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Autore: ehytherejay    12/07/2014    3 recensioni
«Quel coso è stupido. E non sente il nostro odore. Non mi stupirei se si fosse perso in questo labirinto di palazzi.» sbottò massaggiandosi il polso ancora incatenato alle manette. Derek sbuffò.
«Mi ricorda te.» disse abbozzando una mezza risata di scherno. Stiles assunse un’espressione annoiata e infastidita e, voltandosi verso di lui, sillabò una falsa risata.
«Parla Derek Hale, l’ex Alpha più geniale sulla faccia della terra. Mi chiedo come tu non ti sia ancora estinto.» sbottò con un sorriso amareggiato.
//Scritta a caso.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stiles guardò prima Derek, poi abbassò lo sguardo sui loro polsi ammanettati, poi posò nuovamente gli occhi sul lupo, che ricambiava il suo sguardo incredulo. Al suono di una gola lacerata da un ruggito feroce, entrambi si voltarono verso il vicolo inondato dall’ombra, da dove il suono si era espanso e aveva raggiunto le loro ossa. Con uno strattone violento, Derek cominciò a correre dalla parte opposta all’urlo animalesco, facendo quasi capitolare Stiles a terra e lacerandogli malamente il polso.
«Derek, non riesco a stare al tuo passo!» urlò l’adolescente quando cominciò a non sentire più l’aria arrivare ai polmoni per la troppa fatica. Le pesanti falcate dell’essere li stavano sempre più raggiungendo e Stiles poteva quasi sentire il suo fiato sul collo. Si voltò con fatica, arrendendosi all’idea che si sarebbe fatto trascinare da Derek quando sarebbe svenuto di lì a poco, scorgendo nel buio della notte senza luna due sfere rosso sangue e luminose che brillavano di fame a pochi centimetri da loro. Stava per dirlo tremante al lupo che lo stava trascinando, quando un improvviso scatto da parte di questo lo fece sbattere contro il suo petto, facendolo mugolare di dolore, e senza due secondi in più di esitazione, il ragazzino venne preso in braccio dall’altro, che cominciò a correre ancora più velocemente. Stiles si aggrappò alla maglia scura, in cerca di un appiglio, allungando il collo oltre la spalla muscolosa del lupo per controllare la situazione con lo strano essere che da giorni gli stava dando la caccia. Ansimando e cercando di riprendere fiato, spostò gli occhi spaventati su quelli rossi e concentrati di Derek, che per un solo attimo si posarono sui suoi. Il ragazzo si voltò verso la direzione di corsa, valutando mentalmente quante possibilità avevano di uscire vivi da quell’inseguimento all’ultimo respiro.
«Derek, ho un’idea.» aveva sussurrato poi, esaminando ancora la stretta strada che stavano percorrendo a grandi falcate. Derek aveva aggrottato le sopracciglia, guardandolo di sottecchi e aspettando una spiegazione. Il ragazzino si voltò nuovamente, constatando che il mostro si stava avvicinando pericolosamente.
«Al mio via, gira in una di questi vicoli laterali.» disse, serio, anche se il suo battito tradiva una paura paralizzante. Derek aprì la bocca per ribattere, quando, prendendo fiato, il ragazzo gli urlò «Ora!», il mostro con la zampa tesa verso la schiena del lupo, che però sfuggì alla sua presa mortale perché, obbedendo all’ordine del ragazzo, egli aveva imboccato la prima strada laterale a disposizione. Correndo più veloce che poteva, con in braccio il ragazzo che si agitava cercando di scovare nel buio tracce dell’inseguitore, cercò di seminarlo zigzagando tra un vicolo e l’altro. Quando poi Stiles gli aveva battuto due pacche sul petto, per avvisargli che erano al sicuro, Derek rallentò e, fermatosi, posò il ragazzo a terra. Ansimando e riprendendo fiato, cercò di balbettare qualcosa, ma Stiles lo zittì rispondendo alla tacita domanda.
«Quel coso è stupido. E non sente il nostro odore. Non mi stupirei se si fosse perso in questo labirinto di palazzi.» sbottò massaggiandosi il polso ancora incatenato alle manette. Derek sbuffò.
«Mi ricorda te.» disse abbozzando una mezza risata di scherno. Stiles assunse un’espressione annoiata e infastidita e, voltandosi verso di lui, sillabò una falsa risata.
«Parla Derek Hale, l’ex Alpha più geniale sulla faccia della terra. Mi chiedo come tu non ti sia ancora estinto.» sbottò con un sorriso amareggiato.
Derek alzò lo sguardo su di lui e fece per ribattere con la battuta più sarcastica che teneva in serbo solo per Stiles, quando l’odore acre e pungente del mostro si fece intenso, segnalando il suo imminente avvicinamento. Derek spalancò gli occhi chiari, prendendo Stiles per la maglia con la mano libera e tirandolo dentro uno stretto spazio tra un muro di mattoni e l’altro. Si inoltrò nell’antro buio fino a quando non rimasero entrambi incastrati e, voltando lo sguardo verso lo spiraglio di luce, sperò che il mostro non li scoprisse.
Nello stesso momento, Stiles si trovò a maledire in tutti i modi possibili Scotti, che lo aveva ammanettato a quel lupo acido. Premuto contro il petto dell’altro, si chiese perché fosse costretto ancora in quel corpo da adolescente, sensibile a cose come quelle. “Cose” come Derek praticamente spalmato su di lui, con il suo odore ad inondargli le narici e il suo fiato a soffiare caldo sul suo collo. Si chiese perché il suo respiro avesse rallentato e si fosse fatto più profondo, si chiese perché i suoi occhi non volevano abbandonare il viso nascosto dall’ombra dell’altro. Si sarebbe dato un ceffone sulla fronte se una mano non fosse stata ammanettata a quella dell’altro e l’altra non fosse rimasta incastrata tra il suo corpo e quello tonico di Derek. Questi rilassò i muscoli delle spalle quando si rese conto che l’essere si era allontanato senza scoprirli e si voltò verso Stiles, trovandolo con le iridi nocciola basse e il corpo stranamente caldo.
«Stiles?» chiamò con le sopracciglia aggrottate. Il ragazzo alzò la testa, sfoggiandogli una fintissima mascherata confusa, che copriva un intrigante timore.
«Ch– che c’è?» domandò lui vedendo che il lupo non smetteva di guardarlo con lo sguardo confuso.
«Stiles, tu sei…» iniziò, ma venne interrotto dall’altro ragazzo che si agitò irritato e imbarazzato.
«Non dirlo! Stai zitto, o giuro che… giuro che ti castro!»
Derek stirò le labbra in una smorfia divertita ma contenuta, e Stiles poteva percepire quella domanda sulla punta della sua lingua.
«Solo… azzardati.» aveva borbottato arrossendo notevolmente. Menomale che erano in un vicolo buio!, pensò una parte del suo cervello, interrotta immediatamente da quella razionale che gli ricordò con prepotenza che i lupi avevano i raggi X.
«È la pistola di tuo padre, quella che hai in tasca, o sei solo felice di vedermi?» sghignazzò Derek tra una risata e l’altra. Stiles si rabbuiò, sentendo avvampare tutto il corpo. Derek Hale, quel Derek Hale, aveva appena esordito con il cliché più cliché con cui poteva esordire.
Oh, sì” pensò tra sé e sé il ragazzo, “Lo ammazzo. Lo ammazzo brutalmente.
   
 
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