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Autore: scarlett_midori    13/07/2014    1 recensioni
«Ciao, Sam.» La sua voce era ancora dolce come la ricordavo.
La seconda prova porterà Sam a incontrare qualcuno di speciale.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione
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La prima prova mi aveva distrutto, ma andare avanti era l’obiettivo principale.
Mi sentivo male in un modo inimmaginabile; accusavo un dolore atroce ad ogni muscolo, ed avrei giurato di sentire le ossa scricchiolare in modo anomalo. Ma non importava, se ero io il predestinato a compiere quelle prove, un motivo ci sarebbe stato sicuramente. Dovevo solo tenere duro ed andare avanti, come ogni volta.
 
L’immagine che si aprì davanti ai miei occhi era qualcosa di orrido. Non potevo credere che Dean avesse passato un così lungo lasso di tempo in quel maledetto posto. Tutto era così sporco, e c’era una puzza a cui difficilmente mi sarei abituato.
Ma la mia vera meta era un’altra: l’Inferno. Non mi faceva di certo piacere tornarci, ma dovevo salvare un’anima buona -Bobby- e l’avrei fatto ad ogni costo. Ricordai con difficoltà le indicazioni che mi aveva Ajay, pochi minuti prima, ma ce l’avrei fatta ugualmente a trovare la porta.
Non era molto facile orientarsi tra gli alberi, sembravano tutti uguali ed ora, avevo la vaga sensazione che qualcuno mi osservasse. Impugnai così il mio coltello e stetti allerta.
Un’ombra passò da un albero all’altro, con evidente agilità.
Non sapevo cosa mi sarei trovato di fronte: un vampiro? Un djin? Un wendigo?
Non ero spaventato, ma sentivo di non avere le forze necessarie per un combattimento. Non in quel momento.
L’ombra scura sembrò avvicinarsi di più a me, ma avvertivo -non sapevo come- che non mi era ostile..
Ora sì che ero più confuso di prima.
 
Feci qualche passo in avanti, provando a concentrarmi sulla meta predestinata.
Un leggero scricchiolio di foglie, alle mie spalle, attirò l’attenzione, ma finsi di non essermene accorto;
mi girai velocemente all’indietro: gli occhi puntati sulla figura che mi stava seguendo, il coltello sguainato, pronto a colpire, in qualsiasi momento.
Ma..
 
La prima cosa che davvero mi colpì fu l’immagine di quegli occhi verdi, grandi e profondi.
Rimasti immutati dall’ultima volta che li avevo visti piangere, me che non avevano mai smesso di provare amore.
Le mie labbra non si mossero; non avrebbero potuto emettere neanche un suono, in quell’istante.
Un briciolo di gioia -mischiata a terrore- balenò nei miei occhi verdi, più chiari dei suoi.
L’arma mi cadde dalle mani, e provocò a terra un brutto rumore.
Passi, su foglie bagnate, si avvicinarono a me, ma io non potetti muovermi. Ero paralizzato dalla sorpresa.
Avevo paura perfino di sbattere gli occhi, per timore che poi la sua figura sarebbe svanita, com’era apparsa.
La parte razionale della mia mente mi continuava ad urlare che dovevo andare via, che era tardi ed il tempo scorreva inevitabilmente.
Come avrei voluto fermare il tempo; un fermo immagine di quei secondi.
«Ciao, Sam.» La sua voce era ancora dolce come la ricordavo.
Quelle parole riportarono alla mia mente tutto l’accaduto, tutto quello che le avevo fatto.
«No, voglio che sia tu a farlo.»
Ma io non potevo. Ed i miei occhi giovani piangevano, oh, come piangevano.
«Fallo!» mi aveva ordinato. Ed io esaudì tra i singhiozzi il suo ultimo desiderio.
Poi il rumore dello sparo,  ed una pallottola d’argento aveva messo fine alla vita di colei che avevo amato, sin da subito.
«Ciao, Madison.»
Il suo aspetto era trasandato, sporco, e aveva brutte ferite, sparse su quel corpo che un tempo era stato mio.
Le avrei chiesto come stava, ma preferivo guardarla.
E’ tardi Sam, corri via!
«Quanto tempo.. Ma sei davvero tu?»
«Sì, sono io. Tu non sei cambiata per niente, Madison.»
«Invece tu.. Guardati, non sei più quel ragazzo di tanti anni fa.»
Avrei potuto abbracciarla?
Feci un piccolo passo verso di lei, e lei lo stesso. Poi la vidi correre verso di me, improvvisamente, e me la ritrovai tra le braccia, che mi stringeva fortissimo. Il suo corpo era lo stesso, solo più smagrito, e s’incastrava perfettamente nel mio, atletico e abbastanza in forma..
Avrei voluto, nuovamente, che il tempo si fermasse.
«Perché sei qui?» le sentii sussurrare al mio orecchio, e sapevo che nella sua mente si stavano accavallando mille ipotesi diverse.
«Ho una missione» riuscì a sussurrare, mentre le carezzavo i capelli scuri.
Avrei potuto portarla con me, sì, l’avrei portata con me! L’avrei portata con me!
 
Un fruscio riportò i miei pensieri alla realtà di quel territorio, e quello che io vidi non mi rassicurò per niente.
«Stai indietro; Madison» le ordinai, con fare protettivo, ma lei aveva già tra le mani la sua arma, e si stava fronteggiando con quello che doveva essere un vampiro molto forte.
Raccolsi velocemente il mio coltello dal suolo umido e aspettai che altri due vampiri mi venissero addosso.
Bastardi!
Con un movimento repentino ed assai familiare, tagliai di netto la testa di un vampiro, mentre l’altro cercava di colpirmi all’addome.
Intanto, vedevo Madison in enorme difficoltà.
«Vai, Sam! Vai» mi gridò, ed io fui tentato di darle ascolto, un’altra volta.
«Davvero Sam, corri vi..»
Le parole le morirono tra le labbra. Quel figlio di puttana di un vampiro l’aveva colpita alla schiena.. In un solo attimo di distrazione.
«Madison!» urlai con tutta la forza che avevo in corpo, e ucciso il secondo vampiro, mi catapultai letteralmente contro l’altro, che ghignava felice, per la sua vittoria. Stava per abbassarsi a recuperare la sua vittima, quando la sua testa fu fatta schizzare via dal mio coltello. Mai soddisfazione fu più appagante.
«Madison..» Mi chinai, distrutto, sul suo corpo inerme. Non poteva morire così facilmente, non poteva abbandonarmi di nuovo.
Era morta di nuovo, e nuovamente per colpa mia.
Il senso di colpa mi avrebbe annientato. Strinsi al mio petto il suo corpo morto e sanguinante, e sentii il suo respiro rotto contro la mia pelle.
«Madison, sei viva? Su, sveglia. Non ti lascerò di nuovo.»
«Va’, Sammy» sussurrò sotto voce. «Dove pensi che finisca chi muore nel Purgatorio?»
Non avrei saputo rispondere alla sua domanda.
Chiuse gli occhi, mentre le mie lacrime le bagnavano il bellissimo viso.
 
Addio, Madison. Addio di nuovo.
 
Adagiai il suo corpo sotto un albero spoglio e le lanciai, di sottecchi, un ultimo sguardo.
 
 
 
Ora è davvero tardi, Sam Winchester, assolvi il tuo compito.   
   
 
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