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Autore: Neonyx    14/07/2014    1 recensioni
Forse gli atomi che ci compongono gridano per l'intera la durata della nostra vita il loro disperato bisogno di tornare alle loro origini, oltre il cielo terrestre, fra gli astri di un universo primitivo.
Spero vi possa piacere.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Manca qualcosa.
In un mondo sconvolto dalla guerra esistono due forze: l'amore per la vita e la disperazione dovuta ad essa. No, non parlo della Terra. Ognuno percepisce la realtà in un modo completamente unico. Non esistono due persone che possiedono la stessa tipologia e la stessa quantità di conoscenza a riguardo. Come ogni persona possiede un DNA unico, possiede anche una percezione unica.
Ma manca qualcosa.
Non è la disperazione a distruggere un'anima, è qualcosa di troppo primitivo per poter realmente spazzare via un universo così vasto. La stessa cosa vale per l'amore.
Siamo noi a fare tutto. Il nostro DNA. La nostra ragione. Probabilmente è già stato tutto deciso dal linguaggio divino chiamato matematica poi tramutato in genetica.
Che cosa sono io?

Concentrarmi su questi pensieri mi fa perdere il ritmo della corsa oltre a far bruciare troppi zuccheri al mio povero cervello. Meglio risparmiarli, non sarà un tragitto breve.
Ho scelto questa strada in collina circa un anno fa, quando ho cominciato a preoccuparmi di fare attività fisica. Non è per niente curata ed è piena di buche, ma alla fine c'è un panorama spaventosamente bello. Termina con una salita ripidissima e pericolosamente stretta, ma proprio quando tutto attorno appare vuoto ci si accorge che ad aver riempito tutto è un cielo puro e maestoso. Le prime volte ho avuto dei capogiri assurdi, ma alla fine ci ho fatto l'abitudine e ho imparato ad apprezzare appieno quello squarcio di bellezza decisamente ultraterrena. Per un attimo, infatti, dimentico di essere umano. Dimentico le guerre del mio mondo. Tutto si fa chiaro e mi accorgo che di fronte ad una bellezza così immensa, che alla fine è sempre sopra la mia testa, non vale davvero la pena neanche di concepire un concetto come il male.
Ogni tipo di sentimento negativo, sia verso di me che verso altri, svanisce nel profumo invisibile del vent-AH! Che dolore! Dovrei ricordarmi di guardare la strada fintanto che corro, non il cielo. È la quarta volta in due giorni che mi si storge la caviglia. Non che si possa ammirare più di tanto la volta celeste da dove mi trovo: è per la maggior parte coperta dai rami degli alberi ai lati della strada.
Riprendo a correre con più cautela. Sembra stia arrivando qualche nuvola.

   
 
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