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Autore: Kikka_Styles_96    14/07/2014    0 recensioni
Quando le persone muoiono sotto i vostri occhi è lì quanto ci tenete ad una persona. Ed io ho appena visto morire davanti ai miei occhi la ragazza che pensavo di amare, sono sicuro che ora lei è in un mondo migliore.
Mi voltai iniziando a camminare, quando sentii un leggero tossire. Mi voltai di nuovo verso il copro della bionda e mi sorpresi quando lei inizio a tossire di nuovo. Corsi da lei buttandomi in ginocchio per poi prendere la sua mano e stringerla.
-Blair..scusami non dovevo farlo mi hanno obbligato-dissi a bassa voce rendendomi conto che stavo per piangere.
-Harry non importa..sono viva-sussurro guardandomi negli occhi.
-Ti amo Blair..-dissi in un sussurro avvicinando il mio viso al suo.
-Anch'io riccio-sussurro.
Avvicinai ancora di più il mio viso al suo per poi togliere quella distanza con un bacio. Un bacio lento e pieno d'amore. Un bacio che avrebbe concluso questa guerra. Tra i Dark Angels e la mafia londinese niente più guerra. Mi staccai dalle sue labbra per poi sorridere insieme a lei. Sentii uno sparo e poi vidi il buio..
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aspettai che la notte scendesse per andare al nascondiglio dove mi avrebbero aspettato Marco e Andrea, volevano parlare con me per il nuovo colpo sicuramente. Indossai un jeans nero strappato, una canottiera, una felpa e le scarpe da ginnastica. Legai i capelli neri in una treccia a spina di pesce in modo che non mi dessero fastidio mentre avrei agito, presi la giacca di pelle dalla sedia per poi indossarla e nascondere all’interno di essa la pistola, presi anche il pugnale in caso d’emergenza e lo misi dentro la manica della giacca. Ero pronta per andare al nascondiglio. Uscii dalla mia stanza per poi andare in salone, guardai il corridoio che portava alle camere da letto, nessun rumore, solo il silenzio regnava in casa. Finalmente uscii di casa senza che i miei genitori lo scoprissero.

Corsi per le scale raggiungendo il portone, una volta che fui fuori senti il vento freddo colpirmi in pieno viso, così tirai su il cappuccio per poi camminare verso il vicolo vicino al mio palazzo.

Nella mia testa regnavano i ricordi di quel giorno pieno di emozioni e di avvenimenti che mi avevano reso la donna che ero diventata.

Sorrisi al solo pensiero di quel ragazzo con il naso rotto e ridacchiai scuotendo la testa mentre raggiungevo le scale antincendio del mio palazzo.

 

 

*Flashback*

 

Era un pomeriggio nuvoloso e piovoso. Ero uscita da poco per prendere una boccata d’aria dopo una discussione con i miei genitori. Stavo camminando tranquillamente per le strade della mia amata Siracusa. Quando per sbaglio andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo alto che mi stava fulminando. Non fece in tempo a dire una parola che scappai via, continuai a corre fino a non trovarmi in un vicolo cieco. Quel ragazzo non era da solo, era con dei suoi amici. Mi guardavano mentre quel tipo si avvicinava scrocchiando le dita delle mani. Ero con le spalle contro il muro, cosa potevo fare? Ero solo una bambina, poi mentre mi guardavo introno cercando una via di fuga vidi un uomo davanti al vicolo ma era immobile non parlava e non stava facendo nulla a parte guardare la scena in cui mi trovavo. Guardai di nuovo quel ragazzo che era difronte a me. Mi diede un cazzotto e poi un altro, e così dicendo continuando con la sua raffica di pugni. Le lacrime iniziarono a scendere lungo il mio viso guardai quell’uomo sperando che facesse qualcosa ma a quanto pare era inutile. Chiusi gli occhi e continuai a subirmi il dolore dei suoi pugni. All’improvviso una voce. Senti una voce profonda, apri gli occhi e vidi l’uomo parlare.

 

-Alzati e difenditi!-mi gridò.

 

Non potevo fare nulla, se mi alzavo di sicuro sarei caduta di nuovo e avrei continuato a subirmi i suoi colpi.

 

-Muoviti! Alzati! Muoviti!-continuava a gridare.

 

Mi alzai lentamente, ma quel tipo mi diede un altro cazzotto e cadi a terra. Feci una smorfia e mi alzai di nuovo ma questa volta riuscii a non cadere a terra. Quel ragazzo mi provo a dare un pugno, ma non glielo feci fare e mi spostai di scatto. Reagii a quel punto e gli diedi io un pugno in pieno volto, colpendo il suo naso. L’uomo rise, mi disse di andare con lui. Corsi verso di lui, mi accompagnò a casa e racconto ai miei genitori di quello che avevo fatto.

Si arrabbiarono ma quando gli disse che voleva prendermi nella sua gang, la loro rabbia diventò qualcosa di più. Erano furibondi, gridavano che non se sarebbe mai parlato di questa cosa. Alzai gli occhi al cielo, era sempre così ma io ormai decidevo della mia vita, anche se avevo solo 15 anni.

 

-Accetto l’offerta!!-alzai la voce.

 

Mi guardarono a bocca aperta i miei genitori. L’uomo sorrise si alzo e mi lascio un bigliettino con scritto l’indirizzo del luogo dove l’avrei trovato.

 

*Fine Flashback*

 

 

Una volta sul tetto mi resi conto che i miei avevano “quasi” accettato il fatto che io uscissi la sera e andassi per le strade a uccidere o a rubare qualcosa, dopotutto facevo parte di una delle gang più popolari nel mio paese. 

Mi tolsi il cappuccio e guardai il cielo nero come la pece che era illuminato dalla luce dei lampioni e dalle luce proveniente dalla Luna e dalle stelle. Sorrisi d’istinto sapendo che quello ero lo spettacolo che amavo sempre da piccola.

Abbassai lo sguardo e guardai gli altri palazzi e notai una figura di un ragazzo sul tetto che si portava la sigaretta alla bocca, per fortuna non stava nella direzione in cui dovevo andare. Mi avvicinai al bordo del tetto del mio palazzo e guardai giù. Presi un respiro profondo e camminai verso la fine del tetto per poi correre, senza che quel ragazzo si accorgesse di me. Misi il piede sul bordo del letto e mi diedi lo slancio per raggiungere l’altro palazzo. Rotolai su me stessa e mi nascosi dietro al muretto mezzo rotto che usavo per allenarmi con i salti. Speravo che quel ragazzo non si fosse accorto di me, infatti fu così non mi aveva notata. Lo guardai continuava a darmi le spalle, lo guardai attentamente aveva una leggera cresta, un po di barba che si notava anche da lontano, il suo corpo era abbastanza muscolo rispetto a quello dei soliti ragazzi che venivano in palestra con me. L’unica cosa era che avevo già visto che ragazzo da qualche parte, ma non so dove.

Forse in qualche locale di sicuro. Mi voltai verso il palazzo difronte a me e presi un respiro per poi tirarmi su il cappuccio; mi alzai e iniziai a correre per poi saltare al palazzo che avevo alla mia sinistra. Rotolai di nuovo sul mio corpo per attutire la caduta, mi nascosi dietro il muretto e cerai con lo sguardo quel tipo ma nulla era sparito. Sospirai e ripresi il mio lavoro fino ad arrivare all’ultimo palazzo abitato per poi scendere dalle scale d’emergenza. Ritornai sulla strada principale e camminai velocemente al palazzo abbandonato che distava pochi metri dal palazzo dov’ero appena scesa. Vidi davanti al nascondiglio una macchina sfrecciare via. La mafia, era appena passata davanti al nascondiglio nostro per fortuna non sapevano dove ci nascondevamo.

A quel punto mi venne in mente il ricordo più brutto che una ragazza di 19 anni poteva avere. La morte. Il ricordo della morte di Daniel, era stato il trauma per me e per il figlio, Andrea.

 

 

 

*Flashback*

 

Una giornata stupenda, un sole che ti regalava un bellissimo sorriso se eri una persona normale, ma se eri una gangster potevi solo sperare che nessun poliziotto ti scoprisse. Ero andata al centro di Siracusa con Andrea e Daniel, il mio capo. Voleva farmi vedere come avrei lavorato io fra un paio di anni. Appena avevamo raggiunto il centro Andrea ed io c’eravamo accorti che la mafia ci stava seguendo, Daniel era calmo ma sapevamo che anche lui era a conoscenza che ci stavano seguendo.

 

-Entrate in quel negozio e non uscite finche io non vi chiamo-ci disse serio.

 

Annuimmo ed entrammo fingendo di cercare qualcosa in quel negozio. Guardai con la coda dell’occhio l’entrata e notai Dan che camminava seguito dagli agenti della mafia. Il mio cuore si fermo quando uno di loro si fermo ed entro dentro il negozio. Corsi da Andrea tirandolo dentro i camerini mentre quell’uomo ci cercava. Guardai mordendomi il labbro Andrea che mi stringeva in un abbraccio.

 

-Aspettiamo il momento giusto per correre fuori da qui-sussurro al mio orecchio.

 

Chiusi gli occhi prendendo un bel respiro per poi vedere le scarpe di quell’agente che superarono il nostro nascondiglio. Guardai Andrea e mosse leggermente la testa, mi staccai da lui che mi prese la mano stringendola per poi correre fuori dal negozio mentre l’agente ci inseguiva.

Una volta fuori sentimmo degli spari e il sangue mi si gelo nelle vene e mi voltai da tutte le direzione. Non era stato l’uomo che ci stava inseguendo a sparare, mi voltai verso Andrea che aveva gli occhi rossi con le lacrime che scendevano mentre guardava dritto davanti a lui. Mi voltai anch’io per vedere e notai un ragazzo, che avrà avuto qualche anno più di me, sparare a Daniel.

I miei occhi ormai lucidi fecero scendere le lacrime mentre quel ragazzo disse qualcosa a Dan che si volto verso la nostra direzione e sorrise. Scossi la testa per vedere Daniel che lo mandava a fanculo con il dito. A quel punto il ragazzo sparo il colpo finale in piena fronte. Urlai con quanto fiato avevo in corpo, mentre Andrea era paralizzato. La mafia fuggi davanti ai nostri sguardi mentre le persone si misero tutte intorno a noi. Iniziai a correre verso il corpo di Dan, Andrea mi stava seguendo e si butto sul corpo del padre mentre piangeva. Guardai tutte le direzioni per poi notare una macchina sportiva grigia passarci davanti, dai finestrini notai quel ragazzo che aveva sparato. Presi la pistola di Dan e iniziai a sparare alla macchina anche se ormai era lontana.

Andrea mi prese il polso e inizio a correre lontano da lì mentre la polizia stava arrivando.

Le lacrime che stavano scendendo era di dolore, tristezza e tanta rabbia.

 

La mafia sarebbe morta per opera mia.

 

*FineFlashback*

 

 

Entrai nel nascondiglio con le lacrime agli occhi che asciugai velocemente. Notai che nel “salone” erano presenti Andrea e Marco ma con loro c’era un ragazzo. Era quello del tetto.

 

-Scusate del ritardo ma una macchina della mafia è passata qui davanti e mi sono dovuta fermare e nascondermi-dissi guardando quel ragazzo mentre mi toglievo la giacca per poi buttarla sul divano

-Tranquilla Blair-disse il biondino.

-Allora mi spiegate che dobbiamo fare? E chi cazzo è il moro?-sbuffai indicando il castano che si stava accendendo una sigaretta.

-Bella modera i termini-prese una bocca di fumo il castano senza nome-E poi non sono moro ma castano-ringhio avvicinandosi a me.

-Blair calma! Liam pure tu!-disse Andrea fulminandoci.

-Lui sarà il tuo nuovo partner quando troveremo il nascondiglio della mafia-disse Marco mettendosi in mezzo fra me e il castano, che si chiamava Liam.

-COSA? Fanculo! Io lavoro da SOLA!-dissi sedendomi sul divano togliendo la felpa.

-Su qualcosa siamo d’accordo-sbuffo il castano.

-Blair lui è nuovo ma ha più esperienza di te sul campo visto che lui ha la sua famiglia che lavora con mio padre da anni ormai-disse il mio capo.

-Ma logico diamo ad Blair la nuova matricola professionista-sbuffai alzando gli occhi al cielo.

-Blair vogliamo metterlo alla prova e tu sei l’unica che conosce i posti più frequentati dalla mafia-disse Marco-E poi lui deve concordare con Andrea alcune cose mentre.. dovresti agire ORA!-

 

Alzai un sopracciglio scoppiando a ridere per poi fermarmi e guardare male i ragazzi, mi alzai dal divano prendendo la giacca per poi metterla.

 

-Sputa il rospo-dissi secca.

-Attira un mafioso scopri dov’è la loro basse e uccidilo oppure portalo vivo da noi...cosa che preferiremo visto che almeno poi potresti ucciderlo davanti al nuovo arrivato-disse Marco ridacchiando.

 

Annuii ed usci dal nascondiglio per poi andare in garage. Dentro trovai la mia bellissima moto coperta dal telo che avevo messo per farle prendere la polvere. Tirai il telo scoprendo la mia bellissima Triumph Adventure del 1996, che da una cilindrata di 885cc, avendo apportato qualche modifica ha ora una cilindrata da 900cc, con ben un numero di cilindri pari a 4.

Presi il casco dal manubrio e lo indossai mentre vidi il biondino e il castano uscire dalla porta che portava al garage.

 

-Allora Blair vuoi proprio fare colpo?!-ridacchio il biondo.

-Una Triumph Adventure del ‘96?! Bella ma non ha nulla a che vedere con una Harley Davidson FXSTC Softail Custum del ’89-disse il castano.

-Cosa?? Stai scherzando? E immagino che c’è l’hai?-dissi salendo sulla moto per poi accendere il motore per farlo riscaldare.

-Si te la farò vedere un giorno se verrai con me a Londra-ridacchio il castano.

-Moro io non andrò mai a Londra! In più da SOLA con TE-evidenziai le parole per poi partire a tutto gas verso il primo locale della mafia.

 

Dopo una mezz’ora ero arrivata e mi ero già fatta qualche bicchiere di vodka alla menta. L’alcol non mi dava fastidio anzi mi da più possibilità per trovare la mia giusta preda. Infatti adocchiai un ragazzo moro, occhi verdi e il fisico muscolo ma non troppo. Mi avvicinai a lui e iniziai a fare la carina, o meglio la puttana. 

Ero stanca non lo sopportavo più così decisi si uscire dal locale con lui alle mie calcagna, mi prese per il polso e mi tiro via dalla strada portandomi in un vicolo buio. Mi spinse contro il muro per poi iniziare a baciarmi il collo e ogni tanto morderlo. Cercai di divincolarmi dalla sua presa ma era troppo salda.

 

-Stai ferma piccola..ti ho riconosciuto subito..-sussurro nel mio orecchio mordendomi il lobo.

-Ti conviene lasciarmi andare-dissi a denti stretti mentre cercavo di reprimere la mia forza di volontà che voleva ucciderlo.

-Voglio solo che collabori con la mafia..e in più non so come Derek non abbia fatto a toccarti..-sussurro nel mio orecchio.

-Conosci Derek?-odiavo con tutto il mio cuore quel nome.

 

Ora si che mi stava facendo incazzare questo merdoso di un mafioso.

 

-Si.-disse deciso.

-Ah..bene-sussurrai facendo un sorrisetto da stronza.

 

Diedi una ginocchiata nelle parti basse di quel coglione e mi staccai da lui per poi dargli una gomitata sulla nuca. Lo strascinai fino alla mia moto per poi salirci sopra con lui e portarlo fino al nascondiglio dove stavano gli altri.

 

Una volta giunta lì, presi il moretto dai piedi e lo trascinai dentro il nascondiglio fregandomi delle botte che stava prendendo alla testa per colpa degli scalini.

Entrai sbattendo la porta per poi buttare i piedi di quel tipo a terra, mi allontanai dal corpo, sbuffai per poi andare sul divano e buttarmi sul divano. Ero stanca quello stronzo pesava troppo per una semplice ragazza e per fortuna facevo un palestra.

 

-Dimmi che non è morto?-disse Marco sbattendo le palpebre.

-Morto? Ah ah no! È vivo e svenuto-sbuffai prendendo una bottiglia di birra dal mini-frigorifero vicino al divano.

-Wow ci sei riuscita nel tuo incarico?!-disse ridendo Andrea.

 

Ridacchiai mentre iniziai a bere la birra, mentre Marco e Andrea presero l’uomo che avevo lasciato a terra per poi metterlo su una sedia legando le sue mani e i suoi piedi. Mi tolsi la giacca ed estrassi la pistola, mi alzai dal divano per poi andare verso la sedia. Aspettai che Marco spense la luce per poi puntare una lampada sul viso dell’ostaggio.

La porta del nascondiglio si apri mostrando il castano arrogante con una sigaretta tra le labbra, che mi guardo con aria confusa.

 

-Ha catturato davvero un uomo della mafia? Ed è veramente vivo?!-disse avvicinandosi a me.

-Si problemi?!-risposi in modo acido.

-No, nessuno mi hanno solamente raccontato che tu non hai una buona reputazione nel portare le persone vive..e che fai sputare tutte le informazioni con dei modi molto terribili-ridacchio il castano.

-Marco!-fulminai il biondo.

 

Il biondino alzo le spalle ridendo per poi alzare le mani in segno di difesa. Sbuffai per poi fulminare il castano. Presi la pistola dalla canna e sferrai un colpo con il manico sul viso dell’ostaggio che si sveglio.

Sorrisi in modo beffardo riprendendo la pistola dal manico.

 

-Ciao bello addormentato-sussurrai avvicinandomi a lui.

-D-Dove s-sono?-chiese balbettando mentre mi guardava.

-Nel tuo incubo peggiore..-ridacchiai puntandogli la pistola sulla sua fronte.

-C-Cosa..volete da m-me?-sussurro mentre iniziava a sudare.

-Solamente delle informazioni.-sussurrai secca.

 

Diedi un’occhiata a Marco che mi lancio il mio pugnale che afferrai per poi metterlo sul collo del mafioso. Misi la pistola nel pantalone mentre Liam stava ridendo per la scena.

 

-Dove si trova la base della mafia?-chiesi facendo un po di pressione con il pugnale sul collo del tipo.

-MAI-sputo il mafioso.

 

Alzai gli occhi al cielo e iniziai a incidere leggermente il suo collo.

 

-Sicuro?-sussurrai staccando il pugnale dal collo per poi metterglielo sulla guancia.

-Non ho paura di una P.U.T.T.A.N.A come te-mi sputo in pieno viso.

 

Lo guardai pulendomi dal suo sputo con il dorso della mia mano libera. Feci più pressione con il pugnale mentre lasciai un taglio abbastanza profondo. Portai la mano che teneva il pugnale sul suo stomaco.

 

-Vuoi una morte lenta e dolorosa o una veloce e insofferente?-risi guardandolo.

 

Il suo sguardo mi stava chiedendo pietà, mentre Liam se la rideva sotto i baffi guardando la scena. 

 

-Fottiti!-ringhio.

-Grazie ma preferisco ucciderti!-sorrisi in modo arrogante.

 

Iniziai a fare pressione con il pugnale sul suo stomaco. Lo vidi fare una smorfia di dolore e feci un ghigno continuando ad aumentare le pressione sul suo stomaco.

 

-Allora?-ridacchiai.

-Dovresti indovinare da sola..sai sei stata con Derek dovresti capirlo da sola...-sussurro.

 

A quel nome strinsi il pugnale nella mia mano e lo conficcai leggermente nel suo stomaco, lasciai il pugnale dentro il suo stomaco per poi prendere la pistola. Gliela puntai sulla sua fronte per poi premere il grilletto senza indulgi. Rimi la pistola dentro la tasca per poi voltarmi e andare sul divano, il castano mi guardo alzando un sopracciglio.

 

-Perché l’hai fatto?-chiese il castano.

-Perché sono cazzi miei! E so dov’è la basa di quei bastardi!-sbottai infuriata.

-E dove?-alzo un sopracciglio mettendosi davanti a me.

-LONDRA-dissi stringendo i pugni.

 

Andrea annui guardandomi per poi prendere il telefono e fare delle chiamate. Mi alzai indossando la felpa per poi uscire dal nascondiglio e salire di nuovo in moto. Partii velocemente per poi raggiungere casa mia.

 

Una volta arrivata a casa mi buttai sul letto senza togliermi i vestiti. Guardai il soffitto cercando di prendere sonno, presi il mio mp3 e feci partire la musica causale. Iniziai a rilassarmi sulle note di Cannoball di Lea Michele.

Mi resi conto che quel nome mi stava perseguitando ancora dopo quello che era successo anni fa. Si ricordava bene quello che era successo ma scosse la testa sperando di cacciare i ricordi di quel giorno. Però ora tutto aveva un senso, la fissazione di lui per quella città, non mi era mai stata chiara almeno fino ad ora. Ecco perché voleva portarmi a Londra, ecco perché diceva che quella città avrebbe portato più successo nel suo lavoro. Strizzai gli occhi e mi voltai verso il lato del letto che aveva vicino la finestra. Guardai sul comodino c’era una foto di quando ero piccola, che bei ricordi. Sorrisi guardando il bambino che mi stava abbracciando in quella foto. Ashton.

 

“Ashton, mi manchi.”pensai.

 

Mi girai dall’altra parte cercando di dormire. Chiusi gli occhi e pensai al nulla e mi addormentai mentre la voce di Lea finiva di cantare. Per poi iniziare una nuova canzone che fu quella decisiva per il mio sonno, Renato Zero con “Il Carrozzone”. Così caddi in un sonno profondo sulle note della mia canzone preferita.

  
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