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Autore: Smiry90    31/08/2008    5 recensioni
E se Revy un giorno desiderasse di essere vista come una donna, ma la sua natura glielo impedisse? Chi potrebbe farla sentire come vuole? RevyxRock (è la prima che ho scritto! Chiedo scusa per la Revy troppo "romantica")
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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ciao

Come solo un uomo sa fare

Heading 2

Normal

 

 

 

 

 

“ Che schifo di esistenza…”
L’unico pensiero che riusciva ad avere in quel momento era quello, Revy, mentre si rigirava nelle lenzuola del letto di quel motel, con accanto un uomo di cui non sapeva nemmeno il nome; sul comodino troneggiavano una bottiglia di wisky mezza vuota e un bicchiere con del ghiaccio mezzo sciolto… Revy se ne versò l’ennesimo goccio e ne tracannò un bel sorso, poi si appoggiò il bicchiere alla fronte e guardò quell’uomo accanto a lei, che dormiva profondamente: era biondo, con la barba incolta, bei muscoli disegnati, e benché non ricordasse nemmeno dove lo avesse incontrato capiva perché si trovasse lì con lui; sicuramente era stata attratta da quella mascolinità esteriore, sperando di placare il suo desiderio di trovarsi tra le braccia di un vero uomo… ma poi si rese conto di aver fatto il solito buco nell’acqua: si era addormentato, supplicandola di finirla lì, perché non ce la faceva più, proprio come una donna… Revy scosse la testa…
Revy: non posso continuare così… non ne troverò mai uno come me…
Si alzò dal letto, si infilò i suoi vestiti ed imboccò la porta, senza lasciare tracce di sé.

Nel bar del motel, intanto, Dutch, Rock e Benny parlavano del loro prossimo carico da trasportare per conto di Balalaica; mentre discutevano Revy comparve dalle scale, mentre si sistemava i capelli spettinati.
Dutch: finalmente ti sei svegliata, Revy…
Revy: e chi cavolo ha dormito? Spero che tu ce l’abbia fatta, perché io non ho chiuso occhio…
Benny: wow, allora quel tipo era forte, eh?!
Revy: ma che… dopo un’ora mi ha supplicato di smetterla, ha detto che non ce la faceva a starmi dietro… tze… mi ha lasciato a bere wisky tutta la notte…
Dutch: be non è che avessimo dubbi, vero Benny Boy?
Benny: ah, maledetto hai vinto tu anche sta volta! E io che pensavo fosse quello giusto!
Benny tirò fuori venti dollari e li schiaffò in mano a Dutch
Revy: aspetta un attimo… voi scommettete sulle mie scopate??
Dutch: già, e devo dire che sei un gran fonte di denaro per me, Revy!
Revy: ma come cavolo ti permetti, energumeno!!
Dutch: ei Revy, non ti scaldare… è solo un gioco, lo sai anche tu!
Revy: può darsi, ma non è divertente!
E sbatté un pugno sul bancone, facendo traballare i bicchieri e le bottiglie; Benny saltò dalla sedia, Dutch si limitò a darle le spalle e a versarsi un altro goccio, mentre lei inferocita usciva dal motel, calciando le sedie o tutto ciò che aveva a tiro… Rock rimase perplesso… non aveva mai visto Revy così arrabbiata…
Rock: Dutch, forse hai esagerato, non credi…
Dutch: Revy fa sempre così… si scalda per un nulla… deve imparare a controllarsi…
Rock: si ma a me è parso che ci sia rimasta male…
Dutch: facciamo sempre questo tipo di scommesse, su tutto… perché dovrebbe incazzarsi se scommettiamo su chi si porta a letto?
Rock: se si comporta così ci sarà un motivo, no?
Non disse altro… Si alzò anche lui, voltò le spalle al bancone ed uscì…
Benny: Rock si è affezionato parecchio a Revy, non ti pare?
Dutch: mpf… da quando lei gli ha salvato la pelle…
Quando Rock uscì dal bar vide Revy seduta su una panchina: guardava le macchine e si girava la pistola sul dito; era ancora tutta spettinata, chiaramente stanca per non aver chiuso occhio tutta la notte…
Rock: ei Revy… va tutto bene?
Revy: che diavolo vuoi Rock… lasciami in pace…
Rock: volevo solo sapere se era tutto ok… posso sedermi?
Revy: fa come ti pare…
Cadde il silenzio, rotto solo dal tintinnio della pistola di Revy, che continuava a girarsi sul dito; passavano poche macchine, l’aria era tiepida e sarebbe stata per tutti una bellissima giornata, tanto che Rock cercò di rompere il silenzio dicendo
Rock: è davvero una bella giornata oggi, eh?
Revy: Rock… ti pregherei di non dire cazzate, ho un mal di testa micidiale!!
Rock: va bene, scusami… volevo solo farti passare i nervi… cmq come mai ti sei scaldata tanto… Dutch mi ha detto che fate sempre questo tipo di scommesse e…
Ma non fece in tempo a finire di parlare che già era steso per terra con Revy sopra che gli puntava la pistola alla tempia; Rock ormai era abituato a quel tipo di scappate da parte sua, ma sapeva che era sempre meglio stare attenti a Two Hands con una pistola in mano…
Revy: Dutch sa bene perché lo faccio e non ostante ciò continua a riderci sopra! Pensa forse che per me sia divertente svegliarmi la mattina con un uomo sconosciuto accanto?
Rock: e allora perché lo fai, Revy?
Revy: non sono affari che ti riguardano!
Rock: e allora perché te la prendi con me?? Va a fare a botte con Dutch, visto che sei tanto arrabbiata con lui!
Revy stava per colpire Rock con un pugno, ma poi si fermò, sospirò e scese da sopra di lui, sedendosi per terra; poi guardò la pistola che scintillava alla luce del sole mattutino e sorrise leggermente
Revy: se ci provo, Dutch mi spezza le ossa senza problemi…

Quando anche Dutch e Benny uscirono dal bar c’era solo Rock ad aspettarli, seduto ancora su quella panchina…
Benny: ei, e Revy dov’è?
Rock: è tornata sulla barca… ha detto che ci aspettava lì…
Dutch: si è calmata?
Rock: un po’…
Dutch non disse altro, e si incamminò verso la Black Lagoon precedendo gli altri due. Rock avanzò per stargli dietro, ma Benny lo fermò con un braccio, scuotendo la testa  
Benny: io non lo farei… è probabile che voleranno pallottole là dentro, ed io non vorrei essere lì quando accadrà… prendiamocela comoda…
Rock: Dutch vuole chiedere scusa a Revy?
Benny: si, ma a modo suo… ecco perché ti dico che è meglio stare lontani dalla barca per un po’!
Rock: oh…
Mentre Rock cercava di immaginarsi che cosa avrebbero potuto combinare quei due alla barca, Dutch era arrivato alla Lagoon ed era entrato per cercare Revy; la vide seduta sul ponte, mentre guardava il mare… i capelli sciolti volavano liberi sospinti dalla brezza…
Dutch: ti sono passati i bollori?
Revy: basta che non vedo la tua faccia e sto bene…
Dutch: mpf… avanti Revy, non fare la stronza dai….
Revy: se c’è qualche stronzo qui quello sei tu!
Dutch si sedette accanto a lei, sogghignando leggermente, senza parlare…
Revy: … lo sai che mi da fastidio quando lo fai…
Dutch: lo so…
Revy: e allora perché continui a scommetterci sopra come se fosse una corsa di cavalli?
Dutch: mi sono lasciato prendere la mano… avanti chiudi un occhio…
Revy: dovrei averne cento di occhi per tutte le volte che mi hai detto di chiuderne uno!!
Dutch: dai che te ne frega! Lo sai, come succede tra uomini, si fanno queste cazzate…
Revy: già… ma il fatto è… - e si alzò in piedi- che io sono una donna, Dutch…
Revy si allontanò, ritirandosi in coperta; per la prima volta Dutch l’aveva sentita dire quelle parole, per la prima volta Revy si era paragonata ad una donna, per la prima volta aveva fatto sentire lui la necessità di essere trattata come una donna…
In quel momento salirono a bordo Rock e Benny, e quest’ultimo tirò un sospiro di sollievo nel vedere la nave ancora a galla.
Benny: anzi, pensavo fosse diventato un colabrodo….
Rock: ei Dutch, dove siamo diretti?
Dutch: ci hanno appena caricato la nave con la roba da portare a Balalaica… dobbiamo partire… Benny Boy vai al tuo posto!
Benny: agli ordini!
Rock: e Revy?
Dutch: e io che ne so… se ne è andata di sotto…
Mentre si dirigevano nella sala comandi, Rock sentiva crescere in lui il desiderio di chiedere a Dutch cosa fosse successo con Revy, ma aveva paura che la sua reazione non sarebbe stata delle migliori; ma infondo si ricordò che Dutch era stato il primo a dargli credito tra quelli della Lagoon Company, così pensò di tentare…
Rock: non è andato bene il vostro chiarimento?
Dutch: chiarimento? Ah, con quella non si discute, dovresti saperlo meglio di me…
Rock: io credo che il problema non sia solo lei…
Dutch: che vorresti dire?
Rock: avanti lo sai che hai esagerato!
Dutch: ma sentitelo, adesso che fai il suo cavaliere? Io c’ho provato a dirglielo, ma non mi da retta!
Calò il silenzio per pochi minuti, minuti che a Rock parvero ore intere… Poi ad un tratto Dutch parlò di nuovo…
Dutch: perché non ci parli tu?
Rock: io? E perché io scusa?
Datch: perché a te da retta!
Rock: ma che diavolo dici, Dutch? Revy da retta solo a te! Se provo ad intromettermi di nuovo quella mi fa fuori! E sai che non ci metterebbe tanto!
Dutch: no, non ti fa fuori, sta tranquillo… Ormai sei parte del suo gruppo!
Rock: per Revy non esiste gruppo… e poi nemmeno so che diavolo sia successo realmente… insomma perché si scalda tanto se poi è lei a decidere di andare con quegli uomini?
Dutch: ah ah ah… certo che non conosci per niente Revy, eh?
Rock: te l’ho detto, con me non ci parla…
Dutch: Revy cerca un uomo… un uomo vero però… cerca qualcuno che sappia stargli dietro, un uomo che riesca a sottometterla!
Rock: non mi pare roba per cui scaldarsi tanto… insomma, detta così sembra essere una ninfomane…
Ma Dutch non rispondeva più… Rock capì che era finito il momento della chiacchierata, così uscì dalla sala comandi e se andò da Benny, l’unico con cui, a parer suo, poteva avere un discorso normale. Entrò nella stanzetta mezza scura e si sedette su una cassa; Benny non si voltò verso di lui, ma si accorse della sua presenza.
Benny: allora… cosa hai saputo da Dutch? Se le sono date?
Rock: eh? Cosa ti fa credere che io abbia parlato con Dutch?
Benny: perché so che qualsiasi individuo sano di mente non si avvicinerebbe mai a Revy quando è di quell’umore… e io ti reputo sano di mente…
Rock: se ero un tipo sano di mente non mi sarei mai lasciato convincere ad entrare in questa compagnia… cmq Dutch mi ha detto più o meno quello che è successo con Revy…
Benny: e allora? Che hai capito?
Rock: che è una ninfomane! Almeno da quello che dice Dutch!
Benny: lui è sempre troppo coinciso… ti avrà detto che Revy cerca qualcuno che la sottometta, giusto?
Rock annuì
Benny: be, diciamo che è così, però… ecco, se Revy lo fa c’è una ragione… vedi, fin da bambina è stata costretta a divenire l’uomo della sua stessa vita, ha vissuto sempre in un inferno, ha sempre visto la vita come uno schifo… ecco perché è quello che è… ed ora cerca qualcuno che la faccia sentire di nuovo donna…
Rock: ma certo… ora capisco… Io l’ho sempre vista come una fuori dal normale, praticamente un uomo con delle curve mozzafiato… è naturale che anche lei ogni tanto abbia il bisogno di sentirsi una donna… e spera di farlo andando a letto con il primo che capita?
Benny: non con il primo che capita… con quello che gli sembra più maschio… vedi, Revy non è una furia solo con le pistole… dice sempre che le armi e il sesso sono i suoi unici punti di sfogo… ecco perché vuole un uomo che sappia “sottometterla”, perché in tutti i suoi rapporti si è sempre sentita l’uomo della situazione…
Rock: adesso capisco… lo credo bene che si sia sentita offesa dal comportamento di Dutch… povera Revy… arriva a tanto solo per sentirsi donna…
Benny: le donne chi le capisce è bravo! Io ci ho rinunciato, soprattutto con Revy!
Rock: mi chiedo che aria tirerà ora con Dutch e Revy che non si parlano… o che si parlano ma si fulminano ad ogni sguardo… eh… Dutch ha rinunciato a parlarci, Revy non ne vuole sapere di ascoltarlo…
Benny: parlaci tu!
Rock: oh ma che avete tutti quanti oggi?? Perché dovrei parlarci io!!?? Lo sapete bene che Revy non mi sopporta! Mi considera una nullità e come provo ad avere un discorso con lei mi punta la pistola alla tempia!
Benny: no… Revy si è affezionata a te! Sei il suo cuccioletto ora!
Rock: bene… adesso sono anche un cane…
Benny: sono sicuro che se le parli te si calmerà!
Rock: si certo, come no.. forse perché mi sparerà addosso e si sfogherà…
Benny: è possibile…
Rock: e io dovrei essere il suo anti stress così voi starete tranquilli?
Benny: sei pagato per questo, no?
Rock: no io sono pagato per tenere pulita la nave!
Benny: e non fai nemmeno quello quindi datti da fare!
Rock: lo fai a posta vero Benny?! Ma io non ci vado a parlare con lei!! Nemmeno se…
Non riuscì a finire di parlare che la loro attenzione fu rapita dalla voce di Revy, che era appena comparsa sulla porta.
Revy: Rock… puoi venire un attimo?
Rock: em… si… si certo arrivo subito…
Mentre Benny faceva uno stupidissimo sorrisino alzando il pollice, Rock si limitò a seguire Revy, che lo precedeva; aveva ancora i capelli sciolti che le cadevano sulla schiena, non portava la fondina né le pistole, e questo tranquillizzò Rock. Non ostante tutto continuava a guardarla con un po’ di timore… non sapeva che parole usare, come poteva lui farle fare pace con Dutch, quando non riusciva a fare pace nemmeno col suo cervello? Aveva detto che mai e poi mai sarebbe andato a parlare con Revy in quello stato ed ora la seguiva come… un cagnolino!! In quel secondo Rock si immaginò con le orecchie e la coda da cane, ed un collare in mano a Revy… be, meglio quello che le pallottole delle sue pistole… Uscirono sul ponte; per tutto il tempo Revy non aveva detto una parola e non si era mai voltata a guardare Rock, nemmeno per vedere se lui la stesse ancora seguendo… Rock seguiva l’ondeggiare dei suoi capelli, pensando ancora a cosa potesse dirle, quando si scoprì a fissarle il sedere…
Rock: ah!! Ma che sto facendo!!
Se lo disse sotto voce, ma contrariamente alle sue parole, continuava a guardare il fondo schiena di Revy, quei pantaloncini recisi, quelle curve armoniose; tra sé e sé pensò che Revy avesse davvero delle belle curve e si immaginò come sarebbe stata vestita più da donna… Prima che potesse rendersi conto di essere diventato rosso come una mela matura, Revy si era voltata verso di lui e lo fissava confusa.
Revy: hai la febbre??
Rock: eh?!! Ah!! No no!! Sto benissimo!!
Revy si sedette al suo solito posto sul ponte, con le gambe incrociate e tornò a fissare il mare, senza dire una parola; Rock si sedette accanto a lei, attendendo che lei gli dicesse qualcosa, ma Revy continuava a stare in silenzio… la guardava sperando che lei dicesse almeno una parola per poter iniziare un discorso che nemmeno lui sapeva, per farle fare pace con Dutch, e intanto che attendeva nella sua mente tutto quell’intreccio di pensieri fu sostituito da tutt’altri: continuava a fissare Revy, il suo collo, il suo seno, le sue gambe, le sue labbra… Revy si accese una sigaretta, e in quel momento Rock divenne fucsia, pensando a quanto fosse provocante mentre fumava, pensieri che non aveva mai avuto prima…
Revy: mi stai fissando…
Rock: oh si scusa… è solo che… come mai mi hai fatto venire qui? Devi parlarmi?
Revy: non volevo stare sola… e tu sei l’unico che sa stare zitto senza farmi sentire a disagio…
Rock: oh…
Quelle parole riportarono Rock con i piedi per terra, che per distrarsi si mise a guardare il mare; la brezza calma che gli accarezzava la pelle era piacevole, tanto che chiuse gli occhi e si stese sul ponte, respirando a pieni polmoni quell’aria tiepida… Ad un tratto si sentì fissato, così riaprì gli occhi e si ritrovò Revy sopra che lo fissava
Revy: ma che diavolo fai? Dormi?
Rock, diventando rosso come un peperone: no no!! Stavo solo riposando gli occhi…
Revy: si può sapere che hai?? Ti senti male? Sei tutto rosso!
Rock: ma che ne so, che mi prende…
Rock si tirò su e rimase seduto accanto a Revy, che lo fissava… Capì che se voleva parlarle di quello che era successo doveva iniziare lui, altrimenti non sarebbero andati da nessuna parte…
Rock: senti Revy… con Dutch vi siete chiariti?
Revy: chiariti? Mpf… forse…
Rock: come forse?
Revy: Dutch è convinto di parlare con un uomo quando parla con me… non capisce che io sono una donna…
Rock: è anche vero che tu non fai molto per sembrare una donna…
Non finì di parlare che si ritrovò il seno di Revy in faccia
Revy: le vedi queste Rock?? Ecco queste gli uomini non ce le hanno!! Allora sono una donna secondo te??
Tutto ciò che uscì dalla bocca di Rock fu un idiotissimo “siii”, che lasciò perplessa la ragazza…
Revy: ei ma ti senti bene?
Revy si scansò da sopra a lui, sedendoglisi davanti e tenendo le gambe sopra di lui; Rock si riprese e scosse la testa, capendo di aver fatto la figura dell’idiota…
Rock: scusa Revy.. quello che volevo dire è che… i tuoi modi, il tuo comportamento… sono molto lontani da quelli di una donna normale… capisci? E’ facile considerarti un uomo…
Revy: mpf… hai ragione…
Sorrise leggermente, e Rock si stupì di averla sentita dire “hai ragione”! Per un momento Revy tornò in silenzio, fissando un punto indeterminato… Poi guardò Rock…
Revy: tu che ne sai di donne, Rock?
Rock: io? Em… ecco… be… che gli piace vestirsi carine, truccarsi, e…
Revy: pua… quella robaccia puoi tenertela!!
Rock: e allora che vuoi sapere? Questo so io sulle donne… Le ragazze che lavoravano alla mia azienda vestivano sempre in modo impeccabile! Delle gonne stupende e scarpe con il tacco! Ed erano sempre dolci e simpatiche!
Revy: Rock, guardami… Ti sembra che io sia quel tipo di ragazza??
Rock: io penso che potresti esserlo benissimo!
Revy: ma fammi il piacere! E poi con la vita che faccio me ne sbatto il cazzo di essere tutta in tiro!
Rock: potresti iniziare col dire meno parolacce…
Revy: ma che sei mia madre? Ti ho detto che io non ci divento come quelle!!
Rock: perché non ci provi! Solo per un giorno!!
Revy: e perché dovrei??
Rock: perché ti porto fuori per cena! Una serata come una donna, ci stai?
Revy: a cena? Ma sei fuori? Io non ho vestiti carini e roba simile!
Rock: fatti aiutare da Balalaica! Avanti Revy, raccogli anche questa di sfida! E se poi non ti piace potrai gonfiarmi come vuoi!
Revy: mm… mpf… e tu mi porteresti fuori eh? Voglio proprio vedere che sarai capace di combinare!
Revy si alzò e si diresse dentro la nave, ridendosela tra sé e sé; Rock rimase sul ponte.
Rock: ma che cavolo ho fatto? Ho appena dato un appuntamento a Revy!
Una folata di vento passò sul ponte, mentre il ragazzo fissava le nuvole, ancora incredulo per quello che aveva fatto! Aveva dato un appuntamento a Revy! Ma che gli era passato per la testa? L’aveva fatto senza pensare, gli era uscito così… Prima non gli sarebbe mai passato nemmeno per la testa di invitarla a cena, ed ora si era perfino ritrovato a fissarle il sedere! Ma che gli stava succedendo? Aveva sempre visto Revy come… come un uomo! Ed ora sapere che lei ci tenesse ad essere vista come una donna gli aveva aperto la mente, e aveva iniziato a considerarcela… Ed ora che ci pensava… che donna che era! L’aveva detto lui stesso, con delle curve mozzafiato! Si stese ancora sul ponte e chiuse gli occhi…
Rock: e ora la porto a cena fuori…
Sospirò solo quello e poi si immerse in tutt’altri pensieri…  

La nave attraccò e si riempì subito di uomini che iniziarono a scaricare il carico per Balalaica; mentre loro scaricavano Dutch seguiva le operazioni insieme a Benny… Revy uscì dalla nave con passo deciso, diede una pacca sulla spalla a Benny e si allontanò, tenendo le braccia dietro la testa… Dopo di lei scese Rock, che si fermò vicino a Dutch e Benny e si fissò a guardare Revy che si allontanava…
Benny: che hai Rock? Avete avuto una discussione?
Rock: chi?
Dutch: tu e Revy! E’ da quando che siamo partiti che la fissi…
Rock: oh no no! Anzi, è andato tutto bene… io ci ho provato a parlargli di te, Dutch, ma sinceramente non saprei dirti come l’abbia presa…
Benny: e allora che avete concluso??
Revy: ROCK!! MUOVITI VIENI QUI! NON FARMI ASPETTARE!!
Revy strillò stile scaricatore di porto e Rock corse verso di lei; si voltò solo una volta verso Benny e Dutch, e sorridendo in modo stupido disse
Rock: la porto fuori a cena!
Mentre si allontanava con Revy, Benny e Dutch si guardarono con occhi stralunati, sperando di aver capito male…
Benny: ho capito male o Rock esce con Revy?
Dutch: è vero che lei si è affezionata a lui, ma da qui a uscirci…
Si voltarono ancora verso di loro, vedendo Revy che dava ripetute sventole a Rock, imprecando rozzamente; nel guardarli, Dutch ebbe una sorta di nostalgia, ai tempi in cui quei due erano lui e Revy, quando lei passava tutto il suo tempo con lui e Benny, di quando la sentiva ancora vicina… E forse era colpa sua se tutto quello era finito, ma se l’aveva fatto aveva un motivo… in realtà, più che un motivo era stato un senso di gelosia nei confronti di Rock… e pensare che era stato lui ad accettarlo per primo nella squadra, e poi… poi quando aveva visto che lentamente gli stava portando via Revy aveva iniziato a comportarsi in modo scortese, soprattutto con la ragazza, come fosse stata colpa sua, come se l’avesse fatto a posta di allontanarsi… Emise quello che a Benny sembrò un sospirò e si voltò bruscamente verso il carico, senza più girarsi verso i due che si allontanavano…

Fuori dallo studio di Balalaica, Revy aspettava seduta su una sedia, battendo il piede a terra nervosamente, mentre Rock era dentro a spiegare la situazione alla donna…
Balalaica: allora, dimmi japonsky, qual è il problema?
Rock: be… diciamo che… dovresti aiutare Revy…
Balalaica: e allora che ci stai a fare qui tu? Perché non è entrata Revy?
Rock: perché…ecco… diciamo che si vergogna…
Balalaica: vergogna? La grande Two Hands? E di che diavolo si tratta?
Rock: ecco…
Rock spiegò in breve la situazione a Balalaica, indecisa se ridere o piangere per il da farsi…
Balalaica: allora anche Revy ha il cuoricino tenero! Pure lei vuole sentirsi una donna!
Rock annuì
Balalaica: bene, mi divertirò con lei! In che tipo di locale vuoi portarla?
Rock: sinceramente non ci ho pensato, però… voglio che sia diverso da quelli cui è abituata… si insomma, voglio portarla in un ristorante rispettabile!
Balalaica: cristo santo, mi chiedi fare un miracolo! Come faccio a prepararti Revy per un locale rispettabile per questa sera!?
Revy: ei mica sono una bestia brutta stronza!!!
Revy aveva sfondato la porta con un calcio e si era fiondata sulla scrivania, sbattendo un piede sul tavolo e tenendo le braccia incrociate; Rock era di pietra e Balalaica la guardava incerta se ridere o no
Balalaica: vedi cosa intendevo?
Rock: si…
Revy: ei, l’hai detto tu che posso farlo, no?? Adesso che fai, ti rimangi la parola brutto bastardo??
Rock: eh… passo a prenderti sta sera…
Balalaica: tenterò l’impossibile…
E mentre Rock usciva si organizzò mentalmente per ciò che doveva fare; nel frattempo Revy si era seduta, tenendo i piedi sulla scrivania, stravaccata come un ubriaco appena uscito da un’enoteca.
Balalaica si voltò  verso di lei per iniziare un discorso, ma rimase di sasso vedendola in quel modo e si fermò
Balalaica: no, no, no… non ci siamo… inizia col tirare giù i piedi dalla scrivania! Nei locali rispettabili si sta seduti composti!
Revy: m? Composti?
Balalaica: si, così!
Balalaica prese una sedia e si sedette, poi la porse a Revy e fece provare lei
Revy: aaaah!! Ma fa male!! Come cavolo fai a stare seduta così?? Dio che strazio!!
Balalaica: eh… povero japonsky, ma come gli è venuto in mente di invitare a cena una cavernicola come te?
Revy: che cosa hai detto???
Revy le puntò le pistole in faccia, ma la donna, del tutto indifferente continuò il suo discorso
Balalaica: quelle mica te le puoi portare… almeno non con la fondina…
Revy: cosa?? E dove me la metto??
Balalaica: nella giarrettiera, o sull’elastico delle mutandine
Revy: e mica sono Margò!
Balalaica: Revy, ci tieni a questa serata?
Revy: sinceramente…
Stava per dire “non me ne frega un cazzo”, ma si fermò… In realtà non le importava davvero di dover uscire con Rock, ma il fatto di essere trattata come una donna le piaceva…
Revy: non lo so…
Balalaica: be, al japonsky sembra importare quindi fa uno sforzo, ok?
Revy: che?? Ma a Rock che gliene frega?? Ah, si certo, abbiamo scommesso e se perde lo gonfio di botte, quindi è naturale che gliene freghi qualcosa!
Balalaica: vieni, andiamo…
Revy: dove?
Balalaica: devo farti un trattamento completo, hai bisogno di vestiti, scarpe, trucco e tutto…
Revy: e tu dove le prendi queste cose?
Balalaica: roba di contrabbando… sono arrivati giusto l’altro giorno! Mi divertirò con te, bambolina!
Revy: perché non sono andata direttamente all’inferno??
Così Balalaica si divertì tutto il giorno a “restaurare” Revy, cercando di fare tutto quello che era in suo potere…
Piano piano si fecero le otto della sera… Revy era nello studio di Balalaica, che la guardava per constatare se avesse fatto un buon lavoro…
Balalaica: mm… bene! Finalmente sembri una donna, Revy!!
(descrizione!! Descrizione!!! Nd Smiry ’90) Revy indossava una minigonna nera stretta poco sopra il ginocchio, una maglia nera con delle filature d’oro con la manica a tre quarti, un decolté nero con un bel tacco e i capelli legati in uno chignon, con due ciocche sciolte. Era fantastica, anche se non si sentiva a suo agio con quella roba addosso…
Balalaica: ricordati che con quella non ti puoi sedere a gambe larghe!
Revy: lo so! Lo so! Uffa queste scarpe mi fanno male… non sono io così! Cazzo che supplizio!
Balalaica: no!! Ricordati di moderare le parole! Avanti, mia creazione, ora vai!!
Revy uscì dall’ufficio della donna e si avviò per il corridoio; quando incrociò Dutch, che non la notò e le andò a sbattere contro…
Dutch: ei stia attenta a dove mette i piedi!
Revy: ma che cavolo fai brutto gorilla!
Dutch: Revy???!! Sei davvero tu? Oh questa è bella! Ma dove cacchio vai così?
Revy: perché, non ti piaccio?
Dutch: be, non sei la Revy che conosco…
Revy: già… sta sera no… oh ma chi me l’ha fatto fare…
Dutch: fai sempre in tempo a cambiarti…
Revy: no, mi aspetta Rock…
Dutch: allora è vero che esci con lui?
Revy: ei ei, calma con le parole! Non ci esco, ci vado a cena! E per scommessa, poi!
Dutch: pensi che lui sia l’uomo che ti soddisferà!?
Revy: ma chi, Rock? Ma fammi il piacere, Dutch… lui non mi sta dietro già così… no…
Dutch: mpf… ti sei accorta che stiamo parlando di nuovo?
Revy: è vero… tze, mi ci hai fregato un’altra volta…
Dutch: dai muoviti, non farlo aspettare…
E senza pensare che Revy portava dei tacchi vertiginosi le diede una pacca sulla spalla, che le fece perdere l’equilibrio, facendola cadere… Inutile dire che le si vide anche la croce di Pale…
Revy: brutto imbecille!! Sta attento!!!
Revy si rialzò e se ne andò verso l’uscita, mentre Dutch la guardava allontanarsi… Certo che con quella gonna stava proprio bene, le evidenziava estremamente il sedere e le gambe, e quei tacchi la rendevano estremamente sexy… Dutch si fermò ancora a guardare dove prima era caduta la ragazza, e trovò ancora impossibile che stesse uscendo con Rock, anche se lei lo negava audacemente… ma alla fine si convinse che forse Revy aveva ragione… non ci usciva, andava solo a soddisfare un proprio capriccio; fece spallucce ( se di spallucce si può parlare… nd Smiry)(che hai contro le mie spalle? Nd Dutch)(niente, sono solo tre metri cadauna!! Nd Smiry) e se ne andò.
Rock stava andando verso l’entrata dell’edificio per andare a prendere Revy, quando notò una ragazza fuori della porta, seduta su di un vaso da fiori piuttosto grande, mentre fumava; il ragazzo non la riconobbe subito e pensò fosse qualcuna dell’organizzazione, o una ragazza di passaggio… Ma più la guardava, mentre fissava il cielo in cui erano comparse già alcune stelle, più sentiva di esserne attratto: era bellissima! Poi quando si avvicinò ed iniziò a vederla bene riconobbe alcuni tratti: i capelli, gli occhi, quelle labbra che così sensualmente tiravano quella sigaretta quasi finita, quelle gambe contro le quali era andato a sbattere sotto quel bancone e che si era ritrovato sopra anche quel pomeriggio! Era lei, doveva esserlo! Si avvicinò più velocemente e quando le fu abbastanza vicino la chiamò
Rock: Rebecca? Sei tu?
Revy: quante volte ti ho detto che non voglio sentire il mio nome?? Vuoi che ti ammazzi ancora prima che questa serata inizi?
Rock: allora sei davvero tu?! Be, mi è venuto spontaneo… sta sera non sei la solita Revy…
Revy: muoviti, non dire cavolate! Andiamo che sto morendo di fame!
Rock: mpf… infondo sei sempre tu… eh…
I due si avviarono fuori città con una macchina, tenendo accesa la radio; la musica trasmessa era l’unico suono nell’abitacolo: Revy guardava fuori dal finestrino, scrivendo ogni tanto parole incomprensibili sul vetro; Rock, ogni tanto, osservava furtivamente quella meraviglia che aveva accanto, perché quella non era Revy, era una donna fantastica! Ogni tanto arrossiva, e fu lì che capì quello che non avrebbe mai pensato: era attratto da Revy! E non solo fisicamente! Gli piaceva tutto di lei: il suo carattere, la sua fermezza, perfino quando gli puntava le pistole alle tempie! Ora come ora riusciva solo a pensare a lei, a quanto fosse bella, e che voleva farla sentire la donna che voleva essere, senza bisogno di essere violentata da qualcuno! Fermò la macchina davanti ad un bel locale, illuminato, accogliente, bello! Rock tirò un sospiro di sollievo nel vederlo; Revy strabuzzò gli occhi, meditando seriamente di mettersi al volante e scappare…
Rock: allora, ti piace?
Revy: ma che diavolo è?
Rock: un ristorante! Vedrai che ti piacerà! Niente fumo, niente risse, luce…
Revy: mi sto per sentire male… non posso nemmeno fumare?
Rock: em.. no…
Revy: cambiamo posto! Io non ci vengo lì dentro!
Rock: non hai detto di voler essere una donna? Be, negli appuntamenti è l’uomo che decide il posto e l’itinerario della serata!
Revy: e chi ti ha detto che questo sia un appuntamento?
Rock: no, non volevo dire questo ma… em… be… dai, pensa che se non ti piace potrai riempirmi di botte!
Revy: mm… si… prepara i cerotti, cucciolo, perché ne avrai bisogno!
Rock: ve la finite di chiamarmi cucciolo??
Rock scese dalla macchina e corse ad aprire il portabagagli; poi si diresse davanti alla portiera di Revy, la aprì e le porse un mazzo di rose rosse… Revy spalancò gli occhi.
Revy: ma che cacchio di roba sarebbe?? 
Rock: in Giappone si fa così… si portano i fiori alle donne e gli si apre la portiera…
Revy: ah si? Eh… mi toccherà stare al gioco allora…
La ragazza uscì dalla macchina e prese le rose in mano; Rock le sorrise, ma lei non ricambiò e lo precedette verso l’entrata del locale… Il ragazzo sospirò, sapendo benissimo che lei non avrebbe mai risposto a quel sorriso, e si limitò ad andarle accanto, aprendole la porta e facendola sedere; Revy, da parte sua si sentiva in pieno disagio, con quegli abiti, in quell’ambiente, con quel Rock che non conosceva affatto, perché quello non era più il Rock cui puntava le pistole, quello era Rockuro Hokajima, l’uomo d’affari, il galantuomo, ed era perfino audace… lei si guardava attorno, come un bambino smarrito, e lui invece era lì, perfettamente a suo agio, che la guardava insistentemente.
Revy: perché mi stai fissando?
Rock: perché siamo uno davanti all’altra, dove vuoi che guardi?
Revy: non lo so, ma qui io mi sento strana… sto meglio sul bancone di un bar… dove tutti sono sullo stesso piano, dove nessuno è costretto a fissare nessuno…
Rock: mpf… si, forse hai ragione tu… ma così possiamo rapportarci… e possiamo avere un dialogo…
Revy: si… forse è vero, Rockuro…
Rock: cosa?
Revy: ho detto che forse è vero!
Rock: no, no! Come mi hai chiamato?
Revy: Rockuro… anche se Rockuro è morto, giusto? Ma tu mi hai chiamato col mio nome prima…
Rock: mi fa piacere se tu mi chiami così, Rebecca…
Revy: questo non vuol dire che tu possa farlo!!
Rock: e perché no? Infondo sta sera non siamo diversi dal solito? Ebbene, io sta sera riesumerò Rockuro e tu Rebecca, ci stai?
Revy: cuciti la bocca…
Rock: avanti… hai paura se ti chiamo per nome?
Revy: paura? Lo sai che stai rischiando vero?
Rock: l’ho già fatto quando ti ho invitato… ormai non ho timore di rischiare oltre…
Rock abbassò lo sguardo, con lo stesso sorriso che aveva Revy quando lo aveva invitato ad entrare nella Lagoon… Ormai ne era sicura, quello non era Rock… non riusciva nemmeno a considerarcelo… e infondo che male c’era a fare uno strappo alla regola? Quella sera, solo quella sera, e poi sarebbe tornato tutto come prima… ma per quella sera lei poteva essere quello che aveva sempre voluto… una donna… Rebecca…
Revy: forse hai ragione, Rockuro…
Rock: sono felice che lo pensi, Rebecca…
La serata nel locale si concluse bene, i due parlarono, per la prima volta, come due persone, come due amici… si raccontarono delle loro vite, parlarono un po’ di sé, e per la prima volta, Revy vide Rock sotto una luce diversa: quando si comportava da uomo d’affari era diverso, quasi piacevole;o forse era lei ad essere diversa, ma si era lei a non essere più lei, quella sera non era la grande Two Hands, era una ragazza, come tante… ed ora come ora non sapeva se si piacesse oppure no…
Rock: be, ti va se usciamo di qui, Rebecca?
Revy: Cristo, grazie! Non ne potevo più!
Rock: veramente non ti piaceva? Ce ne saremmo andati se volevi…
Revy: Rockuro… non dire cazz… em… cavolate! Se non mi piaceva me ne sarei andata da un pezzo…
Rock sorrise, e, con sua sorpresa, lei rispose a quel sorriso; forse sul suo viso c’era ancora quell’espressione da Revy, ma era comunque bellissimo quando sorrideva!!
Si alzarono e uscirono dal ristorante; passeggiarono parecchio per la cittadina, fino ad un’ora tarda; fino a che Revy non fu costretta a fermarsi…
Revy: aspetta, aspetta! Mi devo togliere queste che schiatto!
E si tolse le scarpe
Revy: ah!! Adesso si che campo! Dio sono in paradiso!
Rock: perché non ci sediamo?
Revy: io non vedo panchine…
Rock: e che importa, Rebecca?! Ci mettiamo lì!
E corse verso un piccolo parchetto, sedendosi sull’erba; poi fece cenno a Revy di sedersi accanto a lui. Lei si avvicinò e tentò di sedersi, ma le tornarono in mente le parole di Balalaica “con questa non ti puoi sedere a gambe larghe!”, così dovette sperimentare un nuovo modo di sedersi…
Revy: questo non me lo aveva imparato!
Rock: insegnato…
Revy: eh?!
Rock: si dice insegnato!
Revy: oh scusi professore! Adesso che fai mi metti in punizione? Ti va bene che non porto le pistole!
Rock: altrimenti?
Dopo quella parola in Rock si scatenarono emozioni su emozioni: non sapeva cosa fare… il suo cervello gli diceva di accontentarsi di quella serata, ma il suo corpo, tutto il resto di lui gli diceva di fare qualcosa che non avrebbe mai osato pensato di fare… Più la guardava più la desiderava, ma più la guardava e più capiva che lei non si sarebbe accontentata di lui, non si sarebbe mai concessa ad uno come lui… Poi, d’improvviso capì che quelle sue incertezze erano proprio ciò che Revy odiava, lei cercava un uomo, non un bambino… La guardò ancora, lei era ancora lì che lo fissava, aspettava forse il seguito di quell’altrimenti, era disposta a metterlo alla prova, solo quella sera forse, e lui non poteva sprecare quell’occasione… Infilò le braccia tra le sue, che teneva poggiate a terra, e prima che lei se ne rendesse conto era stesa a terra, tra le braccia dell’uomo che aveva sempre reputato un idiota, e che ora la stringeva e la baciava; Rock sentì il suo corpo sciogliersi ed irrigidirsi ad intervalli, le sue mani divenivano bollenti e poi fredde ogni volta che passavano sulle natiche di Revy, dalle sue gote si spandevano brividi per tutto il corpo, ogni volta che la sua lingua accarezzava quella di Revy… Lei non si sottrasse a quel bacio, infondo per lei era uno dei tanti ancora da testare… poi però iniziò a sentire qualcosa che non aveva mai provato: sentiva dei brividi, partire dalle gambe ed arrivarle fino al seno, sentiva un’eccitazione mai provata… eppure non era ancora quello che voleva… era qualcosa di diverso e lei sentiva di non essere ancora pronta ad una cosa del genere… Scaraventò bruscamente Rock a terra, sciolse quello che rimaneva dello chignon e si rialzò.
Revy: la serata è finita, Rock…

La notte passò velocemente, carica di tutte quelle tensioni; al mattino un sole tiepido scaldava l’ambiente… Revy entrò bruscamente nell’ufficio di Balalaica, che stava telefonando, e le sbatté i vestiti sulla scrivania, senza dire una parola, né accennare qualche tipo di espressione; Balalaica si affrettò a chiudere la telefonata e la fermò quand’era già sulla porta.
Balalaica: allora, non mi racconti niente?
Revy: non c’è niente da raccontare… sorellona…
Balalaica: come non c’è niente da raccontare? Avanti, come sei stata?
Revy: seduta!
Balalaica: Revy sei davvero impossibile… eh…
Revy fece per andarsene, ma quando stava per imboccare la porta un pensiero la folgorò, un pensiero che l’aveva tenuta sveglia tutta la notte; si voltò verso Balalaica ed assunse un’espressione mista di tenerezza e confusione, inquietudine e tristezza… un’espressione che la donna non le aveva mai visto…
Revy: sorellona… con quanti uomini sei stata?
Balalaica: ma ti sembrano domande da fare?
Ma guardando l’espressione che Revy aveva sul volto capì che non si trattava di una battuta…
Balalaica: be, non saprei dire…
Revy: e hai mai sentito un brivido partire dalle gambe ed arrivare fino al seno? Un brivido forte, come se ti eccitassi tutto d’un momento?
Balalaica: l’ho sentito si… mpf… una cosa così non si scorda facilmente…
Revy: e con chi?
Balalaica: questi non sono cazzi tuoi!
Revy: no, volevo dire con che uomo? Era uno qualunque?
Balalaica: oh no, cara la mia Revy… era un uomo speciale, di cui mi ero innamorata… fu durante la guerra in Afganistan… io ero giovane, e lui pure… forse lui non è mai stato innamorato di me, ma io lo ero… e ricordo ancora quei brividi mentre mi toccava…
Revy: i- innamorata…
Revy andò in apnea… infondo lei l’aveva sentito solo per pochi secondi, e quello non provava niente, almeno era quello che pensava… Poi guardò Balalaica con espressione interrogativa, interrogandosi ancora tra sé e sé; ed è sicuro che Balalaica pensò che fosse rivolto a lei quell’interrogativo, così sospirò e disse
Balalaica: era Dutch…
Revy: eh??! Oh… a..a..ah… blea!!! (versi strani e incomprensibili di disgusto) perché me lo hai detto?? Aaah!! Adesso me lo sogno la notte! Che schifo!!!
Balalaica: ma smettila! Che c’è di male, Dutch si che è un vero uomo!
E fu lì che ogni genere di ricordo folgorò la mente di Revy: a partire da Dutch stesso, la sua fisionomia, la sua voce profonda, la sua forza… si rese conto di aver cercato tanto forse senza rendersi conto di avere quello che cercava accanto… E allora cos’era quella strana sensazione che era maturata la sera prima con… con… non riusciva nemmeno a pensarlo quel nome! Quella serata tanto strana, una serata così diversa da quelle cui era abituata, un uomo così diverso, che la trattava così dolcemente, che la chiamava per nome senza avere la benché minima paura di ritrovarsi col muso spaccato… Non capiva più niente, non capiva cosa volesse, non capiva chi dei due volesse… Poi decise di perseguire quello che da sempre aveva inseguito, così allontanò dalla sua testa i ricordi di quella sera passata poche ore prima e si girò decisa ad andarsene…
Balalaica: allora, non mi hai risposto… come è andata questa serata, Revy?
Revy non si voltò verso di lei, ma sorrise leggermente e sospirò
Revy: è stata… bellissima…
Mentre usciva dall’ufficio di Balalaica vide Rock da una finestra; se ne stava solo, a guardare il cielo, e per un momento ebbe il desiderio di andare a fargli compagnia, ma poi vide Benny che gli si avvicinò, così scosse la testa e si tolse quei pensieri di mente.
Benny: ei Rock!! Allora, come è andata ieri sera? Dutch mi ha detto che Revy nemmeno sembrava lei!
Rock: perché l’ha vista?
Benny: pare…
Rock: mpf… che ti devo dire? È andata… per quello che è stata si può dire bene…
Rock sospirò, chinando la testa; poi gli tornò in mente quel momento, in cui l’aveva baciata, in cui l’aveva sentita stretta a lui, in cui l’aveva sentita sua… arrossì…
Benny: ei che hai? Sei arrossito…
Rock: a… arrossito..? ma no che dici…
Benny: senti, porto gli occhiali, ma almeno con quelli ci vedo! Sei tutto rosso!
Rock: può darsi…
Benny: è per qualcosa che è successo ieri sera? Hai fatto qualche figuraccia? Oppure te l’ha fatta fare lei?
Rock: no no! Lei è stata a dir poco meravigliosa! Sembrava una dama! Ed era così bella…
Rock arrossiva sempre di più al ricordo di Revy e, da come ne parlava, Benny iniziò a capire qualcosa…
Benny: Rock… non è che per caso… tu ti sei preso una bella cotta per Revy??
Rock: eh?! Ma no! No, che dici??!!
Benny: si vede da come ne parli! Tu ti sei preso una cotta per lei! Eppure mi parevate così incompatibili!
Rock: ti ripeto che non ho una cotta per Rebecca!! – Rock si fece serio, poi triste tutto d’un tratto, e abbassando lo sguardo continuò – io me ne sono proprio innamorato…
Benny giurò di aver sentito la terra con la lingua per quanto aveva la bocca aperta, sentendo quelle parole, ma avendo sentito soprattutto qualcuno pronunciare il vero nome di Revy con tanta non curanza…
Benny: aia… questi si che sono cazzi amari…
Rock: ti pare che non lo sappia?! Lei se ne frega di me! Io non sono il tipo di uomo che lei cerca! Me lo ha fatto capire chiaramente, quindi perché continuo ad illudermi??
Benny: oh avanti, Revy punta le pistole in faccia a tutti, non è che tu sei un prescelto da torturare o ti voglia far capire che sei inferiore…
Rock: non è per quello, Benny… ieri sera…io l’ho baciata… e penso seriamente che sarei andato molto avanti… io volevo fare l’amore con lei, ed anche lei non era dispiaciuta dell’idea… l’ho capito da come mi baciava… ma poi si è alzata, mi ha lanciato a terra e mi ha detto che la sera era finita lì…
Se prima Benny aveva toccato la terra ora sentiva le fiamme dell’inferno crogiolargli la lingua…
Benny: tu stavi per andare a letto con Revy???
Rock: io non ci andavo solo a letto! Avrei fatto l’amore con lei!!
Benny: che sia!! Tu…. Tu… tu stavi per… con Revy… io… oh mio Dio….
Rock: ma è evidente che non doveva succedere… ed ora io mi sento ancora più preso di prima da lei… Dio che merda di destino, il mio!!
Benny: avanti Rock, infondo se ha ricambiato il tuo bacio in un qualche modo gli è piaciuta l’idea.. avrà avuto i suoi motivi per dirti di no… avrà il ciclo!
Rock: ma che… no…lei mi ha respinto… ed io come un cretino spero di avere un’altra possibilità…
Dutch: Rock! Benny Boy!! Muovetevi, dobbiamo rientrare alla Lagoon!! Abbiamo un lavoretto da sbrigare!
Non appena Dutch ebbe finito di dire i loro nomi, i due corsero alla nave; Rock era deciso ad affogare tutto quello che era successo in quel lavoro, così da non pensarci più…
Revy era già sulla nave, seduta sulle casse che avevano caricato, accarezzandole con una mano; Rock la vide subito: era tornata lei, la Revy di sempre, con i suoi pantaloncini sfrangiati, il suo top corto, le sue pistole, ed il suo comportamento strafottente… e non ostante tutto, era bellissima!
Benny: ei, che hai da essere tanto contenta?
Revy: le mie preghiere si sono avverate!!
Benny: che roba c’è lì dentro Dutch..?
Dutch: una testata nucleare… 
Rock: cosa?? Noi abbiamo a bordo una testata nucleare???  Ma siete pazzi??
Revy: avanti Rock, non fare il bambino!!
Una frecciata? Forse… Quello che era certo era che Rock aveva accusato male quella battuta, e difatti abbassò lo sguardo… Revy nemmeno lo notò…
Revy: Dutch sicuro che non la posso tenere?
Dutch: no! Quel tizio ci paga un casino di soldi per questa roba!!
Revy: se c’è una cosa che amo più dei soldi sono le bombe nucleari!!
Dutch: ho detto che quella cazzo di bomba arriverà dritta al suo destinatario! Ora scendi di lì, che sei pericolosa vicino a quella roba!!
Revy: perché, sennò che mi fai??
Dutch non rispose, la prese per un braccio, la tirò giù dalle casse e la strinse forte, quasi a soffocarla; Revy sentiva il fiato mancarle, e le ossa quasi frantumarglisi sotto la forza di quella stretta… ma quello, la rendeva solo più convinta che Dutch era il tipo che cercava, che lui poteva davvero far sentire una donna anche una come lei!
Dutch: ho detto giù da quelle casse, mi hai capito?
Revy: Du.. Dutch… mi stai… soffocando… ho capito…
Dutch: ah davvero, hai capito eh? Allora cosa devi fare?
Revy: stare… lontana da…
Ma mentre parlava, Rock non riuscì a trattenersi, e sbottò davanti ai due
Rock: Dutch la soffochi!!! Lasciala stare!!!
I due guardarono il ragazzo con un punto interrogativo sulla faccia, che nel frattempo si rese conto di aver fatto una figura del cacchio; Dutch lasciò andare Revy, che si massaggiò il collo indolenzito, e poi scoppiò a ridere, dando una forte pacca sulla spalla di Revy
Dutch: sentito Revy? Adesso hai un protettore!
Revy: mica sono una prostituta?! E poi io so badare a me stessa!!
Dutch: già, l’ho visto…
Revy: ah, se volevo sfuggirti l’avrei fatto senza problemi, gorilla!
Dutch: si certo.. come no… 
Dutch non aggiunse altro e si ritirò in coperta; mentre si allontanava, Revy si fissò a guardarlo, ad osservare quelle braccia che fino a poco prima la stavano strangolando, e si aspettò di sentire quel brivido… chiuse gli occhi, ma non sentì nulla… quando li riaprì vide davanti a lei Rock, che la guardava con insistenza; si accese una sigaretta, si avvicinò a lui e…
Revy: ei Rock… Ma che diavolo credevi di fare?! Lo sai che non ho bisogno di una balia!!
Gli diede un pugno sulla spalla, ma lui non si mosse, né rispose… non fece nemmeno un’espressione. Si voltò, dandogli le spalle e si allontanò, lasciandola lì come una statua di sale…
Revy: ma che cacchio gli prende a quello? Siete tutti incazzosi oggi?? Benny anche a te girano le palle?
Benny: no, io sto bene!
Revy: meno male, perché mi stanno già venendo i nervi!!
Mentre parlava la nave partì, a passo deciso… Lei se ne stava da sola sul ponte, mentre alcune goccioline d’acqua le bagnavano il viso, e pensava; ogni tanto si girava verso quella cassa piena di roba nucleare e pensava a Dutch… e la cosa strana era che non sentiva nulla, né in bene né in male… Non provava brividi, non aveva sensazioni mai provate prima, non sentiva quella voglia morbosa di andarci a letto, eppure sapeva che era quello che aveva sempre voluto… Si voltò e vide Rock che cercava qualcosa sul ponte, in mezzo alle casse; lui nemmeno la guardò, e questa volta fu lei a fissarsi su di lui… e mentre lo guardava le tornarono in mente alcuni ricordi: quando aveva picchiato quella ragazzina perché lo aveva fatto soffrire, per esempio; quando gli aveva promesso di ammazzare quel giapponese che lo aveva picchiato; e per finire la sera prima… quei brividi, quelle sensazioni, le sue mani che scivolavano sul suo corpo.. che fosse come diceva Balalaika? Non ebbe tempo di rifletterci, perché un razzo stava già arrivando verso la nave e puntava dritto a Rock!
Revy: Rock!!! A terra!!!
Si buttò su di lui e lo scaraventò a terra, mentre il razzo esplose in mare…
Revy: cazzo!! Quella roba ci fa ballare la samba se esplode!! Ma chi è quel pezzo di merda che ci spara addosso???

Revy prese il microfono che teneva all’orecchio: si Dutch, ti sento!

Revy: cosa cazzo vogliono gli Yakuza??

<< Dutch ne arrivano altri! Sono quattro navi in tutto!>>

Revy: bene, non vedevo l’ora di far cantare un po’ le mie bambine! Rock, ce la fai a coprirmi?
Rock: coprirti?
Revy: non penserai che possa fare tutto da sola?! Avanti, prendi quello e se non ti caghi sotto spara!
Rock: ma, io…
Non finì di parlare… Revy era già partita, sfoderando le sue cutlass. Sparava senza pietà, correndo come una saetta; Rock la guardava: quella era Revy… quella era Two Hands…
Revy saltò sulla cassa per essere più in alto e sparò verso la nave più vicina, facendo strage dell’equipaggio, in mezzo ad un corteo di pallottole e bossoli

Revy: I have a big gun… I took it from my lord… (canta)

Revy saltò sulla cassa più alta, sfilò una granata dai pantaloni, tolse la sicura e fece saltare in aria la nave; poi si voltò e vide un fucile a mitraglia puntato su di lei…
Uomo: sei finita puttana!
Ma lei sorrise, guardò quell’uomo e gli fece segno di sparare; quando si aprì il fuoco corse in avanti, saltò dalla nave ed atterrò sul fucile mitragliatore, puntando la pistola in faccia al tizio che sparava
Revy: I’m your angel… only a ring away…
Uomo: brutta troia!!! Prendi questo!!  
Revy saltò giù dal fucile, puntò una pistola a quello che le veniva incontro, e l’altra verso destra, dove altri uomini gli si catapultavano addosso
Revy: you make me violate you non matter who you are!
Uomo: quella non è umana!!
Appena finì di parlare si ritrovò un buco in testa; Revy gli passò sopra, usandolo per saltare addosso ad un altro… Dietro gli si fiondò sopra un uomo con un coltello; Revy non fece altro che gettare indietro la pistola e sparare, poi prima che quello cadesse a terra gli prese il braccio e conficcò il coltello nello stomaco di un altro…  Poi si accorse di essere sotto il tiro dello stesso lanciarazzi che aveva puntato su Rock, e si sentì bruciare dentro una rabbia, una voglia di vendetta… Guardò il tizio che teneva il lancia razzi, sicura che lui potesse vedere i suoi occhi dal mirino e sparò verso di lui, facendo saltare in aria lui, il razzo e la nave, ormai ridotta ad un catorcio… Saltò di nuovo sulla Lagoon, soffiò sulle pistole e terminò la sua canzone
Revy: weapon… I have it all!!!
Rock la guardava, stupendosi ogni volta di quello che era in grado di fare, e strinse forte il mitra che teneva tra le mani, sentendosi un nulla in confronto a lei… Ma lei sorrise, senza accorgersi che un sopravvissuto le puntava la pistola alla testa; Rock se ne accorse
Uomo: muori, brutta troia!!
Uno sparo… sangue… Revy si voltò e vide quel bastardo cadere con un buco in testa, completamente ricoperto di sangue; allora guardò Rock, che teneva in mano il mitra fumante…
Revy: Rock… ma cosa?
Rock: stai bene… Rebecca…?

Revy: ricevuto!!

Revy prese il lanciarazzi, e fece fuori ciò che rimaneva delle restanti navi; dopo di che Dutch diede un’aperta alla nave e sfrecciò via senza perdere tempo.
Rock era a terra, seduto sulle ginocchia, ancora con quel mitra in mano, che fissava il punto in cui quell’uomo era caduto; Revy si avvicinò a lui, gli sfilò il mitragliatore di mano e lo posò a terra….
Revy: come stai? Tutto ok?
Rock: ho ammazzato un uomo… con le mie mani…
Revy: avrei preferito che non fossi mai stato in dovere di farlo…
Rock: ma se proprio tu mi hai detto che dovevo coprirti…?
Revy: lo so, Rock… ma tu sai che per me è naturale ammazzare… io…non ti ho mai obbligato a farlo… e… mi dispiace….
Rock: l’ho fatto per te… per salvarti… Rebecca io…
Rock svenne, forse per lo shock subito… Revy lo raccolse e lo portò nella cabina
Revy: che stupido… mpf…
Benny: ei, ma che cavolo è successo là fuori?
Revy: ti lascio qui Rock…
Benny: ma che ha fatto?
Revy: mi ha salvato il culo… ha sparato ad un fottuto bastardo che mi voleva ammazzare…
Benny: Rock ha sparato a qualcuno?! Cacchio, allora è proprio cotto…
Revy: cosa?
Benny: aah!! No niente!! Adesso capisco perché è cotto, svenuto, morto!!
Revy: ah… io vado da Dutch a vedere se è tutto ok… dagli uno sguardo…
Revy uscì dalla cabina di Benny; lui abbassò lo sguardo su Rock, che giaceva a terra…
Benny: sei proprio pazzo di lei, eh…?

Revy: ei Dutch… come va, tutto bene??
Dutch: REVY!! Come te lo devo dire che quella roba scoppia?? Hai rischiato di farci vedere le stelle più di una volta!
Revy: dai, avanti… lo sai che io il mio lavoro lo so fare… io sono la vostra pistola… lasciatemi lavorare come credo!
Dutch: eh… come sta Rock? Alla fine ha sparato a qualcuno…
Revy: già… devo dire che non lo avrei mai creduto… e a dir la verità avrei preferito che non fosse accaduto…
Dutch: sapevi che sarebbe dovuto accadere in un lavoro come questo…
Revy: Rock era l’immagine di tutto ciò che io non sono mai stata… ed ora…
Dutch: da come ne parli pare che tu ti sia presa una cotta per lui…
Revy: ma che cazzo stai dicendo?? Dutch ti sei rollato un kg di marya??
Dutch: e allora perché sei uscita con lui?
Revy: ti ripeto che io non ci sono uscita! Non era un appuntamento!!
Revy si alzò da dove si era seduta, pose un braccio sul muro e tirò un calcio
Revy: cazzo!
Dutch: ei, non ti scaldare… cazzo quanto sei diventata permalosa!

Dutch: m? si pronto? Ah, sei tu Balalaika…

Dutch: bene, anche se abbiamo avuto un po’ di rogne… non sapevo che quella roba fosse della Yakuza…

Dutch: ti diverti? Be perché noi no!
< avanti Dutch! Avrete un extra per l’inconveniente…>
Dutch: così si che si ragiona! Arriveremo dal destinatario entro sera…

Dutch: i lavori ben fatti… si lo so.
Dutch chiuse il telefono e si girò verso Revy, che se ne stava zitta a braccia conserte…
Dutch:non parli più?
Revy: mi è passata la voglia…
Dutch: avanti Revy, scherzavo.
Revy: non mi pareva uno scherzo, il tuo! L’hai detto come se fossi una puttana! Che diavolo hai?
Dutch: hai capito male! Revy… diciamo che non mi sembri più tu! Prima non avresti mai avuto bisogno di qualcuno per salvarti il culo, non lo avresti lasciato campare tanto quel tipo per farti la festa! 
Revy: ah si? E tu pensi che sia per colpa di Rock?
Dutch: si…
Revy: non mi va di stare a sentire queste stronzate! Io sono sempre io! Capita a tutti di sbagliare!
Dutch: in questo lavoro non sono ammessi errori Revy!
Revy: ma cos’è che ti rode tanto? Prima mi ammazzavi se non ero carina con lui! E adesso ti ci rode il culo?
Dutch: prima non ti è mai interessato di come io ti considerassi… uomo… donna… per me eri solo Revy! Two Hands, niente più… adesso invece ti sei messa in testa tutte quelle cazzate dell’essere una donna! Tu non sei una donna normale Revy, lo vuoi capire?
Revy: io posso esserlo, come e quando voglio! Ma a me piace essere così! Non mi servono quei vestitini o roba simile per essere una donna! Cerco solo un uomo che mi ci faccia sentire, tutto qua!
Calò il silenzio, i due non parlavano più… Si sedettero entrambi a terra, sospirando… Revy guardò Dutch di nascosto, pensando che quello fosse il momento giusto per proporgli quello che aveva in mente…
Revy: ei Dutch… io e te…
< Dutch!! Qualcosa ci punta contro!! È un elicottero!!>
Dutch: cosa? Ma non finiscono più?? Cazzo! Revy tocca a te!
Revy: agli ordini!
Mentre Revy si caricava addosso una fila di munizioni, pronta a salire sul ponte, Dutch si voltò verso di lei e la fermò…
Dutch: stavi dicendo qualcosa?
Revy: io e te sono anni che lavoriamo insieme e non l’abbiamo mai fatto… dovremmo provarci!
E sparì sul ponte, lasciando Dutch di stucco; non capiva dove volesse arrivare, ma l’idea che lei gli aveva proposto non era male… ma quello non era il momento di pensarci…
Revy corse sul ponte, si mise sul fucile mitragliatore, pronta a sparare all’elicottero; quando mirò, però, vide un uomo agitare un braccio e farle cenno di non sparare…
Revy: ma che cazzo…
???: ferma, non sparare!
Revy: si può sapere che volete? Siete degli Yakuza?
???: no! Io sono mister Kalamond, quello a cui dovete dare la testata!
Revy: e io come faccio a sapere che non mi prendi per il culo?

Revy: ne sei sicuro Dutch?

Revy: va bene, va bene… allora vieniti a prendere la roba!!
La Lagoon si fermò e, una volta imbracate le casse, mister Kalamond se le portò via, caricandole sull’elicottero; non appena ripartirono, Revy si voltò sconfitta per essersi lasciata scappare anche quella testata nucleare… Quando un’esplosione si scatenò dietro di lei, e, voltandosi, vide quell’elicottero andare in mille pezzi, cadendo in mare…
Revy: non è possibile… quella roba doveva scoppiare?!
Si fiondò nella cabina urlando contro Dutch, che era al telefono
Revy: che cazzo significa Dutch??!!

Revy: sorellona!! Ma dico, volevi forse ammazzarci??

Dutch: quindi sei stata tu a dirgli di venire a prendersi la roba qui?

Dutch: ma allora non era roba nucleare?!

Revy: e che cazzo avete rubato ai giapponesi?
< era solo uno dei prototipi di bombe in fase di sviluppo… se la Yakuza non avesse sollevato un po’ di polverone, Kalamond non ci sarebbe mai cascato! Ottimo lavoro Dutch, ora potete rientrare!>
Dutch: ricevuto Balalaika…

Era sera ormai quando la Lagoon attraccò al porto; Rock si era da poco svegliato e vide Benny che spegneva tutti i computer…
Rock: ei, ma dove siamo?
Benny: oh, Rock! Ti sei svegliato?! Siamo tornati indietro, abbiamo finito per oggi. Ti sei perso la parte migliore! Abbiamo scoperto che quella non era una testata nucleare, ma solo una bomba ad orologeria calibrata per far saltare in aria il destinatario, però per il piccolo inconveniente degli Yakuza rischiavamo di saltare in aria!
Rock: oh mio dio…
Benny: ma avanti, ora è tutto ok! Stiamo sbarcando! Dai muoviti, non vorrai restare nella nave!?
Rock: si, hai ragione!
Rock uscì dalla cabina di Benny e si accinse ad uscire sul ponte, quando vide Revy; stava per andare da lei, ma vide che parlava con Dutch e anche se non voleva, fu più forte di lui e si fermò ad origliare…
Dutch: ei Revy…
Revy: che vuoi?
Dutch: riguardo quello che mi hai detto prima… mi spieghi come ti è venuto in mente?
Revy: così… Dutch, io voglio un uomo, un vero uomo! Voglio qualcuno che mi soddisfi come… come solo un uomo sa fare! E tu mi sembri proprio il tipo giusto!
Dutch: mpf… e ti sei dovuta scopare mezzo mondo prima di arrivarci?
Revy: guarda che ho ancora le pistole addosso!
Dutch: hai da fare sta sera?
Revy: perché mi porti al cinema? – facendo una vocina da bimba
Dutch: io avevo in mente qualcosa da adulti… ti va?
Revy: e me lo chiedi…?
Rock aveva sentito tutto, ed era rimasto di sasso… Aveva capito ormai, lui non aveva alcuna speranza… Tutto il suo mondo gli crollò addosso, tutto quello in cui aveva creduto fino ad allora gli crollò addosso; Benny uscì dalla cabina, lo vide lì fermo ed andò a parlargli, mettendogli una mano sulla spalla
Benny: ei, che ci fai ancora qui?
Rock strinse forte i pugni e chiuse gli occhi: lasciami stare!!!
Disse, e se ne andò a passo deciso, passando avanti a Dutch e Revy; lei lo guardò con fare interrogativo
Revy: ma che gli prende?
Dutch: e io che ne so..
Benny: mi sa che io lo so…
Benny corse fuori a cercare Rock, e lo vide fermo al molo, mentre fissava l’acqua incantato… Gli si avvicinò lentamente, cercando di osservarlo il più possibile, per capire se avesse azzeccato il problema…
Benny: Rock… va tutto bene? Ah, che domanda cretina… lo so che non va bene, vero?
Rock: te l’avevo detto, Benny… lei se ne frega di uno come me…
Benny: lo sapevo… non mi pare il luogo giusto per parlarne… che ne dici se andiamo al Yellow Flag? 
Rock annuì… I due si avviarono, quando Revy e Dutch scesero dalla nave
Revy: ei dove andate voi due?
Benny: a farci un goccetto al Yellow Flag! Venite anche voi?
Dutch: no, abbiamo da fare…
Rock strinse i denti, e sveltì il passo, tanto che Benny fu costretto a correre per raggiungerlo.
Dutch e Revy si guardarono confusi; poi fecero spallucce e scesero dalla nave…
Non appena entrati in ufficio Revy fece per andarsi a sedere sul divano, ma Dutch la prese per un braccio, la portò a sé e la baciò; lei non riuscì neanche a rendersi conto di quello che era successo, sentiva solo i muscoli di Dutch che la stringevano, le sue mani che le accarezzavano il corpo, e il suo bacio… ma… stranamente non sentiva ancora niente… così gli prese la maglietta e lo tirò sul divano, stendendosi e facendolo stendere sopra di lei; lui allora le tirò su la maglia, palpandole il seno… Revy sentiva il piacere di quelle mani sul suo seno, ma era quello stesso piacere che aveva sentito tutte le altre volte, con tutti gli altri uomini… Nemmeno si era resa conto che lui la stava baciando sul collo, e che già lei era mezza nuda su quel divano; lui gli passò una mano lungo l’addome, poi la portò sui pantaloncini, e le slacciò la lampo e la cintura, infilandogli una mano dentro… Revy pensò che in quel momento avrebbe finalmente sentito quel brivido… ma… perché quel brivido non arrivava? Perché ora che era con Dutch, con quell’uomo che poteva soddisfarla, non sentiva niente? Possibile che aveva sentito quel brivido solo con… Rock?! Quella serata, quel suo modo di comportarsi, quel suo chiamarla Rebecca… quella sera Revy si era sentita una donna tutto il tempo, si era sentita trattare come una ragazza, come una donna! Lui la trattava come una donna! Ora non sentiva più niente, nemmeno si curava di Dutch, pensava solo a Rock, a come lui l’avesse sempre trattata come lei voleva essere trattata, a come lui era cambiato per starle accanto; aveva persino sparato ad un uomo per salvarle la vita… e poi quel brivido, quel brivido che aveva sentito quando lui la toccava, mentre la baciava, mentre semplicemente era con lui! Forse lui, tra tutti quello che sembrava il più debole, il più inutile era proprio l’uomo che l’aveva fatta sentire come voleva! Era lui, ne era sicura!
Revy: cazzo!!
Dutch: che hai? Ti ho fatto male?
Revy: no… ma… non posso, levati!
Dutch: cosa? Ma che dici??
Revy: che non sei tu che voglio… l’ho capito solo adesso…
Dutch: Revy non mi starai mica dicendo che mi molli per… per Rock?!
Revy: ti mollo per chi mi pare! Permesso!
Revy si alzò, si aggiustò il top, si riallacciò i pantaloni e si diede una sistemata ai capelli
Dutch: sei sicura di voler rinunciare?
Revy: sicura… ora scusami… devo andare allo Yellow Flag!

Seduti al bancone, Benny e Rock parlavano tra loro, con una bottiglia di Rum… perfino quella bottiglia gliela ricordava… Rock era appoggiato al bancone, con la testa sprofondata nelle braccia…
Benny: avanti Rock, non è mica la fine del mondo! Ce ne sono tante!
Rock: si ma io volevo lei… io mi sono innamorato di lei…
Benny: eh… innamorarsi di lei non è una cosa da niente… sapevi a cosa andavi incontro, no?
Rock: se fosse dipeso da me… mi sono ritrovato a guardarla fumare e a pensare a quanto fosse sexy…
Benny: be… in effetti non è che Revy sia una brutta donna, anzi…
Bao: Revy?!
Rock: si, Revy!! Hai qualcosa in contrario?
Bao: no, è appena entrata Revy…
Rock si voltò verso di lei, che era appena entrata e cercava con lo sguardo qualcuno; e appena lo vide si precipitò su di lui, prendendolo per un braccio e trascinandolo giù dalla sedia
Revy: vieni con me, muoviti!
Rock: cosa? Perché?
Revy: niente domande, forza!
Benny: ma tu non avevi da fare?
Revy: tu cuciti la bocca!!
Rock: lasciami!
Rock tirò via con forza il braccio dalla stretta di Revy
Rock: io non vengo da nessuna parte… mi sono rotto di stare ai tuoi ordini… non hai Dutch adesso?
Bao: Dutch?
Benny: io mi farei i cazzi miei, se non vuoi avere il bar distrutto di nuovo!
Revy: Rock vieni fuori, devo parlarti… non farmi incazzare, per favore!
Rock: che vuoi? Puoi dirmelo anche qui, no? La grande Revy ha paura di parlare in pubblico? Tanto se devi umiliarmi fallo davanti a tutti e basta!
Revy: umiliarti? Ma.. tu hai sentito cosa dicevamo con Dutch, vero?
Rock: e anche se fosse? Ti crea problemi?
Revy: non mi crea nessun problema, mi pare che sia l’unico ad averne!
Rock: può anche essere, quindi lasciami stare!
Rock si voltò, dandole le spalle, versandosi un bicchiere di rum… Benny lo guardava temendo il peggio per lui, soprattutto vedendo lo sguardo nero di Revy… Lei guardava a terra, sentiva il suo cuore battere forte: lui si era comportato come un vero uomo di fronte a lei, non aveva avuto paura di lei e gli aveva dato anche le spalle! Adesso capiva perché era andata lì, perché aveva rinunciato a Dutch, perché adesso si prendeva quelle parole senza dire nulla… alzò lo sguardo verso di lui, piegò le labbra in un sorriso e sussurrò piano, anche se tutti la sentirono
Revy: ti amo Rock…
Lui sgranò gli occhi! Cosa aveva detto?! Revy aveva forse detto… che lo amava? Si voltò verso di lei per accertarsi che non stesse sognando, e la vide che sorrideva, mentre tutti gli occhi erano puntati su di lei; no, non poteva essere un sogno, quello non poteva, non doveva esserlo! Rock scese dalla sedia, le andò di fronte e la guardò, accarezzandole il viso
Rock: stai scherzando?
Revy: non lo avrei mai fatto qui dentro, tu che dici?
Rock non poteva crederci, e per far si che tutto quello non svanisse la baciò, lì, davanti a tutti!
Benny: be, almeno lui ha un lieto fine… portami del rum, barista!
Rock e Revy uscirono dal bar, rimanendo per un po’ a guardare le stelle lì davanti; poi lui si voltò verso di lei, le andò dietro e l’abbracciò, baciandola sul collo; ed eccolo, quel brivido pervase subito Revy! Quel brivido che tanto aveva cercato adesso si era scatenato per un semplice bacio!
Rock: ti amo Rebecca!
Revy: Rock… mi dispiace per l’altra sera… io… voglio fare l’amore con te!
Rock: sei sicura che sta volta non mi scaraventi a terra?
Revy: sono sicura!
E si voltò, baciandolo e stringendosi forte a lui; era una sensazione meravigliosa, mai provata prima!
Rock: come sei venuta qui?
Revy: in macchina… è là…
Mentre salivano in macchina, videro Dutch entrare nel locale…
Rock: sei sicura che non preferisci lui?
Revy: mi troverei qui se preferissi lui? Schiaccia a tavoletta Rock, torniamo in ufficio!
Rock non se lo fece ripetere e in pochi minuti erano già arrivati, lì, da soli, a fare l’amore nel letto di Revy; lei finalmente sentiva quello che da sempre aveva voluto, si sentiva una donna con lui, sentiva quel piacere che la pervadeva tutta, sentiva quei brividi che la facevano godere come mai aveva provato! Quella sera si era sentita una donna, una vera donna, grazie a lui, grazie a Rock… Lui l’aveva amata, l’aveva protetta, l’aveva fatta sentire l’unica al mondo, proprio come… come solo un uomo sa fare…

FINE
Dedico questa fan a tutti gli appassionati di Black Lagoon, al mio fratellino Dado che ora è in gita e alle mie care Poppi e Daga!! Spero vi sia piaciuta! Arrivederci!

 

 

  
   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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