COSA PENSASTI, TU PICCOLO SOLDATO RUSSO QUANDO APRISTI LE PORTE DELL’INFERNO.

 

COSA PENSASTI TU QUANDO RIVIDI PER LA PRIMA VOLTA DOPO MOLTO TEMPO IL TUO AMICO D’INFANZIA MISHA RIDOTTO AD UNA LARVA.

 

NOI NON LO SAPPIAMO, MA TU SI’

 

VEDESTI CON I TUOI OCCHI DONNE ORMAI FATASMI

 

UOMINI ORMAI SCHELETRI E BIMBI ORMAI POLVERE.

 

TI VENNE MECCANICA LA FRASE “VOI SIETE STATI LIBEARTI DALL’ESERCITO POPOLARE DELL’UNIONE SOVIETICA”

 

POI SEMPRE SENZA PENSIERI GETTASTI A LORO IL TUO TOZZO DI PANE

 

MA NON LO RACCOLSERO, TROPPA PAURA NEI LORO OCCHI E NEI TUOI NON C’ERANO PENSIERI LOGICI DI FRONTE A TANTA BARBARIA.

 

CORRESTI DAI TUOI SUPERIORI, NON TI CREDETTERO, TI RITTENERO UN PAZZO.

 

MA ARRIVATI DI FRONTE ALLA GRANDE PORTONE CON SOPRA LA SCRITTA “IL,LAVORO RENDE LIBERI” DOVETTERO RICREDERSI, IN LORO MONTO ANCORA DI PIU’ L’ODIO VERSO I TEDESCI, I NAZISTI.

ARRIGARONO TE E I TUOI COMMILITONI DICEDOVI CHE ERANO SOLO BARBARI SENZA SPERANZA.

 

MA FRA DI VOI C’ERA QUALCUNO CHE SAPEVA E MORMORAVA FRA DI SE ANCHE NOI NON SIAMO DIVERSI DA LORO.