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Autore: always_in_my_heart_    13/07/2014    2 recensioni
- Vorrei fare un abbonamento annuale – mi sorride appena.
Il suo bel faccino da ragazzo per bene mi disorienta, ma cerco di rimanere calma.
- È un Mc Donalds, non facciamo abbonamenti annuali. -
Sembra pensarci un po’ prima di sospirare.
- Si, lo so –
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                        MC CHICKEN, PER SEMPRE 



Il ragazzo che è appena entrato sta fissando il cartello della lista dei cibi da più di venti minuti, bloccando la fila.
Corrugo la fronte – Scusa, ti serve aiuto? -
Non ha senso far aspettare così tanto una povera ragazza che è lì dalle sei di mattina.
Odio i clienti così.
No, ad essere onesta odio tutto quanto di questo posto.
Questo ragazzo dalla pelle bianco latte e dai capelli sfumati di biondo, soprattutto.
Lo sento sospirare e spostare con la lingua il piercing che porta al labbro.
- Vorrei fare un abbonamento annuale – mi sorride appena.
Lo guardo un attimo.
Mi guarda.
Incominciamo a fissarci.
Mi schiarisco la voce per fargli capire che sono io che comando qua, anche se non è tecnicamente vero.
Non ho voglia di perdere altro tempo ma questo tizio sembra non volerlo capire.
Il suo bel faccino da ragazzo per bene mi disorienta, ma cerco di rimanere calma.  
- È un Mc Donalds, non facciamo abbonamenti annuali. -
Sembra pensarci un po’ prima di sospirare.
- Si, lo so – risponde abbattuto – ma non puoi chiudere un occhio per questa volta? -
Non so come prendere questa sua richiesta.
Avrei una voglia matta di ridergli in faccia ma so che sarebbe sbagliato, così tossisco.
Questo ragazzo deve soffrire davvero di una malattia rara per voler fare un abbonamento annuale al Mc Donalds.
- E cosa vorresti ordinare per tutto l’anno? – rispondo un po’ stizzita.
Sto guardando con la coda dell’occhio la fila alle sue spalle.
Giuro che lo ammazzo se non si da una mossa.
Mi da una risposta gioiosa, come un bambino che riceve il suo regalo di Natale anche se non è Natale – Mc Chicken, per sempre -


Sono uscita da più di un’ora da quello stupido posto in cui lavoro.
Il bar infondo al quartiere offre piatti più invitanti che quel posto, poco ma sicuro.
Mentre aspetto che arrivi Stella, non quella delle Winx (anche se, visto il fisico snello e i capelli biondi potrebbe benissimo essere la sua comparsa), inizio a sfogliare il giornale del giorno per vedere cosa mi sono persa nelle 8 ore rinchiusa a lavorare.

Promettente band australiana sfonda il numero di visualizzazioni su Youtube, fenomeno del momento.

Volto pagina annoiata.
Che cosa me ne può fregare di una band di ragazzini, ammesso che lo siano, che sfonda su internet?

Fan in delirio per i 5 Seconds of Summer, il portento si spinge fino in Colorado.

Questo giornale sta incominciando a stancarmi.
Guardo l’orario dal mio telefono e noto che Stella è in ritardo di ben dieci minuti.
Se non si presenta tra due minuti sono sicura che darò di matto leggendo questa roba.
Ci sono davvero persone a cui interessa sapere di un gruppetto da strapazzo di cui non ho mai sentito nemmeno nominare?
Che poi, che razza di nome è 5 Seconds of Summer?
Sono arrivata all’ultima pagina, finalmente.

Sarà davvero l’annata giusta per Luke, Michael, Colum e Ashton? I fan in delirio per il loro primo album

Corrugo la fronte e butto il pezzo di carta lontano da me.
- Non avranno mai così tanto successo questi bambinetti con il nome orribile – sto borbottando da sola.
Il barista del Toto’s pizza mi guarda preoccupato ma, appena alzo su un braccio per salutarlo, mi ricambia con un sorriso limpido.
Meglio nascondere questa stupida fissazione verso il nome orrendo di quella band.
Appena alzo su lo sguardo noto Stella aprire la porta di vetro e farsi strada verso il mio tavolo, dove la sto aspettando da circa..un’ora.
Mi sforzo di sorriderle anche se sono leggermente irritata dal suo comportamento.
Mi sembra sempre di aspettare qualcosa o qualcuno e di essere l’unica a tenerci, delle volte.
Stella si siede con un sorriso strampalato sulle labbra.
La fisso.
Non ci sono dubbi.
Lei è la Stella amica di Bloom.
Scaccio via quell’idea in mente solo quando inizia a parlare.
- Tesoro pensa che strana coincidenza! Allora, stavo tranquillamente venendo verso la pizzeria quando un foglio di giornale è volato davanti la mia faccia rovinandomi tutto il trucco – dice mentre gesticola e io penso a quanto sia buffa mentre lo fa.
- Mi apparto in un angolo della strada e mi risistemo il mascara, poi come un lampo mi ricordo del giornale che mi era venuto addosso e lo raccolgo da terra – i suoi occhi si illuminano – e indovina cosa c’era scritto? -
Signore, fai che non era lo stesso giornale di stamattina. Ti prego ti prego..
- Cosa? – sto sudando freddo.
- Ricordi del nuovo locale che vedevamo spesso in fase di allestimento in Elisabeth Street? -
Annuisco ma la verità è che non ne ho idea.
- Ci hanno fatto un club di talenti! – si agita sulla sedia e per poco non si sbilancia e cade – Megan, ti rendi conto? UN CLUB DI TALENTI QUI VICINO! -
Lo sta praticamente urlano e Phil, il barista del Toto’s pizza ci guarda preoccupato, ancora.
Alzo su il braccio e lui si tranquillizza.
Dev’essere una specie di maniaco delle mani, o delle braccia, o di entrambi.
Ritorno a concentrarmi su Stella che mi guarda euforica ma non riesco a seguirla.
- Perché sei così contenta? Li ci andranno sicuramente persone con talenti stratosferici e noi non rientriamo nella categoria. – le faccio notare.
Non capisco perché si stia scaldando per tanto.
Il suo maggior talento è quello di spendere i soldi che i suoi genitori le danno.
E poi ci sono io, che non so fare nemmeno quello.
Stella sbatte le mani sul tavolo e attira di nuovo l’attenzione di Phil che stavolta ci lascia uno sguardo impaurito.
- Andiamo Meg, non iniziare con questi racconti da Miss Perfettina del cazzo. Andiamo a quel club pieno di bei ragazzi e divertiamoci -
Mi sto stancando di starla a sentire, così mi appoggio allo schienale della sedia e sbuffo – E se ci chiedono che talento abbiamo, cosa diciamo? ‘Salve, siamo Stella Harmon e Megan Lee, shopping dipendente e nullafacente. Piacere’ – lo dico, assumendo un’aria da spocchiosa.
Il risultato che volevo ottenere era quello di una sua risata, o di ‘Si Meg, hai ragione.’
Ma Stella mi sorprese (in questo caso oserei dire che mi ha spaventata di brutto).
Sul suo viso c’è dipinto un sorriso malefico e io rimango immobile.
Non voglio sentire quello che ha da dire.
Preferisco ritornarmene a lavorare e vedere quello stupido ragazzo con il piercing ordinare dopo venti minuti il suo disgustoso Mc Chicken. 
Beh no, forse non ci tengo così tanto.
Lei mi fissa in cerca di un mio possibile segnale di vita.
Cosa che non le permetto di ottenere.
- Fidati di me -
E sto già sudando freddo sotto lo sguardo attento di Phil.

Quando qualcuno ti dice ‘Fidati di me’ in genere le persone normali si fidano.
O per lo meno ci provano.
Qualche a dirlo è Stella Harmon, la cosa più sicura da far è non fidarsi.
Siamo in questo club di 80 metri quadrati collocato in fondo a Elisabeth Street da circa 10 minuti e mi sono già pentita di essere venuta.
Certo ci sono molti ragazzi carini (un punto a sua favore, lo ammetto) ma nulla di più.
E poi non sono nemmeno tanto sicura di essere del tutto etero.
Sono carini si, ma niente di così speciale.
Come quando guardo le immagini di attori come Di Caprio o Pitt..no, va bene. Sono etero.
Do un sospiro di sollievo e mi guardo un po’ intorno.
Nulla è fuori posto.
Ci sono ragazzi messi a gruppi, altri che tengono in mano chitarre, altri con creste da gallo, altri invece, tipo me, che in mano tengono solo il bicchiere di carta rosso con dentro della soda.
Sto per avvicinarmi a Stella e dirle di andare via, quando un ragazzo con i capelli brizzolati e con delle vistose Blazer rosse si posiziona in mezzo alla sala e richiama tutti quanti i presenti, comprese noi.
- Prima di tutti ci tenevo a dirvi grazie di essere qui e di far fruttare questo posto, visto che ci ho speso tutti i miei risparmi – ride da isterico e la stanza piomba in un silenzio imbarazzante. Si schiarisce la voce e prosegue – Il mio nome è Chad e visto che oggi è il primo giorno, avevo pensato di conoscerci un po’. Quindi forza, non siate timidi, prendete una sedia e disponetevi in cerchio -
Oh no, questo gioco no.
Odio presentarmi perché so già non importerebbe a nessuno.
Stella non sembra pensarla come me, perché prende subito una sedia e si posiziona vicino ad un ragazzo con i capelli corvini e dal sorriso smagliante.
Mi fa segno di posizionarmi vicino a lei e, visto la mancanza di altre sedie, mi affretto a sedermi.
Qualcuno mi sta fissando.
Non qualcuno, ma quel qualcuno che ho visto oggi al lavoro.
Il ragazzo con la malattia rara che oggi voleva un abbonamento annuale.
Sento che mi sta fissando, così alzo lo sguardo e lo fisso anche io.
Certo che è proprio bello.
Sembra abbia una presa di ferro che mi cattura e non mi fa distogliere lo sguardo.
I suoi occhi color ghiaccio mi ipnotizzano a tal punto da non accorgermi che il giro delle presentazioni è già iniziato e un ragazzo dalla pelle ambrata ha iniziato a parlare.
Sembra non voler mollare la presa, così, quando è il mio turno, mi alzo senza pensarci.
- Nome, età e il tuo talento – Chad mi incinta a parlare con un sorriso che sembra sincero.
Farei di tutto pur di non trovarmi di nuovo incastrata in quegli occhi magnetici.
- Mi chiamo Megan Lee – inizio a dire sicura – ho 21 anni – fino a qui tutto bene – e il mio talento è..-
Cazzo.
Non mi sono preparata per questo.
Ci penso un po’ prima di parlare ma la verità è che non mi viene in mente nulla di intelligente da dire.
Poso il mio sguardo sul ragazzo dai capelli biondi e vedo che mi sta sorridendo in un modo alquanto divertito.
È davvero snervante.
- Quando sono giù di morale mi metto a disegnare – e mi siedo coprendomi la faccia con la mano libera.
Dio che imbarazzo.
Tutti stanno parlando e non ho coraggio a guardare quel ragazzo ancora una volta ma lo faccio lo stesso, perché mi piace la sensazione dei suoi occhi che mi scrutano.
Appena alzo lo sguardo nella sua direzione noto che mi sta ancora guardando ma questa volta sorride sereno, con l’angolo della bocca tirato su.
È una bella sensazione.
Una volta che il suo vicino di posto si siede, è il suo turno di parlare ed io non vedo l’ora di sentire ancora la sua voce.
- Il  mio nome è Luke Hemmings e ho 17 anni – mentre parla mi guarda e sento le guance andare in fiamme – il mio talento lo coltivo fin da quando ero più giovane, suono la chitarra e canto. Faccio parte di una band -
Sono meravigliata, sorpresa, schifata e felice al tempo stesso.
Non penso di aver mai sentito così tante emozioni tutte una volta sola.
Lo vedo rimettersi seduto e sento il mio cervello vacillare.
Luke Hemmings, come il cantante di quella band con il nome orrendo.
Sa suonare la chitarra e sa cantare, come il componente di quella band dal nome orrendo.
Fa parte di una band, come la band dal  nome orrendo.
O mio dio.
LUKE HEMMING FA PARTE DEI 5 SECONDS OF SUMMER!
ED HA 17 ANNI!

Aspetto che il giro finisca e, una volta terminato, prendo Stella sotto il braccio e la trascino fuori sotto lo sguardo stupito di Luke ho-una-band-dal-nome-schifoso Hemmings.

 
  
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