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Autore: Rowling    15/07/2014    4 recensioni
Come tutto ricominciò... Le vicende saranno riprese dalla conclusione dei libri della Rowling e interesseranno l'intero Mondo Magico che fino a quel momento era in una idilliaca fase di tranquillità e nessuno voleva distruggere codesto "locus amoenus", nessuno fatta eccezione per una nuova Forza Oscura che stava rinascendo dalle ceneri, una nuova Forza Oscura del tutto particolare. Dopo diciannove anni dalla sconfitta di Lord Voldemort, il Mondo di tutti i Maghi e di tutte le Streghe subisce una nuova scossa e verrà messa in discussione anche la vita dei Babbani. L'intera famiglia Potter e i suoi amici saranno messi a dura prova, ma le vicende non termineranno qui: cambi di poltrone, grandi invenzioni e celati segreti saranno i protagonisti de "Il convento di Caithness", insieme ai personaggi che verteranno intorno ad esso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Astoria, Harry/Ginny, Luna/Rolf, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 1. - VECCHI RICORDI

 


« Chiunque tu sia, 
considerati fortunato nell'essere giunto nella fantasia! 
Indossa gli occhiali posati accanto a te
e sorseggia qualche goccia di thè.
Incomincia a leggere le prossime righe 
se brami realmente di entrare in storie a dir poco prodighe: 
trame e avventure saranno presenti nella tua mente 
in compagnia di altra gente, 
ma soprattutto colpi di scena ti sorprenderanno 
e oscuri segreti trameranno. 
Non attendere altro 
se sei veramente scaltro, 
gira pagina o sarai abbagliato 
rimanendo senza fiato! ».
Incominciava proprio così il preambolo del libro che un piccolo ragazzino introverso era intento a leggere attraverso una media tonalità di voce, con le gambe incrociate sotto il suo busto e seduto sul bordo del letto mentre scorreva con gli occhi le righe di quel tomo, posato sulle sue gambe leggermente sollevate in corrispondenza delle ginocchia, per permettere di racchiudere vicino a sé anche i piedi. Il capo era chino verso il basso e i capelli scompigliati di un acceso colore nero oscillavano oscurando gran parte della fronte. La carnagione chiara era interrotta in corrispondenza del volto da delle piccole lentiggini mentre le labbra risultavano essere leggermente screpolate. Sulla copertina del testo era riportato a caratteri d'oro lo pseudonimo dell'autrice, iscritta all'anagrafe sotto il nome di Joanelle Scivolorum, divenuta nota negli ultimi anni come tra le migliori scrittrici per ragazzi del Mondo Magico. 
« Albus! » urlò a squarciagola la madre dal piano terra a tal punto da attirare la sua attenzione e convocarlo in cucina per la colazione. Al decimo richiamo il ragazzino dai capelli disordinati e da un colorito che richiamava proprio quello della pece, si rassegnò: chiuse con fragore il libro afferrandolo da entrambe le due estremità - la copertina e la quarta -, permettendo la fuoriuscita di polveri fini residenti fino a quel momento tra le pagine del libro. Si alzò di scatto per riporlo su una mensola dell'ampia libreria che i genitori gli avevano predisposto nella sua camera, deponendolo tra altri due libri: uno inclinato e l'altro in posiziona eretta.
« Arrivo... » avvertì il figlio per evitare di udire ulteriori strilli. Si avvicinò con passo lento e flebile verso la finestra della sua stanza che garantiva una vista spettacolare del piccolo villaggio in cui i Potter abitavano o per meglio scrivere, in cui la famiglia Potter era ritornata ad abitare.
Il villaggio che diede i suoi natali a Godric Gryffindor offriva un paesaggio del tutto differente da quello che solitamente si associava accanto ad esso nell'immaginario comune di tutti. La loro casa si affacciava su un vasto giardino ben curato dal padre Harry e circondava il perimetro dell'intero edificio, ma in estate non c'era traccia nemmeno di un fiocco di neve a differenza dell'abbondante presenza nei mesi della stagione invernale, che rendeva Godric's Hollow un villaggio pittoresco. Sul lato sud padroneggiava un ulivo secolare il cui tronco massiccio e voluminoso si attorcigliava su se stesso, per poi diramarsi in folti rami. Il cinguettare degli uccellini posati con le loro zampette sui rami degli alberi, fu interrotto da un sonoro 'Toc toc' proveniente dal corridoio del primo piano: qualcuno bussò alla porta.
Senza intimorirsi o sorprendersi più di tanto, Albus si spostò dalla finestra per avvicinarsi all'uscita della stanza, girò la maniglia composta da un pomello in ottone e si ritrovò dinanzi ai suoi occhi la sua sorellina Lily.
« Su sbrigati, la mamma ti sta chiamando da mezz'ora! » disse con la solita vocina dolce, tipica dei bambini di quell'età. Nonostante fosse più piccola di lui di circa due anni, dall'espressione disegnata sul suo volto, quel giorno sembrava avere più problemi e preoccupazioni di chiunque altro.

« Sto arrivando... » affermò il ragazzino con un tono forte e deciso, per confermare con fermezza il suo arrivo. "Come mai oggi hanno tutta questa fretta?" pensò nella sua mente, mentre usciva sul corridoio del primo piano e chiudeva la porta dietro di sé. La sorellina dai lineamenti fisici simili a quelli del fratello aveva i capelli rossi legati quel giorno in due codini ben legati e saltellava da un gradino all'altro della scala per raggiungere il piano terra della loro abitazione, seguita per dietro da Albus.

« Oh eccoti finalmente. Su sbrigati Al, tua cugina Rose ti sta aspettando dinanzi all'incrocio per... Ehm... Deve dirti qualcosa! » tagliò corto la madre Ginny che stava versando del succo di zucca in un bicchiere di vetro. Lily spostò la sedia del tavolo, mise il piede su un aggancio e salì in piedi sulla sedia per prendere un cupcake posato sul tavolo.
« NON-CHIAMARMI-AL! » rimbeccò corrucciato e impermalito a causa di quel nomignolo che tutti gli attribuivano, nonostante ripetesse più volte di detestarlo. Non pensò molto su cosa Rosie avesse fretta di dirgli, in quanto i due cugini avevano un rapporto molto stretto tra loro e le loro chiacchierate erano triplicate in quel periodo. Afferrò con prontezza una fettina di bacon servendosi della forchetta e la imboccò subito a causa della prorompente fame che si faceva sentire. Con la bocca ancora piena si avviò verso la porta, indossò un piccolo cappello a punta da Mago che era depositato sul tavolino lì accanto, ricordandosi solo dopo di sfilarselo per non incuriosire i Babbani presenti a Godric's Hollow. Uscì di casa bevendo il succo di zucca preparato dalla madre, con l'aria pensierosa e lo sguardo vacuo, si diresse verso l'incrocio dove Rosie aveva dato appuntamento. Percorse la strada che conduceva alla Chiesa del paese e notò che l'orologio appeso al muro dell'edificio di fronte segnava le ore 10:00.
« Eccoti finalmente. Ma è possibile che tu dorma fino a quest'ora? » eccola lì, Rose Weasley con lo stesso caratterino della madre, pronta a rimproverare chiunque e a bacchettare tutti coloro non emulavano il suo stile di vita. Il ragazzino si sentì in colpa, ma ebbe il coraggio di rispondere e tentare di porgere delle spiegazioni. « Forse mi stai confondendo con James, perché io avevo di meglio da fare!  » con tale dichiarazione, sorprese la piccola Rose che si avvicinava sempre di più al ragazzo e replicò « E sentiamo, cosa avevi di meglio da fare? Accarezzare il tuo gufo o pettinare un Kneazle? » domandò e nel frattempo trascinò Albus con il braccio verso la strada che conduceva a Nord del villaggio. « Ero assorto nella lettura... Ma ehi! Dove stiamo andando? » tentò di allentare la morsa di Rose dal suo braccio e per poco non inciampò sul marciapiede, ma Rose doveva svolgere il suo compito che le era stato affidato, anche a costo di amputargli un braccio. « Cammina e stai zitto! » odiava quando qualcuno lo comandava a bacchetta o gli ordinava cosa dovesse fare, ma comprese che con sua cugina era meglio non replicare.
Si incamminarono con passo lento su una strada ben pulita e lastricata di case in cui abitavano i babbani, ignari di avere come vicini dello stesso quartiere alcune famiglie di Maghi e Streghe. Alzarono il passo per poi rallentarlo nuovamente, seguendo gli ordini e le direttive che Rosie impostava, in quanto era proprio ella a guidare il cugino che la seguiva da dietro. « Ma cosa ti prende? Vuoi spiegarmi perché mi hai chiamato? Cos'hai da dirmi di così urgente? » domandò un po' stizzito per i cambiamenti d'animo della cugina e dell'inspiegabile appuntamento di quel giorno, oltre a quella passeggiata che si stava trasformando in una corsa alquanto buffa.
« Umh... Niente, volevo stare un po' con te e soprattutto dobbiamo parlare! » sancì per poi imboccare una stradina laterale che conduceva proprio nella piazza di Godric's Hollow. "Parlare di cosa?" pensò tra se stesso mentre rimuginava nella mente una spiegazione a questo quesito. Si sedettero entrambi su una panchina di legno per riprendere un po' di fiato e seguirono dei lunghi minuti di silenzio, fino a quando uno dei due parlò.
« Ammettilo: sei in ansia per la partenza? » domandò riferendosi al viaggio verso Hogwarts che di lì a poche settimane li avrebbe attesi.
« Be'... Lo sei anche tu, Al! » il signorino Potter non badò molto al nomignolo con cui l'aveva chiamato, ma si concentrò sull'argomento "Hogwarts".
« Promettimi che non lo dirai ai nostri genitori e soprattutto a James! » in questo modo avrebbe evitato qualsiasi scherzo da parte del fratello o eventuali giochetti.
« Come sempre, promesso » i due erano soliti confidare i propri stati d'animo, senza aprir bocca dinanzi ad altri, nonostante Rose credesse che questa volta non fosse necessario mantenere la promessa: d'altronde i loro genitori avevano da tempo intuito una sorta di nervosismo da parte loro. Albus osservava la cugina con lo sguardo chino verso il basso a riflettere sui propri pensieri e con la piazza del piccolo villaggio come sfondo dietro di sé. Il capo della signorina Weasley oscurava l'obelisco presente al centro della piazza e all'inizio Albus non ci fece molto caso, ma quando l'osservò con più attenzione, notò che l'obelisco era scomparso.
« Vieni, corri! » incitò alla cugina prendendola per il braccio e conducendola al centro della piccola piazzetta lastricata. « Prima c'era un obelisco, proprio qui! Ma cos... » infatti sul piedistallo leggermente rialzato rispetto all'altezza del pavimento della strada, era scomparsa l'enorme colonna riportante i nomi dei caduti in guerra, ma si era materializzata come per magia una statua del tutto differente. Era raffigurato un uomo accanto alla propria moglie che stringeva in braccio un neonato: non ci volle molto ai ragazzi per capire chi fossero le figure lì presenti sotto forma di statue.


« Quel bambino in braccio alla madre dev'essere mio padre » rifletté con gli occhi quasi commossi « e loro devono essere... ». Non ebbe il coraggio di terminare la frase a causa della voce spezzata per la malinconia « ...i tuoi nonni » intervenne Rose con un tono basso, in segno di rispetto del cugino. Due babbani passarono lì accanto e si sorpresero dell'effetto che un monumento ai caduti potesse fare a due giovani ragazzini, molto sensibili davanti ai loro occhi. Evidentemente era stato applicato un incantesimo in modo che solo i Maghi potessero vedere la statua dedicata alla famiglia Potter che nel lontano 31 ottobre del 1981 persero la vita.
"Che stupida che sono stata, come ho potuto portarlo qui? Dovevo immaginare che i vecchi ricordi del passato lo avrebbero scosso" si ritrovò a pensare Rosie "ma nulla è perso, sono ancora in tempo per rimediare...". Emise qualche piccolo sbuffo per la situazione che si creò, riprese la giacchetta in pelle che aveva lasciato sulla panchina e convinse il cugino a seguirla nuovamente per una camminata, ripercorrendo i propri passi. Si accorse immediatamente che aveva esaurito le domande da porre, in particolare quelle che riguardavano Hogwarts, così passò ad altro.
« Hai letto il nuovo libro della Scivolorum? » sapeva benissimo che Albus adorava leggere i libri proprio come lei e la scrittrice Joanelle Scivolorum era una delle loro preferite.
« Certo, il prologo è davvero divertente! » disse rimembrando nella mente la piccola poesia rimata che aveva letto poche ore prima.
La ragazzina Rose che decideva le strade da imboccare, fece molta attenzione nel non attraversare proprio quella che conduceva verso la vecchia casa dei Potter, dove i nonni di Albus persero la vita e dove suo padre si salvò dall'attacco di Voldemort, nome che ormai non creava più terrore nel Mondo Magico. Si guardarono intorno e nonostante conoscessero il villaggio come le proprie tasche, si ritrovarono nel punto esatto in cui si erano dati appuntamento: all'incrocio tra il negozio di scarpe e borsette della signorina Rosamunde e la caffetteria "Amari Aromi", una delle più rinomate della zona. Dalla parte opposta c'era ancora l'orologio che questa volta segnava le ore 10:45: mancava circa un quarto d'ora prima che scoccassero le undici esatte e questo destò meraviglia nella signorina Weasley.
« Su, ritorniamo a casa tua. Penso che a quest'ora abbiano finito... » quest'ultima si lasciò sfuggire qualcosa dalla bocca, qualcosa che non doveva dire davanti ad Albus, che incuriosito subito si gettò nel mare della curiosità. « Finito cosa? ». Rosie era imbarazzata e si portò le mani davanti alla bocca, per poi trovare una scusa appena inventata e riconoscibile da chiunque come una comune menzogna. « Ehm... Umh... Hanno finito i lavori... A casa mia! ».
Per il piccolo Albus tutta quella storia risultava essere strana, molto strana: cosa stava accadendo realmente? Per quale motivo lo portava a spasso come se fosse il suo cagnolino? Perché la cugina con cui si era sempre confidato, ora gli mentiva?
 

FUORI LETTURA - Nota alla Traduzione: Come penso che i lettori più attenti abbiano notato, ho preferito adottare una traduzione alternativa a quella che siamo abituati noi italiani. Infatti vedrete che alcuni nomi saranno fedeli a quelli della traduzione inglese, in quanto è mia opinione che richiamo alla giusta fonetica. Ad esempio i nomi delle quattro Casate saranno in inglese, così come il cognome del professor Albus Percival Wulfric Brian Silente (ora Dumbledore), della professoressa Minerva McGranitt (ora McGonagall) o del professor Filius Vitious (ora Flitwich). Gli altri li scorpirete man mano che leggerete i prossimi capitoli, ma non preoccupatevi: saranno degni di comprensione da parte vostra.
 
FUORI LETTURA - Angolo dell'Autrice: Questo è solo il primo capitolo introduttivo e da esso non si comprende molto la trama, ma vi assicuro che i prossimi saranno ancora più avvincenti. Ho preferito mantenere in questo capitolo solo argomenti sentimentali e di mistero, in modo da coinvolgere il lettore e per non svelare nessun particolare. Come avrete intuito, narrerò le vicende successivamente alla morte di Lord Voldemort, per la precisione dopo 19 anni. Il Mondo Magico è cambiato molto e lo scorpirete voi stessi leggendo i prossimi capitoli, i quali saranno presto sfornati. Per qualsiasi domanda, sono a vostra disposizione sia nei messaggi privati, sia in occasione di recensioni. Recensite in tanti e abbiate pietà della mia prima FanFiction!
   
 
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