Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Terpsichore    13/07/2014    12 recensioni
《Ti sposerei comunque con questo vestito. Saresti bellissima ugualmente.》 Le baciò la fronte sorridendo teneramente mentre Lilian appuntava uno degli ultimi cristalli sul tessuto delicato.
《Smettila.》 Arrossì ormai rossa in volto. Rayan prese dalla tasca della sua giacca una piccolissima spilla a forma di cuore rosso, rigirandosela tra le lita con gli occhi assorti.
《Mettila qui.》 Consigliò indicando un punto esatta dell'abito, sulla destra, nella parte alta.
《Perché?》 Inclinò la testa lei confusa, fissando gli occhi nei suoi.
《Perché voglio che ti ricordi di me.》 Spiegò malinconicamente allungando il palmo della mano verso di lei. Sapeva che quell'argomento non avrebbe mai voluto affrontarlo, eppure gli si presentava in continuazione.
《Cosa ti fa pensare che abbia bisogno di una stupida spilla per ricordarmi di te?》 Domandò ferita da quell'affermazione e con gli occhi tristi di chi cerca ancora invano una speranza.
Genere: Fluff, Romantico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                      STORIA PARTECIPANTE AL CONCORSO ''SCATTI DI VITA, LA MEMORIA DI UN SECOLO''
ECCO LA FOTO ALLA QUALE MI DEVO ISPIRARE:
:Image and video hosting by TinyPic" />

OLD SCHOOL LOVE


Quel 25 settembre del 1945, Lilian Robins era sveglia circa dalle cinque del mattino. In realtá non aveva dormito molto già dalla sera prima, mentre il pensiero martellante del suo Ryan le tornava in mente come un motivetto ascoltato per caso.
Con gli occhi ancora assonnati, si alzò dal letto alle sette del mattino per preparare la colazione alla sua famiglia come da prassi.
Mentre eseguiva i suoi soliti movimenti automatici però, pensava che quella mattina fosse ben diversa dalle altre; aspettava che arrivasse quella giornata da un mese, soli trenta giorni che le erano sembrati anni, se non addirittura secoli.
Nell'ultima lettera ricevuta dal suo comandante, così era che amava definirlo, c'erano scritte centinaia di belle parole che le avevano scaldato il cuore, come d'altronde in ogni sua precedente lettera, ma il momento in cui si sentì scoppiare il cuore per la felicità fu quando, seduta sugli scalini dell'uscio di casa sua, con il sole di agosto battente sulla propria testa, aveva letto su quel pezzo di carta ingiallito che Ryan O'Malley, sarebbe tornato in patria il 25 settembre.
La guerra era finita, e la vita nel quartiere di Old City era ripresa più o meno normalmente, nonostante le bombe avessero distrutto parte delle case che si trovavano a nord del quartiere, rompendo la tranquillità che regnava nonostante tutto.
Lilian si avvicinò alla porta-finestra della cucina per aprirla e far cambiare l'aria facendo uscire l'odore di chiuso che una stanza può acquisire in una sola notte.
Spalancò le finestre osservando il sole che già splendeva alto in cielo mentre lei si appoggiava comodamente con i gomiti sulla ringhiera in ferro del balcone godendosi la vista di un panorama che già conosceva alla perfezione; ogni costruzione le era familiare, anche se spesso aveva pensato che fosse per via della somiglianza tra le costruzioni, dovuta allo stile impiantato da uno o due architetti.
Lilian non aveva mai dato troppa importanza al modo di vestire, ma quella notte per ingannare il tempo aveva pensato e ripensato a cosa avrebbe potuto indossare, ripassando mentalmente la forma del corto abito bianco che aveva scelto.
Erano ormai le nove passate quando si diede un'ultima occhiata allo specchio per assicurarsi che tutto fosse perfetto come lo aveva immaginato: il vestito candido, le scarpe di due tonalità di beige diverse, la parte superiore dei capelli corvini raccolti in un ciuffo morbido somigliante al movimento di un'onda ed infine il rossetto rosso lacca che Ryan tanto amava. Ancora uno sguardo, un sospiro per trattenere l'euforia e poi fu pronta per andare. 
Attraversò la porta dell'edificio in mattoncini rossi, sentendo profumo di felicità. Quasi ogni volto sul quale le cadeva lo sguardo era sorridente, compreso quello di quel tipo strano e sempre imbronciato del panettiere francese in fondo alla strada, Jaque. 
La piazza sulla quale dava la casa di Lilian quella mattina era trepidante per gli sbarchi dei soldati che ci sarebbero stati di li a poco; Nonostante molte persone venissero investite da qualche bambino che sembrava troppo preso dai propri giochi per curarsi del fatto che qualcuno stesse passando da quelle parti, erano tutti straordinariamente felici e tranquilli: era come se tutto intorno a lei fosse rallentato, come se tutti avessero più tempo del solito per prendersela comoda. L'eccezione che confermava la regola però, quel giorno era il postino Ed; correva come al solito con la bicicletta dalle ruote spesso sgonfie, per consegnare in tempo le lettere provenienti dall'Europa, senza però che tralasciasse il saluto a Lilian, alla quale aveva sempre fatto una corte spietata. 
Camminava lentamente, accompagnata soltanto dalla spensieratezza dei suoi diciannove anni e da un paio di scarpe che aveva ancora difficoltà a portare.
Attraversò la piazza per poi fermasi in un determinato punto aspettando la corriera; Ogni attimo che passava la rendeva più nervosa ed impaziente, tanto che camminava freneticamente avanti e indietro osservando il suo orologio dorato dal cinturino rosso. Aveva sempre adorato il rosso, forse perchè in fondo la rispecchiava perfettamente;"Il colore dell'amore" era così che lo aveva sempre classificato sin da bambina, ne era rimasta innamorata da quando la prima volta, da quando aveva memoria, aveva visto un vestito di quel colore. 
Anche la corriera che aveva fatto capolino dall'ultimo angolo visibile dalla sua posizione era rossa, e da sempre aveva creduto che fosse uno di quei segni del destino difficili da interpretare. Allungò un braccio adornato soltanto da un guanto di pizzo bianco, ed il veicolo si fermò.
Mosse qualche passo verso il vecchio Josh sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi e《Un biglietto per il porto per favore.》 Chiese gentilmente con la sua voce soave. Josh le sorrise con fare paterno, mentre i suoi zigomi rossi si alzavano appena.
《Vai dal tuo cavaliere eh?》 Domandò discretamente strappando il pezzetto di carta valido per la corsa. Lilian sorrise imbarazzata abbassando la testa come per nasconderla mentre porgeva le poche monete al conducente ed accennando un flebile "si" troncò quella conversazione andandosi a sedere in uno dei pochi posti liberi a disposizione; si sedette spingendo le mani contro le gambe per scaricare la tensione,mentre la sua bocca si incurvava senza un'apparente motivo. Solo quando la corriera prese uno scossone si rese conto di non aver notato che erano salite circa cinque persone avevano preso posto sulla corriera. Passò la gente in rassegna cercando di immaginarsi le loro storie, come le era solito fare quand'era bambina e si annoiava ad aspettare sua madre; un uomo e una donna sulla quarantina erano seduti l'uno accanto all'altra tenendosi la mano per rassicurarsi: era quasi sicura che fossero i genitori di uno dei compagni di Rayan, Matt.
Lo ricordava perfettamente perché nel febbraio dello stesso anno, era stato lui ad aiutarla a salutare il suo fidanzato.
Aveva radunato alcuni dei suoi compagni che ancora non erano riusciti a prendere posto sul treno diretto a New York, e l'avevano presa per le scarpe sollevandola fino a far si che potesse dare un ultimo bacio a Ryan prima che partisse per diversi mesi.
Passò lo sguardo su una ragazza sui venticinque anni: aveva i capelli biondi, gli occhi color nocciola ed il corpo fasciato da un vestito verde di cotona; il suo sguardo era terribilmente triste e vuoto, tanto da far pensare a Lilian che chiunque lei stesse andando a cercare, fosse già morto.
Per qualche istante questi pensieri sfiorarono la ragazza, ricordandole che anche chi stava cercando lei sarebbe potuto essere stato ucciso da una mina o da qualche soldato nemico non ancora arresosi alla sconfitta. Il suo sguardo si incupì.
Scacció via quei pensieri alzando lo sguardo per osservare fuori dal finestrino: La Indipendence Hall  alla sua sinistra era una costruzione in mattoncini rossi con la parte superiore in legno bianco, che si conservava dal '700; aveva studiato sui libri di scuola, che essa era forse il luogo più importante di Philadelphia, dove furono dibattute la Dichiarazione d'indipendenza e la Costituzione Americana. Era sempre stata una costruzione che l'aveva affascinata, ma in quel particolare momento, segnava il suo arrivo nella città di Philadelphia e quindi alla poca distanza che la separava da Rayan.
Si alzò dal suo posto sistemandosi il vestito con le mani e, facendo un profondo respiro, scese dalla corriera.
Il paesaggio che le si presentava davanti era piuttosto familiare, seppur con qualche differenza. La strada centrale, che era stata costruita giá da prima della sua nascita, era attraversata da poche macchine scure, larghe e laccate, possedute da ricchi che non avevano perso il loro patrimonio nemmeno in mezzo alla guerra. Attraversò velocemente la strada cercando di non farsi investire e facendo frenare di colpo due o tre automobilisti infuriati; fermatasi sul marciapiede al lato opposto della strada, si portò il polso sinistro davanti agli occhi guardando l'orario dal suo orologio, che segnava le dieci e trentacinque. La nave sarebbe sbarcata alle undici e trenta, ma nonostante Lilian non fosse titubante sulla puntualità dei mezzo di trasporto, aveva cercato di essere fiduciosa.
Muovendo pochi passi, si avvicinò lentamente al mercato che quel giorno avevano allestito per strada, cercando di distrarsi per non pensare ai cinquantacinque minuti che la dividevano dal momento aspettava ormai da mesi e mesi.
Osservando la gioielleria della signora O'Malley, Lilian non poté fare a meno di ricordare quando aveva incontrato per la prima volta Rayan. 



 
 
Era una calda giornata di luglio del 1943, proprio quando Lilian aveva ancora soli diciassette anni. Era appena tornata dal mercato nel quale era andata a fare la spesa, quando aveva trovato la signora O'Malley seduta al tavolo della cucina, intenta a prendere un caffè con sua madre. La signora la salutò cortesemente, per poi ritornare a chiacchierare animatamente con sua madre; lei si era affacciata dal balcone per annaffiare le rose che lei stessa aveva coltivato, quando scorse lo sguardo di un bel giovane dai capelli rossi, posato su di lei. Il ragazzo stava dipingendo l'inferriata del balconcino mentre Lilian, fattasi coraggio, gli aveva rivolto un semplice sorriso per poi ritornare alle sue tanto amate rose. 
Ricordava ancora che quel giorno aveva indossato un vestito bianco con dei fiorellini azzurri che riprendevano il colore dei suo bellissimi occhi; dopo quindici minuti Rayan aveva bussato alla sua porta come se fosse stato sicuro che le avrebbe aperto lei, così che quando accadde, le fece il bacia-mano presentandosi.




 
Fu scossa dai suoi pensieri quando la signora O'Malley le fece segno da dentro il suo negozio di avvicinarsi.
《Buongiorno.》 Salutò timidamente appena fu davanti al bancone vetrato nel quale venivano esposti tutti i gioielli. 
《Lilian tesoro.》 Le sorrise dolcemente la signora dai capelli biondi che le stava davanti. Aveva i tratti somatici quasi uguali al figlio, tranne che per il naso che aveva ereditato da suo padre. 
《Sei venuta qui per Rayan vero?》 Era la seconda persona che quel giorno le porgeva quella domanda, alla quale rispose nuovamente con un cenno della testa. Il piccolo orologio a pendolo appeso alla parete segnava le undici precise, e in quel momento aveva cominciato a battere nervosamente il piede contro il parquet di legno chiaro.
《Ecco, non voglio trattenerti.》 Cominciò la signora elegantemente vestita mentre frugava nel cassettone che le stava di fronte. 《Solo un attimo.》 Alimentò ancora di più la sua curiosità quando abbassò ancora di più la testa per cercare meglio.《Ecco.》 Esclamò tra se e se.《Questo dallo a Rayan quando lo vedi.》 Concluse porgendole una scatolina di velluto rosso. Lilian la afferrò rigirandosela nelle mani cercando di frenare la sua curiosità. Scosse la testa in segno di assenso per poi uscire velocemente. Ripose la scatolina nelle sua borsetta beige, ne strinse i manici più forte del dovuto cercando di scaricare la tensione, e poi si mosse in direzione dell'enorme nave che avrebbe attraccato di li a poco.
Si mosse tremando il marciapiede più vicino al mare , per poi sperare con tutta se stessa che uno dei suoi tacchi non si incastrasse in una delle fughe delle pietre quasi rotonde, per poi cadere rimediandosi inevitabilmente una figura piuttosto imbarazzante.
Rise rendendosi conto di quello che aveva appena pensato non volutamente.
Lilian aveva cominciato a tremare, motivo per cui pochi secondi dopo tirò fuori dalla borsetta il fazzoletto di seta bianca, per asciugare la fronte imperlata di sudore. Dopo averlo riposto però, si rese conto della scatoletta che prima aveva completamente dimenticato; la riprese tra le mani per poi rigirarsela come aveva  fatto qualche minuto prima, tentata di aprirla. C'era quasi, aveva appoggiato i polpastrelli della mano destra sulla parte superiore del cofanetto rosso, e di certo lo avrebbe fatto se un suono assordante e molto vicino le avesse quasi bucato i timpani. 
Se le sue gambe non fossero state anch'esse in preda all'emozione avrebbe corso, saltato e forse avrebbe provato anche a fare una di quelle acrobazie di cui non era mai stata capace.
Cominciò nervosamente a stirarsi addosso con le mani il vestito bianco, fin quando gli occhi non le ricaddero sulla piccolissima spilla a forma di cuore che le stava attaccata sul corpetto, appena sotto la clavicola destra.
Le sembrava incredibile come ogni dettaglio le ricordava quel magnifico ragazzo dai capelli rossi.




Il dicembre del 1944 era ormai alle porte. Il freddo aveva già cominciato a farsi sentire dagli inizi di novembre, proprio qualche giorno prima che Lilian compisse diciotto anni.
Il caminetto in fondo alla cucina riscaldava l'ambiente e lo rischiarava appena, mentre Rayan e Lilian sedevano uno di fronte all'altro davanti ad esso, intenti ad assaporarsi quel tepore che riscaldava le ossa.
《Ti ci potresti sposare con quello.》Cominciò Rayan riferendosi all'abitino bianco che aveva tra le mani la ragazza. Ella rise scuotendo la testa.
《Il vestito da sposa deve essere lungo e molto più elaborato di questo.》Spiegò lei con gli occhi sognanti, pensando a quando sarebbe arrivato quel momento.
《Ti sposerei comunque con questo vestito. Saresti bellissima ugualmente.》 Le baciò la fronte sorridendo teneramente mentre Lilian appuntava uno degli ultimi cristalli sul tessuto delicato.
《Smettila.》 Arrossì ormai rossa in volto. Rayan prese dalla tasca della sua giacca una piccolissima spilla a forma di cuore rosso, rigirandosela tra le lita con gli occhi assorti.
《Mettila qui.》 Consigliò indicando un punto esatta dell'abito, sulla destra, nella parte alta.
《Perché?》 Inclinò la testa lei confusa, fissando gli occhi nei suoi.
《Perché voglio che ti ricordi di me.》 Spiegò malinconicamente allungando il palmo della mano verso di lei. Sapeva che quell'argomento non avrebbe mai voluto affrontarlo, eppure gli si presentava in continuazione.
《Cosa ti fa pensare che abbia bisogno di una stupida spilla per ricordarmi di te?》 Domandò ferita da quell'affermazione e con gli occhi tristi di chi cerca ancora invano una speranza.
《Lo so. Ma tu fallo.》 Molto probabilmente sarebbe servito più a lui che a lei quel simbolo così piccolo eppure così importante. Prima che la bocca di Lilian potesse raggiungere l'incurvatura ideale per un sorriso carico di comprensione, un rumore assordante fece si che si portasse le mani alle orecchie, quasi per proteggersi.
Avevano dimenticato quello che stava fuori da quelle mura, eppure in quel momento quel suono fu talmente forte da riuscire a distruggere le pareti della protezione che si erano creati, facendoli tornare alla vita reale, angosciante e grigia.


Lilian osservava attentamente la rampa di ferro che vi era tra la nave e la terra ferma. Scrutava ogni uomo che la percorreva in cerca di un volto familiare che non tardò ad arrivare.
Rayan O'Malley infatti, con il suo metro e ottantanove di statura, risultava essere l'uomo più alto che Lilian avesse mai visto, e questo si rivelò un vantaggio.
Appena la vide si soffermò per un attimo ad osservarla, e lo stesso fece lei.
Rayan indossava un'elegante divisa verde militare con la giacca a doppio petto adornata da diverse medaglie di valore, la camicia color sabbia abbinata alla cravatta, ed i pantaloni stretti del colore della giacca dentro gli anfibi neri.
Erano i vestiti più eleganti con i quali l'avesse mai visto. Avrebbe voluto trattenersi, e ce l'avrebbe fatta se lui non le avesse sorriso; abbandonò ogni tipo di forza di volontà e si fece guidare dall'istinto. 
Mosse qualche passo alla velocità massima che le permetteva l'altezza delle sue scarpe, per poi saltare in braccio a Rayn. L'abbraccio che si stavano scambiando dopo ormai troppa attesa, gli stava togliendo il respiro e sembrava voler rompere le costole ad entrambi. 
《Bentornato.》 Sussurrò Lilian al suo orecchio. Rayn la afferrò dai fianchi e portandola alla sua altezza, proprio come si fa con i pargoletti appena nati. Prima che uno dei due potesse parlare, si scambiarono un bacio dolce ed intenso allo stesso tempo, che gli scaldò il cuore e l'anima, nonostante il sole delle undici e trenta facesse già il suo dovere picchiando forte sulle loro teste.
《Mi sei mancata così tanto.》 Affermò lui guardandola negli occhi. Stavano osservando i dettagli l'uno dell'altra, cercando di assaporarseli il più possibile. 
《Questa me l'ha data tua madre.》 Lilian gli porse la scatoletta rossa dopo averla recuperata dalla borsa.
Rayan rise afferrando il piccolo oggetto ed osservandolo. In uno scatto repentino, si abbassò sul ginocchi destro, fino ad inginocchiarsi completamente. Lilian diventò paonazza nel momento in cui tutti cominciarono ad osservarla.
《Lilian Charlotte Maraya Robins.》 Non sentiva quasi nessuno pronunciare il suo nome per esteso, se non sua madre nei momenti di collera. 《Sei stata capace di farmi perdere letteralmente la testa, hai stravolto la mia vita e mi hai reso un uomo migliore. Ho passato tante notti insonni, così pensavo. Pensavo a te, a noi. Mi sono immaginato la nostra casa, quella in legno bianco che abbiamo sempre sognato, e poi ho immaginato come sarebbero i nostri figli. Spero che siano belli proprio come te, perchè se ti guardo mi togli il fiato. Non so ancora come fai, ma sei perfetta in ogni momento ed in ogni situazione, e credimi se ti dico che tornerei indietro facendo dalla prima all'ultima cazzata per innamorarmi di nuovo di te. 》 Quel discorso le fece scendere una lacrima, mentre Matthew, Joshua, Sean e Johnny stavano intorno a loro cercando di dare manforte al loro amico con la loro presenza. 《Ho passato momenti orrendi in guerra, ma il tuo ricordo mi ha salvato. Mi sono reso conto che non voglio passare un secondo più senza essere tuo marito. Lilian, mi vuoi sposare?》 Aveva immaginato che il suo discorso si sarebbe concluso in quel modo, eppure ancora stentava a crederci. Il suo volto bagnato da lacrime di gioia, non riusciva a contrarsi che in un sorriso felice.
《Si.》 Rispose continuando a contemplare la fascetta d'oro bianco con un rubino incastonato in essa.
Rayan si rimise in piedi afferrando l' anello per metterglielo al dito, gettando chissà dove la scatoletta. 
E fu così che Lilian Robins e Rayan O'Malley, ebbero il loro lieto fine, come quello che ogni persona innamorata meriterebbe di avere.

SALVE A TUTTI GENTE:)
Non so da dove cominciare davvero, ma ho poco tempo, quindi cercherò di sintetizzare ahaha.
Aaaaallora, avevo questa storia in mente da moltissimo tempo, e ringrazio Marlene e Ned che con il loro concorso mi hanno dao l' ispirazione giusta per riuscire a scrivere. 
Questa è la prima One Shot che scrivo quindi abbiate pietà ahaha. Non ho aggiunto prestavolto perchè vorre che chiunque leggesse qeusta storia, lavorasse di fantasia, immaginando Lilian e Rayan secondo i loro gusti personali. Che, adesso devo passsare al resto degli altri ringraziamenti perché è doveroso per me: Grazie a SAbrina, Marley, Mel ma soprattutto a Giselle, che sono state strassata nel periodo in cui ho scritto questa cosa.
''Old school Love'' è il  frutto di un paio di notti insonni in cui avevo bisogno di tirare fuori il mio estro creativo (?) hahah.
AHH, dimenticavo. Old City è un quartiere vicino al centro di Philadelphia e la Indipendence Hall esiste davvero.. è quasi tutto reale quello che ho scritto, tranne forse la strada che passa vicino al porto ahha.
COnludo chiedendovi di farmi sapere che ne pensate di questa storia (se ho fatto un buco nell'acqua o dovrei continuare con le one shot), se vi piacciono Rayan e Lilian e tutto quello che vi passa per la testa.
Mi sono dilungata troppo, un bacio e a presto.
Michela:)

 
 
 
  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Terpsichore