esattamente undici mesi e quattro giorni fa.
Questa è la loro storia.

 

Louis ha una camicetta a pois, un papillon rosso acceso e dei pantaloni dello stesso colore; si sistema sulla poltrona beige e sorride timidamente alla telecamera.
“Ben arrivato Louis” lo accoglie Drew Pinsky. Dopo una veloce stretta di mano e qualche sorriso di cortesia, entrambi tornano a sedersi alle loro postazioni.
“Grazie” arrossisce il teenager, mentre le telecamere inquadrano il suo volto paonazzo. Ha le gambe incrociate, la schiena eretta e le mani congiunte proprio sopra il ginocchio.
“È passato molto tempo dall'ultima volta. Ti trovo meglio, Louis. Dunque, perché non mi spieghi un po' il tuo rapporto attuale con... Harry?”
Il ragazzo si morde il labbro, forse per trattenere le lacrime, forse perché insicuro su ciò che dire. “In realtà noi... noi non ci vediamo più” ammette con un sussurro.
Qualcuno dietro alle quinte attrae l'interesse di Pinsky, tanto da indurlo a spostare lo sguardo in direzione della donna gesticolante.
“Come? Va bene” annuisce, per poi rivolgere nuovamente la sua attenzione all'ospite. “Puoi parlare un po' più forte, Louis, grazie?” bisbiglia.
“Sì, uh. Volevo dire che, no, non stiamo più insieme.”
Il dottore annuisce, incitandolo a proseguire. “Rinfreschiamo un po' la memoria al pubblico: racconta brevemente com'è nata Rosmary.”
Louis si morde leggermente le fastidiose pellicine attorno all'unghia dell'indice. “In che senso?”
“Bé” Pinsky accavalla le gambe per qualche secondo, riprendendo l'attimo dopo la sua posizione normale, “come si è sviluppata la storia tra te ed Harry.”
Il giovane sospira; e per quanto possa nuocergli, comincia a raccontare dal principio la sua relazione con il padre di sua figlia.
“Io ed Harry ci siamo conosciuti al primo anno del liceo. Ai tempi non sapevo ancora di essere... ecco, omosessuale.” Getta un'occhiata intimorita al pubblico, ma nessuno sembra essere impressionato o disgustato, sono tutti in attesa di ascoltare il seguito. “Uscivo con una ragazza, erano le mie prime esperienze nel campo ed ero totalmente insicuro” riprende, sorridendo al ricordo. “Harry è stato un buon consigliere, un fantastico migliore amico e sostenitore. Finché, qualche tempo dopo, mi sono giunte voci in quanto si fosse preso una cotta per me. Ho subito voluto chiarire la situazione – per evitare situazioni imbarazzanti, ecco. Ma... ma lui non ha messo a tacere quelle voci e... e bé. Ho deciso di dargli una possibilità. Dopotutto, anche lui mi piaceva-”
“Scusa se interrompo. Ma da quanto tempo ti piaceva?” interviene il dr. Drew.
“Oh. È una domanda difficile. Non ne ho idea, in realtà.”
“Bene. Prosegui pure.”
“Quando ci siamo fidanzati, io avevo quindici anni e lui uno in più di me.” Sospira. “I miei genitori non hanno mai approvato questa mia scelta e tuttora hanno problemi ad accettarmi. La madre di Harry, invece, mi ha accolto fin da subito. Mi sono trasferito a casa sua temporaneamente e quando ho scoperto di aspettare un bambino... lui...”
“Scusa ancora, Louis. Davvero.” Il castano annuisce. “Avete mai utilizzato contraccettivi?”
Il rossore si espande sulle guance del ragazzo e tossicchia nascosto da una mano, prima di rispondere.
I ricordi della sua prima volta con Harry riaffiorano dagli abissi della sua mente, laddove essi sono come pesci alternanti tra la superficie e la profondità. Le immagini di come l'aveva baciato dolcemente e trattato come un vaso di cristallo scorrono uno dopo l'altro, cosicché la nostalgia fa il sopravvento. “A-all'inizio sì. Per le malattie, sa. In seguito abbiamo deciso di farne a meno per comodità.”
“Per comodità...” ripete il dottore. “Allora sapevi già di possedere organi femminili che ti hanno quindi permesso di essere fecondo?”
“Oh no.” Louis si morde il labbro inferiore. “Non lo sapeva nessuno, tantomeno io.”
Per un attimo, a Louis balza in mente il perché Drew Pinsky gli abbia posto domande di cui già conosceva la risposta. Ma giusto. Il pubblico. Anch'esso ha diritto di saziarsi.
“Avresti utilizzato un anticoncezionale nel caso ne fossi stato al corrente?”
“Certo” risponde prontamente. Diamine, chi lo vorrebbe un bambino a sedici anni?
“Bene, Louis. Puoi proseguire. Raccontaci perché Harry non è qui con te, in questo momento.”
Il giovane sembra inquieto sul divanetto di pelle in cui è seduto, la domanda l'ha messo un po' sotto pressione: parlare del suo ex ragazzo non gli è mai risultato facile.
“E-ehm lui... Non era mai presente per me, o Rosmary” mormora torturandosi le mani. “Negli ultimi tempi è cambiato, è diventato più freddo e distaccato nei miei confronti. Non rispondeva più ai messaggi, alle telefonate e usciva spesso con i suoi amici. Credo... credo mi abbia tradito” aggiunge tirando su con il naso.
“Ne sei certo?”
“Ne sono più che sicuro. Conosco Harry” afferma deciso.
“Okay. Perché lui è proprio qui, e sta aspettando di sedersi accanto a te e spiegarci la sua versione per la prima volta.”
Louis rimane interdetto da quelle parole. Ma come, pensa, com'è possibile? Dentro di sé è più che preoccupato. Ma all'esterno riesce a mantenere una certa dignità, apparendo rilassato e sorridendo lievemente al dottore.
E poi c'è il momento in cui il suo (ex) ragazzo fa il suo ingresso nello show. Ha i capelli ricci domati all'indietro da un po' di gel, una camicia a quadri aperta fino a metà da cui si intravede una t-shirt con il logo di qualche band indie poco conosciuta e un paio di jeans.
Un applauso lo accoglie, Drew gli stringe la mano come ha fatto prima con Louis e quest'ultimo, con la coda dell'occhio, lo osserva sedersi accanto a lui tenendosi a debita distanza.
“Buonasera,” dice con quella voce profonda ed intimidatoria che fa rizzare i peli delle braccia al castano.
“Ciao, Harry” sorride Pinsky “è un piacere conoscerti. Suppongo tu abbia seguito la serata fin dall'inizio.”
“Proprio così, dottore. Ma devo ammettere che Louis non ha tutti i torti.” Gli rivolge una breve occhiata. Non può fare a meno di pensare quanto gli sia mancato.
“Parla pure. Descrivi i tuoi pensieri.”
“Bé, innanzitutto vorrei sottolineare che sono cambiato. Sono maturato moltissimo in questi mesi” inizia. “Non so spiegare il perché del mio comportamento nel momento del bisogno, ma me ne sono pentito e vorrei poter cambiare tutto.”
“Eri, forse, confuso? È normale, Harry. Non aver paura ad esprimere ciò che provi. Siamo qui per ascoltarti, non per criticare le tue scelte.”
Il ragazzo annuisce, mentre osserva il minuto corpo di Louis muoversi a disagio sul divano.
Sospira. “Già. Ma sono cambiato. Vorrei recuperare il tempo perso con mia figlia e ricominciare. Vorrei tanto avere un'altra possibilità e farla funzionare, davvero. Perché io lo amo, Louis. Sì. Ti amo, Lou. Non ho mai smesso di farlo.”
Il diretto interessato volge il capo in direzione di Harry, stupito. Lo guarda con occhi sgranati, la bocca leggermente aperta e le mani sudate appiccicate sulle cosce.
“Un po' tardi per una dichiarazione” ridacchia Drew, “ma tu cosa ne pensi, Louis?”
“Io penso che...” Il suo sguardo si incatena con quello del suo ex. Sembra così pieno di speranza, di positività; gli rivolge anche un sorriso. Angoli all'insù e fossette asimmetriche. Non c'è nulla di falso, ma non può ancora concedersi a lui. “Penso che avrò bisogno di tempo.”
“Sì. Bene” Drew annuisce.
Nonostante per l'ultima parte del tempo a loro disposizione Harry gli scocchi occhiate tristi e deluse, tutto si conclude con delle vigorose strette di mano ed i ragazzi escono, lasciando il posto alla ragazza successiva.
Prima di tornarsene a casa, Louis, si lascia abbracciare e baciare la fronte dal riccio.

Quando rientra finalmente all'appartamento che condivide con il suo amico ed ex compagno di scuola Zayn, gli schiamazzi di Rosmary gli riempiono le orecchie. Louis sospira, togliendosi giacca e scarpe e sostituendo i vestiti con un paio di pantaloni comodi ed una maglietta.
“Sei tornato. Com'è andata tesoro?” domanda il moro entrando nel piccolo salotto con la bambina tra le braccia.
Louis si limita a scrollare le spalle. Non ha voglia di parlare. Ciò che ha fatto Harry gli ha scatenato così tante emozioni che ha difficoltà persino a pensare.
“Vieni da papà” sorride alla figlia, che ricambia e agita le braccia paffute nella sua direzione.
Sin dalla nascita, è sempre stata molto più simile ad Harry piuttosto che a lui, ed è ciò che fa più male a Louis. Ogni giorno è costretto a prendersi cura di una creatura a cui vuole un'infinità di bene, e per cui darebbe persino la vita. Ma che assomiglia così tanto a ciò che lo ferisce maggiormente che non può fare a meno di deprimersi.
Ha corti capelli color cioccolato, che le arrivano appena sotto il mento, con un principio di boccoli sulle punte. Gli occhi hanno un colorito grigiastro, tendente al verde; mentre il pallore la associa quasi alla protagonista della favola Biancaneve. L'unica, graziosa, eccezione è il piccolo naso all'insù.
“Ssh, sì, sì. Va tutto bene. Papà è qui, ora e si prenderà cura di te.”

Quando Rosie è finalmente nel mondo dei sogni e Louis si è concesso una doccia fredda e veloce, Zayn lo raggiunge sul divano, scroccandoli delle patatine al formaggio.
“Bé, mi dici com'è andata o no?”
“Non ho molta voglia di parlarne, Z” ribatte ficcando una manciata di patatine in bocca.
“Lou...”
“Harry ha detto che mi ama! Difronte a chissà quante persone, Zay, ti rendi conto?” sbotta quasi rovesciando il contenuto della terrina sul tappeto. “E
quando stavo per andarmene via da quell'inferno di telecamere, mi ha abbracciato.”

“Wow” sussurra l'amico, “un tripudio di emozioni. Wow.”
“Cosa dovrei fare, Zay, dimmi cosa devo fare. Sto impazzendo.”
Il pakistano sbuffa, mettendosi in una posizione più comoda sul divanetto di pelle. Gambe sullo schienale e testa all'ingiù. “Tu lo ami ancora, no?”
“Penso di sì...”
“Con Liam non ha funzionato. Perché? Perché ami Harry, razza di idiota! Lo ami. Punto. Non recitare la parte dell'incerto.”
“Hai ragione,” annuisce il castano pensieroso.
“Allora sai già cosa fare.”

Sono Louis. Ci possiamo vedere? Gli scrive pochi minuti dopo la discussione con il suo coinquilino. Non è certo di cosa gli risponderà, ma vuole sistemare questa faccenda una volta per tutte. Telecamere o non.
Due minuti dopo, la risposta illumina lo schermo del vecchio cellulare.
Quando vuoi. Domani mattina ti passo a prendere, va bene? Porta Rosmary. X
Il suo cuore perde qualche battito, tutto ciò gli ricorda i messaggi clandestini che si scambiava con lui quando di Rosmary non c'era traccia e che la sera, prima di andare a dormire, era costretto ad eliminare per paura di essere scoperto.

La mattina dopo, Harry è appoggiato al citofono del suo appartamento. Zayn lo incita a sbrigarsi, ma Rosmary non sembra dell'umore giusto ed i capricci per vestirsi non sono da meno.
Quando scende, il suo ex ragazzo lo accoglie con un enorme sorriso. Gli stampa un bacio sulla guancia e prende Rosmary in braccio, facendola volteggiare.
Louis non può reprimere il sorriso che ha trattenuto per tutto il tempo.
Entrano nella spaziosa auto del riccio; Rosmary è sistemata sul seggiolino nei sedili posteriori e, nonostante Louis abbia insistito per restare accanto a lei, si ritrova seduto accanto al guidatore.
“Ti trovo bene, Lou” gli fa presente svoltando a destra. Se il castano avesse la possibilità di guidare, farebbe quella strada anche ad occhi chiusi per quante volte l'ha già fatta.
“Grazie. Anche tu non sei male.”
“Sei dimagrito” osserva con una lieve nota di disappunto, Harry.
“Penso di sì.”
“Senti io... Louis... Io ti amo ancora e, e non riesco a smettere di pensarti” borbotta abbassando il volume della radio.
“Anch'io ti penso ancora, qualche volta.”
Il riccio si ferma ad un semaforo e approfitta dell'attesa per guardare il ragazzo accanto negli occhi.
“Mi ami, Lou? Mi ami come prima?”
“Harry io...” perché non riesco a dirlo?, pensa Louis mordendosi le labbra. “Io...”
Ma fortunatamente viene interrotto dalle grandi mani del riccio, che gli afferrano con dolcezza ma al contempo con impazienza le guance e dalle sue labbra, che premono con forza sulle sue.
Inizia una lenta, romantica e desiderata danza tra le loro bocche, sostituita poi in una più vorace dalle loro lingue. Louis non riesce a fermarsi, non può fermarsi. Lo desidera così tanto, che si accorge solo ora di averlo aspettato per troppo tempo.
“Sì, ti amo anch'io” ansima sulle sue labbra, riprendendo fiato dal lungo bacio.
Harry sorride, lasciandogli uno, due, tre baci sulle labbra e strofina i loro nasi insieme.
Rosmary applaude goffamente dai sedili posteriori e emette versetti deliziati. Gioisce come può, perché è ancora piccina, ma Louis ed Harry si voltano ad ammirarla e ridono insieme a lei.
I clacson delle auto e qualche muoviti! poco educato fanno da sfondo alla graziosa scenetta. Ma non sembra importare a nessuno dei tre.


 


SPAZIO (AUTRICE)
Sera, o notte, a tutti! Avevo l'idea di questa piccola storiella che mi gironzolava in testa da un po'. Non sono espertissima di Teen Mom, ma l'ho visto un numero sufficienti di volte per potermi invogliare a scrivere qualcosina sul mio OTP. 
E' banale, ma il rating verde risulta meno insidioso rispetto agli altri, poiché non devo trattare argomenti che mi imbarazzano (woops) come gli atti sessuali. 
Ebbene, l'ho scritta di getto e anche se ho controllato più e più volte, credo che qualche errore sia sfuggito alla mia pessima vista. 
Le recensioni, ma soprattutto le critiche, sono ben accette. Siate spietati! 

 
  
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