Storie originali > Noir
Ricorda la storia  |      
Autore: Hikary    31/08/2008    3 recensioni
Michelle, una bambina come tante, testimone di una tragedia. E tutto ciò che desidera, è non vedere mai più ciò che vide quella notte.
Genere: Drammatico, Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Michelle

Fandom: originale, ispirata a “ The District”.

PG: Michelle, Zio Alfred, Ginny, Allison Cullen ( pg originali), det. DeBreno ( The District).

Avvertimenti: drammatico, introspettivo, mistero, one-shot

Parole: 533 ( canzone inclusa)

Note: mi è venuta l'idea da una puntata di “ The District”, una sera in auto, ma la storia è tutta farina del mio sacco ^^. DeBreno però stava troppo bene come “ sbirro simpatico” xD

Desclaimer: La storia non è a scopro di lucro.

- il det. DeBreno non è di mia proprietà.

- " Michelle" è una canzone dei Beatles.

- ..ma la Michelle della storia è © di Hikary.

- Zio Alfred & Ginny sono © di Hikary.

- Allison Cullen è © Hikary.



Buona lettura!




..::Michelle::..



Distratto.

E tuttavia gentile.

Così mi era parso il detective DeBreno, mentre m'interrogava.

Distratto da chissà quali pensieri, forse spaventato da tanta crudeltà.

Gentile, perché ho soltanto nove anni. Un interrogatorio piuttosto insolito.


- Andiamo Michelle. -


Allison Cullen mi prese per mano e sorrise, rassicurante. Come tutti gli assistenti sociali, era convinta che ogni bambino si sentisse automaticamente a proprio agio con lei. Al contrario, io avrei preferito restare con il detective DeBreno; la sua voce, dolce e sicura allo stesso tempo, e il suo naso smisurato, mi piacevano molto più della pacata affabilità di Alllison.

La seguì, silenziosa. L'ultima cosa che vidi, prima di lasciare il distretto, fu il viso assorto del poliziotto. Il mio ultimo amico che se andava.


***


- Come ti sente Michelle? -

- Bene. - mentii.


Zio Alfred sospirò e tornò a concentrarsi sulla strada.

Non era una cattiva persona, lo zio. L'avevo incontrato tre o quattro volte negli ultimi anni. Sua figlia, Ginevra, aveva ventitré anni. E non si aspettava certo di ritrovarsi, da un giorno all'altro, con una sorellina a carico.


- Non vuoi dormire un poco? -


Dormire?

Non dormivo da tre giorni. Dalla notte in cui loro erano morti.

Non dormivo.

Non avrei mai più dormito.


- Non ho sonno Ginny. -


In compenso mentivo in continuazione.

Era sfiancante, ma necessario. Mentire richiede, oltre ad una buona dose di inventiva, una costante attenzione perché è facilissimo contraddirsi fra una bugia e l'altra.


- E' stata una giornata molto lunga Micky... -


Michelle. Micky.

Che schifo di soprannome.

Era stata la prima cosa che avevo detto al detective De Breno.


- Posso chiamarti Michelle?-

- Michelle sì... Ma non Micky.-

- Ti chiamano spesso così?-

- No. Soltanto mia cugina. Fa schifo come nome. -

- D'accordo. Allora ti chiamerò Michelle. -



Quell'uomo ispirava fiducia.

A lui avevo detto la verità e solo la verità. Tutto ciò che ricordavo.

E anche qualcosa in più.

I sogni ad esempio. Quando m'incantavo fissando un particolare, anche una stupida penna o un cappello buffo, e la scena tornava a farsi vedere, nitida e chiara come non mai.

Vedevo in ogni persona l'assassino dei miei genitori, in ogni lacrima quelle della mamma.

Come ora, ad esempio. Nella macchina accanto alla nostra, fermi al semaforo, l'uomo al volante era proprio identico a lui. Gli stessi occhi gialli, la stessa stretta ossessiva attorno alla sigaretta.

Di nuovo, la voce di mamma, mentre correvo in camera terrorizzata.


- Nasconditi Michelle! Presto! -


E la stupida scusa che si era inventata per non farmi scoprire...


- Chi è Michelle? -

- La mia gatta! Ti prego, non far del male alla mia gattina! -

- Stupidi americani... Io odio i gatti. Graffia il tuo sacco di pulci? -

- N-no...di solito no. Ma se sente la mia voce, di sicura starà buona... -


Doveva aver acconsentito.

Com'era la mia mamma? Legata?

Stesa a terra con una pistola puntata?


- M-michelle...ma belle,

these are words that go togheter well... -


Piangeva. Anch'io piangevo.

E avevo tanta paura.


- ...I love you, I love you, I love you.

That's all I want to say.

Until I find a way

I will say the only words I know that

you'll understand... -


La canzone preferita di mamma.

La mia canzone, Michelle.


- Ginny - sussurrai - Lo vedo... -

- Chi? -

- L'uomo cattivo... -


Mia cugina si voltò di scatto.


- Lo vedi? -


Annuii.


- Il detective DeBreno mi ha detto che se chiudo gli occhi e penso a qualcosa di bello, quando li riapro non lo vedrò più. -

- Ha ragione. Prova. -


Mi resi conto che Ginny non aveva idea di cosa dire.

Provai.

Chiusi gli occhi e pensai alla torta al cioccolato della mamma.

Quando li riaprì, l'uomo non c'era più. Non c'era nemmeno l'auto.


- Ha funzionato? -

- Sì! E' sparito... -


Alzando distrattamente lo sguardo, mentre lo zio ingranava la marcia, guardai il semaforo: era appena scattato il verde.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Hikary