Se un Corvo s’innamora del Sole

 

Sonnecchiava lì, su un ramo all’ombra dell’albero, un bel Corvo dal piumaggio nero e lucido che, con un occhio scuro mezzo socchiuso, sondava le circostanze. Quel pomeriggio il bosco pareva disabitato, un bosco fantasma, così coglieva l’occasione per starsene tranquillo almeno per un po’.

Faceva caldo.

Lanciò un grido al Sole, che tramontasse in fretta; con il fresco della sera sarebbe uscito volentieri a farsi un giro giù alla città illuminata. Perché era la notte il regno che tanto agognava.

Il Sole ridacchiò e non rispose.

Il Corvo voltò il capo, indispettito.

Disdegnava quella sua infantile, calda allegrezza giorno dopo giorno, rimanendo alla tiepida ombra della sua dimora dove spesso il vento si fermava a fargli una visita.

Odiava la sua luce perché la reputave infedele. Quel Sole non perdeva occasione di baciare con i suoi raggi ogni più piccolo Fiore, così da renderlo ancora più bello. E a quei Fiori non sembravano dispiacere poi tanto le sue attenzioni, anzi allungavano i petali nella sua direzione, desiderosi in ogni momento di essere toccati ancora, ancora una volta prima del tramonto, prima della notte.

Il fiero Corvo non sopportava proprio i Fiori.

Non perché ogni giorno si appropriavano della sua luce, no, per questo odiava il Sole che non si risparmiava a fargliene dono, quasi reputasse un dovere la sua generosità.

Solo, quei Fiori li trovava alquanto soffocanti.

- Sasuke-kun, Sasuke-kun

Lo chiamavano. E il Sole ripeteva il loro eco, sbeffeggiandolo.

Quel Sole era insopportabile. Meglio ignorarlo come sempre. Meglio far finta che non esista. Che sia solo un disco di cartone arancio tagliato nel cielo.

Era per questo suo odio che Sasuke non si azzardava mai ad uscire quando lui era nei paraggi. Non voleva che lui lo baciasse come faceva con tutti, lui non era un Fiore.

E menomale, si disse.

Poi chiuse gli occhi e riprese il suo pisolino, i residui della noia che provava verso quell’essere si dissolvevano pian piano.

Dormì a lungo, forse si era stancato per il troppo pensare.

A risvegliarlo era il saluto di un ultimo raggio di Sole, che gli accarezzava il capo e gli sorrideva, ormai lontano.

Aveva dormito così a lungo che il sole aveva cambiato posizione e l’ombra era fuggita, nascondendosi dalla parte opposta dell’albero.

Il Corvo si ritrasse in fretta all’ombra della sua tana ed arrossì, come si era permesso quel Sole sleale di prenderlo così, alla sprovvista! Voleva sfidarlo!

Gracchiò ancora, questa volta in minaccia, perché tornasse in dietro ed affrontasse con lui un duello leale! Tu, chi ti credi di essere?

Il Sole scappò dietro l’orizzonte, restituendogli il suo stesso eco. Sasuke potè giurare però di aver intravisto il suo sorriso beffardo, prenderlo in giro ancora una volta prima di correre al riparo.

Il Corvo nascose la testa tra le piume. Doveva stare attento d’ora in poi. Perché… che cosa sarebbe potuto succedere se un Corvo si fosse innamorato del sole?

Solo guai, fu il vento a rispondere.

 

Il mattino seguente il Sole fece la sua solita teatrale comparsa, tracciando il suo arco d’oro in cielo, dando il bentornato alla vita, accarezzando tutti i fiori, uno per uno; si fermò anche a salutare Sasuke, che come al solito era nascosto all’ombra del suo rifugio.

Il Corvo ripose al suo saluto gracchiando indignato, non dimentico degli avvenimenti del giorno precedente. Poi fuggì imbronciato tra le frasche, sicuro che là almeno nessun Sole seducente sarebbe venuto a confonderlo, raggiungendolo con il suo tocco.

Raggomitolandosi ad un tratto rabbrividì, e si chiese tetro se l’Oscurità era sempre stata per lui così fredda e distante.

 

Se poi un giorno un Corvo cocciuto s’innamorerà del Sole dovrà anche accettare che non potrà mai possedere veramente la sua luce. Potrà solo mettere da parte l’orgoglio, chiamarne il suo nome, domandarne l’amore. Lottare.

Ma la tua luce non mi appartiene.

Quello sprovveduto Corvo che si innamorò imprudentemente del Sole corse per una volta tutti i suoi rischi desiderando di raggiungerlo, ignorando con stizza le regole del mondo.

Quel Corvo finirà di certo per precipitare, scottandosi le ali.

 

 

I’m back baby!

Ancora l’ennesima pazzia. Questa volta partorita sotto forma di favola.

In realtà questo doveva essere il prologo per una AU a sfondo scolastico che avevo intenzione di scrivere un po’ di tempo fa, ma controllata la lista delle fic da finire(phew) e la presenza del Dio studio che incobe minaccioso sul mio capo(e ha mandato come messaggero mia madre -.-), ho concluso che non mi è umanamente possibile creare una nuova long-fic (ora).

QUINDI:

Che ne dite di questa shot? Vi ha ispirato? Ci sono una serie di immagini e situazioni mentali che vi frullano ora nel cervello(come frullano a me?)? Bene!

Perché lancio una piccola sfida: sareste capaci di utilizzare questo prologo un po’ confuso  per ricavarne una storia? Insomma, che segua un po’ i passi di quanto è successo sopra(se ci avete capito qualcosa XD), ma insomma trasportata ad un mondo umano e un po’ meno vago.

Non c’è bisogno che linkate o cosa la mia fiction se non vi va, però sarei molto, molto curiosa di vederne l’adattamento(che volevo fare io T___T).

Unica limitazione: il titolo, il sottotitolo, o un capitolo deve cominciare co ‘se’.

Tipo:

Se c’è tempo si vedrà

Se vai al supermercato compra il pane

Se mi dispiace? Certo!

 

Così mi sarà più facile individuarle(sempre che a qualcuno interessi V.V)

Ah già i personaggi. L’unico definito è Sasuke. Quindi, per forza di cose ci deve stare.

Il Sole: l’avevo scritta pensando a Naruto(ma daaaai?) però non è un vincolo fondamentale, il sole può essere qualsiasi cosa, un sentimento, una ragazza… tutto

I Fiori/Ombra/Vento: libera interpretazione

 

Questa volta mi sono proprio divertita XD