Mimi
odiava le separazioni e nessuno avrebbe mai osato metterlo in dubbio: tutti i
digiprescelti della prima generazione lo avevano compreso benissimo,
soprattutto nel periodo in cui avevano dovuto sfidare i quattro re di
Digiworld, assassini spietati di qualsiasi creatura digitale che simpatizzava
per la loro causa.
Sebbene
il suo dolore fosse estremamente grande, una forza di carattere sconosciuta si
era fatta spazio in lei, permettendole di affrontare la battaglia finale con
una marcia in più: persino contro la creatura originaria(*) aveva combattuto
con grinta invidiabile!
Eppure
quella forza non sembrò sufficiente ad arginare la depressione che ella provò
subito dopo l’aver compreso che la partenza da Digiworld sarebbe stata
definitiva, senza possibilità di ritorno: l’odio nei confronti delle
separazioni era troppo per essere sconfitto da un lato del carattere appena
nato…
Per
questo intervenne lui.
-Io…Davvero…Non
so come ringraziarti Yamato-kun.- Il ragazzo sorrise sorseggiando la limonata
appena presa.
-Figurati
Mimi, avrei fatto qualunque cosa per far ritornare in te un po’ d’allegria.- La
ragazza allargò il sorriso mentre beveva la cioccolata offertagli dall’amico.
Era
successo tutto quanto quella mattina quando, la digiprescelta della
sincerità(**), era uscita un attimo di casa per una piccola commissione, ma che
sorpresa quando sulla soglia dell’edificio si era ritrovata davanti Yamato con
due biglietti per il lunapark!
-Yamato, ma cosa…-
-Vieni con me!- L’aveva zittita lui afferrandola per un braccio.
Un
piano studiato fin nei minimi dettagli, visto che i suoi genitori non le
avevano telefonato neanche una volta per chiederle dove fosse o che cosa stesse
facendo: sconsolati di fronte al suo stato incapace di reagire a
quell’avversità, avevano accolto felici l’idea di Yamato sapendo quanto la
figlia avesse sempre amato i parchi di divertimento.
E,
doveva ammetterlo, era stata davvero una bellissima pensata: tra un’attrazione
e l’altra era riuscita a parlare con digiprescelto dell’amicizia, sfogando
tutta la nostalgia e le paura che fino ad allora avevano dimorato nel suo
cuore. Prontamente il maggiore dei fratelli Ishida gli era stato affianco
ragionando assieme a lei, in maniera tale che comprendesse tramite la logica
che le sue ansietà erano perlopiù infondate o semplicemente esagerate:
lentamente le insicurezze della giovane Mimi stavano morendo sotto le parole
della loro discussione, lasciando spazio alla speranza ed alla gioia di essere
lì, nonostante tutto.
-Tu
non hai idea di quanto mi hai reso felice oggi…E scusami, ma non credevo che tu
avresti fatto tutto questo per me.- Aggiunse Mimi
sperando di non averlo offeso con quella sentenza, anche se era la pura verità:
lei ed il ragazzo non avevano mai avuto un rapporto d’amicizia stretto e tutti
i dialoghi avuti erano stati iniziati sempre dalla ragazza…
Eppure
egli aveva fatto tutto questo per lei.
Senza
rendersene conto, il calore che avvertiva alle guance aumentò debolmente,
tuttavia per sua fortuna Yamato non sembrò farci caso.
-No
non devi scusarti, riconosco che nonostante tu abbia sempre cercato di essermi
amica, ho provato ad allontanarti da me in tutti i modi possibili.- Con
delicatezza egli appoggiò una mano su quella della ragazza facendola arrossire
ancora di più.
-…Questo
è il mio modo per rimediare.- La ragazza
immediatamente si alzò in piedi giustificando lo sguardo perplesso del
digiprescelto dell’amicizia.
-Scusami,
però devo correre al bagno!- Esclamò ella dirigendosi a razzo verso la porta
della toilette in predo ad un attacco di tachicardia ed avvampare continuo.
Appena
la soglia si richiuse dietro la sua figura, Mimi non poté fare a meno prendere
un bel respiro mentre mentalmente tentava di tranquillizzarsi.
“Calmati…Oddio
ti prego, vai piano! Yamato-kun è insolitamente strano ed i suoi occhi non
fanno altro che trasmettere occhiate estremamente dolci, ma questo non deve
metterti strane idee in testa perché è ovvio che lui ti consideri solo una
buona amica…” Il suo animo parve intristirsi di fronte a quella constatazione, però
allo stesso tempo si quietò consapevole del fatto che le illusioni non
avrebbero giovato alla sua ritrovata serenità.
Un
lato del cuore, però, si dispiaceva sempre e comunque di queste consolazioni,
ma la digiprescelta della sincerità doveva essere schietta con sé stessa.
“E’
più importante essergli diventata amica…” Presa nei suoi pensieri, non si era
accorta della vicinanza pericolosa delle mani verso uno specchio del bagno
rotto da poco e non ancora del tutto ripulito dalle schegge: l’anulare andò inavvertitamente
a scontrarsi contro la superficie affilata del vetro.
-Ahia!-
Trillò la digiprescelta afferrando il dito con la mano non ferita: il sangue
fuoriuscì immediatamente e piuttosto copiosamente.
-Tutto
apposto, Mimi?- La voce preoccupata di Yamato suonò oltre la porta.
-Sì,
non ti preoccupare.- Rispose la ragazza cercando di apparire convincente,
tuttavia l’ingresso del digiprescelto nel bagno le fece intuire che la sua
frase non era stata particolarmente efficace.
Alla
vista del sangue che colava lungo il lavandino, il ragazzo si bloccò un
istante.
-Oh,
certo che non devo agitarmi.- Sentenziò sarcastico avvicinandosi a Mimi in un
baleno, mentre ella avrebbe preferito sparire piuttosto che farsi trovare al
culmine di un incidente di “percorso”.
-E
che non mi ero accorta che c’erano ancora dei pezzi di vetro attorno al…- Non
fece in tempo a finire la frase perché lo stupore l’azzittì in un colpo di
fronte al gesto del cosiddetto amico: prendendo con delicatezza la mano e
portandosela all’altezza delle labbra, mise il dito ferito all’interno della
bocca.
La
digiprescelta arrossì ancora di più e la sua bocca si mosse più e più volte
senza che riuscisse a produrre qualsiasi tipo di suono: la sua mente,
svuotatasi velocemente di fronte a quell’azione, le appariva più leggera di
quanto non fosse in precedenza mentre il cuore impazziva e sembrava che volesse
quasi fuoriuscire dalla cassa toracica.
Poteva
sentire le labbra premere delicatamente sulla pelle per succhiare il sangue e
la lingua leccare la delicata superficie del polpastrello…Oh no, diamine! Si
stava sciogliendo come se fosse stata del cioccolato sopra il fuoco: doveva
assolutamente fare qualcosa!
Alla
fine un debole sussurro raggiunse lo scopo di prendere voce.
-Y-Yamato-kun…-
Il digiprescelto alzò gli occhi verso la ragazza perplesso.
-C-Che
cosa stai facendo?-
BUM!
Domanda a scoppio ritardato, che genio che era stata! Era ormai da un minuto
bello e buono che lui le aveva afferrato la mano e lei gli chiedeva cosa
diamine stesse facendo dopo un bel po’.
-Perfetto
Mimi, la tua lentezza a livello mentale non doveva farsi vedere ora.- Per
fortuna il ragazzo non parve essersene accorto, anzi: con delicatezza tolse il
dito della ragazza dalla sua bocca e con calma, mentre il suo viso si
avvicinava sempre più a quello della ragazza, rispose.
-Non
vedi?- E come se fosse stata controllata, la ragazza smise di rimuginare e
chiuse gli occhi aspettando…
*
I
contorni della camera da letto si fecero nitidi davanti agli occhi ancora
cisposi della digiprescelta che subito si issò a sedere di scatto: tutto questo
cosa significava?!
“Vuol
dire che io non ho fatto altro che sognare?!” La rabbia per aver capito che
tutto quello che aveva vissuto era successo nella fantasia e la frustrazione
per non aver visto la fine, le fecero lanciare il cuscino contro la parete
della stanza.
-Diamine!-
Si distese nuovamente sul letto tentando di riprodurre il sogno, ma come
succede la maggior parte delle volte, il risultato che si ottiene con la
fantasia non è mai soddisfacente come quello che si vede da addormentati: i
dettagli pian piano furono gettati nell’oblio senza che ella avesse possibilità
di recuperarli, anche se le sensazioni le rimanevano ancora ben impresse.
Ma
le separazioni erano pur sempre qualcosa di difficile per lei.
-Uffa!-
Con la fretta dovuta all’irritazione ed alla tristezza, si vestì e scese le
scale per fare colazione: il dispiacere ed il nervoso la fecero mangiare come
una furia.
-Tesoro?-
-Sì,
mamma?-
-Potresti
andare alle poste a ritirare una cosa per il babbo, per favore?- La
digiprescelta, in piena depressione, non poté non rifiutare e con flemma si
diresse verso la soglia di casa ed uscì.
Che
sorpresa quando di fronte a lei vide Yamato!
-Yamato,
ma cosa…- Lui le mise un dito davanti alla bocca zittendola e mentalmente Mimi
sorrise: quella scena era molto familiare…
-Vieni
con me!-
THE END
Sfida fra me e May_Rose
Accetto di tutto da complimenti a
critiche.
(*) E’ il digimon
che la prima generazione incontra alla fine di tutto, anche della battaglia
contro i quattro (Piedmon ecc.), ma visto che non rammento il nome l’ho
chiamata così, anche perché al ricordarmi certi suoi discorsi mi pare che fosse
la primissima creatura.
(**) Il doppiaggio mi ha sempre
lasciato un sacco di confusione: prima era quella dell’innocenza, poi quella
della purezza e poi quella della sincerità…L’ultima dovrebbe essere quella
corretta o almeno credo.