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Autore: Lilypuf    14/07/2014    0 recensioni
C'era una volta... Un personaggio di cui nessuno ha ancora parlato.
Ebbene sì, mi sono cimentata nella storia di un personaggio che non è comparso nella serie: il famosissimo gatto con gli stivali!
Ma come nasce un gatto parlante?
Tutto parte da un giovane di nome Charles Stiefel...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Belle, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Potions and Memories


CHAPTER 1 – Rumplestilskin in fabula.

C’era una volta, su un alto monte, un tale di nome Charles Stiefel, che viveva da solo in una casetta lontana da tutto e tutti.
Era un giovane di bell’aspetto, affascinante, agile e forte, dai capelli rossastri e gli occhi verdi.
Nessuno sapeva molto su di lui, solo che era ricco e disponeva di molti beni, la maggior parte dei quali andavano sperperati in donne e baldoria, ma da dove venisse quel denaro nessuno lo sapeva. Non svolgeva nessun mestiere nei villaggi vicini, ma sapevano che viaggiava molto.
Quando i proprietari delle locande gli domandavano “Dove andrai di bello domani?” lui rispondeva seccato, arricciando il naso, con un “E chi lo sa? Seguirò un piccione magari.”
Anche se nessuno sapeva da che famiglia venisse o che mestiere facesse di preciso, era una persona rispettata da tutti. E a lui piacevano molto quelle attenzioni e quei riguardi; e così, di tanto in tanto, per essere amato ancora di più, faceva opere di carità e aiutava famiglie bisognose che abitavano nei pressi della sua casetta sperduta. Per ingraziarseli, insomma.

“Da dove vengono quegli stivali?” gli fece un giorno un tizio a una locanda, “Sono di fattura ottima. Cuoio, pelle nera, buon taglio... Sono disposto a darti dieci monete d’argento per quelli!”
“Non sono in vendita. Ricordo di famiglia, capirà benissimo: ci tengo.”
Due cose erano certe: Charles non vendeva mai nulla e nessuno l’aveva mai visto andare in giro senza quegli stivali da quando abitava lì.

Ma ben presto, tutti seppero che genere di persona era e che tipi di affari trattava...

Di solito andava in luoghi molto lontani per concludere accordi e riscuotere i debiti di un prestito che aveva fatto, e c’era una ragione più che valida: doveva mantenere la sua posizione di persona rispettabile nei villaggi del monte. Perché? Perché era una persona pigra, e un trasloco, anche se viaggiava tanto, lo avrebbe scomodato troppo. Inoltre, per essere amato e viziato da tutti, quelle persone non potevano conoscere i suoi affari e sapere da dove provenisse tutta quella ricchezza. Il suo mestiere era tutt’altro che lecito e, spesso, il suo guadagno mandava in rovina famiglie già poverissime, riducendole a morte sicura a causa dell’enorme debito. Dunque, tutto sommato, una baita protetta da persone che lo amavano per i suoi frequenti "regali" faceva proprio al caso suo.

Un giorno, forse quello che credeva fosse il più tranquillo della sua vita, Charles andò in giro per i boschi a cacciare assieme al suo cane. Riuscirono a prendere poco e niente: una lepre e tre lumache.
“Ottimo lavoro comunque, Zagor”, disse al suo compagno di viaggi, sorridendogli e accarezzandogli il pelo folto.
 Dopo un po’ continuarono a cercare altre prede, ma si persero di vista.

Correndo ovunque per trovare il suo amico, il giovane si imbatté in un uomo dagli occhi gialli e spenti , la pelle squamosa e lucida e un sorriso beffardo stampato sul volto appassito. Stava accarezzando Zagor, il quale, stranamente, non sembrava per niente agitato.
“Che bel cane che hai... Ti pago dieci monete d’argento per questo!”, disse l’uomo, saltellando con fare compiaciuto.
“Piantala Tremotino. Cosa vuoi?” disse Charles, con fare seccato.
L’uomo alzò un dito, ma poi lo riabbassò, e sorridendo da lui al cane disse: “Sei sicuro di essere un tipo da cani?”
Charles inarcò un sopracciglio, evidentemente confuso. “Sì... Sicurissimo... Di gatti non ne ho mai avuti...”

Riprese al guinzaglio Zagor, senza staccare gli occhi da Tremotino, che ora lo guardava incuriosito.
“Come mai tutte queste domande?”
“Ah ah ah!”, lo ammonì l’altro. “Ricorda che sono sempre io a fare le domande qui.”
“Sì, certo...”, disse Charles in tono poco convinto, come se la sicurezza e i modi di fare di quell’uomo non gli incutessero alcun timore. “Allora, hai qualche lavoretto per me?”
“Sì, esatto”, rispose Tremotino, fissandolo dritto negli occhi.
“Perfetto. Quando parto?”
“Ma come? Non ti interessa quello che dovrai affrontare? Hai accettato a prescindere. Anche se si trattasse di un drago ci andresti, vero?”
“Lo sai, Tremotino, che a me...”
“.. Interessa solo il guadagno!”, completò l’uomo, che ora aveva un sorriso folle. “Ed è per questo che mi piaci... Signor Stivali”.
Tremotino guardò gli stivali che Charles portava, sghignazzando.
“La traduzione del mio cognome, certo...”.
Charles lo guardò fisso, annoiato, e non si mosse, neanche quando la risata acuta di Tremotino riecheggiò sopra di loro.




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~ NdA: Avevo questa storia da tempo sul pc, ma non ricordavo assolutamente di averla scritta. Ora, avendola ripescata tra i documenti, ho voluto riportarla "alla luce", e magari nei prossimi giorni cercherò di sviluppare al meglio la trama, rispettando l'idea iniziale.
Spero di avervi incuriositi abbastanza e di riuscire a completare al meglio l'impresa.
Seguite in tanti la storia del misterioso Charles e fatemi sapere come vorreste che andasse la storia...
A presto!
P.S.: Tra l'attore che fa Bingley in "Orgoglio e Pregiudizio" e quello che interpreta Robb Stark in "Game of Thrones" non so quale assomigli di più al Charles che avevo immaginato: uno più figo dell'altro!
Ma alla fine ha vinto Richard Madden ♥ *applausi*

Lilypuf
   
 
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