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Autore: h a l s e y    14/07/2014    5 recensioni
[AU!Sterek telecinesi]
Una volta Stiles gli aveva spiegato come queste connessioni si creassero e come dovevano essere spezzate, gli aveva spiegato come, per spostare un oggetto, dovessi aver in mente il luogo esatto dove esso si trovava e pensare intensamente di spostarlo e scagliarlo verso una diversa direzione.
[...]
Quando tutti cominciarono ad urlare, Stiles sembrò come svegliarsi, guardandosi intorno, sorridendo in modo talmente tanto maligno che Derek non lo riconosse.
[...]
La Argent aveva visto più volte come a Stiles si illuminassero gli occhi quando si parlava di Derek. Inizialmente pensava fosse perché erano buoni amici da sempre. Poi aveva cominciato a capire ed il fatto che Stiles ancora non avesse collegato tutti i pezzi del puzzle la disorientava.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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FIRST CHAPTER
(Time is up, cause I've had enough.)


Stiles, fin da piccolo, riusciva a spostare le cose col solo immaginare di farlo. Immaginava che, per caso, un televisore si dovesse spostare? Quello si spostava. Uno specchio? Anche lui si spostava. Le persone? Quelle no. Le cose animate no.

E questa cosa non era esattamente un segreto. Era un mezzo pettegolezzo che girava per Beacon Hills, dove tutti sospettavano che Stiles Stilinski avesse il gene della telecinesi, anche se nessuno aveva prove certe, confermate, perché gli Stilinski cercavano sempre di nascondersi agli occhi altrui. Specie da quando Claudia morì. Stiles decise di tagliare i capelli - di rasarli - e decise di chiudere tutti i rapporti con i suoi amici, per paura di poter far loro del male. Perché pensava che fosse colpa sua se sua madre morì quando era solo una bambino.

Così tutti cominciarono ad ignorarlo, tutti pensavano fosse giusto ignorare un bambino a cui era morta la madre. Lasciarlo da solo, col padre che si era buttato a capo fitto sul lavoro e sull'alcol per non sentire la mancanza della moglie. Era giusto così.

Tutti la pensavano in questo modo. Tutti, tranne Scott McCall e Derek Hale.

McCall era il miglior amico di Stiles, era un fratello. Si conoscevano da sempre, per quello che ricordavano. Non c'era un ricordo che l'uno aveva senza l'altro. Dove trovavi Stiles, trovavi Scott e viceversa. La famiglia McCall aveva da poco perso un componente, ovvero il padre di Scott, Raphael, e Stiles, capendo benissimo come si potesse sentire il piccolo Scott, gli rimase accanto per consolarlo quando era triste. Gli portava fumetti, videogiochi e figurine per distrarlo dalla mancanza del padre.

Derek Hale era una specie di fratello maggiore, di quelli che ti proteggono sempre davanti a tutti e ti aiutano a rialzarti. Mentre con Scott, Stiles si sentiva come se stesse con un coetaneo, con Derek era diverso. Era quella figura che era sempre mancata in casa sua: una persona a cui fare riferimento. Per questo, il piccolo Stilinski passava molto tempo in casa Hale, perché si sentiva al sicuro in quella larga famiglia che l'aveva accettato come facesse parte di essa. Talia l'aveva sempre trattato come il suo quarto figlio e Laura e Cora come se fosse un fratello a cui fare i dispettacci ma a cui, alla fine, vuoi bene e proteggeresti davanti a tutto.

La famiglia Hale era sempre stata l'ancora di Stiles.

 
***

 
Era un pomeriggio afoso, non particolarmente strano per Beacon Hills, e gli studenti della Beacon Hills High School stavano tutti al campo di Lacrosse, chi si allenava e chi su gli spalti a fare il tifo.

Stiles era in panchina, come sempre, a fare il tifo per i suoi compagni di squadra, quando il coach lo chiamò in campo come portiere al posto di Danny Mahealani. Stiles era brillante a scuola, aveva ottimi voti, ma il Lacrosse non faceva per lui, quindi si preparò moralmente ad essere deriso da tutti. Camminò demoralizzato verso la porta, pensando a Derek e Cora negli spalchi a guardarlo mentre si faceva tirare palline addosso, non capace di parare i lanci.

Il primo che tirò fu Scott che quindi ci andò piano e Stiles riuscì a prendere la palla. Scott gli fece un sorriso di incoraggiamento che il portiere improvvisato riuscì a vedere attraverso la protezione. Toccò a Isaac Lahey che gli lanciò una palla curva e che Stiles lisciò bellamente e cominciarono le risate sotto i baffi dai giocatori. Arrivò il turno di Jackson Whittermore, che era il capitano della squadra, nonchè giocare migliore in tutta la BH HS che cercava sempre di sfottere Stilinski. Stiles neanche ci sperava di prendere una delle sue palle, però ci provò comunque, per dimostrare la buona volontà alla sua famiglia sugli spalchi.

Come già sapeva, la lisciò, ma poco male, non gliene fregava nulla. Però poi Jackson cominciò a sfotterlo pesantemente, arrivando a dargli del pazzo e a nominare sua madre come scusa per il suo essere uno fallito.

Tutto lo stadio della scuola si zittì all'improvviso vedendo il corpo di Stiles cominciare a tremare violentemente. I due componenti della famiglia Hale era tesissimi, avevano paura che Stiles potesse reagire in qualche modo.

Quello che successe dopo, nessuno se l'aspettava.

Le panchine dove il coach e le altre riserve erano seduti cominciarono a tremare intensamente facendoli cadere per terra e cominciarono ad alzarsi di qualche metri e poi, finalmente ferme in aria, si scagliarono contro il campo, schivando i giocatori solo perché questi si erano buttati a terra all'ultimo minuto. Tutto mentre Stiles tremava talmente tanto da fa scontrare violentemente il suo labbro inferiore con i suoi detti e far uscire una leggera stilla di sangue.

Derek non ebbe i riflessi di lanciarsi in campo prima di quel momento, ma ora era lì davanti a Stiles, cercando di interrompere la connessione di quest'ultimo con gli oggetti. Una volta Stiles gli aveva spiegato come queste connessioni si creassero e come dovevano essere spezzate, gli aveva spiegato come, per spostare un oggetto, dovessi aver in mente il luogo esatto dove esso si trovava e pensare intensamente di spostarlo e scagliarlo verso una diversa direzione. Ad occhi chiusi era più semplice visualizzarlo, ma una volta capito il meccanismo, veniva spontaneo farlo anche ad occhi aperti. Stiles disse che ad occhi aperti c'era anche più soddisfazione, poter vedere le reazioni della gente era il massimo, per lui. Stiles aveva gli occhi aperti ma persi, quando cominciarono anche le scalinate a tremare senza alzarsi in aria.

Quando tutti cominciarono ad urlare, Stiles sembrò come svegliarsi, guardandosi intorno, sorridendo in modo talmente tanto maligno che Derek non lo riconosse. Quest'ultimo intanto lo stava scuotendo animatamente, voleva assolutamente interrompere il legame con gli oggetti prima di portarlo a casa per calmarlo. Gli tolse la protezione da sopra la testa, per poter prendere il suo viso tra le mani. Lo chiamò lentamente e con voce calma, scandendo bene il nome. Lo chiamò una decina di volte prima che le panchine cominciassero ad abbassarsi.

Stiles guardò dritto negli occhi di Derek per calmarsi e respirare profondamente. Sapeva di aver esagerato e che nessuno avrebbe mai dimenticato questo avvenimento, soprattutto quelli del liceo. Sapeva di aver esagerato ma nessuno poteva veramente fargliene una colpa, aver subìto le prese in giro per tutti questi anni era stato duro per lui. Nessuno poteva sapere cosa siignificasse, la famiglia Hale poteva solo immaginarlo, suo padre neanche quello.

Stiles era finalmente del tutto calmo, così che Derek, Cora e Scott lo portarono via di corsa prima che tutti si ripresero del tutto. Nella fretta, non presero neanche gli zaini dagli spoiatoi, ci avrebbe pensato Scott poi. Corsero fino alla Camaro con Derek che apriva le porte, Cora che teneva stretto a sè Stiles e Scott che salì nel posto del passeggiero. In quindici minuti arrivarono a Casa Hale con Talia già pronta grazie al messaggio di Cora.

Appena arrivati, Cora aprì lo sportello e corse in casa a prendere una coperta per Stiles che sembrava stesse per congelare da un momento all'altro. Talia era già sulla porta a guardare torva Stiles, tanto che appena quest'ultimo entrò in casa, comincia a sgridarlo.

"Cosa pensavi di fare, di fronte a tutta quella gente?" alzò la voce Talia.

"Non lo so, okay? Non ci ho più visto, semplicemente" rispose Stiles guardando per terra.

"Semplicemente?! Derek, ti prego, digli qualcosa tu, non so cosa dirgli" si massaggiò le tempie Talia.

"Stiles, perché l'hai fatto? Noi tutti abbiamo solo visto Jackson che ti diceva qualcosa, ma non si sentiva nulla dagli spalti" chiese Derek, mentre gli accarezzava il braccio.

"Ha insultato mia madre, va bene?" improvvisamente Stiles alzò la testa con sguardo torvo e arrabbiato, scansando il bracico dalla mano di Derek, ferito. "Non ci ho più visto! Non ricordo neanche cosa mi ha detto, ma il semplice fatto di sentire il suo nome dalle sua labbra mi fa ancora arrabbiare!" cercò di guardare per tutto il salone tranne che gli occhi della sua famiglia. Talia e Derek si guardarono subito fra di loro, capendo la gravità. Talia si alzò e decise di abbracciare quello che era come un figlio per lui, accarezzandogli i capelli, mentre Stiles scoppia a piangere fra le braccia della sua seconda madre. Circondò la vita della donna stringendole coi pugni la maglia mentre Derek li guardava, sentendosi impotente per quel ragazzo.

Quando Stiles si staccò, Derek gli portò un braccio intorno alle spalle e lo guidò fino al piano superiore, nella stanza del ragazzo, per farlo stendere a letto e magari farlo rilassare. Gli si sdraiò accanto e si fece raccontare la giornata scolastica. Dopo un po' che Derek parlava, si rese conto che stava solo facendo il resconto del proprio giorno a se stesso, visto che il ragazzo accanto stava russando leggermente. Allora si alzò dal letto, lo coprì con la coperta ai piedi del letto e scese dalla madre che stava sorseggiando un tè tiepido, perché anche se estate, Talia Hale amava il tè caldo.

Si guardarono negli occhi e Derek capì, era arrivato il momento.



Spazietto della tipa dietro il pc:
Diciamo che questa cosa mi è venuta grazie a Carrie, di Stephen King (libro gentilmente prestato dalla libreria scolastica).
Non pensate neanche che possa essere una crossover perché questa fanfiction e Carrie hanno in comune una sola cosa: la telecinesi. Il resto è completamente diverso. E anche perché Carrie è un capolavoro, questa cosa sovrastante...
Veniamo alla fanfiction:
  1. finisce di merda (e lo so, anche il mio beta/grammar nazi di fiducia me l'ha detto ma aspettate il secondo capitolo my babieeesssss)
  2. passo dal pensare "che schifo è sta roba" al "beh non è tanto male" quindi ditemi voi che ne pensate per favore!!!
  3. non so quando aggiornerò (entro il mese? spero di si ugh) ma scommetto che se vedo che vi piace, potrei farcela (ho bisogno di tanto incoraggiamento io)
Niente, spero vi sia piaciuta e di vedervi entro Luglio/inizio Agosto ♥
Criss.
  
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