Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Flos Ignis    13/07/2014    0 recensioni
Ohayo, minna!
Sono nuova del fandom, e questa è solo la mia seconda fanfiction, per cui vi prego di essere clementi e di farmi sapere se vi piace o meno, così da potermi migliorare. Spero comunque di intrattenervi piacevolmente!
Ambientata dopo il secondo film: Sakura fa un incubo che la tormenta, e capendo che si tratta di un sogno premonitore decide di consultare i Tarocchi delle Carte per scoprire cosa attende lei ed il fratello.
Nell'ombra si nasconde un Cacciatore.
Dalla Cina e dall'Inghilterra, due ragazzi accorrono per aiutare i loro amici in questa nuova impresa della Padrona della Carte.
In un gioco frenetico di guardie e ladri, a determinare la vittoria sarà solo la magia più forte di tutte.
L'Amore.
Ok, non sono brava nelle introduzioni, ma spero di avervi dato un'idea. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Lee Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy, Yukito/Yuki | Coppie: Shaoran/Sakura, Touya/Yukito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amarsi a distanza
 
L’alba infine giunse a disturbare il lieto sonno in casa Kinomoto. I suoi abitanti si erano concessi una notte di beatitudine, lasciando al di fuori della barriera protettiva i problemi che, nel frattempo, non erano di certo scomparsi. Anzi, si erano avvicinati ancora di più.
Una figura ammantata di nero camminava col passo sicuro e svelto del cacciatore che sa dove si trova la sua preda, seguendo col suo infallibile fiuto la pista lasciata nell’aria da tutta quella magia succulenta. Giunto ad un incrocio, per un momento ebbe la tremenda sensazione di essere stato preso in giro. Il dolce profumo di frutti rossi che caratterizzava quella giovanissima maga tanto promettente era sparito.
Un ghigno pericoloso gli apparve in viso, e fu una vera fortuna che da quelle parti non passasse mai nessuno a quell’ora. L’ira dello spirito lo aveva reso pulsante di magia densa e viscida, che si era addensata particolarmente intorno al suo fedele arco d’ebano.
Ci mise diversi minuti per calmarsi. Pazienza, si disse. Dovrò solo impegnarmi un po’ di più nelle ricerche….
Del resto, l’attesa non è il vero piacere della caccia?
Una risata priva di qualsiasi divertimento si alzò fino ai rami degli alberi più alti, spaventando gli uccelli che abbandonarono i loro nidi in preda ad un primordiale terrore.
 
Tomoyo fu la prima a svegliarsi quella mattina. Non aveva proprio dormito, se voleva essere del tutto sincera.
Cercando di non disturbare Sakura, che dormiva ancora accanto a lei con in volto l’espressione più felice che una persona possa assumere durante il sonno, si alzò e infilò la sua vestaglia azzurra, che aveva lasciato lì molto tempo prima in previsione di serate come quella. Scese silenziosamente le scale, decidendo di preparare qualcosa per tutti a colazione, dato che non aveva nulla da fare.
Mentre aspettava che il caffè fosse pronto, la sua mente prese a vagare da un pensiero all’altro. Per un paio di giorni sarebbero stati al sicuro, ma poi il cacciatore li avrebbe trovati. Chissà come aveva fatto la madre di Lee a rinchiuderlo in quel Sigillo. Lui adesso era lì e la sua amica era davvero felice, ma poi lui sarebbe andato via non appena quella storia sarebbe finita. Tomoyo non aveva dubbi sul fatto che i suoi amici avrebbero vinto, e che quindi sarebbe finita bene, ma Sakura avrebbe sofferto comunque. Non le sembrava giusto. Il loro era vero amore, nato in mezzo alle difficoltà, dunque perché non potevano viverlo serenamente?
Il fischio della macchinetta del caffè la riscosse, così si sbrigò a spegnere il fornello ed a finire di mettere in tavola la colazione.
Niente da fare, non riusciva a scacciare dalla sua mente, ma soprattutto dal suo cuore, la sensazione che quella situazione le ricordasse moltissimo la sua.
-Buongiorno Tomoyo. Già in piedi?-
-Oh, Toy, buongiorno. Mi hai spaventata. Mi sveglio sempre presto, dunque ho pensato di preparare la colazione. Serviti pure!-
-Ti ringrazio-
Per qualche minuto regnò il silenzio assoluto, dopodiché Toy prese a fissare intensamente quella strana ragazza. Essendo la migliore amica di sua sorella, era da molto che la conosceva, sebbene non approfonditamente. Quello che sapeva di lei gli bastava tuttavia a darle fiducia. In ogni caso, aveva un paio di cose da dirle.
-Tomoyo, vorrei parlarti-
-A me? Di cosa si tratta?-
.Beh, in realtà sono diverse cose, e approfitto del fatto che siamo soli. Per prima cosa, vorrei ringraziarti per quanto tu e Sakura avete architettato ieri sera. Siete state un po’ invadenti, ma… ne è valsa la pena. Vi sono debitore-
-Dunque ci hai sentite? Ne avevo il sospetto, ma non ero sicura fossi tu. Se ti ho offeso in qualche modo, ti prego di perdonarmi. Sakura aveva intenzione solo di farvi sognare qualcosa di rilassante, pensava ve lo meritaste dopo la giornata di ieri. Io mi sono permessa di intromettermi solo allo scopo di sbloccare la situazione. Ieri tu e Yuki vi siete baciati, giusto? Eppure ancora c’era qualcosa di irrisolto tra voi. Volevo darvi una piccola spinta-
-Non preoccuparti, non sono arrabbiato, anzi devo ringraziarti. Ma tu… cioè, come sai cosa io e Yuki ci siamo detti o meno ieri?-
-Beh… l’ho intuito da come vi siete comportati quando siete tornati dal supermercato. Comunque, sono contenta che ora la faccenda si sia risolta bene. Volevi dirmi altro, giusto?-
-Tomoyo, come fai ad essere così intuitiva? A volte mi sembra che sia tu quella con i poteri magici. Hai ragione ancora una volta, devo parlarti di altro. Di qualcosa che mi preoccupa-
-Dimmi pure-
-Si tratta di Sakura. Con me si confida poco, e senza più i miei poteri posso vegliare su di lei molto poco. Yuè se ne occupa al posto mio, inoltre mi sono reso conto che è forte. Ciò che mi preoccupa è la sua relazione con quel cinesino della malora. Hai visto anche tu quanto soffriva per la loro separazione. Ora lui è qui, ma presto se ne andrà. E le si spezzerà nuovamente il cuore. Non posso permetterlo, ma non so come impedirlo. Ho bisogno del tuo aiuto-
-Toy, ti confesso che anche io mi ero preoccupata che dopo la loro separazione Sakura potesse non riprendersi. Però poi io mi sono resa conto di qualcosa che mi ha tranquillizzata, e forse può aiutare anche te a preoccuparti di meno-
-Cioè?-
-Sakura lo ama, e lui ama lei-
-Mi pare evidente, è proprio questo che mi preoccupa!-
-No, non hai ancora capito. Loro si amano.  Qualsiasi sia la distanza che li separa, o il tempo che passano lontani, o le difficoltà che affrontano separati, o il dolore che consegue a tutto questo, loro non possono fare a meno di amarsi, e questo dà loro la forza di affrontare tutto ciò che ho detto e anche di più! Se loro non si amassero, sarebbe certamente più facile affrontare il presente, ma sarebbe anche senza significato. Il loro amore dà ad entrambi tanta forza, e questa ha il preciso scopo di tenere viva la luce che brilla nei loro occhi: la voglia di vivere. Senza l’altro, sarebbero perduti. Sono nati per amarsi, e noi non abbiamo diritto a interferire. Perciò Toy, non preoccuparti. Sakura sarà triste quando Lee partirà, ma non disperata, perché è certa dei loro sentimenti e sa bene che non c’è al mondo alcuna forza in grado di spegnere i loro sentimenti. Sa che riuscirà ad affrontare qualsiasi cosa, perché lui la ama. Prima o poi riusciranno a stare insieme, Lee gliel’ha promesso, e lei va avanti con la promessa di un futuro con lui-
-Tomoyo, tutto questo te l’ha detto Sakura? E poi, non credi che siano troppo piccoli per promesse di tale portata? Non è possibile essere certi dei sentimenti dell’altro quando il tempo e le distanze ci si mettono in mezzo. Loro adesso si amano, ma non sanno cosa accadrà tra un giorno, un mese o un anno. E lei, prima o poi, soffrirà. Lo vedo anch’io quanto lo ama, anche se non lo approvo, ma lo vedo: mi dici cosa accadrà quando si lasceranno?-
-Perché dai per scontato che accadrà? L’età non c’entra nulla. Tu sai, anche se non dettagliatamente, tutto quello che hanno affrontato insieme. Come può questo non essere prova di come sia impossibile separarli?-
-Sono dei bambini! Sakura è mia sorella, è mio dovere proteggerla! Dò per scontato che accadrà perché non è possibile il contrario! Sono troppo diversi, e poi come faranno a stare insieme, come può lui illuderla così, se tutta la sua vita, la sua famiglia sono in Cina? Pretenderà che lei lo segua? O abbandonerà tutto per lei? In entrambi i casi, prima o poi uno dei due soffrirà della situazione. Come potrebbe andare a finire bene? Sarebbe meglio per entrambi che finisse tutto subito-
-NO! NON è MEGLIO! COME PUOI DIRE QUESTE COSE, COME PUOI SOLO PENSARE DI IMPORRE UNA SCELTA DEL GENERE, COME PUOI VOLERE LA FINE DI UN AMORE?-
Tomoyo adesso tremava e piangeva, di rabbia, di tristezza e di dolore. Era assurdo, lei lo sapeva bene, che fossero lei e Toy a discutere in quel modo della relazione di Sakura e Lee, come se fossero loro i protagonisti, ma non era potuta stare zitta quando era stato messo in dubbio il futuro di quell’amore che lei aveva visto nascere sotto i suoi occhi. Che era cresciuto e si era evoluto, sotto gli sguardi discreti suoi e di…
No, non doveva pensarci, non in quel momento. Avrebbe rinchiuso il ricordo di quegli occhi scuri che la accarezzavano gentilmente, e di quel sorriso enigmatico che la incantava, dentro il cassetto della memoria in cui erano stati da quando lui se n’era andato, lasciandole di lui solo una lettera apparsa magicamente tra le sue mani quando il suo aereo era partito.
Forse era per questo che se l’era presa così tanto, pensò sedendosi, le gambe non la reggevano più. Forse era perché lei era in una situazione simile alla loro, solo che nel suo caso nemmeno i sentimenti erano chiari, tutto il suo amore era riposto in quella lettera che l’aveva lasciata senza certezze, ma almeno con una speranza a cui aggrapparsi. Se nemmeno un amore forte  e dichiarato come quello dei suoi amici poteva considerarsi sicuro di una vita insieme…. Cosa poteva dire lei, che non aveva nemmeno mai detto a lui ciò che provava?
-Tomoyo! Che cos’hai? Ti ho sentita urlare, cos’è successo?- Lee, caro ragazzo, era sempre gentile e protettivo, un vero cavaliere vecchio stampo; era facile capire perché Sakura si fosse innamorata di lui. Era un amico prezioso per lei. L’unico vero, a parte Sakura. Aveva fatto bene a difenderlo con Toy.
-Tomoyo, ehi amica mia, ti prego dimmi che stai bene! Hai qualche dolore?- Sakura, oh Sakura. La sua migliore amica. Quanto le voleva bene! L’aveva salvata dalla solitudine, aveva illuminato le sue giornate col sorriso e scaldato il suo cuore con un’amicizia sincera e leale. Sua madre le aveva detto che di grandi amori nella vita ne avrebbe avuti quanti voleva, ma di grandi amicizie, di quelle vere, veramente poche. Lei aveva avuto Nadeshiko, la mamma di Sakura: era forse destino che lei avesse trovato la sua amica del cuore nella piccola Kinomoto?
Prima di svenire, Tomoyo pensò che forse, dopotutto, il destino stava rimettendo a posto le cose tramite Sakura, dopo aver prematuramente strappato dalla vita quella donna meravigliosa che era stata Nadeshiko.
 
Eriol…
Eriol….
ERIOL!!!
-AH!!!- un giovane dai capelli scuri come la notte si era svegliato di soprassalto, urlando di dolore per qualcosa che non era lui a provare.
-Eriol, perché hai urlato? Hai forse avuto una visione?- una familiare voce femminile al suo fianco fece in modo che i battiti del suo cuore rallentassero, cosicchè potesse di nuovo ragionare abbastanza lucidamente.
Inforcò un paio di occhiali tondi, e finalmente distinse perfettamente la donna al suo fianco, che lo fissava ancora con un velo di preoccupazione negli occhi rubini.
-Non preoccuparti, LunaRuby, un semplice incubo-
-Strano. Tutti i tuoi sogni rivelano sempre qualcosa. Sei certo di stare bene?-
-Santo cielo, sembri proprio una fidanzatina petulante! O una gallinella dalla voce sgraziata, a te la scelta-
-Spiccino, sei proprio antipatico! Io mi stavo solo preoccupando del nostro mago preferito!-
-SoleSpin, mi spiace averti svegliato. LunaRuby, torna pure alla tua meditazione, non ti disturberò più, sto benissimo. Come ho già detto si è trattato di un comune incubo-
Finalmente convinti, i suoi adorati Guardiani tornarono alle loro solite occupazioni notturne. Era raro che Ruby dormisse, perciò approfittava della notte, momento in cui sia lui che Spin dormivano, per meditare e rilassare il suo spirito connettendosi alla Luna.
Nonostante ciò che aveva detto, Eriol non era tranquillo. Ruby non aveva tutti i torti, dicendo che i suoi sogni non erano mai casuali. E quello in particolare…. Beh, era tutto tranne che normale. Ma di certo non era magico.
Le onde blu/nere che lo avevano avvolto non appartenevano al mare, e la voce che lo aveva chiamato con quel tono disperato lo attraeva come un magnete. Sapeva a chi apparteneva…. E sapeva che non poteva resistere ancora lontano da quella persona. Non quando gli appariva in sogno implorandolo con tutto il suo essere di tornare da lei.
L’indomani l’avrebbe rivista.
Solo dopo aver preso questa decisione il suo cuore si chetò abbastanza da concedergli di tornare nel mondo di Morfeo.
  
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