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Autore: ParadigmaRelativo    14/07/2014    1 recensioni
"Che dire di me? Sono un ragazzo di 14 anni, capelli neri e occhi marroni, abbastanza alto, in sostanza sono un normalissimo adolescente con una normalissima vita e decisamente bel...volevo dire simpatico, ma anche modesto, si intende."
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Un rumore acuto e assordante mi sveglia, un suono così sgradevole che mi fa venire voglia di strapparmi via le orecchie che, oramai, stanno sanguinando copiosamente (e figuratamente) :
-Devo decidermi a cambiare suoneria per la sveglia.- Dico tra me e me mentre maledico il mio favoloso cellulare, un bellissimo Nokia Lumia 800, che di favoloso e bellissimo non possiede nulla, sono, anzi, qualità che si tengono ben distanti da lui.
Dopo aver finalmente messo a tacere quel simpaticissimo apparecchio diabolico, con uno slancio degno del miglior ginnasta olimpico riesco ad alzarmi dal mio dolce giaciglio e iniziare a prepararmi per il mio primo giornio di scuola.
Che dire di me? Sono un ragazzo di 14 anni, capelli neri e occhi marroni, abbastanza alto, in sostanza sono un normalissimo adolescente con una normalissima vita e decisamente bel...volevo dire simpatico, ma anche modesto, si intende.
Come ho già accennato oggi è il mio primo giorno di scuola, e per la precisione da questo giorno per i prossimi 5 anni frequenterò il Liceo Psicopedagogico, solitamente per dirne il nome mi mordo la lingua e per evitarlo, fin da quando ho deciso di iscrivermici, ho iniziato a chiamarla Psico o anche Pshyco perché fa figo.
La prima cosa che faccio dopo essere uscito dal bagno ed essermi lavato, lustrato e pettinato è cercare dei vestiti da mettermi, che in realtà significa : lanciare tutto quello che non mi interessa fuori dal mio svolgorante armadio giallo vomito senza badare alla discarica di vestiti che si forma dietro di me man mano che la mia ricerca si protrae nel tempo.
Alla fine decido di di indossare: una t-shirt nera con stampato sompra il motto della famiglia Stark : *Winter is coming* (l'inverno sta arrivando), un paio di jeans corti e le mie inseparabili Nike nere. Un mix attrai femmine. Ma anche no.
Al piano di sotto ci sono ad attendermi mia madre Arianna e mio padre Giorgio, sono due persone molto alla mano, hanno entrambi 40 anni e prima che scoccasse la scintilla pare che fossero amici d'infanzia, pare che mia madre all'inizio non fosse minimamente attratta da mio padre, ma era, invece, innamorata di un'altra persona, però alla fine mio padre riusci a conquistarla, peccato che a Severus Piton le cose non siano andate così, povera anima.
-Ehi campione,pronto per il primo giorno nella tua nuova scuola?- Mi saluta così mio padre battendomi una mano sulla spalla per incoraggiarmi.
-Certo pa'!- Rispondo io sorridendogli di rimando.
-Comportati bene- Dice invece mia madre con uno dei suoi sorrisi mentre mi porge lo zaino che avevo preparato la sera prima preso dall'agitazione del primo giorno di scuola.
Io con un sorriso annuisco, lì saluto, apro la porta di casa e finalmente mi dirigo verso la mia nuova vita da liceale, ricordandomi solo dopo di avere una sorella di 13 anni che ha fatto la primina e che per volere del destino ha voluto fare la mia stessa scuola che mi sta aspettando fuori dalla porta con uno sguardo alquanto furibondo.
-Quella ragazza è sempre fin troppo mattiniera, dovrebbe rilassarsi di più- Penso mentre mi preparò ad una delle sue solite sgridate.
-Perché devi sempre essere così stramaledettamente lento a fare tutto!?- Mi dice con quella vocina soave ed angelica è inutile dire che di soave ed angelica la sua voce non ha nulla.
Mia sorella si chiama Ayano, si un nome orientale, diciamo solo che mia madre ha una passione tutta sua per i paesi del Sol Levante. La mia cara dolce sorellina è una persona abbastanza scorbutica e in parole povera sembra odiarmi, ma non me ne preoccupo più di tanto, in fondo ci sono più che abituato. E' poco più bassa di me, i suoi capelli le arrivano fino a circa metà della schiena e sono neri come i miei, gli occhi invece li ha ereditati da nostra madre ; sono, infatti, di un verde smeraldino, e tra parentesi glieli invididio un sacco.
-Calma Tigre, siamo ancora in tempo- Le rispondo io pacatamente, non ho proprio voglia di litigare con lei persino il primo giorno di scuola.
Lei quindi con aria scocciata parte di gran carriera verso la scuola senza nemmeno aspettarmi e io quindi a questo punto la seguo cercando di tenere il suo passo veloce frutto dei suoi allenamenti nella squadra di atletica della nostra vecchia scuola media.
Non ci mettiamo molto ad arrivare, la scuola disterà più o meno dieci minuti da casa nostra e grazie alla rabbia di Ayano siamo arrivati praticamente in tempi record, brava la mia sorellina.
L'edificio sembra alquanto vecchio; anzi, se dovessi descriverlo nella sua interezza potrei benissimo dire che sembra che stia per cadere a pezzi da un momento all'altro, la vernice si sta, quasi completamente, staccando a pezzi da quello che è un muro di mattoni rossi che ora sono quasi completamente visibili a chiunque.
Rimaniamo entrambi immobili a contemplare quella che è la nostra nuova scuola, io con uno sguardo ammirato, mia sorella sembra aver ingoiato un ratto,ma credo sia la sua normale espressione.
Dopo quel piccolo sbigottimento, Ayano decide di andare a cercare la nostra aula, noi frequenteremo la 1^A S.E., dove S.E. sta per Scimmie Erudite.
No, sto scherzando, significa Socio Economico, un indirizzo che si focalizza sullo studio del diritto e dell'economia, materie perfette per me in fondo io voglio diventare un Giudice, mia sorella invece vuole diventare criminologa, e ha scelto lo Psico per le materia sociologiche e psicologiche, ma ha comunque deciso di scegliere il mio indirizzo invece che quello classico, ancora mi chiedo il perché, ma forse semplicemente per evitare il latino.
La nostra aula si trova al primo piano, guardando una piantina del edificio ho scoperto che ci sono esattamente : un piano terra, due piani successivi e infine una terrazza, inaccessibile agli studenti però, poco male, troverò il modo di arrivarci, adoro le terrazze.
Fatto sta che cerco di fare per una volta il gentiluomo con mia sorella e le aprò la porta dell'aula, lei non guardandomi nemmeno con il suo passo quasi autoritario entra e io la seguo.
   
 
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