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Autore: Delfina88    14/07/2014    1 recensioni
Sono scapolo da molto tempo. Troppo. In tutti i miei sessant’anni di vita, ho avuto solo una fidanzata. Un legame corto, stroncato da un’incidente.
Non ho amici, se ne sono andati tutti in cerca di fortuna e mi hanno lasciato solo.
L’unica cosa a cui tengo veramente è il mio bazar. È pieno di cianfrusaglie, ma anche di ricordi. Fino a qualche mese fa, l’unico sentimento che animava il mio cuore era l’amore per questo negozio.
Poi, in quel meraviglioso pomeriggio di Marzo, senza alcun preavviso, successe.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ogni volta che la vedo, il mio viso si tinge di rosso.
Ogni volta che lei non c’è, è come se mancasse una parte di me.
Ogni volta che mi ignora, un frammento del mio cuore scompare con lei."

Sono scapolo da molto tempo. Troppo. In tutti i miei sessant’anni di vita, ho avuto solo una fidanzata. Un legame corto, stroncato da un’incidente.
Non ho amici, se ne sono andati tutti in cerca di fortuna e mi hanno lasciato solo.
L’unica cosa a cui tengo veramente è il mio bazar. È pieno di cianfrusaglie, ma anche di ricordi. Fino a qualche mese fa, l’unico sentimento che animava il mio cuore era l’amore per questo negozio.
Poi, in quel meraviglioso pomeriggio di Marzo, senza alcun preavviso, successe.

Stavo pulendo i vetri del bazar, fischiettando un vecchio motivetto ormai fuori moda. Ad un tratto, sentii un cane abbaiare in lontananza. Inizialmente non ci feci molto caso, poi però il rumore si avvicinò sempre di più. Mi girai nella direzione da cui proveniva, in tempo per vedere uno strano incrocio di Chihuahua avvicinarsi correndo e mordermi un polpaccio. Urlai dal dolore, e come se non bastasse, quel coso non accennava a staccarsi dalla mia povera gamba. Stavo per sferrargli un calcio nello stomaco, quando ad un tratto una voce angelica mi distolse da quell’intenzione. Mi voltai, e vidi un’incantevole donna avvicinarsi a me correndo, o, per meglio dire, trotterellando.
I suoi capelli, ormai ingrigiti dalla vecchiaia, erano elegantemente raccolti in uno chignon, che le dava una grazia imparagonabile. Il suo viso era perfettamente rotondo, le guance leggermente paffute, due piccoli occhietti vispi e un paio di occhiali da lettura sulla punta del minuscolo naso. Quel giorno, e, come scoprii in seguito, in tutti gli altri momenti in qui la vidi, indossava un abito rosa, con una spessa cintura marrone, collocata poco sotto il seno. Aveva al collo una collana di perle dorate, che le donava un tocco raffinato in più.
La donna perfetta.
Prese il cane tra le sue braccia, e andò a legarlo ad un lampione poco distante. Finalmente quell’odioso mostriciattolo si era staccato dalla mia gamba, che però mi faceva ancora molto male, e continuava a sanguinare.
“Mi scusi… non so davvero cosa gli sia preso! Di solito si comporta bene, anche con gli estranei.”
Cercando di non farle capire la forte emozione che animava il mio cuore in quel momento, risposi.
“Non fa nulla. È solo un graffio, passerà presto.”
Avevo mentito, il dolore era molto forte e probabilmente mi sarebbe rimasta la cicatrice per il resto della mia vita.
La piccola signora iniziò a frugare nella sua minuscola borsetta lilla, e ne estrasse disinfettante e cotone. Con fare un po’ impacciato, cominciò a medicarmi il taglio.
Avvertii un forte bruciore, ma mi trattenni dall’urlare per cercare di farle una buona impressione. La guardavo incantato, ma per fortuna lei sembrava non accorgersene.
“Sa, mi sono appena trasferita qui, per prendere il posto della vecchia direttrice del liceo. Mi è stato detto che questa è una bella città, e spero che sia vero. Mi potrebbe consigliare un buon ristorante dove andare a pranzare?“
Cercai di mettere in moto i neuroni, ma questi non rispondevano. In preda al panico, le consigliai il primo nome che mi venne in mente, senza nemmeno pensare un posto adatto alla sua personalità.
“Beh, ce ne sono molti in città, ma uno dei migliori è senz’altro “Da Cecco”. Cucina italiana, deliziosa!”.
La donna finì di medicarmi, si alzò in piedi e mi ringraziò. Poi prese il suo odioso nanerottolo e se ne andò via, lasciandomi solo.
Un’altra volta.
Stanco, mi rifugiai dentro al bazar, e ripensai all’accaduto. Quella dolce e affettuosa signora aveva occupato un posto nel mio cuore, e sarebbe stato impossibile per me dimenticarla.

Da allora, ogni volta che il mio orologio segna le 14.30, mi apposto vicino al vetro del locale, nascosto da un ammasso di peluche.
Lei, immancabilmente, mi passa davanti agli occhi, senza degnare di uno sguardo il negozio e tanto meno me. Tutta presa dal suo odioso cagnolino, si avvia trotterellando verso la sua automobile, e sfreccia via, tra le anguste stradine dietro al liceo.
Forse si è già dimenticata di me, ma per lei io sarò sempre disposto a qualunque cosa, e mai smetterò di amarla. Mai.


Note:
Questa è la prima storia che pubblico su efp, perciò se ho fatto errori non esitate a dirmelo.
Spero che la storia vi sia piaciuta, ma comunque se avete qualche critica da farmi, scrivetemi pure senza farvi scupoli.
La coppia Louis x Direttrice è insolita, lo so, ma a me sembra abbastanza logica. L'età è più o meno la stessa, i due abitano, o perlomeno lavorano, nella stessa città, e quindi mi sembrava giusto ricamarci un po' su, no? xD Spero che la storia vi sia piaciuta ♥
Delfina88
 

   
 
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