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Autore: Evil Queen    13/07/2014    1 recensioni
Deana: se andiamo a sviscerare questo nome troviamo in questo la parola 'dea', forse è un peso troppo grande portare quel titolo nel proprio nome, nella propria vita.
Piacere, questo è il mio nome, non ho nient'altro di particolare. La mia vita è piuttosto ordinaria, la mia amica forse non lo è quanto me, ma bene o male va tutto come dovrebbe andare. Mi annoio.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei leggere ma ho la nausea. Sposto il libro sul comodino accanto al mio letto e mi giro sul fianco sinistro, appoggiando la guancia sul cuscino. Fisso la parete di legno sulla quale si appoggia il letto e resto lì, rannicchiata. Il telefono squilla, per l'ennesima volta, rimango girata verso il muro concentrandomi solo sulla posizione che ho assunto. 
Leggere di solito è l'unica soluzione per rimediare al disordine mentale che ogni sera, puntuale, bussa alla porta della mia testa.
Il rimbombo dell'incessante suoneria del telefono comincia ad essere insopportabile, così allungo il braccio e a tastoni cerco di afferrare il cellulare, non ho voglia di scompormi troppo, ho ancora la nausea. Accendo il display e mi vedo costretta a socchiudere gli occhi per la forte luce, osservo il numero delle chiamate perse, dei messaggi ricevuti e con un enorme sforzo mi metto seduta con la schiena contro il muro cercando di tenere calmo il mio stomaco ribelle. Il nome di Jen mi appare quasi come un'insegna luminosa, la conosco abbastanza bene da non stupirmi nel vedere questa sua reazione dopo la mia mancata risposta ai primi due messaggi. Con estrema calma trascino il polpastrello sul display e sblocco lo schermo, non mi metto a leggere i messaggi della mia amica preoccupata per la mia salute, la chiamo e basta.

-Pronto, Deana!! Ma che fine hai fatto, tutto a posto?

-Ehi Jen, tutto bene tu?-

-Tutto bene!? Mi hai fatto preoccupare, non sai quanto, e mi rispondi così, come niente fosse...comunque sto bene, grazie per l'interessamento.

Riesco a sentire il tono sarcastico un po' troppo accentuato nell'ultima frase, sorrido.

-Allora cosa avevi di tanto importante da dirmi?-

-Ricordi quel ragazzo di cui ti ho parlato qualche tempo fa?-

-Indendi quello di ieri, quello della settimana scorsa o quello di qualche mese fa?- le chiedo ironicamente

-Sei quasi simpatica, peccato che te ne sei persa uno.- lo dice volendo sembrare offesa, so che non lo è.

 -Be' l'ho visto, fuori da scuola, a quanto pare è molto amico di Aaron, me l'ha presentato e..-

-E adesso dovresti uscire con entrambi ma ti servo io come sostegno morale, giusto?- la interrompo

-Molto carina la cosa del sostegno morale, ma la verità è che Aaron...ecco lui in realtà vorrebbe uscire con te, così mi ha detto che se fossi riuscita a convincerti a uscire con lui...si be' insomma ti sto chiedendo di fare un'uscita a quattro, più che altro ti sto avvisando perché ho già detto ad Aaron che avresti accettato..-

-Jen, fortuna che ti voglio bene.- 

-Lo prendo per un sì, allora preparati che passo a chiamarti stasera alle 20.00! Grazie, sei un'amica.-


Fine della telefonata. Guardo con riluttanza l'ora sul cellulare e scopro che ho solo tre ore per prepararmi prima dell'arrivo di Jen che mi porterà non so dove, con gente che non conosco, a fare non so cosa. Lascio il mio letto a fatica e apro l'armadio, questo almeno mi distrae dalla sensazione di nausea che piano piano se ne sta andando. Scelgo abiti comodi, se mi vestissi elegante sembrerei interessata e non lo sono, mi infilo un paio di jeans e una maglietta a maniche lunghe blu notte, abbastanza aderente, alla quale decido di abbinare una collana che mi arriva fino all'ombelico e delle ballerine bianche in pizzo; mi trucco leggermente gli occhi, cercando di renderli più grandi con quella riga nera disegnata sulla palpebra e indosso i miei grandi occhiali da vista, raccolgo infine i capelli in uno chignon distratto e mi osservo allo specchio: sono io, niente di più. 
   
 
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