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Autore: TheBadGirl    12/07/2014    0 recensioni
"Avevo fatto un altro account ma sto coso me l'ha cancellato, quindi la rimetto qui!"
L'amore è cieco, è come una droga; fantastica ma allo stesso tempo mortale.
È quello che proverà Alexis, una ragazza ribelle che odio le persone.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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<< figlia degenerata alza quel sederone e muoviti santo cielo! Proprio oggi devi fare delle storie! >> urlò mia madre aprendo la porta di camera mia. Prese le mie coperte tirandole indietro con forza, io di scatto le afferrai tirandomele sulla testa:<< smettila mamma è un giorno come altri! Non rompere >> dissi da sotto le coperte. Lei sbuffò sedendosi sul mio letto, che tra l'altro è una cosa alquanto fastidiosa, mise una mano sulla mia coscia battendoci la mano:<< Alex alzati per favore, lo sai che è un giorno importantissimo per tuo padre >> la sua voce si addolcì, uscì da sotto le coperte alzando un sopracciglio:<< quale dei tre? >> la mia voce era ironica si intendeva, mi mamma si alzò di scatto tirandomi un sacco color neraccio. Mi misi a sedere aprendo quel sacco, all'interno c'era un vestito lungo color oceano con un fiore che si doveva mettere tra i capelli. Lo tirai su per guardarlo meglio, mi venne la nausea. Lo misi giù alzandomi, per prima cosa mi guardai allo specchio i miei capelli castani scuri tutti scompigliati e le occhiaie sotto i miei occhi color verde/marroncino, dipendeva dal giorno. Andai verso il bagno grattandomi la testa e sbadigliando, la porta di camera mia si aprì di scatto facendo entrate i gemellini, erano un femmina e un maschio, la femmina di nome Elizabeth portava un vestito color pesca con i capello tirati su da uno scinion, ai piedi portava dei sandali. Il maschio Karl, portava il completo con una cravatta color mogano e le scarpe della domenica. Teneva tutti e due le mani dietro la schiena e urlarono:<< non sei pronta! Mamma si arrabbierà! >> i loro fottuti occhi azzurri mi scrutarono. Alzai il mento fissandoli:<< pulce uno e pulce due levatevi dai coglioni in questo istante! >> urlai facendoli scappare. Poi entrò mio fratello Edmund, aveva sui 22 anni, tenendosi con una mano allo stipite della porta:<< se sempre fine Al >> rise mostrando i suoi denti bianchissimi, puntai il dentifricio verso di lui:<< idiota vattene o ti rovino il tuo bel vestitino firmato! >> cominciai a spingere il tubetto e anche lui scappò ridendo. Odiavo quel giorno, lo sapevo sa settimane che sarebbe successo ma odiavo il pensiero di mettermi quel vestito e sistemarmi i capelli a stupida. Mia madre entrò come una furia facendomi indossare il vestito e sistemando mi i capelli in una coda alta. Grazie a dio mi fece mettere i miei fidati anfibi neri, uscimmo da quella porta che sembravamo pinguini. Salimmo sulla auto di Mark, il terzo marito di mia mamma, e partimmo per la casa Tomason, il capo di Mark. Eravamo davanti a quella casa enorme, credo che ci sarebbero stati almeno due campi da tennis, mi tenevo la gonna con una mano nel mentre con quell'altra aiutavo la piccola Elizabeth a scendere. Eravamo tutti tirati a lucido, mia mamma con un vestito tipo Hollywood rosso fuoco che le tirava su tutto il seno, si mi vergognavo parecchio di lei. Teneva il braccio del mio patrigno come per appiccicarsi a lui letteralmente, i gemelli che si tenevano sotto braccio. Solo Edmun mi stava affianco porgendomi il braccio, lo guardai del tipo "ma fai sul serio(?)" lui annui porgendomi insistente il braccio, lo presi sbuffando. Ci aprì una signora super rifatta, labbra, seni e zigomi. Mia mamma le saltò addosso e cominciarono a ridere. Io me ne restai in disparte guardandomi attorno, ricconi spocchiosi ovunque. Notai un gruppo di ragazze che starnazzava attorno a mio fratello e un suo amico. Il suo amico era anche carino, alto, biondino con occhi grigi intensi. Però il sorrisetto stronzetto che aveva in volto rovinò tutto. Della musica cominciò a suonare e coppie si spostarono sulla pista, padri e figlie. Capì cosa stesse succedendo ma Mark mi prese per i fianchi spingendomi verso la pista, cercai di dimenarmi ma lui mi teneva stretta, aveva una presa così salda e rassicurante, capì subito perchè mia mamma lo avesse sposato. Mise una mia mano sulla sua spalle e io mi presi un angolo del visto, cominciammo a danzare. Danzare con lui era davvero spettacolare, era come se volassimo, i miei piedi non toccavano letteralmente terra da quante volte mi tirava su. Il mio vestito volava e io dovetti tenerlo giù più volte, mia mamma ci guardava con ammirazione come del resto le altre persone, poco dopo mi accorsi che nella pista c'eravamo solo io e Mark. Misi la testa sulla spalla di lui:<< ehi markussolo! Siamo solo noi! Mollami! >> cercai di liberarmi, lui mi fece fare un piroetta e ci fermammo, mi girava la testa e mi dovetti sedere. Mia mamma si sedette affianco a me:<< sei stata bravissima, scimietta >> mi accarezzò i capelli mettendomi alcune ciocche dietro l'orecchio. Io avevo l'affanno quindi mi misi la mano sul petto annuendo a mia mamma, se ne andò poco dopo lasciandomi ai miei pensieri. Misi la mano sotto il mento osservando i miei "fratellini" giocare con altri, accavallai le gambe facendo intravedere gli anfibi. Qualcuno mi tirò giù la gonna, il mio istinto mi fece tirare un calcio ma quel tizio mi fermò la gamba. Lo guardai, era l'amico di mio fratello, quello bello. Io lo ringraziai e me ne andai verso un posto isolato del giardino, c'era un grande albero su cui mi potevo arrampicare. Dalla borsa nera presi il telefono e le cuffie, ascoltai mezza canzone dei Nirvana ma poi mia mamma mi urlò di scendere muovendo il suo enorme seno. Scesi con un balzo e fortunatamente non si ruppe il vestito. Andammo a cena, mia mamma rossa in visto perchè eravamo le ultime, io me ne fregai altamente. Mi sedetti fra mio fratello e una tizia bionda che profumava di troia. Tutti iniziarono a parlare del più del meno mentre mangiavano, io mangiavo e basta. Poi il capo di mio padre interruppe il mio silenzio mentale, si alzò girandosi verso di me:<< allora Mark i tuoi figli sono dei geni, Edmund è un agente eccelente e i gemellini sono dei piccoli prodigi della scienza. Ma poi c'è anche Alexis e lei....cos'ha di specile? >> si voltò alzando un sopracciglio verso Mark puntandoli la mano gentilmente, io guardai Mark cercando di capire cosa volesse dire, cominciò balbettando e cominciando a sudare. Delle persone ridevano o parlavano di me e di lui. Non sopportavo di vederlo così mi alzai e con tutta la calma e la gentilezza cominciai a parlare:<< io non ho niente di speciale ve lo assicuro, bhe...ecco...si. Ho molte conoscenze musicali >> dissi infine guardando il capo di Mark che mi ricominciò a parlare dopo avermi ascoltato:<< forse perchè tu sei nata sa un ubriacone e drogato scrittore, giusto? >> rimasi senza fiato. Non parlavamo mai del mio vero padre, non voleva mia madre, mi girai verso di lei era sbiancata e teneva Mark. Mi rivoltai verso il signore:<< s-s-si è vero ma non dovreste parlarne in quel modo è comunque sempre mio padre! >> risposi stizzita. Tutte gli altri tacquero all'istante fissandomi, mia madre si alzò venendo al mio fianco, era molto più alta di me avendo pure i tacchi, sembravo una undicenne al suo confronto. Mise una mano sulla mia spalla guardando il capo:<< senta non credo che sia cortese parlare del mio ex marito in questo modo. Sopratutto con la figlia! Ma non si vergogna? Che vada al diavolo >> mia mamma era della vecchia scuola, cresciuta nel bronx. Tutta la famiglia uscì senza degnare di uno sguardo le persone, solo l'amico di mio fratello mi parlò;<< ci vediamo a scuola... >> non sentì la fine perchè mia mamma mi tirò in macchina. Misi la mia maglia nera da notte poi mi ficcai a letto con i capelli legati in una treccia. Poggiai la testa sul cuscino mettendo un braccio sotto di esso. Cosa voleva dire quel ragazzo? A scuola? Sapeva dove andava? Certo che lo sapeva ogni giornale l'aveva scritto dove andavo. Mi addormentai tra i miei pensieri e domande.
   
 
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