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Autore: LiamPayneSmile    13/07/2014    0 recensioni
[Cast Divergent]
Sento il sangue ghiacciarsi nelle vene quando mi scruta dalla testa ai piedi.
Mi siedo sulla panchina e tengo lo sguardo sulle sue mani “hai bisogno d'aiuto?” mormoro timidamente.”No, non ne ho bisogno” mormora e distoglie lo sguardo “Stai bene?”Lo guardo. La mascella contratta, si passa una mano tra i capelli e sospira.
"Sto benissimo, grazie" sembra nervoso, e sul punto di esplodere.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Theo James
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Paige's pov-
 


Cammino sotto la pioggia a testa bassa, pensando a lei. Mamma. Perchè te ne sei andata? Maledetta malattia. Mi siedo su una panchina e alzo lo sguardo al cielo, la pioggia mi colpisce il viso già bagnato dalle lacrime; perché me l'hai portata via? Io avevo ancora bisogno di lei, era la mia roccia, il mio pilastro. Era l'unica che non mi aveva mai abbandonata. “Ti prometto che ti terrò sempre nel mio cuore, mi mancherai mamma” Mormoro tra me e me. Mi mancherà non avere in giro per casa quella donna con i capelli biondo cenere sempre raccolti in uno chignon morbido, alcune ciocche le cadevano ai lati del viso, quei grandi occhi azzurri, la sua dolcezza, mi mancherà tutto di lei. Mi alzo dalla panchina e continuo a camminare lentamente, senza una meta ben precisa, la pioggia cade ancora su di me, sull'erba, sui tetti delle case e sull'asfalto nero come la pece. Quando alzo lo sguardo per capire dove sono vedo due bambini accompagnati dalla propria mamma, sorrido amaramente pensando che, quando io e mio fratello eravamo piccoli facevamo la stessa cosa, stare mano nella mano con la propria mamma. Scacciai quel ricordo e lentamente ritornai a casa. Entrata appoggiai la giacca bagnata su una sedia e tolsi le scarpe, anche quelle bagnate. “Finalmente Pay, sei tornata a casa” mio fratello mi viene in contro e mi stringe tra le sue braccia, ricambio l'abbraccio e inizio a singhiozzare. “Shh” Mi bacia la testa “Lo so piccola, ma lei resterà sempre nei nostri ricordi, ci starà sempre vicino, anche se non c'è fisicamente” Lo stringo più forte a me.
Lacrime incontrollate solcano il mio viso, porto la testa nell'incavo del collo di Brian e mi lascio andare, le sue braccia vanno a finire dietro la mia schiena “ora vai a farti una doccia, ne hai bisogno” mi bacia la testa.
Annuisco e salgo le scale tenendo la testa bassa, quando arrivo in bagno mi spoglio degli indumenti bagnati, apro l'acqua e, quando tolgo anche l'intimo entro nella doccia.
L'acqua calda scende velocemente sulla mia pelle, alzo lo sguardo e il getto dell'acqua mi colpisce il viso, una ciocca di capelli si attacca alla mia guancia destra e con una mossa veloce la sposto dietro all'orecchio.
Prendo il bagnoschiuma e inizio ad insaponarmi il corpo, appoggio la schiena contro il muro freddo della doccia e scivolo lentamente contro il pavimento bagnato, porto le gambe al petto e un singhiozzo lascia le mie labbra, alzo la testa e passo le dita sul mio polso sinistro, accarezzando delicatamente le cicatrici, ormai diventate bianche.
Mio fratello non ha mai saputo del mio 'problema' e mai lo saprà.

Mi alzo in piedi e chiudo l'acqua, apro l'anta della doccia e mi sporgo per prendere l'accapatoio, appena fuori prendo in phon e mi asciugo i capelli.

Il freddo della camera mi fa rabbrividire, ormai dopo diciotto anni dovrei esserci abituata. Apro l'armadio e prendo il mio pigiama bianco con gli orsacchiotti che mi regalò mio fratello due anni fa, è abbastanza imbarazzante.
Scendo le scale e raggiungo mio fratello in salotto, appena mi vede sorride debolmente “Ti sta ancora bene”.
Gli faccio il verso poi, lentamente mi avvicino a lui “Mi manca” mormoro e mi siedo sulle sue gambe “piccola, manca anche a me. Ma non possiamo farci tanto” mormora e mi abbraccia “Ora guardiamoci la televisione” mi bacia sulla guancia. Continua a fare zapping con il telecomando finchè non trova Il re leone. Ha ventritrè anni ma ne dimostra due in questo momento. Lo bacio in guancia e appoggio la testa sul suo petto.


***

 

 

Quando mi sveglio sono le tre di notte e non sono in camera mia.
Sono nella camera di Brian e lui ha un braccio attorno alla mia vita, amo mio fratello in questi casi.
Mi sistemo meglio tra le sue braccia e appoggio la testa contro il suo petto, ascoltando il battito del suo cuore.
Mi rilasso pian piano finchè non mi ritrovo tra le dolci braccia di morfeo.

 



 


-Matt's pov-

 

 

Ancora una volta qui, in questo maledetto parco, su questa maledetta panchina, solo come un cane, a guardare questa gente felice, che ride e scherza.

Non posso crederci, si è pure messo a piovere.. “Buongiorno, come posso esserti d'aiuto” la commessa della farmicia mi saluta dolcemente “ salve, ho bisogno di alcune garze e di disinfettante” dico indifferente. “Le hai prese ragazzo, guarda che occhio. E quel sangue..?” dice scrutandomi attentamente “ho preso un colpo e sono caduto, tutto qua” Ora ci si mette anche lei. “ma tesoro, hai una ferita alla testa che sanguina, dovresti andare al pronto soccorso! Che ti è successo!?” mormora allarmata “ma no no, la ringrazio comunque” faccio il vago, magari mi lascia stare. “Mh, va bene, ecco qua” Le do i soldi e dopo aver ricevuto il resto e il sacchetto con tutto l'occorrente mi avvio verso l'uscita “grazie e arrivederci”

Immaginiamoci se andavo a dire ad una farmacista sconosciuta che mi ha ridotto mio padre così.

Ahh, porca troia se solo sapesse com'è ridotto lui.. E se solo sapesse com'è ridotta mia madre, povera.
Vigliacco.

Maledetto, finirà che se non mi ammazza lui lo ammazzo io, giuro la prossima volta che la tocca o soltanto la sfiora lo massacro.

Oh, è tardi devo andare da Emily alla scuola di danza. Emily.. Che dire di lei.. È la mia sorella minore, ha sedici anni ed è malata.. E nessuno oltre a me se ne è accorto.

Come vorrei poterla aiutare.
Mi avvio verso la sua scuola di danza e come sempre la trovo alla fermata dell'autobus, delle ragazze la stanno spintonando e lei non reagisce, sembra assorta nei suoi pensieri.
Quando mi vede il suo sorriso si allarga più del solito.
Le ragazze che la stavano spintonando mi guardano impaurite “Sparite” ringhio arrabbiato.
Mia sorella mi abbraccia e le bacio la testa ricambiando l'abbraccio.
A volte ho paura di spezzarla in due, è troppo magra.
Lei mi prende per mano, è ghiacciata. “Sai fratellone” sussurra “ho deciso di smettere di fare danza, ormai non riesco neanche a fare una giravolata su me stessa, è sconfortante per me” mormora e abbassa il viso.
Oh, la mia piccola.
La stringo a me e lentamente ci avviamo a casa.
Il silenzio regna tra di noi, nessuno dei due parla e questo non è un bel segno.
Mia sorella a volte mi dice che dovrei trovarmi una ragazza o almeno un'amica ma io non sono quel tipo, sono uno da una botta e via.
E poi nessuna ragazza si avvicinerebbe a me, sono stato soprannominato 'Colui che uccide' e non penso che una ragazza possa diventare mia amica.
Scuoto la testa e sospiro.
Arriviamo a casa dopo pochi minuti.
Entro dentro e non saluto nessuno, corro in camera mia e mi chiudo dentro.
Tiro fuori la garza e il disinfettante iniziando a medicarmi le ferite.
Brucia un sacco.
Quando ho finito mi butto sul letto e chiudo gli occhi.
Sarà difficile andare avanti.
Tra la droga e l'alcool.
Quando mi addormento solo già le tre del mattino e i miei pensieri si addormentano insieme a me.

 

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Spazio autrice.


Salve genteeeeeeeeeeeeeee.
Spero vi piaccia <3
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-Giulia
  
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